Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Poesie

 53 

Di Sandro Penna (in Poesie scelte )

Fuggono i giorni lieti
lieti di bella età.
Non fuggono i divieti
alla felicità.
 
 
 52 

Di Bartolo Cattafi (in Poesie scelte, 1946-1973)

Al Jolly Hotel di Pescara

Avrei voluto conoscerla
almeno guardarla in faccia la ragazza
che al Jolly Hotel di Pescara
di nottetempo con parlata centroitaliana
con melodia un poco strascicata
diceva tra le braccia dell'amante Me ne vado
me ne vado me ne vado me ne vado.
Ignorava che in effetti c'era
un battello pronto nella rada vicina
(andato in disarmo dissoltosi
colato a picco all'alba nella spuma
di gomma del suo del mio cuscino).
 
 
 51 

Di Angela Siciliano (da La stabilità sul ramo)

Cialtronerie

E poi è arrivata la ragazza audace.
A rendere onore, dice,
alla mia vita perdente.

Guerriera medievale
(o pugile stordita?).

Frusta i cavalli e la carrozza parte!
Sostiene di essere cocchiere e cavallo
strada e paesaggio, vettura e passeggero.
Pretende di essere il tempo stesso
e quel che resta del futuro.

Rumoroso e vistoso è il nostro passaggio
sulle strade sterrate del Regno.
Attireremo i briganti, penso
ma lei ha la spada pronta, dice
per ucciderli tutti,
i nemici di questo mondo!
E ad essere sincera,
a vedere tutto questo carnevale
capisco che le briganti siamo noi.
 

 50 

Di Dario Bellezza (da Proclama sul fascino)

Fugace è la giovinezza
un soffio la maturità;
poi avanza tremando
vecchiaia e dura, dura
un'eternità.
 

 49 

Di Elisabeth Bishop (da L'arte di perdere, traduzione di M. Guidacci)

UN'ARTE

L'arte di perdere non è troppo ardua.
Tante cose dimostrano l'intento
d'esser perse. Se avviene non è un dramma.

Perdi  una cosa al giorno. Accetta l'ansia
delle chiavi smarrite, dell'ora male spesa.
L'arte di perdere non è troppo ardua.

Perdi di più e più in fretta, per far pratica.
Luoghi, nomi, e dov'era che volevi
fare un viaggio. Nulla sarà un dramma.

Ho perso l'orologio della mamma.
Ora, l'ultima o quasi di tre case dilette.
L'arte di perdere non è troppo ardua.

Ho perso due città, molto belle. E più vasti
regni che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un dramma.

Anche perdere te (la voce gaia,
un gesto amato) non mi smentirà.
L'arte di perdere non è troppo ardua
anche se può sembrare (scrivi!) un dramma. 
 

 48 

Di Angela Siciliano (da Tra le dita)

Nell’orto il basilico si pianta tra i pomodori
le carote tra i porri e le cipolle.
Con i fiori di calendula si fanno pomate
con le ortiche minestre
con il fiore di sambuco frittelle.

Vorrei raccontarti di questo e di altro
tra i sentieri delle capre e i ruscelli in piena.
Delle macchie di mirtilli sulla pelle
dell’odore del fieno e del suono dell’ascia
che fende il legno.

Il silenzio delle notti
la luce lunare sulle cose
la solitudine placida e densa.

Tu invece corri tra i marciapiedi
e tra i semafori aspetti.
Cerchi un parcheggio
scendi nella metropolitana.
E tra i frastuoni della strada
componi un numero
e mi dici: Pronto?

Da un altro mondo.
 

 47 

Di Rabindranath Tagore, traduzione di Brunilde Neroni
in Rabindranath Tagore - Poesie d'amore (Guanda, 1996)

Il mio cuore, uccello del deserto, ha trovato
il suo cielo nei tuoi occhi.
Essi sono la culla del mattino, essi sono
il regno delle stelle.
I miei canti si perdono nella loro profondità.
Lascia che io spazi in quel cielo,
nella sua solitaria immensità.
Lascia che io squarci le sue nuvole
e stenda le ali al suo sole.


 46

Di Pablo Neruda in Tutte le opere di Neruda - Poesia (Nuova Accademia, 1963)
Traduzione di Giuseppe Bellini

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina  onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Rìditela della notte,
del giorno, della luna,
rìditela delle strade
contorte dell'isola,
rìditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornno i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perchè io ne morrei. 
*
Tu risa 
Quítame el pan si quieres
quítame el aire, pero
no me quites tu risa.

No me quites la rosa,
la lanza que desgranas,
el agua que de pronto
estalla en tu alegría,
la repentina ola
de planta que te nace.

Mi lucha es dura y vuelvo
con los ojos cansados
a veces, de haber visto
la tierra que no cambia,
pero al entrar tu risa
sube al cielo buscándome
y abre para mí todas
las puertas de la vida.

