Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

Licenziamento della professoressa Giovanna Cristina Vivinetto: è stata discriminazione di genere. Questi gli sviluppi degli ultimi giorni.

La Prof.ssa Giovanna Cristina Vivinetto (huffingtonpost.it)
_MduL, 17 novembre 2019_

Vi segnaliamo la notizia che ha visto coinvolta la giovane, solo 25 anni, Giovanna Cristina Vivinetto, professoressa transessuale licenziata dall’istituto paritario “Kennedy” di Roma, dopo neanche due settimane di lezione.
La poetessa Giovanna Cristina Vivinetto (vincitrice del premio Viareggio Opera Prima per la poesia con “Dolore minimo”), infatti, insegnava letteratura italiana al triennio del liceo linguistico dell’istituto paritario Kennedy di Roma, dove era stata assunta lo scorso 23 settembre, per poi essere licenziata in tronco dopo pochi giorni.
Questo il suo lungo sfogo su Facebook: “Dopo appena due settimane di servizio, ieri la scuola paritaria mi ha licenziata in tronco, con motivazioni confuse e poco credibili come: sono indietro col programma, spiego troppo velocemente, non riesco a farmi rispettare dai ragazzi, non ho la tempra del docente perché, per ‘vocazione’, sono una poeta tout court. Ora, dopo cinque anni di studi letterari e tutta l’esperienza fatta da oratrice nel corso gli ultimi due anni in giro per l’italia, vi immaginate mentre spiego gli ‘Inni Sacri’ e le tre edizioni dei ‘Promessi Sposi’ di Manzoni e nel frattempo parlo di tutt’altro passando di palo in frasca?”.
La cosa, dunque, è parsa strana da subito, anche perché i ragazzi, suoi allievi, al contrario, le hanno testimoniato personalmente il loro entusiasmo per le sue lezioni. Riporta infatti la Vivinetto: “Venivano da me per confidarmi i loro problemi, gli eventi di ‘bullismo’ dentro la scuola, i loro desideri e aspirazioni. Volevano leggere le mie poesie, scriverne di loro pugno. Uno di loro è venuto a portarmi il suo prezioso quaderno con tutte le sue poesie scritte a mano”.
Da qui, dunque, il legittimo dubbio e la convinzione della Vivinetto che alla base del licenziamento ci sia tutt'altro che la presunta inefficienza e mancanza di giusta metodica educativa. Queste le sue parole: “Probabilmente c’entra il fatto che io sia una donna transessuale, e questo sarebbe molto più triste e ingiusto”.
Queste le reazioni della Vivinetto nell'immediatezza dell'evento, così come riportate dall'articolo dell'huffingtonpost.it del 15/10/2019 (link in calce al post) da noi sopra sintetizzato. Sennonché, oggi si torna a parlarne sono le nuove azioni intraprese dalla professoressa la quale ha dichiarato “Andrò fino in fondo. Son pronta a fare causa alla scuola per discriminazione di genere”. 
A spingere la Vivinetto all'iniziativa giudiziaria, la testimonianza di due ex colleghi universitari che hanno svolto un colloquio di assunzione nella stessa scuola. 
Grazie infatti al racconto di uno di questi suoi due colleghi, è venuta a sapere che immediatamente, il giorno dopo il suo allontanamento, si sono tenuti nuovi colloqui per sostituirla e solo il caso ha voluto che uno dei candidati per questi colloqui, fosse un suo collega universitario, il quale, subito dopo l’incontro l'ha contattata via Facebook, raccontandogli che la proprietaria della scuola si era lamentata del fatto che lui avesse un piercing e che quindi doveva escluderlo tra la rosa dei candidati al posto, anche perché, così a motivato la preside “nella scuola ci sono molte famiglie ricche e bigotte, tanto che abbiamo dovuto anche licenziare Giovanna Vivinetto, perché transessuale”.
Ecco fatto!. Ecco, la dimostrazione e la prova dell'avvenuta discriminazione di genere. Alla Vivinetto, dunque, non resta che adire le vie legali per far valere un suo (e nostro, di noi tutti, società civile intera) diritto fondamentale, contestualmente denunciando la discriminazione.
A tal fine, avendo la professoressa Vivinetto registrato tali parole della preside, è ora pronta a mettere tutto in atti per poter finalmente dimostrare che il suo licenziamento non è stato dovuto alla sua incapacità professionale, con le conseguenze che da ciò potevano derivare, ma da una discriminazione di genere, con tutte le conseguenze - qui si - che ciò comporta e cioè un inevitabile quanto legittima richiesta di risarcimento dei danni, dovuta dal fatto che così agendo la scuola ha screditato l'immagine sia di insegnante sia di scrittrice.
Ma non basta, perché, come riportato nell'articolo del corriere.it (link in calce al post) nei giorni scorsi la Vivinetto  ha lanciato la seguente petizione su change.org, che ha raggiunto in pochi giorni quasi 15mila firme, “Mi rivolgo innanzitutto alla scuola nel tentativo di una saggia presa di coscienza circa l’errore commesso in modo da poter correggere il tiro e risolvere il problema prima di dover arrivare in tribunale e, in tal caso, dover rispondere ad un giudice del lavoro. Mi rivolgo alle associazioni LGBT e a tutte le realtà che tutelano le minoranze in difficoltà, per creare una maggiore e capillare sensibilizzazione in merito alla tematica della discriminazione in contesto lavorativo. Mi rivolgo ai sindacati affinché simili incomprensibili ambiguità non avvengano più nei luoghi di lavoro e affinché possano fare chiarezza indagando su questo caso increscioso e assurdo, analizzando tutti i contratti di lavoro stipulati nella scuola con gli altri docenti”.
Chiude, infine, rivolgendosi direttamente al Ministro Lorenzo Fioramonti “poiché possa prendersi carico di questa vicenda rappresentativa di molte altre e avvii un’ispezione in tutte quelle scuole che assumono docenti con contratti poco chiari, mettendo poi in atto dinamiche oscure e spesso illegittime per licenziarli”. 

Non possiamo che essere d'accordo con la professoressa Vivinetto e darle tutto il nostro sostegno.
MduL





Fonti
Articolo Roma, la prof transessuale licenziata dopo nove giorni di lezione: “Pronta a fare causa per discriminazione” di Alex Corlazzoli per ilfattoquotidiano.it del 16/11/2019
Articolo Roma, prof transessuale licenziata: «Discriminata, farò causa alla scuola» della redazione di roma.corriere.it del 13/11/2019
Articolo "Licenziata perché trans". La denuncia della prof poetessa Giovanna Cristina Vivinetto, su huffingtonpost.it del 15/10/2019

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