Si apprende grazie alle news del sito cinemagay.it, (tutti i link in fondo al post) che la città di Firenze si appresta ad approvare la delibera sul "Nuovo registro delle Unioni Civili".
Ora, sappiamo ormai tutte quante noi che il recepimento delle unioni civili da parte dei singoli Comuni d'Italia viene comunque cassato a livello nazionale, grazie al Ministro degli Interni, Angelino Alfano e, per lui, dai vari Prefetti italiani che, ultimo e più eclatante esempio a Roma, provvedono ad eliminare la procedura di riconoscimento avviata dai sindaci e, dunque, a togliere di nuovo dai registri dell'anagrafe i matrimoni gay inseriti soli pochi mesi addietro.
Certo, in questa sede, i risvolti più o meno (in)costituzionali non ci interessano, avendo ormai chiaramente tutte capito che si tratta solo ed esclusivamente di una questione politica che trova, come sempre ormai, il parlamento completamente assente; ciò che in questo post vogliamo segnalare è, invece, l'intrepida condotta dei dirigenti del Comune di Firenze e degli altri enti coinvolti, che, nei fatti, stanno cercando di baipassare il problema creato dal Ministero.
Ma andiamo con ordine. Anche perché la materia non è proprio di agevole ed immediata comprensione per i non addetti ai lavori. Che cosa vuole proporre il Comune di Firenze con la delibera di prossima (si spera) approvazione?
(da sito indelebilmente.forumfree.it) |
Il Comune, per evitare gli strali del Ministero, vuole proporre una nuova ed aggiornata versione del suo registro delle unioni civili, già in uso nel comune dal 1998, ma utilizzato da pochissime coppie (sia etero che omo) perché non consente comunque l'acquisizione di diritti fondamentali, quali, ad esempio, la possibilità di ottenere la pensione di reversibilità e di succedere alla propria compagna/o. Lo stesso registro, dunque, solo con la possibilità di ampliare la sfera dei diritti che l'iscrizione nello stesso può portare.
Sennonché, anche in questo modo, non è possibile inserire il riconoscimento dei diritti fondamentali sopra citati (pensione di reversibilità e successioni) perché, haimè, il riconoscimento di tali diritti a delle coppie, a delle persone, è prerogativa esclusivamente parlamentare (un Comune non può farlo).
L'unica cosa che si può fare, e che il Comune di Firenze sta provando a fare in questi giorni, è estendere il più possibile la sfera dei diritti, fino a dove possibile.
Nello specifico il Comune di Firenze, intende far iscrivere tutte le coppie che ne facciano richiesta: di fatto, sia etero che omosessuali ma anche, e qui una delle principali novità, le coppie gay già sposate all'estero, a questo registro per poter garantire loro almeno: l’accesso ad eventuali bandi che dovessero essere emessi per l'assegnazione delle case popolari ed i contributi sociali per le famiglie bisognose.
Oltre a questi, minimi, diritti, ne dovrebbero poi seguire altri, molto importanti, come il diritto a poter stare accanto alla propria compagna in ospedale oppure il diritto a far visita al proprio compagno/a in carcere (sperando che, in entrambi i casi, non ve ne sia mai bisogno!). In tal caso però, non è possibile prevedere tali diritti tout court, ma occorre coinvolgere le altre istituzioni ed enti coinvolti e cioè l'Asl ed il carcere del Comune.
Ebbene, Firenze questo ha fatto: ha preventivamente coinvolto i dirigenti dell'Asl 10 del proprio comune ed anche la Direttrice del carcere di Sollicciano. In merito a questa iniziativa, infatti, Paolo Morello, Direttore dell'Asl 10, sostiene che "bisognerà tenere conto dei diritti che già esistono per legge" ma certo "avere un certificato che legittimi una persona a stare accanto a qualcuno, faciliterebbe le cose a tutti". Dello stesso tenore le parole della Direttrice del carcere di Sollicciano, la Dott.ssa Maria Grazia Giampiccolo, per la quale "Sarebbe un riconoscimento importante, che favorirebbe l'incontro e lo sviluppo degli affetti fra le persone".
(sa sito notiziarioitaliano.it) |
Dunque, tutto pronto nel Comune di Firenze. Sono tutti favorevoli all'accoglimento di queste novità e, quindi, a Firenze, una coppia di donne lesbiche (sia di fatto che sposata all'estero), iscrivendosi in questo registro delle Unioni Civili, potrà: avere diritto all'assegnazione di una casa popolare, usufruire di eventuali contributi sociali per le famiglie bisognose che dovessero essere elargiti dal comune e, con il consenso degli enti di riferimento, per ora, stare accanto alla propria compagna che dovesse sentirsi male o andare a fare visita alla propria moglie arrestata.
Non potranno, invece, usufruire della pensione di reversibilità della moglie/compagna oppure entrare nel suo asse ereditario e non potranno nemmeno prendere decisioni sulle cure o quant'altro presuppone una disposizione per altri.
Iniziativa encomiabile e meritoria, ma non ci si può esimere dal fare alcune osservazioni. Su tutte, la principale è che si trova assurdo e ridicolo dover ancora oggi, in Italia (e, ormai, quasi solo in Italia), dover fare ricorso a questi artifici amministrativi per poter consentire un riconoscimento ed una tutela attenuati dei diritti delle coppie omosessuali (ma anche etero).
Come da sempre sostenuto, il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, dovrebbe essere sfiduciato perché utilizza la sua funzione per biechi interessi politici di bottega ed il parlamento tutto dovrebbe essere chiamato alla assunzione di responsabilità: non operano e non toccano assolutamente tali, fondamentali, argomenti perché cadrebbero tutte le varie alleanze...e, intanto, in sempre più paesi del mondo per due donne che si amano è possibile sposarsi e vivere in pace, con i propri diritti e doveri la vita insieme, qui da noi è ancora solo un sogno poter vantare alcuni fondamentali diritti.
Comunque, per farvi un'idea ancora più chiara e completa, vi rinvio ai due articoli sotto riportati, di Ernesto Ferrara e Maria Cristina Carratù.
MduL
Articoli utilizzati per la redazione di questo Post:
- News cinemagay.it: "Firenze - Unioni civili, il registro si apre alle coppie gay sposate all’estero" di Ernesto Ferrara
- "Unioni civili, il registro si apre alle coppie gay sposate" si Maria Cristina Carratù per la repubblica.it/firenze
- "Unioni civili, il registro si apre alle coppie gay sposate" si Maria Cristina Carratù per la repubblica.it/firenze