53
Fuggono i giorni lieti
lieti di bella età.
Non fuggono i divieti
alla felicità.
52
Di Bartolo Cattafi (in
Poesie scelte, 1946-1973)
Al Jolly Hotel di Pescara
Avrei voluto conoscerla
almeno guardarla in faccia la ragazza
che al Jolly Hotel di Pescara
di nottetempo con parlata centroitaliana
con melodia un poco strascicata
diceva tra le braccia dell'amante Me ne vado
me ne vado me ne vado me ne vado.
Ignorava che in effetti c'era
un battello pronto nella rada vicina
(andato in disarmo dissoltosi
colato a picco all'alba nella spuma
di gomma del suo del mio cuscino).
51
Cialtronerie
E poi è arrivata la ragazza audace.
A rendere onore, dice,
alla mia vita perdente.
Guerriera medievale
(o pugile stordita?).
Frusta i cavalli e la carrozza parte!
Sostiene di essere cocchiere e cavallo
strada e paesaggio, vettura e passeggero.
Pretende di essere il tempo stesso
e quel che resta del futuro.
Rumoroso e vistoso è il nostro passaggio
sulle strade sterrate del Regno.
Attireremo i briganti, penso
ma lei ha la spada pronta, dice
per ucciderli tutti,
i nemici di questo mondo!
E ad essere sincera,
a vedere tutto questo carnevale
capisco che le briganti siamo noi.
50
Fugace è la giovinezza
un soffio la maturità;
poi avanza tremando
vecchiaia e dura, dura
un'eternità.
49
Di Elisabeth Bishop (da L'arte di perdere, traduzione di M. Guidacci)
L'arte di perdere non è troppo ardua.
Tante cose dimostrano l'intento
d'esser perse. Se avviene non è un dramma.
Perdi una cosa al giorno. Accetta l'ansia
delle chiavi smarrite, dell'ora male spesa.
L'arte di perdere non è troppo ardua.
Perdi di più e più in fretta, per far pratica.
Luoghi, nomi, e dov'era che volevi
fare un viaggio. Nulla sarà un dramma.
Ho perso l'orologio della mamma.
Ora, l'ultima o quasi di tre case dilette.
L'arte di perdere non è troppo ardua.
Ho perso due città, molto belle. E più vasti
regni che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un dramma.
Anche perdere te (la voce gaia,
un gesto amato) non mi smentirà.
L'arte di perdere non è troppo ardua
anche se può sembrare (scrivi!) un dramma.
48
Di Angela Siciliano (da Tra le dita)
Nell’orto il basilico si pianta tra i pomodori
le carote tra i porri e le cipolle.
Con i fiori di calendula si fanno pomate
con le ortiche minestre
con il fiore di sambuco frittelle.
le carote tra i porri e le cipolle.
Con i fiori di calendula si fanno pomate
con le ortiche minestre
con il fiore di sambuco frittelle.
Vorrei raccontarti di questo e di altro
tra i sentieri delle capre e i ruscelli in piena.
Delle macchie di mirtilli sulla pelle
dell’odore del fieno e del suono dell’ascia
che fende il legno.
tra i sentieri delle capre e i ruscelli in piena.
Delle macchie di mirtilli sulla pelle
dell’odore del fieno e del suono dell’ascia
che fende il legno.
Il silenzio delle notti
la luce lunare sulle cose
la solitudine placida e densa.
la luce lunare sulle cose
la solitudine placida e densa.
Tu invece corri tra i marciapiedi
e tra i semafori aspetti.
Cerchi un parcheggio
scendi nella metropolitana.
E tra i frastuoni della strada
componi un numero
e mi dici: Pronto?
e tra i semafori aspetti.
Cerchi un parcheggio
scendi nella metropolitana.
E tra i frastuoni della strada
componi un numero
e mi dici: Pronto?
Da un altro mondo.
47
Di
Rabindranath Tagore, traduzione di Brunilde Neroni
in
Rabindranath Tagore - Poesie d'amore (Guanda, 1996)
Il
mio cuore, uccello del deserto, ha trovato
il
suo cielo nei tuoi occhi.
Essi
sono la culla del mattino, essi sono
il
regno delle stelle.
I
miei canti si perdono nella loro profondità.
Lascia
che io spazi in quel cielo,
nella
sua solitaria immensità.
Lascia
che io squarci le sue nuvole
e
stenda le ali al suo sole.
46
Di
Pablo Neruda in Tutte le opere di Neruda - Poesia
(Nuova Accademia, 1963)
Traduzione
di Giuseppe Bellini
Il
tuo sorriso
Toglimi
il pane, se vuoi,
toglimi
l'aria, ma
non
togliermi il tuo sorriso.
Non
togliermi la rosa,
la
lancia che sgrani,
l'acqua
che d'improvviso
scoppia
nella tua gioia,
la
repentina onda
d'argento
che ti nasce.
Dura
è la mia lotta e torno
con
gli occhi stanchi,
a
volte, d'aver visto
la
terra che non cambia,
ma
entrando il tuo sorriso
sale
al cielo cercandomi
ed
apre per me tutte
le
porte della vita.
Amor
mio, nell'ora
più
oscura sgrana
il
tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi
che il mio sangue macchia
le
pietre della strada,
ridi,
perché il tuo riso
sarà
per le mie mani
come
una spada fresca.
Vicino
al mare, d'autunno,
il
tuo riso deve innalzare
la
sua cascata di spuma,
e
in primavera, amore,
voglio
il tuo riso come
il
fiore che attendevo,
il
fiore azzurro, la rosa
della
mia patria sonora.
Rìditela
della notte,
del
giorno, della luna,
rìditela
delle strade
contorte
dell'isola,
rìditela
di questo rozzo
ragazzo
che ti ama,
ma
quando apro gli occhi
e
quando li richiudo,
quando
i miei passi vanno,
quando
tornno i miei passi,
negami
il pane, l'aria,
la
luce, la primavera,
ma
il tuo sorriso mai,
perchè
io ne morrei.