Amor mío, en la hora
más oscura desgrana
tu risa, y si de pronto
ves que mi sangre mancha
las piedras de la calle,
ríe, porque tu risa
será para mis manos
como una espada fresca.

Junto al mar en otoño,
tu risa debe alzar
su cascada de espuma,
y en primavera, amor,
quiero tu risa como
la flor que yo esperaba,
la flor azul, la rosa
de mi patria sonora.

Ríete de la noche,
del día, de la luna,
ríete de las calles
torcidas de la isla,
ríete de este torpe
muchacho que te quiere,
pero cuando yo abro
los ojos y los cierro,
cuando mis pasos van,
cuando vuelven mis pasos,
niégame el pan, el aire,
la luz, la primavera,
pero tu risa nunca
porque me moriría.



 45


Di Carol Ann Duffy  
da Estasi (Del Vecchio, 2008)
Traduzione di Bernardino Nera e Floriana Marinzuli

Notte coniugale

Quando spengo la luce
e il miglio buio tra di noi
si sgretola e crolla,
scivoli dal tuo io
per aspettarmi nel mio sonno,
la faccia della luna sprofonda in una nuvola;

o mi sveglio priva
delle lunghe ore
passate nei tuoi sogni,
nella foresta un gufo piange le sue vocali molli,
pesce scuro nuota sotto la pelle del fiume.

Notte coniugale. Le ore piccole si uniscono a noi,
faccia a faccia che dormiamo e sogniamo;
tutta l'immensa notte è la nostra camera. 

* 
When I turn off the light
and the dark mile between us
crumples and falls,
you slip from your self to wait for me in my sleep,
the face of the moon sinking Into a cloud;

or I wake bereaved
from the long hours
I spend in your dreams,
an owl in the forest crying its soft vowels,
dark fish swimming under the river’s skin.

Night marriage. The small hours join us,
face to face as we sleep and dream;
the whole of the huge night is our room.


 44

Di Rocco Scotellaro
In - È fatto giorno (Mondadori, 1982)

È calda così la malva

E' rimasto l'odore
della tua carne nel mio letto.
È calda così la malva
che ci teniamo ad essiccare
per i dolori dell'inverno.


 43

Di William Shakespeare
in Shakespeare - I sonetti (Newton Compton, 1988).
Traduzione di Rina Sara Virgillito

Sonetto 75

Come il cibo alla vita sei per me,
come alla terra acquazzoni di maggio,
e per tuo amore così mi tormento
come per l'oro suo pena l'avaro
che del possesso ora esulta, ma già
teme che i suoi tesori involi il tempo:
e ora bramo di starti unico accanto
ora che il mondo ammiri il mio piacere,
sazio talor soltanto del vederti,
poi subito affamato di uno sguardo;
e non v'è gioia ch'io tenga o insegua,
se da te non l'attendo o non m'avanza.
   Così divoro e languo ognor, vorace
   tutto afferrando o morendo di fame

*
So are you to my thoughts as food to life,
Or as sweet seasoned show'rs are to the ground;
And for the peace of you I hold such strife
As 'twixt a miser and his wealth is found;
Now proud as an enjoyer and anon
Doubting the filching age will steal his treasure,
Now counting best to be with you alone,
Then bettered that the world may see my pleasure;
Sometime all full with feasting on your sight
And by and by clean starvèd for a look;
Possessing or pursuing no delight,
Save what is had or must from you be took.
   Thus do I pine and surfeit day by day,
   Or gluttoning on all, or all away.


 42


Di Audre Lorde 
Traduzione di Maria Luisa Vezzali,
In Poesia n. 305, anno 2015

Poesia d'amore

Parla terra e benedicimi con ciò che è più rico
fa' che il cielo scorra miele dai miei fianchi
severi come montagne
stesi su una valle
scavata dalla bocca della pioggia.

E io sapevo quando entravo in lei che ero
vento forte nella sua cava di foresta
le dita sussurravano suoni
il miele scorreva
dalla coppa spaccata
impalata su una lancia di lingue
sulla punta dei suoi seno sul suo ombelico
e il mio respiro
ululava nei suoi igressi
da polmoni di dolore.

Avida come gabbiani reali
o un bambino
dondolo sulla terra
avanti e indietro
di nuovo.

*
Love poem

Speak earth and bless me with what is richest
make sky flow honey out of my hips
rigis mountains
spread over a valley
carved out by the mouth of rain.

And I knew when I entered her I was
high wind in her forests hollow
fingers whispering sound
honey flowed
from the split cup
impaled on a lance of tongues
on the tips of her breasts on her navel
and my breath
howling into her entrances
through lungs of pain.

Greedy as herring-gulls
or a child
I swing out over the earth
over and over
again.


 41

Di Wendy Cope  in Poesia n. 104 -1997
Traduzione di M. Paola Bartocci

Lonely Hearts

Questo mio desiderio sarà mai realizzato?
Ciclista maschio cerca donna per pedalare.
Vivi nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?

