Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Omofobia - Parliamo di Ungheria e di Unione Europea e di come la legge anti-Lgbtqi+ voluta da Orban abbia compattato tutta l'Unione nella sua condanna

(Foto lanuovabq.it)
 
 _MduL, 27 giugno 2021_
 
Parliamo ancora di omofobia, ma questa volta a livello europeo. La notizia che, nostro malgrado, in questa sede siamo costrette a commentare, infatti, riguarda un paese dell'Unione Europea, l'Ungheria, il cui Presidente, Viktor Orban, già noto per le sue posizioni 'medievali' in tema di diritti civili e non solo, ha ritenuto di introdurre nel paese una legge fortemente anti-Lgbtqi+, che sancisce essere illegale mostrare a un minore qualsiasi contenuto che rappresenti “deviazioni dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita”. Da qui, la forte ed univoca reazione delle massime istituzioni comunitarie e dei singoli Stati dell'Unione Europea. Ma andiamo per gradi.
 
La legge ungherese
 
Giorni addietro Orban presenta un testo di legge "contro la pedofilia" con l'obiettivo di “proteggere i nostri bambini” e “affermare chiaramente che solo i genitori possono decidere sull'educazione sessuale dei propri figli”
Il parlamento ungherese (it.wikipedia.org)
Il testo, approvato con 157 voti a favore dall’Assemblea nazionale ungherese, ha visto l’opposizione che al momento del voto ha lasciato l’Aula per esprimere il profondo dissenso e la forte indignazione per le norme in tale testo contenute. Vi è, infatti, come accennato all'inizio, la norma secondo la quale “è vietato mettere a disposizione dei minori un contenuto che presenta qualsiasi rappresentazione della sessualità fine a se stessa, qualsiasi deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, cambio di sesso o promozione dell’omosessualità”
Che, detto in altri termini, presuppone un divieto per ogni cittadino maggiorenne di presentare a un under-18 i temi legati all’amore diverso da quello tra un uomo e una donna.  

Reca infatti il testo di legge: “Quando si educano gli studenti alla cultura sessuale, alla vita, alle preferenze e allo sviluppo sessuale, sarà posta particolare enfasi sul rispetto delle disposizioni stabilite dall'articolo XVI paragrafo 1 della Legge Fondamentale”.
Legge fondamentale che altro non è se non una norma costituzionale, introdotta dallo stesso Governo di Orban, nella quale si mette nero su bianco che “il padre sarà uomo e la madre sarà donna”
 
Insomma, una legge formalmente contro la pedofilia che in realtà attacca i diritti civili e umani dei cittadini ungheresi e, in particolare, di quelli Lgbtqi+, visto che torna a sancire e confermare il tanto vituperato principio costituzionale a suo tempo introdotto con la legge costituzionale, in base al quale la famiglia può essere composta solo da un uomo ("il padre sarà uomo") e da una donna ("la madre sarà donna"), con buona pace delle famiglie arcobaleno che, secondo Orban, evidentemente, non esistono!.

Orban (it.wikipedia.org)
Ma non basta, perché la legge in questione fissa anche dei chiari paletti sull’educazione sessuale in classe, così sancendo: “Queste attività non possono mirare a promuovere la deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, il cambio di sesso o l’omosessualità”
Dunque, anche in questo caso, una privazione dei diritti dei cittadini ungheresi ed un chiaro avvertimento a tutti gli insegnanti a non parlare di questi temi, potendo le lezioni di educazione sessuale in classe, sempre ai sensi della legge, essere tenute solo da organizzazioni registrate presso “un'agenzia statale definita dalla legge”, con ciò, appare fondato il sospetto, volendo di fatto escludere dalle scuole le Ong per i diritti civili e le libertà sessuali.
A riprova di ciò, il comma successivo della legge che nega l’autorizzazione alle “organizzazioni di dubbia credibilità professionale, create in molti casi per rappresentare determinati orientamenti sessuali”, accusate di “influenzare lo sviluppo sessuale dei bambini con la loro cosiddetta formazione alla sensibilità, causando gravi danni al loro sviluppo fisico, mentale e morale”.
Anche in questo caso, dunque, un attacco preciso e sistematico alla cultura dell'inclusione e del rispetto dei diritti civili, vietando ai bambini ungheresi financo la "formazione alla sensibilità"!.
 
Ma ancora non basta, perché nella legge vengono previste ed applicate anche precipue restrizioni alla pubblicità con contenuti Lgbt, con ciò colpendo, come è già successo in Russia, principalmente gli spot delle marche di alta moda (e non solo), definendo tali contenuti indistintamente non raccomandati agli under 18.
Tale norma, infatti, rende “illegale” trasmettere “una pubblicità ai minori” se questa “ritrae la sessualità come fine a se stessa, o ritrae o promuove la deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso alla nascita, il cambio di sesso o l’omosessualità”. 
 
Insomma una legge titolata alla tutela dei minori e contro la pedofilia che, nei fatti, impone divieti e legifera avverso le persone Lgbtqi+ ed ai diritti civili.
 