*
Tu
risa
Quítame el pan si quieresquítame el aire, pero
no me quites tu risa.
No me quites la rosa,
la lanza que desgranas,
el agua que de pronto
estalla en tu alegría,
la repentina ola
de planta que te nace.
Mi lucha es dura y vuelvo
con los ojos cansados
a veces, de haber visto
la tierra que no cambia,
pero al entrar tu risa
sube al cielo buscándome
y abre para mí todas
las puertas de la vida.
Amor mío, en la hora
más oscura desgrana
tu risa, y si de pronto
ves que mi sangre mancha
las piedras de la calle,
ríe, porque tu risa
será para mis manos
como una espada fresca.
Junto al mar en otoño,
tu risa debe alzar
su cascada de espuma,
y en primavera, amor,
quiero tu risa como
la flor que yo esperaba,
la flor azul, la rosa
de mi patria sonora.
Ríete de la noche,
del día, de la luna,
ríete de las calles
torcidas de la isla,
ríete de este torpe
muchacho que te quiere,
pero cuando yo abro
los ojos y los cierro,
cuando mis pasos van,
cuando vuelven mis pasos,
niégame el pan, el aire,
la luz, la primavera,
pero tu risa nunca
porque me moriría.
45
Di
Carol Ann Duffy
da Estasi (Del Vecchio, 2008)
Traduzione
di Bernardino Nera e Floriana Marinzuli
Notte
coniugale
Quando
spengo la luce
e
il miglio buio tra di noi
si
sgretola e crolla,
scivoli
dal tuo io
per
aspettarmi nel mio sonno,
la
faccia della luna sprofonda in una nuvola;
o
mi sveglio priva
delle
lunghe ore
passate
nei tuoi sogni,
nella
foresta un gufo piange le sue vocali molli,
pesce
scuro nuota sotto la pelle del fiume.
Notte
coniugale. Le ore piccole si uniscono a noi,
faccia
a faccia che dormiamo e sogniamo;
tutta
l'immensa notte è la nostra camera.
*
When
I turn off the light
and
the dark mile between us
crumples
and falls,
you
slip from your self to wait for me in my sleep,
the
face of the moon sinking Into a cloud;
or
I wake bereaved
from
the long hours
I
spend in your dreams,
an
owl in the forest crying its soft vowels,
dark
fish swimming under the river’s skin.
Night
marriage. The small hours join us,
face
to face as we sleep and dream;
the
whole of the huge night is our room.
44
Di
Rocco Scotellaro
In
- È fatto giorno (Mondadori, 1982)
È
calda così la malva
E' rimasto l'odore
della
tua carne nel mio letto.
È
calda così la malva
che
ci teniamo ad essiccare
per
i dolori dell'inverno.
43
Di
William Shakespeare
in
Shakespeare - I sonetti (Newton Compton, 1988).
Traduzione
di Rina Sara Virgillito
Sonetto 75
Come
il cibo alla vita sei per me,
come alla terra acquazzoni di maggio,
e per tuo amore così mi tormento
come per l'oro suo pena l'avaro
che del possesso ora esulta, ma già
teme che i suoi tesori involi il tempo:
e ora bramo di starti unico accanto
ora che il mondo ammiri il mio piacere,
sazio talor soltanto del vederti,
poi subito affamato di uno sguardo;
e non v'è gioia ch'io tenga o insegua,
se da te non l'attendo o non m'avanza.
Così divoro e languo ognor, vorace
tutto afferrando o morendo di fame
come alla terra acquazzoni di maggio,
e per tuo amore così mi tormento
come per l'oro suo pena l'avaro
che del possesso ora esulta, ma già
teme che i suoi tesori involi il tempo:
e ora bramo di starti unico accanto
ora che il mondo ammiri il mio piacere,
sazio talor soltanto del vederti,
poi subito affamato di uno sguardo;
e non v'è gioia ch'io tenga o insegua,
se da te non l'attendo o non m'avanza.
Così divoro e languo ognor, vorace
tutto afferrando o morendo di fame
*
So
are you to my thoughts as food to life,
Or as sweet seasoned show'rs are to the ground;
And for the peace of you I hold such strife
As 'twixt a miser and his wealth is found;
Now proud as an enjoyer and anon
Doubting the filching age will steal his treasure,
Now counting best to be with you alone,
Then bettered that the world may see my pleasure;
Sometime all full with feasting on your sight
And by and by clean starvèd for a look;
Possessing or pursuing no delight,
Save what is had or must from you be took.
Thus do I pine and surfeit day by day,
Or gluttoning on all, or all away.
Or as sweet seasoned show'rs are to the ground;
And for the peace of you I hold such strife
As 'twixt a miser and his wealth is found;
Now proud as an enjoyer and anon
Doubting the filching age will steal his treasure,
Now counting best to be with you alone,
Then bettered that the world may see my pleasure;
Sometime all full with feasting on your sight
And by and by clean starvèd for a look;
Possessing or pursuing no delight,
Save what is had or must from you be took.
Thus do I pine and surfeit day by day,
Or gluttoning on all, or all away.
42
Di
Audre Lorde
Traduzione
di Maria Luisa Vezzali,
In
Poesia n. 305, anno 2015
Poesia
d'amore
Parla
terra e benedicimi con ciò che è più rico
fa'
che il cielo scorra miele dai miei fianchi
severi
come montagne
stesi
su una valle
scavata
dalla bocca della pioggia.
E
io sapevo quando entravo in lei che ero
vento
forte nella sua cava di foresta
le
dita sussurravano suoni
il
miele scorreva
dalla
coppa spaccata
impalata
su una lancia di lingue
sulla
punta dei suoi seno sul suo ombelico
e
il mio respiro
ululava
nei suoi igressi
da
polmoni di dolore.
