Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Omofobia - Parliamo ancora del DDL Zan, dell'intervento a gamba tesa del VATICANO e dei nuovi 'intoppi' e 'trappole' alla sua approvazione

(Foto iodonna.it)
_MduL, 26 giugno 2021_
 
Ed eccoci qui, ancora una volta costrette a parlare del DDL Zan solo per esplicitare i motivi e le nuove azioni che si frappongono alla sua approvazione e non per gioire con voi per quest'ultima. E' di questi giorni, infatti, l'intervento a gamba tesa posto in essere dal Vaticano sull'approvazione di questo disegno di legge. Vaticano che dovrebbe essere il primo a prodigarsi per l'approvazione di una tale legge...Ma andiamo con ordine.

Che cos'è il DDL Zan. 
 
Alessandro Zan (wikipedia.it)
Il DDL Zan, detto anche "Legge contro omotransfobia", è il disegno di legge, attualmente pendente in Parlamento, che reca "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità", che prende il suo nome dal suo relatore, il deputato Pd, Alessandro Zan.
Per capire meglio di cosa si tratta, ecco le parole introduttive del DDL Zan, cioè della proposta di legge n. 868, presentata alla Camera dei Deputati lo scorso 4 luglio 2018: "La presente proposta di legge è volta a estendere alle discriminazioni fondate sull'omofobia e la transfobia le sanzioni penali introdotte dall'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654 (cosiddetta «legge Reale», poi modificata dal decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205 – cosiddetta «legge Mancino»), che ha reso esecutiva la convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, fatta a New York il 7 marzo 1966, da ultimo trasposte negli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale.
L'intenzione è quella di equiparare le manifestazioni di odio fondate sull'omofobia e sulla transfobia a quelle, già riconosciute e punite dal nostro ordinamento, fondate su motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o rivolte contro gli appartenenti alle minoranze linguistiche.
In questo modo si potrà finalmente rimuovere l'irrazionale differenza che esiste nel nostro Paese, per esempio, tra l'apporre uno striscione gravemente razzista in uno stadio – il che può, almeno in teoria, configurare una condotta antigiuridica – e l'apporre il medesimo striscione, riportante le medesime parole di dileggio, nei confronti delle persone omosessuali.
 
L'iter parlamentare del DDL Zan
 
Parlamento in seduta comune (wikipedia.it)
In quanto disegno di legge, per essere approvato e diventare legge dello Stato, necessita dell'approvazione di ambo le camere del nostro Parlamento, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Approvazione che, lo scorso 4 novembre 2020, dopo varie vicissitudini e passaggi parlamentari e politici, è stata raggiunta alla Camera dei deputati, facendo passare il disegno di legge così approvato all'altra Camera parlamentare, cioè al Senato della Repubblica, per la sua definitiva approvazione e trasformazione in legge.
 
Approvazione definitiva e trasformazione in legge in Senato che, però, ancora oggi non si è riusciti a raggiungere per il forte e continuato ostruzionismo opposto dalla destra ed in particolare dal partito della Lega che, forte dei numeri presenti nella Commissione del Senato che è stata investita della competenza alla discussione ed approvazione del disegno di legge e forte, soprattutto, del ruolo centrale del Presidente della commissione, proprio del leghista Andrea Ostellari, altro non ha fatto in questi mesi se non ostruire ed impedire la discussione e l'approvazione della legge.

Come già raccontato, infatti, il Presidente di commissione, il leghista Ostellari, ha posto in essere reiterati abusi della sua posizione, impedendo prima la candelarizzazione della discussione del disegno di legge Zan, adducendo come scusa l'urgente disamina di un altro ddl pendente (quello sull'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato durante l'emergenza Covid) e continuando poi, supportato dalla destra tutta, ma in particolare dal suo partito, con ogni mezzo possibile, ad impedire la discussione e la conseguente approvazione del disegno di legge.
 
Arriviamo così agli eventi di questi giorni.
In questo - triste - scenario, le ultime novità che qui vi segnaliamo.
 
Matteo Salvini (wikipedia.org)
La prima fa riferimento a Salvini, segretario della Lega, il quale, proprio in questi giorni, intestandosi la bandiera della trattativa sul ddl Zan, propone alla sinistra e dichiara "Se togliamo l'ideologia in una settimana si chiude tutto" (cioè il suo partito disincaglierebbe il ddl Zan dalle secche dove è stato messo proprio dal suo partito), a patto, ovviamente, che si tolga la questione gender, che non piace alla Chiesa.
Perché di questo si tratta, sempre ed in ogni caso, e cioè del riferimento che la legge compie all'identità di genere. Tutto il resto, la parte centrale del normato del disegno di legge, quello importante e fondamentale, contro le discriminazioni avverso le donne, i disabili e le persone Lgbtqi+, non viene dalla destra preso neanche in considerazione, ma tutti si focalizzano sulla tutela che tale disegno di legge vorrebbe riconoscere anche alle persone che non si riconoscono nel proprio genere e nel superamento del concetto stesso di genere.
Comunque, inutile dire che del passo avanti fatto da Salvini alcuno della sinistra si fida, in particolare Enrico Letta, in quale ha dichiarato che tale disponibilità a riaprire il dialogo ed a disincagliare la legge da parte di Salvini, nasconde solo la volontà di protrarre lo stallo della legge stessa ed il suo mantenimento in parlamento e, quindi, la sua mancata approvazione.
 