Vegetariano gay, pochi amici, isolato -
Amo la musica e Shakespeare. Tipo solare.
Questo mio desiderio sarà mai realizzato?

Cerco qualche novità - un dirigente annoiato.
Sei donna, giovane, colta... forse bisessuale?
Vivi nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?

Sei etero, di successo, deciso? Centrato!
- Madre attraente ebrea con figlio da allevare.
Questo mio desiderio sarà mai realizzato?

Segno Bilancia. Prima esperienza. Sconsolato.
Cerco ventunenne magro che odi fumare.
Vivi nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?

C.P. 152. Foto in allegato.
Da cosa nasce cosa... Perché non cominciare?
Questo mio desiderio sarà mai realizzato?
Vivi nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?

*
Lonely Hearts
Can someone make my simple wish come true?
Male biker seeks female for touring fun.
Do you live in North London? Is it you?

Gay vegetarian whose friends are few,
I’m into music, Shakespeare and the sun,
Can someone make my simple wish come true?

Executive in search of something new
perhaps bisexual woman, arty, young.
Do you live in North London? Is it you?

Successful, straight and solvent? I am too –
Attractive Jewish lady with a son.
Can someone make my simple wish come true?

I’m Libran, inexperienced and blue –
Need slim non-smoker, under twenty-one.
Do you live in North London? Is it you?

Please write (with photo) to Box 152.
Who knows where it may lead once we’ve begun?
Can someone make my simple wish come true?
Do you live in North London? Is it you?

_  16 luglio 2019 _inserite il 20 settembre 2019
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 40

Di Dacia Maraini da Mangiami pure (Einaudi, 1978)

non sappiamo amarci

ancora non sappiamo amarci
pelle a pelle occhi a occhi
il lungo digiuno ci brucia la gola
siamo restie paurose infide
guarda come balla la vespa sul parabrezza
non ci fidiamo di noi
io con la mia lingua affumicata
tu con il tuo palato di gesso
guarda come è morbida la strada
hai il muso cocciuto di una trota che
nuota vero la montagna per deporre
le uova nel cavo di una roccia schiumosa
il disprezzo di noi si fa carne e sangue
e aria e midollo e spine nel ventre bendato
il grembiule puzza di minestra
se piangi ti lecco le lagrime
sei buia e candida e hai bisogno di me
ma credi di odiarmi siamo due asine da soma
due rane legate per le zampe
che ci facciamo insieme tu e io, che cosa?
e se smettessimo di mangiarci la lingua,
di farci i nodi alle viscere?
dammi le mani sono uguali alle mie,
e se provassimo ad amarci a occhi chiusi
a occhi aperti fiato dentro fiato
accettandoci come siamo le bruttezze
e le bellezze mescolate con l'aria
dei tuoi polmoni dei miei?


 39

Di Delia Vaccarello in Poeresia (cli, 1987)

Non vorrei mentire
e incontrare la colpa
che rosicchia
attimi di respiro
non voglio che il nitore
dei nostri volti
diventi membrana cupa
cataratta in agguato

A volte
dietro la menzogna
si apre uno squarcio,
un abisso
per i miei occhi miopi,
granelli di vita
diventano sabbie mobili
se guardo vecchie fotografie
di famiglia tra le immagini
di una città nuova
nel territorio più battuto
la menzogna è un divieto
di transito
infranto da tutti,
nella doppia strada della mia vita
i codici spesso si oppongono:
i primi insinuano
ciò che vietano
i più intimi
vorrebbero dissolversi
in desideri

La sagoma della mia menzogna
è riflessa su una vecchia foto di famiglia,
ho difeso me stessa
con un'epidermide
di bugie,
al fine: le angosce matuttine
mi hanno trafitta

La difesa è come una persiana
protegge frazionando
lo sguardo
di chi non vuol vedere,
ho seguito la scia di un raggio
fino al colpo
infertomi in piena luce

E fu allora che un vortice
rimestò il mio sguardo
dolcemente
mi rivoltasti - fremente -
per svelarmi
quale abisso
cela la menzogna:
infranti gli specchi
vedevo a tutto tondo


 38

Di Angela Siciliano da Stanze d'albergo (Puzzo, 2014)

Mentre salgo in ascensore
improvvisamente lo ricordo:
il mio primissimo amore
incondizionato e felice
suonava la chitarra
mentre io ballavo il twist!

Si metteva, sgranando gli occhi
un lungo ciuffo di capelli sotto il naso
e sporgendo le labbra
diceva: Mustaccio!

Mi faceva fare un giro, e ancora uno
con le moto dei suoi amici,
mi baciava le guance contenta
ridendo con gli occhi.

Indossava larghe gonne a campana
e scarpe a punta col tacco basso.
Aveva vent'anni lei, probabilmente.
Io solo tre.