Avida
come gabbiani reali
o
un bambino
dondolo
sulla terra
avanti
e indietro
di
nuovo.
*
Love
poem
Speak
earth and bless me with what is richest
make
sky flow honey out of my hips
rigis
mountains
spread
over a valley
carved
out by the mouth of rain.
And
I knew when I entered her I was
high
wind in her forests hollow
fingers
whispering sound
honey
flowed
from
the split cup
impaled
on a lance of tongues
on
the tips of her breasts on her navel
and
my breath
howling
into her entrances
through
lungs of pain.
Greedy
as herring-gulls
or
a child
I
swing out over the earth
over
and over
again.
41
Di
Wendy Cope in Poesia n. 104 -1997
Traduzione
di M. Paola Bartocci
Lonely
Hearts
Questo
mio desiderio sarà mai realizzato?
Ciclista
maschio cerca donna per pedalare.
Vivi
nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?
Vegetariano
gay, pochi amici, isolato -
Amo
la musica e Shakespeare. Tipo solare.
Questo
mio desiderio sarà mai realizzato?
Cerco
qualche novità - un dirigente annoiato.
Sei
donna, giovane, colta... forse bisessuale?
Vivi
nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?
Sei
etero, di successo, deciso? Centrato!
-
Madre attraente ebrea con figlio da allevare.
Questo
mio desiderio sarà mai realizzato?
Segno
Bilancia. Prima esperienza. Sconsolato.
Cerco
ventunenne magro che odi fumare.
Vivi
nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?
C.P.
152. Foto in allegato.
Da
cosa nasce cosa... Perché non cominciare?
Questo
mio desiderio sarà mai realizzato?
Vivi
nel nord di Londra? Sei tu? Ti ho trovato?
*
Lonely
Hearts
Can
someone make my simple wish come true?
Male biker seeks female for touring fun.
Do you live in North London? Is it you?
Male biker seeks female for touring fun.
Do you live in North London? Is it you?
Gay
vegetarian whose friends are few,
I’m into music, Shakespeare and the sun,
Can someone make my simple wish come true?
I’m into music, Shakespeare and the sun,
Can someone make my simple wish come true?
Executive
in search of something new
perhaps bisexual woman, arty, young.
Do you live in North London? Is it you?
perhaps bisexual woman, arty, young.
Do you live in North London? Is it you?
Successful,
straight and solvent? I am too –
Attractive Jewish lady with a son.
Can someone make my simple wish come true?
Attractive Jewish lady with a son.
Can someone make my simple wish come true?
I’m
Libran, inexperienced and blue –
Need slim non-smoker, under twenty-one.
Do you live in North London? Is it you?
Need slim non-smoker, under twenty-one.
Do you live in North London? Is it you?
Please
write (with photo) to Box 152.
Who knows where it may lead once we’ve begun?
Can someone make my simple wish come true?
Do you live in North London? Is it you?
Who knows where it may lead once we’ve begun?
Can someone make my simple wish come true?
Do you live in North London? Is it you?
_ 16 luglio 2019 _inserite il 20 settembre 2019
___________________________________________________________________________________40
Di Dacia Maraini da Mangiami pure (Einaudi, 1978)
non sappiamo amarci
ancora non sappiamo amarci
pelle a pelle occhi a occhi
il lungo digiuno ci brucia la gola
siamo restie paurose infide
guarda come balla la vespa sul parabrezza
non ci fidiamo di noi
io con la mia lingua affumicata
tu con il tuo palato di gesso
guarda come è morbida la strada
hai il muso cocciuto di una trota che
nuota vero la montagna per deporre
le uova nel cavo di una roccia schiumosa
il disprezzo di noi si fa carne e sangue
e aria e midollo e spine nel ventre bendato
il grembiule puzza di minestra
se piangi ti lecco le lagrime
sei buia e candida e hai bisogno di me
ma credi di odiarmi siamo due asine da soma
due rane legate per le zampe
che ci facciamo insieme tu e io, che cosa?
e se smettessimo di mangiarci la lingua,
di farci i nodi alle viscere?
dammi le mani sono uguali alle mie,
e se provassimo ad amarci a occhi chiusi
a occhi aperti fiato dentro fiato
accettandoci come siamo le bruttezze
e le bellezze mescolate con l'aria
dei tuoi polmoni dei miei?
39
Di Delia Vaccarello in Poeresia (cli, 1987)
Non vorrei mentire
e incontrare la colpa
che rosicchia
attimi di respiro
non voglio che il nitore
dei nostri volti
diventi membrana cupa
cataratta in agguato
A volte
dietro la menzogna
si apre uno squarcio,
un abisso
per i miei occhi miopi,
granelli di vita
diventano sabbie mobili
se guardo vecchie fotografie
di famiglia tra le immagini
di una città nuova
nel territorio più battuto
la menzogna è un divieto
di transito
infranto da tutti,
nella doppia strada della mia vita
i codici spesso si oppongono:
i primi insinuano
ciò che vietano
i più intimi
vorrebbero dissolversi
in desideri
La sagoma della mia menzogna
è riflessa su una vecchia foto di famiglia,
ho difeso me stessa
con un'epidermide
di bugie,
al fine: le angosce matuttine
mi hanno trafitta
La difesa è come una persiana
protegge frazionando
lo sguardo
di chi non vuol vedere,
ho seguito la scia di un raggio
fino al colpo
infertomi in piena luce
E fu allora che un vortice
rimestò il mio sguardo
dolcemente
mi rivoltasti - fremente -
per svelarmi
quale abisso
cela la menzogna:
infranti gli specchi
vedevo a tutto tondo
38
Di Angela Siciliano da Stanze d'albergo (Puzzo, 2014)
Mentre salgo in ascensore
improvvisamente lo ricordo:
il mio primissimo amore
incondizionato e felice
suonava la chitarra
mentre io ballavo il twist!