In particolare, l'ultima azione della Chiesa
 
Segretario Santa Sede x Rapporti con gli Stati, Richard Paul Gallagher (ansa)
Già la Chiesa. E qui arriviamo all'altro, e principale, sviluppo della travagliata esistenza del DDL Zan.
E' di questi giorni infatti, la notizia, rilanciata da tutti i maggiorni quotidiani online e su tutti i telegiornali, della nota verbale della Segreteria di Stato Vaticana, consegnata dal cardinale Paul Richard Gallagher il 17 giugno e subito tramessa dall'ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Peitro Sebastaiani, al ministero degli Esteri, a palazzo Chigi e al Quirinale, che  «auspica che la parte italiana possa tenere in debita considerazione le argomentazioni e trovare così una diversa modulazione del testo continuando a garantire il rispetto dei Patti lateranensi».
Che, detto in altri termini, la Segreteria di Stato Vaticana ha ritenuto di dover richiamare il Governo Italiano al rispetto dei "Patti lateranensi" (sono quei "Patti", sottoscritti a suo tempo da Mussolini e poi modificati con Craxi, che disciplinano i rapporti tra il nostro Stato e lo Stato della Chiesa, il quale, pur essendo ubicato nella nostra capitale, è uno Stato autonomo), impugnano l’articolo 2 del Concordato del 1984, in merito all'approvazione del DDL Zan.
 
Ritiene infatti la Santa Sede che «alcuni contenuti della proposta legislativa avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa e ai suoi fedeli», in quanto, è prevista la mancata esenzione delle scuole cattoliche dalle attività previste nella Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. In particolare, la Santa Sede stigmatizza «il riferimento alla criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi fondati sul sesso».
 
E, continua la Santa Sede, «ci sono espressioni della sacra scrittura e della tradizione ecclesiale del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa rivelazione divina»
Ed è proprio sulla base di questa considerazione che la Santa Sede sollecita la revisione del ddl Zan. 

Draghi nel suo intervento su DDL Zan in Senato (ilfattoquotidiano.it)
Ciò posto, non resta ora che segnalarvi la (magnifica, quanto misurata) risposta del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, alla nota del Vaticano ed alla sua ingerenza, resa intervenendo in Senato, estrapolando un principio espresso dalla nostra Corte Costituzionale: "La laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, è tutela del pluralismo e della diversità". E, ancora, “Il nostro è uno Stato laico, il Parlamento è sempre libero di discutere e di legiferare”
 
Il presidente del Consiglio, ha poi ricordato che “il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni internazionali, tra cui il Concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari. Ci sono controlli successivi della Corte costituzionale“. Per poi continuare: “Il governo non entra nel merito della discussione. Questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo”.
 
Momento che, però, ancora una volta non è arrivato, posto che la riunoine dei capigruppo al Senato, riunitasi dopo le comunicazione del premier, non ha trovato un accordo su quando cominciare a discutere sul ddl Zan: la calendarizzazione sarà quindi votata in Aula il 6 luglio. Pd, M5s, LeU, Iv e Autonomie chiederanno che l’esame inizi nella settimana del 13 luglio.
 
Matteo Renzi (tarantobuonasera.it)
Non resta ora che vedere gli ulteriori sviluppi della questione, facendo attenzione ai numeri parlamentari, visto che, almeno ad oggi, la sinistra, con anche Italia Viva (sui voti della quale non si fida alcuno degli altri esponenti di sinistra, anche perché Renzi ha detto chiaramente che cerca il confronto con le destre), avrebbe sì la maggioranza per l'approvazione in Senato, ma con dei margini troppo ristretti (168 favorevoli contro 151 contrari), vieppiù se la votazione dovesse essere a scrutinio segreto.
 
Certo è che, a noi sembra che, pur nel rispetto di tutti ed ognuno (penso, ad esempio, alle ragazze lesbiche ma profondamente cattoliche) questa legge, avversata da una pluralità di soggetti ed istituzioni per ciò che conerne solo ed esclusivamente la normazione sull'identità di genere (non possiamo dimenticare nè omettere in questa sede le polemiche portate avverso tale disegno di legge financo dalle "Femministe radicali trans escludenti" - Terf - e dall'Arcilesbica"_cfr post MduL, link in calce), dovrebbe essere comunque approvata poiché consentirebbe di tutelare tutte quelle persone che ognuno e tutti noi, cattolici e non cattolici, di destra o di sinistra, lesbiche/gay/trans/+ o no, maschi o femmine, abili o disabili, verrebbero colpite dall'odio fine a sè stesso e privo di emendazione.

MduL 
 


Fonti ed approfondimenti:
Articolo "Vaticano contro il ddl Zan, ecco il testo della nota che ora costringe il governo a intervenire: Draghi era informato e interverrà oggi" di Fiorenza Sarzanini, Francesco Verderami per corriere.it del 23/06/2021;
Articolo "Ddl Zan, Draghi: “Il nostro è uno Stato laico, il Parlamento è libero. Ci sono tutte le garanzie per rispettare il Concordato”" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 23/06/2021;
Articolo "Ddl Zan, Cardinale Pietro Parolin: nessun tavolo tra Italia e Santa Sede" di Alessandra Arachi per corriere.it;
Articolo "Ddl Zan, sfida sul filo al Senato. Letta: “Subito in aula”" di Giovanna Casadio per repubblica.it del 26/07/2021;
Post MduL: "Diritti: è prevista per il prossimo 20 ottobre 2020 la discussione in aula della Legge Zan sull'omotransfobia" del 17/10/2020;
Post MduL: "Omofobia: la Lega blocca la calendarizzazione della Legge Zan in Commissione. Così facendo, lascia l'Italia ancora senza una legge contro l'omotransfobia" del 3/04/2021;
Post MduL: "Omofobia: DDL Zan - il difficile rapporto tra la tutela dei diritti e le posizioni delle "Femministe radicali trans escludenti" (Terf) e dell'Arcilesbica" dell'8/05/2021.

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