(Foto informazione.it) |
_ MduL, 9 marzo 2019 _
La storia che vi stiamo per raccontare è raccapricciante e ci riguarda da vicino, molto da vicino.
Parliamo, infatti, della terribile storia di Francesca, una ragazza palermitana di soli 23 anni che, per anni, è stata abusata e perseguitata dalla sua stessa famiglia in quanto lesbica!.
Questa la notizia, così come divulgata dalla repubblica e riportata dal sito huffingtonpost.it (link in calce al post).
"Meglio una figlia morta che lesbica", queste furono le parole pronunciate otto anni fa dalla madre di Francesca, 23enne palermitana, quando ha scoperto che sua figlia era lesbica.
Ma questo è niente. Così come possono essere considerate 'niente' anche le percosse cui l'hanno sottoposta i familiari. L'episodio devastante e terribile, inconcepibile ed ingiustificabile è invece lo stupro perpetrato alla ragazza da suo padre. Infatti, approfittando dell'assenza della moglie, il padre abusò della giovane, per punirla (dice lui!!).
Storia straziante e devastante, dunque, che sarebbe rimasta nel dimenticatoio di un'esistenza, se non fosse che Francesca, a distanza di anni dal dramma subito, ha finalmente trovato il coraggio di denunciare e raccontare la sua storia.
Di più, la ragazza, ha deciso di costituirsi parte civile contro i suoi genitori, che la sostituta procuratrice di Termini Imerese, la dottoressa Annadomenica Gallucci, vuole portare a processo con accuse pesanti: "Maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori".
Per questa storia, che non ha nulla di positivo, i genitori di Francesca hanno fatto tre giorni di carcere ma negano, hanno sempre negato, sicuri anche del silenzio della piccola comunità in cui vivono.
I fatti, terribili, si svolgono in effetti, in un paese della provincia di Palermo, dove tutti gli abitanti facevano finta di non vedere e di non sentire. E, anzi, aiutavano sempre il padre a ritrovare la figlia, quando lei scappava.
(Foto Spreadshirt) |
Aveva solo 15 anni Francesca, quando la madre e il padre scoprirono, attraverso degli sms scambiati con le amiche, quale fosse il suo orientamento sessuale. Questa la testimonianza della ragazza.
"Mi tagliavo i capelli e vestivo maschile. La mia famiglia aveva già capito qualcosa delle mie scelte. Poi, una mattina ho lasciato il cellulare a casa, mia sorella ha letto i messaggi e li ha fatti vedere a mio padre. Quel giorno, sono corsi a scuola a prendermi. Tutti. Mio padre, mia madre, mia sorella e il suo fidanzato. E mentre eravamo in macchina, mi davano botte in testa, nelle gambe, mi davano botte dappertutto".
Ma non è tutto perché qui arriva subito la nefandezza perpetrata dal padre. Questi i fatti. La famiglia andò a prenderla a scuola e, una volta riportata a casa, la rinchiuse nella sua camera. Solo qualche ora dopo, suo padre approfittò di lei per punirla.
Fu allora che il padre si spogliò, dicendo: "Tu queste cose devi guardare, non le donne". E la violentò [...] Dopo gli abusi una sequenza di messaggi alle sue amiche. Lo stesso sms per tutte: "Buttana, lascia stare a mia figlia". E poi distrussero il cellulare della ragazza.
Fu allora che il padre si spogliò, dicendo: "Tu queste cose devi guardare, non le donne". E la violentò [...] Dopo gli abusi una sequenza di messaggi alle sue amiche. Lo stesso sms per tutte: "Buttana, lascia stare a mia figlia". E poi distrussero il cellulare della ragazza.
Come è facilmente ipotizzabile ed anche comprensibile, nel tempo, la giovane ha tentato il suicidio per ben 3 volte e, una volta compiuta la maggiore età, è fuggita di casa, lasciandosi alle spalle quella famiglia violenta e un paese che sapeva tutto ma si nascondeva dietro l'omertà.
Quindi, dopo aver abbandonato la propria abitazione natale, Francesca ha vissuto in una comunità protetta per diverso tempo e solo poi è giunta alla decisione di denunciare.
E non c'è altro da aggiungere. Coraggio Francesca!.
MduL
Fonte:
Articolo <<"Meglio una figlia morta che lesbica". Il padre la stupra per punirla, la famiglia la perseguita per anni>> su huffingtonpost.it
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