Si metteva, sgranando gli occhi
un lungo ciuffo di capelli sotto il naso
e sporgendo le labbra
diceva: Mustaccio!
Mi faceva fare un giro, e ancora uno
con le moto dei suoi amici,
mi baciava le guance contenta
ridendo con gli occhi.
Indossava larghe gonne a campana
e scarpe a punta col tacco basso.
Aveva vent'anni lei, probabilmente.
Io solo tre.
37
Di Rosanna Fiocchetto in Poeresia (cli,1987)
Amica amara
fragile gaiezza
tigre crudele
tenera cerbiatta
caverna oscura
vela trasparente
azzurra fuga
eccesso di pazienza
stella diversa
madonna disperata
triste incendiaria
elettrica bugiarda
pelle sconvolta
morbida palude
città proibita
bosco senza pace
cenere calda
viola di passione
stanza deserta
sorella dolorosa
ferita mia
e così sia.
36
Di Patrizia Cavalli da Datura (Einaudi, 2013)
O sogno vero, più vero del mio giorno,
come morbidamente io mi accomodavo
dentro il cedevole incavo del tuo collo
che in morbidezza offrendosi trovava
me pronta a trasfondermi in quel sogno
più vero di ogni mio più vero giorno!
Ma eravamo troppo perfettamente
in due, non posso avere fatto tutto io
da sola! È chiaro, sei tu che hai organizzato,
tu che per farti sognare mi hai sognato.
_ 19 giugno 2019 _
___________________________________________________________________________________35
Di Fernanda Romagnoli
In Il tredicesimo invitato (Garzanti, 1980)
Io
Quella donna dal viso indifeso
- un poco sfiorita -
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
senza fruscio, di fretta,
rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall'anima dimessa
dicono che son io.
34
Di Trilussa
In Trilussa - Poesie scelte (Mondadori 1951)
Nummeri
- Conterò poco è vero:
- diceva l'Uno a Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio niente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
E' questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.
33
Di Saffo Traduzione di Ilaria Dagnini
In Saffo- Poesie (Newton Compton, 1982)
XXXI.
Sei venuta e fu un bene, io ti desideravo,
hai dato sollievo al mio cuore arso dal desiderio
_ 8 giugno 2019 _
___________________________________________________________________________________
32
Di Marina Cvetaeva in Marina I. Cvetaeva - Poesie (Feltrinelli, 1979)
Traduzione di Pietro Zveteremich
Tu non mi caccerai via in nessun posto:
non si respinge la primavera!
Tu non mi toccherai, nemmeno con un dito:
troppo teneramente io canto verso il sonno.
Tu non mi diffamerai:
il mio nome è acqua per le labbra!
Tu non mi lascerai:
la porta è aperta, e la mia casa è vuota!
31
Di W.H.Auden in W.H. Auden - Un altro tempo (Adelphi, 1997)
Traduzione di Nicola Gardini
Di W.H.Auden in W.H. Auden - Un altro tempo (Adelphi, 1997)
Traduzione di Nicola Gardini
Blues in memoria
Fermate tutti gli orologi, staccate la cornetta,
date al cane un osso succulento prima che si metta
ad abbaiare, zittite i pianoforti, e al cupo segnale
del tamburo portate fuori il feretro, parta il funerale.
Alti gli aeroplani s'avvitino con voce di sconforto
scarabocchiando in cielo la notizia Egli E' Morto.
mettete un nastro nero al collo bianco d'ogni piccione,
fate indossare ai vigili guanti neri di cotone.
Era il mio nord, il mio sud, il mio ovest, il mio est,
la mia settimana di lavoro e il mio giorno di festa,
il mio meriggio, la mia notte, la mia parola, il mio canto.
Sbagliai a pensare eterno quest'amore - ora so quanto.
Le stelle non servono più: spegnetele una a una;
smontate il sole e imballate la luna;
strappate le selve e scolate tutto il mare.
Nessun piacere potrà mai tornare.
*
Funeral Blues
Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent the dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.
Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message 'He is Dead'.
Put crepe bows round the white necks of the public doves,
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.
He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last forever: I was wrong.
The stars are not wanted now; put out every one,
Pack up the moon and dismantle the sun,
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.
_ 1 giugno 2019 _
___________________________________________________________________________________
30
Di Lilla Consoni in Sei più Nove (Il dito e la luna, 2004)
Immaginare il tuo corpo
Immaginare il tuo corpo
che palpitando
mi vive addosso
è frenesia,
farneticamento, follia.
Impazzire per le tue labbra
che brevi e lievi
sbocciano turgide
è smagamento, stregoneria.
Trasalire per la tua mano
che posa in grembo,
dimenticata,
è voglia assurda, incontrollata,
è asservimento alla tua magia.
29
Di Filomena
Cioppi in Poeresia - 50 voci di una differenza (cli, 1987)
tua madre
entrando in casa con meno rughetua madre
del prevedibile
mi ha conosciuta
che leggevo nuda il quotidiano
e resa incerta dal suo stupore addizionato
al mio
ha accettato per un attimo
questa mano un po' fatua
che da sempre mi sta di lato
ma si sposta pure
ricordo che lenta come dai sogni
sono riaffiorata impigiamata nella cucina
che lei intanto aveva
affollato di parole leggere di
albicocche per te e di non sapere
di me
ricordo anche che
chiavi alla porta e abbai di Kalì
mi davano quella gioia che pizzica
un po' tra le costole mattutine
pensando che eri tu
che ti affacciavi a guardarmi vivere
tua madre ed io
ci siamo alfine scambiate
un fascio appena fiorito di scuse di luglio
28
Di Eugenio Montale da "Satura" (Mondadori, 1971)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
27
Di Nicanor Parra in Nicanor Parra, Antipoesie (Einaudi, 1974)
Traduzione di Hugo Garcìa Robles e Umberto Bonetti
Padre nostro
Padre nostro che sei nei cieli
Pieno di ogni tipo di problemi
Con la fronte aggrottata
Come se fossi un qualunque uomo della strada
Smetti di pensare a noi.