 37

Di Rosanna Fiocchetto in Poeresia (cli,1987)

Amica amara
fragile gaiezza
tigre crudele
tenera cerbiatta
caverna oscura
vela trasparente
azzurra fuga
eccesso di pazienza
stella diversa
madonna disperata
triste incendiaria
elettrica bugiarda
pelle sconvolta
morbida palude
città proibita
bosco senza pace
cenere calda
viola di passione
stanza deserta
sorella dolorosa
ferita mia
e così sia.


36

Di Patrizia Cavalli da Datura (Einaudi, 2013)

O sogno vero, più vero del mio giorno,
come morbidamente io mi accomodavo
dentro il cedevole incavo del tuo collo
che in morbidezza offrendosi trovava
me pronta a trasfondermi in quel sogno
più vero di ogni mio più vero giorno!

Ma eravamo troppo perfettamente
in due, non posso avere fatto tutto io
da sola! È chiaro, sei tu che hai organizzato,
tu che per farti sognare mi hai sognato.


_  19 giugno 2019 _
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 35 

Di Fernanda Romagnoli
In Il tredicesimo invitato (Garzanti, 1980)

Io

Quella donna dal viso indifeso
- un poco sfiorita -
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
senza fruscio, di fretta,
rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall'anima dimessa
dicono che son io.


 34 

Di Trilussa
In Trilussa - Poesie scelte (Mondadori 1951)

Nummeri

- Conterò poco è vero:
- diceva l'Uno a Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio niente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
E' questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.


 33 

Di Saffo Traduzione di Ilaria Dagnini
In Saffo- Poesie (Newton Compton, 1982)

XXXI.
Sei venuta e fu un bene, io ti desideravo,
hai dato sollievo al mio cuore arso dal desiderio




_ 8 giugno 2019 _
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 32  

Di Marina Cvetaeva in Marina I. Cvetaeva - Poesie (Feltrinelli, 1979)
Traduzione di Pietro Zveteremich

Tu non mi caccerai via in nessun posto:
non si respinge la primavera!
Tu non mi toccherai, nemmeno con un dito:
troppo teneramente io canto verso il sonno.
Tu non mi diffamerai:
il mio nome è acqua per le labbra!
Tu non mi lascerai:
la porta è aperta, e la mia casa è vuota!


 31   

Di W.H.Auden in W.H. Auden - Un altro tempo (Adelphi, 1997)
Traduzione di Nicola Gardini 


Blues in memoria

Fermate tutti gli orologi, staccate la cornetta,
date al cane un osso succulento prima che si metta
ad abbaiare, zittite i pianoforti, e al cupo segnale
del tamburo portate fuori il feretro, parta il funerale.

Alti gli aeroplani s'avvitino con voce di sconforto
scarabocchiando in cielo la notizia Egli E' Morto.
mettete un nastro nero al collo bianco d'ogni piccione,
fate indossare ai vigili guanti neri di cotone.

Era il mio nord, il mio sud, il mio ovest, il mio est,
la mia settimana di lavoro e il mio giorno di festa,
il mio meriggio, la mia notte, la mia parola, il mio canto.
Sbagliai a pensare eterno quest'amore - ora so quanto.

Le stelle non servono più: spegnetele una a una;
smontate il sole e imballate la luna;
strappate le selve e scolate tutto il mare.
Nessun piacere potrà mai tornare.

*


Funeral Blues

Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent the dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.

Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message 'He is Dead'.
Put crepe bows round the white necks of the public doves,
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.

He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last forever: I was wrong.

The stars are not wanted now; put out every one,
Pack up the moon and dismantle the sun,
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.



_ 1 giugno 2019 _
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 30 

Di Lilla Consoni in Sei più Nove (Il dito e la luna, 2004)

Immaginare il tuo corpo

Immaginare il tuo corpo
che palpitando
mi vive addosso
è frenesia,
farneticamento, follia.

Impazzire per le tue labbra
che brevi e lievi
sbocciano turgide
è smagamento, stregoneria.

Trasalire per la tua mano
che posa in grembo,
dimenticata,
è voglia assurda, incontrollata,
è asservimento alla tua magia.


 29 


Di Filomena Cioppi in Poeresia - 50 voci di una differenza (cli, 1987) 



tua madre
entrando in casa con meno rughe
del prevedibile
mi ha conosciuta
che leggevo nuda il quotidiano
e resa incerta dal suo stupore addizionato
al mio
ha accettato per un attimo
questa mano un po' fatua
che da sempre mi sta di lato
ma si sposta pure

ricordo che lenta come dai sogni
sono riaffiorata impigiamata nella cucina
che lei intanto aveva
affollato di parole leggere di
albicocche per te e di non sapere
di me

ricordo anche che
chiavi alla porta e abbai di Kalì
mi davano quella gioia che pizzica
un po' tra le costole mattutine
pensando che eri tu
che ti affacciavi a guardarmi vivere

tua madre ed io
ci siamo alfine scambiate
un fascio appena fiorito di scuse di luglio





 28 

Di Eugenio Montale da "Satura" (Mondadori, 1971)



Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.



