Bullismo omofobico (psicozoo.it) |
E' di questi giorni la polemica scoppiata per l'ennesimo caso di omofobia, mascherata dalla solita ed ormai non più scusabile ipocrisia!. I fatti dovrebbero essere a tutte voi ormai noti (i tg non hanno parlato d'altro), ma è bene riepilogarli.
La vicenda, trae origine da un articolo pubblicato sul Giornale di Monza. Riporta tale articolo, infatti, che un ragazzo di 16 anni (ragazzo che, scopriamo dalla Repubblica/Monza, seguito da un anno dai servizi sociali del Comune), iscritto al secondo anno all’Istituto cattolico professionale Ecfop della città brianzola [si prega di porre attenzione a questo dato della notizia: stiamo parlando dunque di una scuola paritaria!] è stato costretto dal Preside dell'Istituto a separarsi dai compagni per essere sistemato a parte, in fondo ad un corridoio e lontano dall'aula.
Ciò in quanto, a detta del Preside dell'Istituto, i compagni del ragazzo, a cui lui aveva mostrato la foto sul social
network, hanno prima chiesto e ottenuto dal sito la rimozione
dell'immagine "pedopornografica", e dopo si sono rivolti agli insegnanti.
Una situazione inaccettabile per la famiglia del ragazzo, che già l'anno scorso, in seguito alla scoperta dell'omosessualità del ragazzo e di alcune frequentazioni con adulti maggiorenni, si era rivolta alla scuola per chiedere assistenza. Di qui, la decisione di scrivere al preside e, soprattutto, di denunciare l'accaduto ai Carabinieri. In tal modo, la madre del ragazzo, si è presentata a scuola, accompagnata dai militari della Compagnia di Monza, facendo finalmente riammettere il ragazzo in classe.
* * * * *
Fin qui i fatti. Le riflessioni da compiere però sono altre e molto gravi.
* Prima di tutto, direi, la foto che è stata pubblicato dal ragazzo su Instagram. A quanto riferito dal Preside per i compagni di classe del ragazzo si tratterebbe di pedopornografia.
Sul punto, come dichiarato dalla madre stessa del ragazzo al Giornale di Monza, “Si tratta di una fotografia scattata quest’estate e messa sui social
che qualche altro compagno di classe deve aver mostrato agli insegnanti,
ma non capisco dove sia il problema. Non l’ha scattata a scuola".
Ebbene, io stessa ho avuto modo di vedere sulla mia pagina facebook, la foto "incriminata" postata, mi pare dai Sentinelli di Milano, quelli buoni (ma non sono sicura, dovrei controllare. L'avrei voluta inserire nel post ma su google non si riesce a trovare. Cercate, dunque, come detto, su facebook): è una foto talmente dolce e pura che mi ha fatto venire i capelli dritti. Ma come è possibile definire una tale foto pedopornografica? Si tratta semplicemente di due ragazzi teneramente abbracciati ed uno di essi porge la schiena all'altro. Si è vero, sono a torso nudo e allora? In quel gesto ed in quell'abbraccio non vi è nulla di perverso o pornografico, solo affetto ed amore!!!.
Questo, dunque, il primo e fondamentale elemento sul quale riflettere: chi ed in base a quale criteri definisce una foto pedopornografica??!!! Quella era una foto d'amore, vi prego, cercatela su facebook, così potete farvi una vostra idea...
* Altro elemento. Stiamo parlando, ancora una volta, di una scuola cattolica/paritaria. Stiamo parlando ancora una volta di discriminazione e rifiuto del diverso. In questo caso, poi, i genitori avevano pure chiesto aiuto e sostegno per gestire ed aiutare questo loro figlio in questo momento così difficile della sua vita. Il risultato è sotto l'occhio di tutte noi. Vergogna!. Sia ben inteso, questo Blog rispetta profondamente le persone che frequentano e/o insegnano nelle scuole paritarie, ben consapevoli che sono i singoli che sbagliano, si auspica però una diversa e più consona disciplina legislativa.
* Ed ancora, altro ed ancor più sconcertante elemento da valutare è l'erroneo ed omofobico atteggiamento dei compagni di classe del ragazzo. Se è vero che sono stati loro a chiedere la rimozione di tale foto dal social network ed anche ad attivare le autorità competenti della loro scuola, bhè, occorre dire con sgomento che il sistema educativo proprio non funziona più completamente!.
Ai ragazzi di quell'età, nel periodo più difficile della loro vita -l'adolescenza-, deve essere insegnato non dico l'amore per l'altro, ma almeno il Rispetto!! In quella classe, se davvero le cose sono andate nel modo in cui si legge sui quotidiani, i ragazzi non hanno ancora imparato tale importante e fondamentale elemento del vivere comune, della socialità. Che adulti saranno? Che uomini (e donne) stanno crescendo e preparando al mondo in quella scuola?. Aiuto!.
* Infine, come sempre in questi casi, l'ipocrisia sconcertante nelle parole del Preside. "Non è
questione di discriminazione, i cristiani non discriminano: accettiamo
tutti, abbiamo ragazzi di tutte le religioni. Volevamo proteggere sia il
corsista sia i suoi compagni". Ed al fatto quotidiano, limitandosi a
rispondere con un breve comunicato: “Vi assicuriamo che non facciamo
discriminazioni sessuali né razziali. La nostra attenzione – si legge
nella nota – è alla formazione professionale dei giovani, seguendo il
dettame della pastorale sociale della Chiesa cattolica”."
Educare i giovani seguendo il dettame della pastorale sociale della Chiesa cattolica!. E proteggere il corsista da chi? Ed i suoi compagni da che
cosa? Cosa può fare una foto come quella a dei ragazzi di quell'età? Li
fa diventare gay per osmosi od empatia? Li turba? E per che cosa? Perché
fa vedere che esiste l'amore anche tra due uomini?! Vergogna di nuovo!.
* La conclusione di questa storia? Il ragazzo, dopo l’episodio, il ragazzo è tornato a casa piangendo. “Non vuole più
tornare a scuola e questo mi dispiace – ha detto il padre – non è in
questo modo che si educano i ragazzi”.
Siamo assolutamente d'accordo: non è in questo modo che si educano i ragazzi.
MduL
Articoli utilizzati per la redazione del Post:
- Articolo <<Monza, studente gay lasciato fuori classe da solo. Genitori: “Discriminato”. Preside: “Volevamo tutelarlo”>> di F.Q. per il FattoQuotidiano/Web;
- Articolo <<Monza,16enne gay lasciato fuori dalla classe per una foto."Intervenga il ministero">> di Alessandra Corica per la Repubblica/Milano.