Comprendiamo che soffri
Perché non puoi aggiustare le cose.
Sappiamo che il Demonio non ti lascia in pace
Distruggendo quanto tu costruisci.
Lui se la ride di te
Ma noi con te piangiamo:
Non preoccuparti del suo riso diabolico.
Padre nostro che sei dove sei
Circondato da angeli sleali
Sinceramente: non soffrire piú per noi
Devi renderti conto
Che non sono infallibili gli dei
E che noialtri perdoniamo tutto.
*
Padre nuestro que estás en el cielo
Lleno de toda clase de problemas
Con el ceño fruncido
Como su fueses un hombre vulgar y corriente
No pienses más en nosotros.
Comprendemos que sufres
Porque no puedes arreglar las cosas.
Sabemos que el Demonio no te deja tranquilo
Deconstruyendo lo que tú construyes.
Él se ríe de ti
Pero nosotros lloramos contigo:
No te preocupes de sus risas diabólicas.
Padre nuestro que estás donde estás
Rodeado de ángeles desleales
Sinceramente: no sufras más por nosotros
Tienes que darte cuenta
De que los dioses no son infalibles
Y que nosotros perdonamos todo.
26
Di Fernando Pessoa in Pessoa - 44 poesie (Mondadori, 1996)
Traduzione di Pietro Civitareale
Alcuni, con gli occhi rivolti al passato,
vedono quello che non vedono; altri,
gli occhi fissi nel futuro, vedono
quello che non si può vedere.
Perché cercare tanto lontano ciò che ci sta vicino,
la nostra sicurezza? Questo è il giorno,
questa è l'ora, questo il momento, questo
è ciò che siamo, e non v'è altro.
Senza sosta scorre l'interminabile ora
che proclama la nostra nullità. Con lo stesso
boccone col quale siamo vissuti, moriremo.
Carpe diem, altra cosa non sei.
25
Di Wisława
Szymborska in La gioia di scrivere
(Adelphi, 2009)
Traduzione
di Pietro Marchesani
Allegro ma non troppo
Sei
bella – dico alla vita –
È impensabile
più rigoglio,
più
rane e più usignoli,
più
formiche e più germogli.
Cerco
di accattivarmela,
di
blandirla, vezzeggiarla.
La saluto
sempre per prima
con
umile espressione.
Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e m'innalzo nell'incanto,
e cado per lo stupore.
Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto -
mai l'avrei creduto
se non avessi vissuto!
Non trovo nulla - le dico -
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un'altra pigna
né migliore, né peggiore.
Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos'altro - e cosa più -
magia, stregoneria.
Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.
Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n'è accorta?
Si è scordata dove corre
almeno per una volta?
24
Di Maria
Luisa Spaziani
In Geometria
del disordine (Mondadori, 1981)
Non fummo
mai
(esercizio
di coniugazione)
Se fossimo
noi tutti dentro l'Essere,
saremmo
stati, essendo.
Ma saremo
soltanto nell'essenza
di ciò che
siamo stati.
Ora siamo
l'assenza
di quanto poi sarà.
23
Di Edgar
Lee Masters
in Antologia
di Spoon River (Einaudi, 1943-71)
Traduzione di Fernanda Pivano
Griffy il
bottaio
Il bottaio deve intendersi di tinozze.
Ma io conoscevo anche la vita,
e voi che vi aggirate fra queste tombe
credete di conoscere la vita.
Credete che i vostri occhi spazzino su un
largo orizzonte, forse,
in realtà state solo guardando le pareti della
tinozza.
Non potete sollevarvi ai suoi orli
e vedere il mondo esterno delle cose,
e così vedere voi stessi.
Siete sommersi nella vostra tinozza –
tabù e regole e apparenze,
sono le doghe della vostra tinozza.
Spezzatele e rompete l’incantesimo
di credere che la vostra tinozza è la vita,
e che voi conoscete la vita!
22
Di Gabriela Mistral,
da Scrittori del mondo: i Nobel.
Gabriela Mistral 1945. (Utet, 1968)
Traduzione di Piero Raimondi
Crepuscolo
Sento che il cuore nella dolcezza
si fonde come cera;
le mie vene sono un tardo
olio e non un vino,
e sento che la vita va fuggendo
silente e dolce come la gazzella.
*
Atardecer
Siento mi corazón en la dulzura
fundirse como ceras:
son un óleo tardo
y no un vino mis venas,
y siento que mi vida se va huyendo
callada y dulce como la gacela.
Siento mi corazón en la dulzura
fundirse como ceras:
son un óleo tardo
y no un vino mis venas,
y siento que mi vida se va huyendo
callada y dulce como la gacela.
21
Di Edna St. Vincent Millay
in L'amore non è cieco (Crocetti, 1991)
in L'amore non è cieco (Crocetti, 1991)
Traduzione di Silvio Raffo
Io non ti dò il mio amore come fanno
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d’argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un’insidia che ottenebra il cervello.
L’Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
“Guarda che cos’ho qui! – Tutto per te”
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d’argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un’insidia che ottenebra il cervello.
L’Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
“Guarda che cos’ho qui! – Tutto per te”
20
Di Pedro Salinas in La voce a te dovuta (Einaudi, 1979)
Traduzione di Emma Scoles
Ti si sta
vedendo l’altra.
Somiglia a
te:
i passi, la
stessa fronte aggrondata,
gli stessi
tacchi alti
tutti
macchiati di stelle.
Quando
andrete per la strada
insieme,
tutt’e due,
che
difficile sapere
chi sei, chi
non sei tu!
Così uguali
ormai, che sarà
impossibile
continuare a vivere
così,
essendo tanto uguali.
E siccome tu
sei la fragile,
quella che
appena esiste, tenerissima,
sei tu a
dover morire.