 27 

Di Nicanor Parra in Nicanor Parra, Antipoesie (Einaudi, 1974)
Traduzione di Hugo Garcìa Robles e Umberto Bonetti

Padre nostro 


Padre nostro che sei nei cieli
Pieno di ogni tipo di problemi
Con la fronte aggrottata
Come se fossi un qualunque uomo della strada
Smetti di pensare a noi.
Comprendiamo che soffri
Perché non puoi aggiustare le cose.
Sappiamo che il Demonio non ti lascia in pace
Distruggendo quanto tu costruisci.
Lui se la ride di te
Ma noi con te piangiamo:
Non preoccuparti del suo riso diabolico.

Padre nostro che sei dove sei
Circondato da angeli sleali
Sinceramente: non soffrire piú per noi
Devi renderti conto
Che non sono infallibili gli dei
E che noialtri perdoniamo tutto.


*

Padre nuestro que estás en el cielo
Lleno de toda clase de problemas
Con el ceño fruncido
Como su fueses un hombre vulgar y corriente
No pienses más en nosotros.
Comprendemos que sufres
Porque no puedes arreglar las cosas.
Sabemos que el Demonio no te deja tranquilo
Deconstruyendo lo que tú construyes.
Él se ríe de ti
Pero nosotros lloramos contigo:
No te preocupes de sus risas diabólicas.

Padre nuestro que estás donde estás
Rodeado de ángeles desleales
Sinceramente: no sufras más por nosotros
Tienes que darte cuenta
De que los dioses no son infalibles
Y que nosotros perdonamos todo.




 26 


Di Fernando Pessoa in Pessoa - 44 poesie (Mondadori, 1996)
Traduzione di Pietro Civitareale

Alcuni, con gli occhi rivolti al passato,
vedono quello che non vedono; altri,
gli occhi fissi nel futuro, vedono
quello che non si può vedere.

Perché cercare tanto lontano ciò che ci sta vicino,
la nostra sicurezza? Questo è il giorno,
questa è l'ora, questo il momento, questo
è ciò che siamo, e non v'è altro.

Senza sosta scorre l'interminabile ora
che proclama la nostra nullità. Con lo stesso
boccone col quale siamo vissuti, moriremo.
Carpe diem, altra cosa non sei.



 25 

Di Wisława Szymborska in La gioia di scrivere (Adelphi, 2009)
Traduzione di Pietro Marchesani


Allegro ma non troppo

Sei bella – dico alla vita –
È impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.

Cerco di accattivarmela,
di blandirla, vezzeggiarla.
La saluto sempre per prima
con umile espressione.

Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e m'innalzo nell'incanto,
e cado per lo stupore.

Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto -
mai l'avrei creduto
se non avessi vissuto!

Non trovo nulla - le dico -
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un'altra pigna
né migliore, né peggiore.

Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos'altro - e cosa più -
magia, stregoneria.

Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.

Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n'è accorta?
Si è scordata dove corre
almeno per una volta?


 24 

Di Maria Luisa Spaziani
In Geometria del disordine (Mondadori, 1981)


Non fummo mai
(esercizio di coniugazione)

Se fossimo noi tutti dentro l'Essere,
saremmo stati, essendo.
Ma saremo soltanto nell'essenza
di ciò che siamo stati.
Ora siamo l'assenza
di quanto poi sarà.


 23 


Di Edgar Lee Masters
in Antologia di Spoon River (Einaudi, 1943-71)
Traduzione di Fernanda Pivano

Griffy il bottaio

Il bottaio deve intendersi di tinozze.
Ma io conoscevo anche la vita,
e voi che vi aggirate fra queste tombe
credete di conoscere la vita.
Credete che i vostri occhi spazzino su un largo orizzonte, forse,
in realtà state solo guardando le pareti della tinozza.
Non potete sollevarvi ai suoi orli
e vedere il mondo esterno delle cose,
e così vedere voi stessi.
Siete sommersi nella vostra tinozza –
tabù e regole e apparenze,
sono le doghe della vostra tinozza.
Spezzatele e rompete l’incantesimo
di credere che la vostra tinozza è la vita,
e che voi conoscete la vita!


 22 

Di Gabriela Mistral,
da Scrittori del mondo: i Nobel. Gabriela Mistral 1945. (Utet, 1968)
Traduzione di Piero Raimondi


Crepuscolo

Sento che il cuore nella dolcezza
si fonde come cera;
le mie vene sono un tardo
olio e non un vino,
e sento che la vita va fuggendo
silente e dolce come la gazzella.

*
Atardecer

Siento mi corazón en la dulzura
fundirse como ceras:
son un óleo tardo
y no un vino mis venas,
y siento que mi vida se va huyendo
callada y dulce como la gacela.



