Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

"Mala tempora currunt": da alcuni articoli di stampa online, lo spunto per elencare altri fatti che testimoniano la paurosa erosione dei diritti civili e dei diritti della donna in particolare

Occorre resistere, tutelando i Diritti civili di ognuno, donando Amore e Rispettando tutti (Foto Wired)
Per i nostri post della (tristissima) serie "Mala Tempora Currunt", ecco alcune notizie incresciose di queste ultime settimane, lette sui vari quotidiani online e/o sentite ai tg o, ancora, lette sui social.

1.  "Meglio sporco di pipì che vestito di rosa".
 
Asilo Peter Pan di Chivasso (Foto Zazoom)
E' questa la frase shock scritta su un foglietto da una mamma e consegnata, contestualmente alle lamentele per il fatto di aver ricevuto il figlio, all'uscita da scuola, vestito di fucsia e con un paio di mutandine rosa addosso "da femmina",  alle maestre dell'asilo Peter Pan di Chivasso.
I fatti, che risalgono allo scorso 7 dicembre e che sono stati denunciati da altre mamme, coinvolgono uno dei piccoli allievi dell'asilo di via Paleologi, a Chivasso, il quale, quel giorno, certo senza volontà, sporca in serie, uno dopo l'altro, i cambi che la mamma gli aveva messo a disposizione, nell'armadietto. 
A questo punto, sporcato anche l'ultimo cambio utile lasciato dalla mamma, le maestre, per non lasciare il bambino bagnato e sporco, usano gli abiti di riserva che tengono in un armadietto di emergenza. Il bambino è un maschietto, ma gli unici vestiti che gli vanno bene e che le maestre riescono a trovare puliti, tra quelli per le emergenze, sono un paio di pantaloni fucsia. Infilano, dunque, i pantaloni puliti al bimbo e così lo riconsegnano a chi lo viene a prendere a fine giornata.
Sennonché, passato il fine settimana, il lunedì mattina la mamma si presenta in classe e consegna alle maestre una lettera dal seguente, testuale, tenore: "Vi ringrazio per i pantaloni rosa e le mutandine che avete imprestato al bambino, dopo aver esaurito la scorta. Però le norme sociali non le abbiamo fatte noi. Lo preferivamo pisciato, che sappiamo asciuga, a vestito da femmina e con le idee sull'identità di genere in conflitto"
Noi siamo davvero senza parole, utilizziamo quindi quelle scritte a commento dalla giornalista Carlotta Rocci "Spazzando via in un colpo solo anni di battaglie per scardinare imposizioni e cliché di genere, a partire dalle scuole, la lamentela della mamma ha lasciato senza parole le insegnanti che tutto si aspettavano ma non che una mamma preferisse lasciare il figlio imbrattato di pipì piuttosto che vestito di rosa".

Fonte ed Approfondimenti:
Articolo "Chivasso: "Mio figlio meglio sporco di pipì che vestito di rosa". La mamma si lamenta con le maestre d'asilo" di Carlotta Rocci per repubblica.it del 15/12/2018

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2.  In Trentino, la Lega ha sospeso i corsi “Educare alla relazione di genere”, che da 5 anni si svolgevano in decine di scuole della Provincia autonoma di Trento.
 