Tu lascerai
che ti uccida,
che continui
a vivere lei,
la falsa tu,
menzognera,
ma a te così
somigliante
che nessuno
ricorderà
tranne me,
ciò che eri.
E verrà un
giorno
-perché
verrà, sì, verrà –
in cui
guardandomi negli occhi
tu vedrai
che penso a
lei e che la amo:
tu vedrai
che non sei tu.
19
Di Fabrizio De Andrè nell’album Tutto Fabrizio De Andrè (Karim, 1966)
Amore che vieni amore che vai
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento,
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai.
Un giorno qualunque ti ricorderai,
amore che fuggi da me tornerai.
a chiederci un bacio e volerne altri cento,
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai.
Un giorno qualunque ti ricorderai,
amore che fuggi da me tornerai.
E tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore,
fra un mese fra un anno scordate le avrai,
amore che vieni da me fuggirai.
Fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai.
mi dici le stesse parole d'amore,
fra un mese fra un anno scordate le avrai,
amore che vieni da me fuggirai.
Fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai.
Venuto dal sole o da spiagge gelate,
perduto in novembre o col vento d'estate,
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai.
perduto in novembre o col vento d'estate,
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai.
Amore che vieni, amore che vai.
18
Di
Gaetano Longo, da Acquisti
tardivi in un piccolo supermarket di parole (Puzzo, 2011)
Nostalgie epistolari
Sento tanto la
mancanza di lettere.
Quelle lettere che mi
arrivavano come sorpresedagli angoli più nascosti del mondo.
Lettere fredde piene di neve e di vento
o fradice di umidità.
Lettere che sapevano di sigari e palme verdi.
Lettere di sabbia e oceani.
Mi mancano le lettere degli amici lontani.
Le lettere d’amore di Rada.
Le lettere di auguri per le feste.
La mia cassetta della posta piange
piena di pubblicità
e inviti a ricevimenti ufficiali.
Ora arriva tutto dallo spazio
in freddi messaggi computerizzati.
Una lettera per il mio regno!
Ma non ho lettere né un regno con cui ricambiare.
Vorrei solo ricevere ancora qualche lettera.
Andrebbe bene anche qualche lettera anonima
piena di minacce e insulti
ma scritta a mano
su un foglio.
Per favore.
17
Di Anna Cascella, In Nuovi poeti
italiani 1 (Einaudi, 1980)
Tu vedi in
me l'eguale
e io il
diverso:
per favore,
potremmo
amarci adesso?
16
Di Angela Siciliano in Stanze d’albergo (Puzzo, 2014)
Scrivere
come suonando,
inseguendo
il ritmo, scovando la melodia.
Scrivere
come felini tesi sulla preda.
Scrivere
come dissotterrando gli ossi
conservati
in giardini sconosciuti,
in altre
stagioni, scavando di fretta
con la paura
di essere cacciati.
O come
vecchi piegati e rugosi
seduti al
sole di un balcone nascosto
dietro le
mura di una chiesa
accanto
vecchie tombe ornate
e orti
pronti a fiorire.
Come un
neonato
ad occhi
aperti ma non vedenti,
con tutto il
corpo proteso
verso il
qualcosa che attrae
verso il
bisogno imponente.
Scrivere
senza scrivere.
Rimuginando
e covando
abbandonando
per sempre
le parole
rumorose e quelle stantie
quelle svuotate
o diventate inutili.
Conservando
in posti più sicuri
quelle
ancora vive, ancora sane,
quelle
sempre accese.
15
Di Vincenzo Cardarelli in Poesie (Mondadori-1942)
Attesa
Oggi che
t’aspettavo
non sei
venuta.
E la tua
assenza so quel che mi dice,
la tua
assenza che tumultuava,
nel vuoto
che hai lasciato,
come una stella.
Dice che non
vuoi amarmi.
Quale un
estivo temporale
s’annuncia e
poi s’allontana,
così ti sei
negata alla mia sete.
L’amore, sul
nascere,
ha di questi
improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci siamo
intesi.
Amore,
amore, come sempre,
vorrei
coprirti di fiori e d’insulti.
14
Di Gabriella Leto in L’ora insonne (Einaudi, 1997)
Siamo ormai
prigionieri.
Senza pareti
senza serrature
ci stringono
severi autoverdetti
cautele e
paure.
Nulla ci
renderà l’ardito volo
di cui
perdemmo il senso
non faremo
ritorno al cielo immenso
dal nostro
sottosuolo.
_ 25 maggio 2019 _
___________________________________________________________________________________
13
Di Angela Siciliano
(Inedito)
Il meglio di me
Non raccontatemi chi ero
non supponete chi avrei potuto
essere.
Io, in questa ulteriore e
involontaria metamorfosi,
riconosco il meglio di me.
Non venite a lusingarmi, insinuando
il ricordo dei luccichii e degli
aromi del passato
e non venite a bastonarmi
suggerendomi
la vergogna dei miei peccati:
i chiari e gli scuri sono le
impressioni,
le tracce della luce, e quindi
dell’ombra.
Così è. E il giorno e la notte si
alterneranno
(che durino dodici ore o sei mesi)
finché esisterà il mondo.
Ero, sarò. Voi c’eravate, non ci
sarete. Chissà?
Un buon bastone, delle solide scarpe,
uno zaino in spalla, capiente e
leggero,
un po' di acqua con me
e sono pronta per l’Universo
Infinito.
_ 12 maggio 2019 _
___________________________________________________________________________________
12
.
Di Emily Dickinson
Traduzione di Margherita Guidacci,
Ha
una sua solitudine lo spazio,.
Di Emily Dickinson
Traduzione di Margherita Guidacci,
Solitudine il mare
E solitudine la morte – eppure
Tutte queste son folla
In confronto a quel punto più profondo,
Segretezza polare,
Che è un'anima a cospetto di se stessa:
Infinità finita.
.
*
.