 21 

Di Edna St. Vincent Millay 
in L'amore non è cieco (Crocetti, 1991)
Traduzione di Silvio Raffo

Io non ti dò il mio amore come fanno
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d’argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un’insidia che ottenebra il cervello.
L’Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
“Guarda che cos’ho qui! – Tutto per te”

 20 
Di Pedro Salinas in La voce a te dovuta (Einaudi, 1979)
Traduzione di Emma Scoles


Ti si sta vedendo l’altra.
Somiglia a te:
i passi, la stessa fronte aggrondata,
gli stessi tacchi alti
tutti macchiati di stelle.
Quando andrete per la strada
insieme, tutt’e due,
che difficile sapere
chi sei, chi non sei tu!
Così uguali ormai, che sarà
impossibile continuare a vivere
così, essendo tanto uguali.
E siccome tu sei la fragile,
quella che appena esiste, tenerissima,
sei tu a dover morire.
Tu lascerai che ti uccida,
che continui a vivere lei,
la falsa tu, menzognera,
ma a te così somigliante
che nessuno ricorderà
tranne me, ciò che eri.
E verrà un giorno
-perché verrà, sì, verrà –
in cui guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a lei e che la amo:
tu vedrai che non sei tu.


 19 

Di Fabrizio De Andrè nell’album Tutto Fabrizio De Andrè (Karim, 1966)


Amore che vieni amore che vai

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento,
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai.
Un giorno qualunque ti ricorderai,
amore che fuggi da me tornerai.
E tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore,
fra un mese fra un anno scordate le avrai,
amore che vieni da me fuggirai.
Fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai.
Venuto dal sole o da spiagge gelate,
perduto in novembre o col vento d'estate,
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai.

 18 
Di Gaetano Longo, da Acquisti tardivi in un piccolo supermarket di parole (Puzzo, 2011)


Nostalgie epistolari
 
Sento tanto la mancanza di lettere.
Quelle lettere che mi arrivavano come sorprese
dagli angoli più nascosti del mondo.
Lettere fredde piene di neve e di vento
o fradice di umidità.
Lettere che sapevano di sigari e palme verdi.
Lettere di sabbia e oceani.
Mi mancano le lettere degli amici lontani.
Le lettere d’amore di Rada.
Le lettere di auguri per le feste.
La mia cassetta della posta piange
piena di pubblicità
e inviti a ricevimenti ufficiali.
Ora arriva tutto dallo spazio
in freddi messaggi computerizzati.
Una lettera per il mio regno!
Ma non ho lettere né un regno con cui ricambiare.
Vorrei solo ricevere ancora qualche lettera.
Andrebbe bene anche qualche lettera anonima
piena di minacce e insulti
ma scritta a mano
su un foglio.
Per favore.


 17 


Di Anna Cascella, In Nuovi poeti italiani 1 (Einaudi, 1980)



Tu vedi in me l'eguale
e io il diverso:
per favore,
potremmo amarci adesso?



 16 

Di Angela Siciliano in Stanze d’albergo (Puzzo, 2014)


Scrivere come suonando,
inseguendo il ritmo, scovando la melodia.
Scrivere come felini tesi sulla preda.

Scrivere come dissotterrando gli ossi
conservati in giardini sconosciuti,
in altre stagioni, scavando di fretta
con la paura di essere cacciati.

O come vecchi piegati e rugosi
seduti al sole di un balcone nascosto
dietro le mura di una chiesa
accanto vecchie tombe ornate
e orti pronti a fiorire.

Come un neonato
ad occhi aperti ma non vedenti,
con tutto il corpo proteso
verso il qualcosa che attrae
verso il bisogno imponente.

Scrivere senza scrivere.

Rimuginando e covando
abbandonando per sempre
le parole rumorose e quelle stantie
quelle svuotate o diventate inutili.
Conservando in posti più sicuri
quelle ancora vive, ancora sane,
quelle sempre accese.


 15 


Di Vincenzo Cardarelli in Poesie (Mondadori-1942)




Attesa



Oggi che t’aspettavo

non sei venuta.

E la tua assenza so quel che mi dice,

la tua assenza che tumultuava,

nel vuoto che hai lasciato,

come una stella.

Dice che non vuoi amarmi.

Quale un estivo temporale

s’annuncia e poi s’allontana,

così ti sei negata alla mia sete.

L’amore, sul nascere,

ha di questi improvvisi pentimenti.

Silenziosamente

ci siamo intesi.



Amore, amore, come sempre,

vorrei coprirti di fiori e d’insulti.



 14 

Di Gabriella Leto in L’ora insonne (Einaudi, 1997)




Siamo ormai prigionieri.

Senza pareti senza serrature

ci stringono severi autoverdetti

cautele e paure.

Nulla ci renderà l’ardito volo

di cui perdemmo il senso

non faremo ritorno al cielo immenso

dal nostro sottosuolo.


_ 25 maggio 2019 _
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  13  

Di Angela Siciliano
(Inedito)


Il meglio di me

Non raccontatemi chi ero
non supponete chi avrei potuto essere.
Io, in questa ulteriore e involontaria metamorfosi,
riconosco il meglio di me.

