Il piazzale dell'Istituto Sacro Cuore di Trento |
Questa triste quanto disarmante vicenda è emersa grazie all'articolo "Trento, non smentisce omosessualità, la scuola non le rinnova il contratto", scritto da Giuseppe Pipitone lo scorso 19/07/2014 per il "Fatto Quotidiano".
Stiamo parlando di una storia, l'ennesima, di omofobia e discriminazione che ferisce ancor più perché perpetuata questa volta dalla direttrice dell'Istituto scolastico paritario cattolico Sacro Cuore di Trento, la Superiora dott.ssa Ida Libratore (Madre Eugenia), nei confronti di una docente dell'Istituto alla quale non è stato più rinnovato il contratto di lavoro, dopo cinque anni, perché la stessa si è rifiutata di rispondere alla domanda diretta di Madre Eugenia circa una sua presunta omosessualità!.
Si, avete letto bene. La Direttrice di un Istituto Superiore PARITARIO, che, in quanto tale, istruisce i nostri giovani studenti, ed eroga servizi in nome e per conto dello Stato, dal quale prende cospicui finanziamenti pubblici, inopinatamente violando financo la carta costituzionale, ha pensato bene di telefonare alla docente presunta lesbica (aveva sentito delle voci, si sa, il paese è piccolo e la gente mormora...) chiedendole di confermare o smentire la voce che la dava come compagna di un'altra donna.
La docente, come è di tutta evidenza, si è rifiutata di rispondere ad una domanda tanto personale e, dunque, la Madre Superiora Eugenia ha pensato bene di ritenere le voci fondate e di non rinnovarle il contratto perché, con le sue stesse parole "Visto che in questa scuola si fa educazione e bisogna avere attenzione
alle persone. C’è tutto un discorso che gira intorno ai bambini che
frequentano la scuola: è un discorso educativo”. E meno male che nel sito dell'Istituto Sacro Cuore, nella sua HomePage, si legge, testualmente: "L'Istituto S. Cuore mette al centro della sua attività i bambini e i
ragazzi, con le loro famiglie, in coerenza con il Carisma della
Fondatrice Teresa Verzeri; persegue la promozione umana, culturale e
spirituale dei propri studenti ed è attento alle realtà territoriali,
nazionali ed europee con il quale interagisce."
In ogni caso, per scansare subito da equivoci la problematica così come è stata impostata, il punto non è ciò che pensa la Madre Superiora Eugenia, il punto è che la scuola è paritaria, dunque, deve garantire un determinato approccio e deve tutelare determinati diritti poiché da un'offerta formativa che deve essere conforme a quella statale di cui, a tutti gli effetti, con l'equiparazione, fa parte. Tra questi diritti, il più logico ed indiscutibile è quello sancito dal primo comma dell'art.3 della nostra Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
Ecco, come direbbe a questo punto Suor Eugenia: Amen.
MduL
Ecco, questa l'introduzione, ecco ora l'articolo del "Fatto Quotidiano" fonte di questo Post: "Trento, non smentisce omosessualità, la scuola non le rinnova il contratto"di Giuseppe Pipitone del 19/07/2014.
"Dopo cinque anni non le viene rinnovato il contratto perché si rifiuta di smentire la sua presunta omosessualità. Succede a Trento, dove una docente del Sacro Cuore, un istituto paritario cattolico, è stata posta davanti al bivio: o smentisci di avere una compagna e di essere lesbica, o il tuo contratto non verrà rinnovato. “Insegno in quella scuola da cinque anni, e ogni anno non c’erano stati problemi: anzi direttrice e genitori erano entusiasti per il mio lavoro” racconta al fattoquotidiano.it la docente, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, per motivi di privacy. “Quest’anno – prosegue – sapevo che il mio contratto si sarebbe esaurito dopo gli esami di fine anno. Invece mercoledì scorso mi chiama la madre superiora, pensavo fosse per il nuovo contratto e invece esordisce con una domanda strana: vuole sapere se è vero quello che si dice in giro, e cioè che avrei una compagna e che quindi fossi lesbica”.
A quel punto la discussione precipita. “Chiaramente mi sono rifiutata di rispondere: mi sono sentita offesa, per quella domanda che entra a gamba tesa dentro la vita privata di una persona. Lei però non ha desistito: sembrava che le bastasse una mia smentita in quella sede, ma alla fine ha detto che se non rispondevo era perché evidentemente le voci erano vere e se non dimostravo il desiderio di risolvere quel problema non c’erano possibilità d’intesa. Per lei in pratica era la mia omosessualità, vera o presunta, a rappresentare il problema. Non l’omofobia, ma l’omosessualità”.