There is a solitude of space
A solitude of sea
A solitude of death, but these
Society shall be
Compared whit that profounder site
That polar privacy
A soul admitted to itself -
Finite Infinity.
11
Di Tove Ditlevsen
Traduzione di Angela
Siciliano
.
Impotenza
.
C'è nel vizio
una goccia di virtù.
C'è nel dolore
un filo di gioia.
E nella nostra risata
un suono spezzato,
come se il cuore
volesse
in realtà piangere.
.
.
In questo mondo
niente è pulito
e niente è semplice
perché Dio ci ha persi
dalle sue stesse mani.
È tutto troppo tardi.
E lui rimpiange
di averci creati.
.
.
*
Afmagt
Der er i lasten
en dråbe dyd.
Der er i smerten
en streng af glæde.
Og i vor latter
en sprukken lyd,
som ville
hjertet
i grunden
græde.
.
.
I denne verden
er intet rent
og intet enkelt
for Gud har tabt os
af sine hænder.
Alt er for sent.
Og han begræder
at han har skabt os.
Og han begræder
at han har skabt os.
10
Di Anne Sexton
Traduzione di Cristina Gamberi
Canzone per una signora
Nel giorno dei seni e dei fianchi stretti
la finestra butterata da una pioggia cattiva,
pioggia insistente come un ecclesiastico,
ci accoppiammo, così sane così folli.
Giacemmo come cucchiai mentre la pioggia
sinistra cadeva come mosche sulle nostre labbra
e sui nostri occhi lieti e sui nostri fianchi stretti.
.
“La stanza è così fredda di pioggia”, dicesti
e tu, femminino tu, con il tuo fiore
hai rivolto novene alle mie caviglie e ai miei gomiti.
Sei un prodotto nazionale e un potere.
Oh mio cigno, mia serva, mia rosa lanosa,
persino un notaio sancirebbe il nostro letto
quando mi impasti facendomi lievitare come pane.
la finestra butterata da una pioggia cattiva,
pioggia insistente come un ecclesiastico,
ci accoppiammo, così sane così folli.
Giacemmo come cucchiai mentre la pioggia
sinistra cadeva come mosche sulle nostre labbra
e sui nostri occhi lieti e sui nostri fianchi stretti.
.
“La stanza è così fredda di pioggia”, dicesti
e tu, femminino tu, con il tuo fiore
hai rivolto novene alle mie caviglie e ai miei gomiti.
Sei un prodotto nazionale e un potere.
Oh mio cigno, mia serva, mia rosa lanosa,
persino un notaio sancirebbe il nostro letto
quando mi impasti facendomi lievitare come pane.
*
Song for a lady
.
On the day of breasts and small hips
the window pocked with bad rain,
rain coming on like a minister,
we coupled, so sane and insane.
We lay like spoons while the sinister
rain dropped like flies on our lips
and our glad eyes and our small hips.
.
"The room is so cold with rain" you said
and you, feminine you, with your flower
said novenas to my ankles and elbows.
You are a national product and power.
Oh my swan, my drudge, my dear wooly rose,
even a notary would notarize our bed
as you knead me and I rise like bread.
as you knead me and I rise like bread.
9
Di Dacia Maraini
In Dimenticato di dimenticare, Einaudi,
1982
..
questo ragazzo
.
questo
ragazzo veste da vecchio
questo
ragazzo gioca al pallone
con brusca
leggerezza e tira in porta
questo
ragazzo ha la faccia aguzza e infelice
questo
ragazzo mangia solo prosciutto e fichi
questo
ragazzo ha male al ventre
e vomita
nei cinema per disperazione
questo
ragazzo paga la cena
con gesti
eleganti come un signore
questo
ragazzo ha le gambe lunghe
questo
ragazzo porta le camicie larghe
questo
ragazzo ha la gola bianca e trepida
questo
ragazzo ha le mani dure e ossute
questo
ragazzo ride silenzioso
per una
felicità opaca, piena di paure
questo
ragazzo è innamorato cotto di sua madre
ma pure la
odia con un puntiglio sfrenato
questo
ragazzo ha tre nei su un fianco
questo
ragazzo va matto per il rock duro
questo
ragazzo tiene le spalle curve
per
timidezza e gelosia di sé
questo
ragazzo ha il ventre liscio trasparente
questo
ragazzo ha i seni biondi e leggeri
questo
ragazzo è una ragazza
8
Di Patrizia Valduga
In Quartine. Seconda Centuria, Einaudi 2002
183.
Così
dico alla mente: Per piacere
non dare
peso ad altro che alla calma;
nelle
eterne infallibili stadere,
lo
sai, non peserai più di una salma.
7
Di Renée Vivien
Traduzione di Teresa
Campi
Sonetto
irregolare
Bellissima! Mai
invecchierai ai miei occhi.
Mai perderai i
movimenti del tuo corpo snello,
perfetto, simile al
più nobile accordo.
Eterna resterai sempre
ai miei occhi.
In quel tempo sì
lontano della tua beltà scomparsa,
Sempre ti vedrò come
nei tempi d'una volta,
Candidamente bionda, e
come un giglio lunga,
Tale a quella sera
lontana in cui mi sei apparsa.
Te che amo, non temere
più dunque il futuro
Né la fronte meno
nivea, né lo sguardo meno puro,
Né, nella clessidra,
lo scivolare della sabbia.
Malgrado l'aspetto
futuro che tu rivestirai
E le rughe, le rughe
inevitabili!
Ai miei occhi fedeli
tu non invecchierai
*
Tu ne vieilliras point
à mes yeux, ô très belle!
Jamais tu ne perdras
ce rythme de ton corps
Parfait et ressemblant
aux plus nobles accords
Et tu demeureras dans
mes yeux, éternelle.
.
En ce temps si
lointain de ta beauté décrue,
Je te verrai toujours
comme aux temps de jadis,
virginalement blonde
et longue autant qu'un lys,
Telle qu'au soir
lointain où tu m'es apparue.