Non venite a lusingarmi, insinuando
il ricordo dei luccichii e degli aromi del passato
e non venite a bastonarmi suggerendomi
la vergogna dei miei peccati:
i chiari e gli scuri sono le impressioni,
le tracce della luce, e quindi dell’ombra.
Così è. E il giorno e la notte si alterneranno
(che durino dodici ore o sei mesi)
finché esisterà il mondo.
Ero, sarò. Voi c’eravate, non ci sarete. Chissà?

Un buon bastone, delle solide scarpe,
uno zaino in spalla, capiente e leggero,
un po' di acqua con me
e sono pronta per l’Universo Infinito.

_ 12 maggio 2019 _
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  12 
.
Di Emily Dickinson
Traduzione di Margherita Guidacci,

Ha una sua solitudine lo spazio,
Solitudine il mare
E solitudine la morte – eppure
Tutte queste son folla
In confronto a quel punto più profondo,
Segretezza polare,
Che è un'anima a cospetto di se stessa:
Infinità finita.
.
*
.
There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of death, but these
Society shall be
Compared whit that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself -
Finite Infinity.




  11 
Di Tove Ditlevsen
Traduzione di Angela Siciliano

.
Impotenza
.
C'è nel vizio
una goccia di virtù.
C'è nel dolore
un filo di gioia.
E nella nostra risata
un suono spezzato,
come se il cuore volesse
in realtà piangere.
.
In questo mondo
niente è pulito
e niente è semplice
perché Dio ci ha persi
dalle sue stesse mani.
È tutto troppo tardi.
E lui rimpiange
di averci creati.
.

*

Afmagt

Der er i lasten
en dråbe dyd.
Der er i smerten
en streng af glæde.
Og i vor latter
en sprukken lyd,
som ville hjertet
i grunden græde.
.
I denne verden
er intet rent
og intet enkelt
for Gud har tabt os
af sine hænder.
Alt er for sent.
Og han begræder
at han har skabt os.



  10  

Di Anne Sexton
Traduzione di Cristina Gamberi

Canzone per una signora

Nel giorno dei seni e dei fianchi stretti
la finestra butterata da una pioggia cattiva,
pioggia insistente come un ecclesiastico,
ci accoppiammo, così sane così folli.
Giacemmo come cucchiai mentre la pioggia
sinistra cadeva come mosche sulle nostre labbra
e sui nostri occhi lieti e sui nostri fianchi stretti.
.
“La stanza è così fredda di pioggia”, dicesti
e tu, femminino tu, con il tuo fiore
hai rivolto novene alle mie caviglie e ai miei gomiti.
Sei un prodotto nazionale e un potere.
Oh mio cigno, mia serva, mia rosa lanosa,
persino un notaio sancirebbe il nostro letto
quando mi impasti facendomi lievitare come pane.

*

Song for a lady

.
On the day of breasts and small hips
the window pocked with bad rain,
rain coming on like a minister,
we coupled, so sane and insane.
We lay like spoons while the sinister
rain dropped like flies on our lips
and our glad eyes and our small hips.
.
"The room is so cold with rain" you said
and you, feminine you, with your flower
said novenas to my ankles and elbows.
You are a national product and power.
Oh my swan, my drudge, my dear wooly rose,

even a notary would notarize our bed
as you knead me and I rise like bread.


  9  

Di Dacia Maraini
In Dimenticato di dimenticare, Einaudi, 1982
..
questo ragazzo
.
questo ragazzo veste da vecchio
questo ragazzo gioca al pallone
con brusca leggerezza e tira in porta
questo ragazzo ha la faccia aguzza e infelice
questo ragazzo mangia solo prosciutto e fichi
questo ragazzo ha male al ventre
e vomita nei cinema per disperazione
questo ragazzo paga la cena
con gesti eleganti come un signore
questo ragazzo ha le gambe lunghe
questo ragazzo porta le camicie larghe
questo ragazzo ha la gola bianca e trepida
questo ragazzo ha le mani dure e ossute
questo ragazzo ride silenzioso
per una felicità opaca, piena di paure
questo ragazzo è innamorato cotto di sua madre
ma pure la odia con un puntiglio sfrenato
questo ragazzo ha tre nei su un fianco
questo ragazzo va matto per il rock duro
questo ragazzo tiene le spalle curve
per timidezza e gelosia di sé
questo ragazzo ha il ventre liscio trasparente
questo ragazzo ha i seni biondi e leggeri
questo ragazzo è una ragazza



  8  

Di Patrizia Valduga
In Quartine. Seconda Centuria, Einaudi 2002

183.

Così dico alla mente: Per piacere
non dare peso ad altro che alla calma;
nelle eterne infallibili stadere,
lo sai, non peserai più di una salma.



  7  
 Di Renée Vivien
Traduzione di Teresa Campi


Sonetto irregolare

Bellissima! Mai invecchierai ai miei occhi.
Mai perderai i movimenti del tuo corpo snello,
perfetto, simile al più nobile accordo.
Eterna resterai sempre ai miei occhi.