A quel punto la discussione precipita. “Chiaramente mi sono rifiutata di rispondere: mi sono sentita offesa, per quella domanda che entra a gamba tesa dentro la vita privata di una persona. Lei però non ha desistito: sembrava che le bastasse una mia smentita in quella sede, ma alla fine ha detto che se non rispondevo era perché evidentemente le voci erano vere e se non dimostravo il desiderio di risolvere quel problema non c’erano possibilità d’intesa. Per lei in pratica era la mia omosessualità, vera o presunta, a rappresentare il problema. Non l’omofobia, ma l’omosessualità”.
Madre Eugenia Libratore |
Il rinnovo del contratto per la docente, a quel punto, è fuori discussione. “Il problema non è se io sono o non sono lesbica. Il problema è che questo non deve assolutamente incidere in nessun ambito lavorativo”. La madre superiora, direttrice della Sacro Cuore, si chiama madre Eugenia Libratore. “L’istituto Sacro Cuore dichiara che ha regolarmente portato a termine i contratti in essere, e nel caso di contratti a termine sono state rispettate le scadenze prestabilite” è il senso di uno scarno comunicato di replica diffuso dalla scuola, in cui si spiega come il mancato rinnovo del contratto sia legato alla riduzione dell’organico. In un’intervista alla radio locale Nbc, però, suor Eugenia Libratore ammette l’incontro e il contenuto del colloquio con la docente. “Io ho fatto solo una domanda: ho avuto questa percezione, lei ci può aiutare a capire? Visto che in questa scuola si fa educazione e bisogna avere attenzione alle persone. C’è tutto un discorso che gira intorno ai bambini che frequentano la scuola: è un discorso educativo”.
“Se il mancato rinnovo, come sostenuto dall’insegnante, fosse basato su un orientamento che attiene ad una sfera personalissima la cosa sarebbe grave: l’ordinamento italiano vieta licenziamenti discriminatori, anche se si tratta di mancato rinnovo il principio è il medesimo” è quanto dichiarato da Sara Ferrari, assessore alle pari opportunità della provincia di Trento. L’istituto Sacro Cuore accede infatti ai finanziamenti erogati dalla provincia autonoma di Trento. Il caso era stato sollevato nei giorni scorsi dai comitati trentini che hanno sostenuto la Lista Tsipras alle ultime elezioni europee. “Ciò che desta preoccupazione e sdegno – scrivono – è la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, compiuta all’interno di una scuola paritaria, cioè una scuola che dovrebbe erogare un servizio pubblico, e così riesce ad ottenere finanziamenti pubblici dalla Provincia Autonoma di Trento grazie anche alla garanzia di servizi agli studenti, che la scuola pubblica non può offrire a causa dei ripetuti e molteplici tagli ai fondi”. Intanto la docente non ha ancora deciso se sporgere o meno denuncia. “Dalla preside non ho ricevuto neanche una telefonata, non so se sporgerò denuncia, al momento sono disoccupata, ma non voglio più avere a che fare con quella scuola”. Twitter: @pipitone87"
“Se il mancato rinnovo, come sostenuto dall’insegnante, fosse basato su un orientamento che attiene ad una sfera personalissima la cosa sarebbe grave: l’ordinamento italiano vieta licenziamenti discriminatori, anche se si tratta di mancato rinnovo il principio è il medesimo” è quanto dichiarato da Sara Ferrari, assessore alle pari opportunità della provincia di Trento. L’istituto Sacro Cuore accede infatti ai finanziamenti erogati dalla provincia autonoma di Trento. Il caso era stato sollevato nei giorni scorsi dai comitati trentini che hanno sostenuto la Lista Tsipras alle ultime elezioni europee. “Ciò che desta preoccupazione e sdegno – scrivono – è la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, compiuta all’interno di una scuola paritaria, cioè una scuola che dovrebbe erogare un servizio pubblico, e così riesce ad ottenere finanziamenti pubblici dalla Provincia Autonoma di Trento grazie anche alla garanzia di servizi agli studenti, che la scuola pubblica non può offrire a causa dei ripetuti e molteplici tagli ai fondi”. Intanto la docente non ha ancora deciso se sporgere o meno denuncia. “Dalla preside non ho ricevuto neanche una telefonata, non so se sporgerò denuncia, al momento sono disoccupata, ma non voglio più avere a che fare con quella scuola”. Twitter: @pipitone87"
Qui, se avete voglia di leggero direttamente dalla fonte, il link all'articolo originale:
Qui, invece, per completezza, il link al sito dell'Istituto Sacro Cuore di Trento
MduL