.
Toi que j'aime, ne
crains donc plus le temps futur,
Ni le front moins
laiteux, ni le regard moins pur,
Ni, dans le sablier,
le glissement des sables.
.
Malgré l'aspect futur
que tu revêtiras
Et les rides, et le
rides inévitables!
Dans mes fidèles yeux
tu ne vieilliras
_ 4 maggio 2019 _
6
Di Alda Merini
In Fiore di poesia 1951-1997
Einaudi - 1998
Rattratta contro un muro,
un giorno una povera vecchia
mi ha svelato il mistero della vita.
Se tu sapessi come è pallido il canto
dei grandi poeti!
Vanno e vengono confusi nel tutto
e latrano invano...
Somigliano a una muta di cani
alla periferia della terra
dove siringhe e odori
sconfiggono il male oscuro
e cadono ai piedi del mondo
come eroi prigionieri
un giorno una povera vecchia
mi ha svelato il mistero della vita.
Se tu sapessi come è pallido il canto
dei grandi poeti!
Vanno e vengono confusi nel tutto
e latrano invano...
Somigliano a una muta di cani
alla periferia della terra
dove siringhe e odori
sconfiggono il male oscuro
e cadono ai piedi del mondo
come eroi prigionieri
5
Di Marta Fabiani
in POESIE
Edizioni S. Marco dei Giustiniani - 1985
Il mio cane
Il mio cane è morto: ma è più morto ancora
chi un giorno affossò le mie parole
con la zappa della villania.
Il mio cane riposa nel giardino
ma è più stanco di lui chi siede
in una vasta sala che guarda
un Nord sbarrato di scaffali.
Il mio cane ha fatto i cuccioli
nel nostro cuore, e sono migliaia:
ma è più facile che venga una scintilla
dalla biada gelata di una stalla
che un lume dalla tua contrada.
Il mio cane aveva gli occhi viola:
i tuoi che tinta sono? Non importa,
non importa neppure dove guardi
o dove posi il cappotto, dovunque
è un mattone rotto, un legno da solaio,
una congiura silenziosa di travi.
O certo farai visite nel sole
certo avrai del té con le signore
e ci sarà chi ti dice: resta,
ma ovunque della primavera
ti arriverà solo l'afflato
dolciastro di qualche fiore spampanato
che non sa a chi dare il suo affetto.
E certo è possibile
che anche tu abbia un cane
come ognuno che vuole:
ma il mio riposa sotto un fiore
e il tuo non trova pace nel broccato.
Essere guardiano di tanta poca cosa
lo consuma: così è malato,
e io sono del mio giovane cane
l'ancella prudente e silenziosa.
O di sicuro ci sarà la cameriera
con la sua cresta e l'aria costernata:
e la bella facciata della tua casa
per qualche tempo attirerà gli sguardi.
Il mio cane è morto: ma è più morto ancora
chi un giorno affossò le mie parole
con la zappa della villania.
Il mio cane riposa nel giardino
ma è più stanco di lui chi siede
in una vasta sala che guarda
un Nord sbarrato di scaffali.
Il mio cane ha fatto i cuccioli
nel nostro cuore, e sono migliaia:
ma è più facile che venga una scintilla
dalla biada gelata di una stalla
che un lume dalla tua contrada.
Il mio cane aveva gli occhi viola:
i tuoi che tinta sono? Non importa,
non importa neppure dove guardi
o dove posi il cappotto, dovunque
è un mattone rotto, un legno da solaio,
una congiura silenziosa di travi.
O certo farai visite nel sole
certo avrai del té con le signore
e ci sarà chi ti dice: resta,
ma ovunque della primavera
ti arriverà solo l'afflato
dolciastro di qualche fiore spampanato
che non sa a chi dare il suo affetto.
E certo è possibile
che anche tu abbia un cane
come ognuno che vuole:
ma il mio riposa sotto un fiore
e il tuo non trova pace nel broccato.
Essere guardiano di tanta poca cosa
lo consuma: così è malato,
e io sono del mio giovane cane
l'ancella prudente e silenziosa.
O di sicuro ci sarà la cameriera
con la sua cresta e l'aria costernata:
e la bella facciata della tua casa
per qualche tempo attirerà gli sguardi.
4
Di Patrizia Cavalli
in Le mie poesie non cambieranno il mondo,
Einaudi, 1974
Non ho seme da spargere per il mondo
non posso inondare i pisciatoi né
i materassi. Il mio avaro seme di donna
è troppo poco per offendere. Cosa posso
lasciare nelle strade nelle case
nei ventri infecondati? Le parole
quelle moltissime
ma già non mi assomigliano più
hanno dimenticato la furia
e la maledizione, sono diventate signorine
un po' malfamate forse
ma sempre signorine.
3
Di Cesare Pavese
in Le poesie, Einaudi, 1998
Ogni giorno che passa è un riandare
tutta la storia grigia della vita.
Una donna che appena mi ha parlato
mi ha messo in cuore come un gran germoglio
gonfio di gioia.
È una gioia vedere tanti rami
verdissimi nel vento e tanti fiori
prepotenti, sboccianti, è una gran gioia
perché nel sangue pure è primavera.
(17 aprile 1929)
2
Di Lalla Romano
in Giovane è il tempo, Einaudi - 1974
Come il lume nella stanza tranquilla
senza un'apparente ragione
ha trasalimenti e cadute
e improvvise folgorazioni
qualcosa attraversa l'anima
che la fa lievitare e fiorire.
1
senza un'apparente ragione
ha trasalimenti e cadute
e improvvise folgorazioni
qualcosa attraversa l'anima
che la fa lievitare e fiorire.
1
Di Constantinos Kavafis
in
Cinquantacinque poesie, Einaudi 1968
Traduzione di Margherita Dalmàti e Nelo Risi
Per quanto sta in te
Per quanto sta in te
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
_ 17 aprile 2019 _