***
La reazione della UE.
 
Ovvio che, stante questi contenuti, vi sia stata una sollevazione univoca e molto forte da parte di tutta l'Unione Europea, sia, come detto, dalle sue massime istituzioni che dagli Stati membri.
Von der Leyen (en.wikipedia.org)
Su tutte, la reazione molto forte della Presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, la quale, rispondendo ad una domanda durante una conferenza stampa di presentazione del piano di ripresa belga, ha usato parole nette e forti contro la legge anti Lgbt approvata in Ungheria, dichiarando tale legge “una vergogna“, “chiaramente discriminatoria” e che “va contro ogni valore fondamentale dell’Ue, ossia la dignità, l’uguaglianza, i diritti umani fondamentali”
Da segnalare che, a poche ore di distanza da tali dichiarazioni della Presidente Von der Leyen, il governo di Budapest ha reagito usando le sue stesse parole e bollando come “una vergogna” il suo commento sul provvedimento ungherese. 
Nello specifico, queste le parole scritte dall'esecutivo di Viktor Orban in una nota: “La dichiarazione della presidente della commissione europea è una vergogna perché basata su asserzioni false”, ciò dimostra “un’opinione politica di parte senza che sia stata condotta prima una imparziale valutazione”.

D. Sassoli (wikipedia.org)
Il Presidente del Parlamento Europeo, poi, il nostro David Sassoli, ha scritto alla Von der Leyen, chiedendo alla Commissione di adempiere agli obblighi previsti dai trattati dell’Ue per garantire il rispetto dello stato di diritto in tutti gli Stati membri. Queste le sue dichiarazioni: “Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate. Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giutizia.
Tanti, poi, come detto, sono i singoli stati che hanno chiesto alla Commissione di agire contro l’Ungheria, portandola in Corte di Giustizia per le misure adottate. Sono Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Lettonia, Italia, Grecia, Austria e Cipro. 
Parlando di Sassoli, da segnalare il suo gesto, in quanto Presidente del Parlamento UE, di voler illuminare con i colori dell'arcobaleno la sede del Parlamento, visto che la UEFA non ha concesso tale prerogativa alla Germania, in occasione della partita degli europei Germania-Ungheria (vedi infra, il post scriptum).

Pres. Mario Draghi (avvenire.it)
Da noi, in Italia, il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, durante il dibattito nel Consiglio Europeo sulla legge approvata dall’Ungheria sui contenuti Lgbt per i minorenni, così si è espresso "Questo trattato, sottoscritto anche dall'Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del Trattato stesso", sottolineando poi che "spetta alla Commissione stabilire se l'Ungheria viola o no il Trattato". Secondo l'articolo 2, l'Unione europea "si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze". Questi valori, prosegue l'articolo, "sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini".
Che detto in altri termini e tradotto dal "Draghese" (laddove Mario Draghi, da sempre, essendo uomo delle istituzioni nel senso più puro del termine, per esprimere i concetti, anche scomodi, fa sempre e comunque riferimento alla normativa e mai a singole e populiste esternazioni personali), significa: Orban, con questa legge non hai rispettato i diritti civili degli ungheresi e degli europei tutti, dunque, la UE (cioè la Commissione presieduta dal Ursula Von der Leyen) ti sanzionerà e non te la farà passare liscia.

Xavier con il marito (europa.today.it)
Tanti altri, poi, come detto gli Stati che hanno rilasciato dichiarazioni contro tale legge discriminatoria ungherese, su tutti la cancelliera tedesca, Angela Merkel e, soprattutto, del primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, che, essendo dichiaratamente gay, ha più di un motivo e di una legittimazione a parlare.

Insomma, su questa legge, l'Unione Europea fa quadrato ed isola Orban.
Non resta ora che vedere gli sviluppi della situazione.

MduL
 
 
p.s.: questo post può servire anche a chiarire il perché, semmai qualcuna di voi se lo fosse chiesto, della discussione sollevata dalla fascia arcobaleno indossata al braccio dal portiere della nazionale tedesca e della richiesta della Germania alla UEFA di illuminare lo stadio dove doveva svolgersi la partita degli europei Germania-Ungheria con i colori dell'arcobaleno. Richiesta, è bene farlo presente, che la UEFA ha negato, così come ha stigmatizzato, pur non punendolo, il gesto del portiere tedesco.
Insomma, non è che la UEFA ne è uscita proprio benissimo da questa situazione.


Fonti ed approfondimenti:
Articolo "Legge contro l’omosessualità in Ungheria, 14 Paesi dell’Unione Europea sono contro. L'Italia ultima a firmare" di Emanuele Bonini per lastampa.it del 22/06/2021;
Articolo "Dichiarazione congiunta di 13 Paesi Ue contro la legge ungherese anti-Lgbt. Firma anche l’Italia (ma dopo le proteste)" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 22/06/2021;
Articolo "Von der Leyen: “La legge ungherese anti-lgbt? Una vergogna”. Budapest: “Le sue parole lo sono”. Merkel: “Norma sbagliata”" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 23/06/2021;
Articolo "L’Europa contro l’Ungheria: “Ritiri le misure anti Lgbtq”. Orbán però va avanti: ipocriti" di Claudio Tito per repubblica.it del 24/06/2021;
Articolo "Draghi attacca Orban su legge contro i gay: “Spetta a Ue stabilire se Ungheria viola i trattati” di Annalisa Cangemi per fanpage.it del 24/06/2021;
Articolo "L'Ue isola Orban sull'omofobia. Budapest reagisce "Basta coi ricatti"" di Riccardo Pelliccetti per ilgiornale.it del 25/06/2021;
Articolo "Consiglio europeo. I leader europei isolano Orbán: «Quella legge discrimina i gay»" di Giovanni Maria Del Re per avvenire.it del 25/06/2021;
Articolo "Omosessualità censurata per gli under 18: cosa dice la legge anti-Lgbt voluta da Orban" di Tommaso Lecca per europa.today.it del 25/06/2021.

Nessun commento:

Posta un commento