Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

La scuola 'paritaria' Sacro Cuore di Trento dopo aver buttato fuori insegnante presunta lesbica riceve lo stesso i fondi pubblici

Il lodo dell'Istituto Sacro Cuore di Trento (andreafacchinelli.wordpress.com)

Si è già raccontato, lo scorso 20 luglio, della disarmante e triste vicenda di omofobia e discriminazione che ha visto coinvolte la direttrice dell'Istituto scolastico paritario cattolico Sacro Cuore di Trento, la Superiora dott.ssa Ida Libratore (Madre Eugenia) ed una delle docenti a quel tempo in servizio presso il presso scolastico.
Ma, per quante di voi non avessero presente di cosa si sta parlando, riservandosi di rinviarvi per una lettura completa al post di riferimento (link in fondo al presente post) ecco un veloce e sintetico sunto.
Nel luglio dello scorso anno, 2014, è venuta fuori questa storia che vede la madre superiora dell'Istituto scolastico PARITARIO Sacro Cuore di Trento, chiamare nel proprio ufficio una delle sue insegnanti per chiederle di confermare alcune voci che le erano arrivate all'orecchio, in merito ad una sua presunta omosessualità.
Come è di tutta evidenza, l'insegnante si è rifiutata di rispondere alle domande della Madre Superiora e per questo motivo il suo contratto di insegnamento non è stato più rinnovato, dopo ben cinque anni, dall'Istituto scolastico.
Suor Eugenia (www.internationalpost.org)
Ora come allora, comunque, il punto non è (l'inqualificabile) gesto della Madre Superiora Suor Eugenia, Ida Libratore, ma il fatto che una tale discriminazione sia avvenuta in un istituto scolastico paritario, dove, cioè, lo stato interviene con i fondi pubblici di tutti quanti noi per garantire l'istruzione dei ragazzi in esso iscritti.
Non è la chiesa, dunque, a sostenere l'istituto Sacro Cuore ma lo Stato, dovendo quindi la scuola garantire l'istruzione scolastica dei ragazzi di Trento che ne facciano richiesta.
La rettrice, dunque, potrebbe tranquillamente agire così come ha agito, se la scuola fosse esclusivamente privata ed esclusivamente gestita e finanziata dalla chiesa italiana ma così non è: usufruisce anche dei finanziamenti pubblici. Dopo la vicenda dell'insegnante lesbica e la sua gestione, non avendo la scuola operato come di dovere, non restava altro che interrompere, in coerenza, il flusso dei finanziamenti pubblici...sennonché...
Sennonché, siamo in Italia e quindi leggete cosa è successo.
E' di questi giorni, infatti, la notizia che la Provincia di Trento ha nuovamente stanziato i fondi pubblici alla scuola omofoba e discriminante, con le parole del Presidente della provincia Ugo Rossi così giustificandosi: " la provincia ha fatto un'attività ispettiva finalizzata a verificare se c'è stata la discriminazione verso l'insegnante lesbica e non sono emersi elementi per mettere in discussione la parità scolastica dell'istituto religioso ", e dunque il contributo pubblico Trentino sarà erogato per la sua totalità anche nei prossimi anni. Contributo che, per la cronaca, ammonta a ben 4000 mila euro per studente!.
(da sito pdlcasolavalsenio.blogspot.com)
Impossibile commentare oltre con serenità, si lasciano dunque le ultime impressioni al commento di Alessandro Giacomini nel suo articolo "Il contributo omofobo della giunta provinciale Trentina" (link in fondo al Post): "Molti Trentini hanno consumato gli occhi sulla dichiarazione del governatore Rossi ad altri i loro sguardo è apparso come quello di Caronte, " di giada " , tutti si sono chiesti se la giunta priovinciale, il giorno 25 ottobre a pagina 25 ad un quotidiano regionale l'adige avesse letto la testuale dichiarazione di suor Eugenia libratore, alla domanda del giornalista: "lei non ha confermato il contratto alla docente lesbica, pentita ? o lo rifarebbe ? risposta : " è come aver dato una mano di lucido all'istituzione, oggi sono convinta più di prima che sia stata la scelta giusta", "ho voluto sentire la docente, chiedendo una smentita, che non è arrivata. Ho avuto la conferma di una tipologia di persona non adatta a questo ambiente. E' una persona che ha una identità e che si dovrebbe collocare da sola in un posto a lei adatto, è come se una donna che volesse abortire si rivolgesse all'ospedale San Camillo ".
Nel frattempo un autorevole quotidiano nazionale telefona alla suora direttrice della scuola che clamorosamente (è chiaro che la suora non è abituata a misurare le parole, sotto i riflettori non è stata divinamente diplomatica), conferma le precedenti dichiarazioni.
Più chiaro di cosi, alla luce dei dati oggettivi si può tranquillamente affermare che l'indagine ispettiva della giunta provinciale è servita al mero scopo di finanziare la scuola cattolica con un contributo omofobo, a cosa serve stabilire, di principio, che le scuole cattoliche devono garantire la non discriminazione, se poi ipocritamente si lascia passare tali dichiarazioni, cara giunta provinciale, far finta che non sia cosi è delittuoso.
MduL

Link ed Articoli utilizzati per la redazione del Post:
- Articolo "Il contributo omofobo della giunta provinciale Trentina" di Alessandro Giacomini per lavocedeltrentino.it

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