Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

"Perchè non sono più lesbica": questo il titolo dell'incontro programmato da alcune associazioni Cattoliche di Biella per raccontare la storia della giornalista mediaset Nausica Della Valle, guarita, a suo dire, dall'"abominio" di essere lesbica...

La lodandina dell'incontro che avrebbe dovuto aver luogo il prossimo 2 marzo a Biella (repubblica.it)
_ MduL, 23 febbraio 2019 _

Questa volta ci verrebbe anche da sorridere, se non fosse che queste manifestazioni stanno diventando sempre più articolate, ramificate e presenti sul nostro territorio.
La notizia è questa. 
Nausica della Valle (foto ilfattoquotidiano.it)
Le associazioni "Cristiani uniti per salvare Biella", "Cristo Re", "La chiesa di Sion" e la parrocchia delle Grazie di Biella avevano inteso organizzare per il prossimo 2 marzo, un incontro dal titolo “Perché non sono più lesbica“, per parlare della storia della giornalista Mediaset Nausica Della Valle, ex volto di Quinta Colonna di Del Debbio, che, a suo dire, sarebbe guarita dall'essere lesbica, grazie all'intervento di Dio.
E fino a qui, haimé, anche se controvoglia, nulla da eccepire: "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" (art.21 Cost.). Ciò che può essere eccepito, però, è il luogo scelto dagli organizzatori di tale evento e cioè i locali della città Studi di Biella.
Come è evidente, infatti, la scelta di tali locali per un incontro di tale natura, non può essere in alcun modo accettata, stante il fatto che si rischierebbe di far passare l'erroneo messaggio dell'omosessualità come malattia dalla quale si possa e si debba guarire, approfittando della credibilità di uno dei poli di cultura industriale più importanti d'Italia, che coinvolge anche una sede universitaria.

Il Pres. Pellerey (foto newsbiella)
In quest'ottica, si è fatta quindi subito avanti l'associazione "Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia", la quale, dopo la segnalazione di una loro attivista, avendo avuto modo di vedere la locandina dell'evento, con tanto di attestazione di "Avviso Sacro" a suo sigillo, apposta in ogni parte della città di Biella, ha provveduto subito a depositare una richiesta di revoca per tale evento, direttamente nelle mani del Presidente della Città Studi di Biella, Pier Ettore Pellerey .
Questi i toni ed il contenuto della richiesta dell'associazione Arcigay al Presidente Pellerey: "L'iniziativa avrà come relatrice Nausica della Valle, una giornalista che sostiene di non essere più lesbica e che definisce l'omosessualità un "abominio. Riteniamo che simili idee contribuiscano allo stigma e al pregiudizio nei confronti delle persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) e che, oltretutto, si posizionino in contrasto con tutta la letteratura scientifica. Dall'omosessualità non si può guarire perché l'omosessualità non è una malattia. Ci chiediamo, quindi, perché una realtà come Città Studi, che ospita la sede dell'Università pubblica e che si propone di diffondere la cultura nel territorio biellese, abbia deciso di ospitare un'iniziativa con propositi antiscientifici e discriminatori".
Da qui, la scelta dei vertici della Città degli Studi di Biella di annullare l'affitto e quindi di non ospitare l'evento presso tale struttura. Queste le parole del Presidente Pellerey: "Appena saputo dei contenuti dell'incontro abbiamo revocato subito l'affitto delle nostre sale. Tra l'altro questa è stata l'occasione per rivedere le procedure interne per l'accettazione delle richieste. Perché non deve più succedere che a Città Studi Biella abbiano luogo incontri il cui contenuto è in netto contrasto con i principi educativi che tentiamo di diffondere e sostenere (tra gli altri, tolleranza ed accettazione dell'altro)".

La Presidente Giulia Bodo (tgvercelli.it)
Esprime soddisfazione su tale 'nuova' scelta operata dai vertici della Città degli Studi, la presidente dell'associazione "Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia" Giulia Bodo.
Prima di questo evento, infatti, per loro stessa ammissione, i vertici della Città degli Studi avevano affittato i locali per altri eventi a tali associazioni, in quanto, non entravano nel merito del contenuto degli incontri programmati. Così facendo, però, si sarebbe rischiato, come in effetti, è successo, di lasciar passare tale incontro pubblico che si fa promotore di messaggi che alimentano lo stigma che l'omosessualità sia una malattia e che bisogna guarire. 

Cio detto, è evidente che gli organizzatori di tale evento non desisteranno dal loro intento e, dunque, siamo certe che troveranno una nuova sede, ma, almeno, speriamo, non potranno affittare altre strutture pubbliche e, sicuramente, non potranno più indire incontri di tale natura presso la Città degli Studi di Biella.

Niente altro da dire.

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