In quel tempo sì lontano della tua beltà scomparsa,
Sempre ti vedrò come nei tempi d'una volta,
Candidamente bionda, e come un giglio lunga,
Tale a quella sera lontana in cui mi sei apparsa.

Te che amo, non temere più dunque il futuro
Né la fronte meno nivea, né lo sguardo meno puro,
Né, nella clessidra, lo scivolare della sabbia.

Malgrado l'aspetto futuro che tu rivestirai
E le rughe, le rughe inevitabili!
Ai miei occhi fedeli tu non invecchierai

*
Tu ne vieilliras point à mes yeux, ô très belle!
Jamais tu ne perdras ce rythme de ton corps
Parfait et ressemblant aux plus nobles accords
Et tu demeureras dans mes yeux, éternelle.
.
En ce temps si lointain de ta beauté décrue,
Je te verrai toujours comme aux temps de jadis,
virginalement blonde et longue autant qu'un lys,
Telle qu'au soir lointain où tu m'es apparue.
.
Toi que j'aime, ne crains donc plus le temps futur,
Ni le front moins laiteux, ni le regard moins pur,
Ni, dans le sablier, le glissement des sables.
.
Malgré l'aspect futur que tu revêtiras
Et les rides, et le rides inévitables!
Dans mes fidèles yeux tu ne vieilliras 

_ 4 maggio 2019 _
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  6   


Di Alda Merini
In Fiore di poesia 1951-1997
Einaudi - 1998


Rattratta contro un muro,
un giorno una povera vecchia
mi ha svelato il mistero della vita.
Se tu sapessi come è pallido il canto
dei grandi poeti!
Vanno e vengono confusi nel tutto
e latrano invano...
Somigliano a una muta di cani
alla periferia della terra
dove siringhe e odori
sconfiggono il male oscuro
e cadono ai piedi del mondo
come eroi prigionieri


  5   

Di Marta Fabiani
in POESIE
Edizioni S. Marco dei Giustiniani - 1985


Il mio cane

Il mio cane è morto: ma è più morto ancora
chi un giorno affossò le mie parole
con la zappa della villania.
Il mio cane riposa nel giardino
ma è più stanco di lui chi siede
in una vasta sala che guarda
un Nord sbarrato di scaffali.
Il mio cane ha fatto i cuccioli
nel nostro cuore, e sono migliaia:
ma è più facile che venga una scintilla
dalla biada gelata di una stalla
che un lume dalla tua contrada.
Il mio cane aveva gli occhi viola:
i tuoi che tinta sono? Non importa,
non importa neppure dove guardi
o dove posi il cappotto, dovunque
è un mattone rotto, un legno da solaio,
una congiura silenziosa di travi.
O certo farai visite nel sole
certo avrai del té con le signore
e ci sarà chi ti dice: resta,
ma ovunque della primavera
ti arriverà solo l'afflato
dolciastro di qualche fiore spampanato
che non sa a chi dare il suo affetto.
E certo è possibile
che anche tu abbia un cane
come ognuno che vuole:
ma il mio riposa sotto un fiore
e il tuo non trova pace nel broccato.
Essere guardiano di tanta poca cosa
lo consuma: così è malato,
e io sono del mio giovane cane
l'ancella prudente e silenziosa.
O di sicuro ci sarà la cameriera
con la sua cresta e l'aria costernata:
e la bella facciata della tua casa
per qualche tempo attirerà gli sguardi.


  4   

Di Patrizia Cavalli
in Le mie poesie non cambieranno il mondo,
Einaudi, 1974


Non ho seme da spargere per il mondo
non posso inondare i pisciatoi né
i materassi. Il mio avaro seme di donna
è troppo poco per offendere. Cosa posso
lasciare nelle strade nelle case
nei ventri infecondati? Le parole
quelle moltissime
ma già non mi assomigliano più
hanno dimenticato la furia
e la maledizione, sono diventate signorine
un po' malfamate forse
ma sempre signorine.


  3   

Di Cesare Pavese
in Le poesie, Einaudi, 1998


Ogni giorno che passa è un riandare
tutta la storia grigia della vita.

    Una donna che appena mi ha parlato
    mi ha messo in cuore come un gran germoglio
    gonfio di gioia.

È una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera.

(17 aprile 1929)


  2   

Di Lalla Romano
in Giovane è il tempo, Einaudi - 1974


Come il lume nella stanza tranquilla
senza un'apparente ragione
ha trasalimenti e cadute
e improvvise folgorazioni
qualcosa attraversa l'anima
che la fa lievitare e fiorire.



  1  

Di Constantinos Kavafis
in Cinquantacinque poesie, Einaudi 1968
Traduzione di Margherita Dalmàti e Nelo Risi 


Per quanto sta in te

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.


_ 17 aprile 2019 _
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