Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Ungheria, ecco già i primi provvedimenti di Orbàn contro il modo Lgbtqi, ed in particolare contro le persone transgender

Victor Orbàn (foto notizie.tiscali.it)
 _MduL, 4 aprile 2020_

Sapevamo che era solo questione di tempo, ma non pensavamo che il Primo Ministro dell'Ungheria, Victor Orbàn, riuscisse a stupirci con così largo anticipo. E' di questi giorni, infatti, l'annuncio del 'Primo Ministro' (le virgolette sono volute, visto che già molti parlando di dittatura) ungherese che ribadisce che da ora in poi, in Ungheria, le autorità non potranno più registrare sui documenti di identità il nuovo gender di qualsiasi persona che abbia cambiato sesso, quindi, ad esempio, chi ha cambiato sesso e vuole un matrimonio o convivenza con una persona di sesso diverso non sarà più per lo Stato parte di un'unione etero, ma, al contrario, verrà schedato ed escluso da ogni beneficio per le famiglie.
Zsolt Semjén (foto en.wikipedia.org)
Questa la - abberrante - giustificazione della legge, preparata dal fido vice primo ministro di Orbàn, Zsolt Semjen, ed approvata il giorno successivo alla proclamazione dei pieni poteri da parte di Orbàn stesso, "Cambiare il proprio sesso biologico è impossibile, i caratteri sessuali primari e le caratteristiche cromosomiche sono immutabili e non possono essere modificate da nessun ufficio di registro dello Stato civile magiaro".
Come detto, la cosa non ci soprende, se non nei tempi - effettivamente - molto/troppo rapidi, visto che Orbàn si era già fatto conoscere per le sue posizioni omofobe, avendo lo stesso a suo tempo già proibito studi accademici e universitari sul tema gender e cambiamento di genere o dibattiti su unioni diverse dal tradizionale matrimonio ufficiale eterosessuale. 
Come è evidente, tante le contestazioni, sia interne che esterne, a tale legge. Su tutte, vi segnaliamo le reazioni dell'associazione trans "Prizma Közösség" , della commissaria Ue per i diritti umani e dei copresidenti del gruppo misto omossessuali, lesbiche e transgender dell'Europarlamento, così come riportate nell'articolo di Andrea Tarquini per repubblica.it, utilizzato come fonte (link in fondo al post).
A nome dell'associazione trans magiara "Prizma Közösség", parla Zsófia Szabo, che, rilasciando una dichiarazione al sito Lgbt e trans svizzero 360.ch, così si esprime "Tale disposizione priva i trans in Ungheria della possibilità di usare i loro documenti senza paura", mentre, a livello europeo, l'associazione transgender Tgeu ha denunciato "l'enorme, grave passo indietro imposto alla società ungherese".
La commissaria Dunja Mijàtovic (foto coe.int)
A seguire, la reazione della Commissaria Ue per i diritti umani, Dunja Mijátovic, la quale ha duramente criticato la legge, dichiarando "le persone Lgbt e transgender hanno diritto a una vita normale senza discriminazioni basata sul diritto all'autodeterminazione" e "le autorità ungheresi devono garantire il loro diritto a procedure rapide e trasparenti per cambiare nome e gender sul registro civile nonché su carte d'identità, passaporti e altri documenti. È un diritto umano fondamentale, il riconoscimento ufficiale di gender è questione di dignità umana".
Infine, secondo Mark Angel e Terry Reintke, copresidenti del gruppo misto omosessuali, lesbische, transgender all'Europarlamento, la legge voluta da Orbán "è un attacco scandaloso e deliberato alla comunità trans che mira non solo a costringerla al silenzio ma anche a cancellarla e negare la sua esistenza".

(Foto it.dreamstime.com)
Dunque, non solo le opposizioni che facevano parte del parlamento ungherese e le organizzazioni lgbtqi magiare si sono espresse contro tale deriva omofoba, ma anche la Commissaria Ue per i diritti umani e degli esponenti del parlamento europeo e questo fa rabbrividire ancora di più, visto che, è bene ricordarlo e ribadirlo, l'Ungheria fa parte dell'Europa dal 1 maggio 2004 e, come tale, dovrebbe seguire i principi ed i diritti dalla stessa sanciti nelle più alte Carte dei valori che la rappresentano e che, per fortuna, la vincolano al rispetto dei diritti  di tutti e di ognuno.
Ma ricapitoliamo, per quante di voi se lo fossero perso, il breve cammino della deriva dittatoriale che ha seguito l'Ungheria in questo ultimo mese. A Budapest, infatti, si è passati da un sistema democratico, con un parlamento ed un governo, ad uno dittatoriale, nel quale il parlamento non ha più alcun ruolo e tutti i poteri sono stati accentrati da Victor Orbàn.
La 'scusa' per questo colpo di stato - perché di questo si tratta - è stata la lotta alla pandemia da coronavirus che sta colpendo il mondo intero.
Ebbene, con la scusa della necessità di dover agire in modo celere e con competenze e centri di potere accentrati, Orbàn si è fatto consegnare i pieni poteri dal parlamento stesso ed ha quindi, subito, abolito ogni competenza di questo consesso, lasciandosi libero di agire come meglio crede e senza alcun contrappeso istituzionale, divenendo, a tutti gli effetti di legge, un dittatore.
L'Europa, dunque, da pochi giorni a questa parte ha, tra i suoi paesi membri, un paese retto da un Dittatore! Niente male.

E, volete sapere come ha reagito Orbàn a tutte queste rimostranze, sia interne che esterne? Ecco quello che ha scritto al vertice Ppe con carta intestata da premier: "Non ho tempo per dibattiti su quale tipo di democrazia, devo lottare contro il virus nella mia patria, fate altrettanto e non interferite nei nostri affari interni". 
Ogni altro commento appare inutile.

MduL



Fonte:
Articolo "Ungheria, la stretta di Orbán contro i transgender: "No al cambio di sesso"" di Andrea Tarquini per repubblica.it del 3/04/2020

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