(Foto Trentino famiglia)
Prima di tutto una premessa. Stiamo parlando dei corsi sulla relazione di genere tenuti per cinque anni nelle scuole della Provincia autonoma di Trento e che educavano gli studenti trentini a rispettare la parità dei sessi e a superare gli stereotipi, affrontando temi come il bullismo e la violenza di genere. 
E questo fino a poco tempo fa. Il 28 dicembre scorso, invece, la deputata leghista e assessora provinciale alle politiche sociali, Stefania Segnana, ha inviato una circolare agli istituti interessati in cui veniva annunciato lo stop ai corsi “in attesa di approfondimenti ulteriori”. Un provvedimento preso in accordo con l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti e con il collega al lavoro Achille Spinelli
Questa la motivazione addotta:  l’obiettivo è “verificare la piena coerenza dei contenuti educativi dei percorsi con le aspettative delle famiglie rispetto ai valori che la Giunta provinciale intende perseguire”.
Insomma, la giunta leghista ha deciso di stravolgere l'offerta formativa predisposta a suo tempo dalla giunta di sinistra, prima di tutto bloccando questi corsi che educavano al rispetto, al confronto sul bullismo e sulla violenza nelle scuole, ma non solo. Nel mirino della giunta, infatti, è finito anche un libro, "Extraterrestre alla pari", distribuito nelle classi quarte di una scuola elementare della città. Scritto da Bianca Pitzorno, il romanzo è stato più volte attaccato in passato dai movimenti “no-gender” perché racconta la storia di Mo, un alieno proveniente dal pianeta Deneb (dove non si scopre il proprio sesso prima dei 20 anni) che arriva sulla Terra e sperimenta tutti i pregiudizi relativi all’educazione, vivendo un giorno da bambino e uno da bambina.
La giunta provinciale leghista, dunque, come detto, intende impostare la didattica nella scuola in modo decisamente diverso dagli anni precedenti. Via i corsi, i libri, i testi e, si suppone, tra poco, gli insegnanti che, insegnando il rispetto per gli altri, possono contribuire al diffondersi delle cosiddette “teorie gender”. Del resto, in tal senso (omettendo la parte sulla futura rimozione degli insegnanti, aggiunta da noi), si è espresso, dichiarandolo anche pubblicamente, il consigliere di maggioranza Claudio Cia (Agire).
Ma non è finita qui. Di questa notizia, infatti, l'aspetto più devastante non è quello sopra riportato, ma un altro, secondo noi ancora più grave. E' successo, infatti che, di fronte alla richiesta di alcune educatrici di avviare un dialogo, il consigliere Cia abbia così risposto, testualmente: “Se si va a visionare solo i profili Facebook di queste persone si può notare che ci troviamo di fronte a dei veri e propri attivisti politici che promuovono pensieri fuorvianti capaci di minare l’equilibrio dei nostri ragazzi”.
Si, avete letto bene. Ha dichiarato proprio ciò che vi è scritto tra le virgolette. E questo significa, secondo noi, che, come ai tempi del fascimo, si indaga e si giudica le persone per ciò che pensano non per ciò che fanno.
Il punto, infatti, non è se le educatrici e gli educatori che hanno tenuto tali corsi per gli ultimi cinque anni abbiano o meno 'irretito' i ragazzi con (l'inesistente) teoria gender, quanto ritenere che ciò sia avvenuto prescindendo da alcun riscontro fattuale, basandosi solo sui pensieri e sulle parole espresse da questi educatori sui loro profili personali!!. Orrore!!

Fonte ed Approfondimenti:
Articolo "Trentino, Lega sospende corsi nelle scuole sulla relazione di genere: “Vogliamo evitare discorsi su sessualità dei bambini”" di Marco Procopio per ilfattoquotidiano.it del 4/01/2019

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3. L'attivista transgender peruviana Alessia, che durante il Gay Pride di Milano era salita sul palco per raccontare la sua storia, è stata espulsa dal nostro paese, nottetempo, in modo assolutamente illegale ed illegittimo.

Alessia al Gay Pride di Milano (Foto Il Mattino)
L'attivista per i diritti Lgbtq, Alessia, assurta agli onori della cronaca italiana per aver fatto un intervento sul palco del Gay Pride di Milano, nel corso del quale, dopo aver parlato della sua storia, aveva concluso con queste parole: “In Italia sono tre volte discriminata perché donna, transgender e immigrata” , è stata rispedita, in modo repentino e subitaneo e, ciò che più conta, illegittimo, nel suo paese, il Perù.
Questi i fatti, così come riportati nell'articolo del FattoQuotidiano nostra fonte. 
“Alessia aveva un ricorso già depositato contro il diniego di permesso di soggiorno e il foglio di via che aveva ricevuto”, spiegano da Nessun persona è illegale. “Sicura delle proprie ragioni si è presentata in commissariato, ma subito è stata trasferita in Questura. Ha fatto appena in tempo ad avvertirci con una brevissima telefonata, poi un lungo silenzio: sequestrato il cellulare, impediti i contatti con l’esterno. Poi, alle sette del mattino del 28 dicembre, dopo una notte trascorsa lì senza spiegazioni, le è stato detto che sarebbe stata condotta davanti a un giudice poche ore dopo per l’esecuzione del rimpatrio. Non le è stato concesso di contattare l’avvocata che seguiva la sua richiesta di permesso di soggiorno, che aveva tutti i documenti per dimostrare che l’espulsione era e continua a essere irragionevole; è stata deportata così, senza avere il tempo di salutare le tante persone che le sono state amiche in questi suoi anni italiani, sistemare la sua casa e i suoi affetti, scegliere che cosa portare con sé”.
Anche in questo caso, non ci sono parole.

Fonte ed Approfondimenti:
Articolo "Milano, la denuncia: “Attivista trans bloccata per una notte, ammanettata e rimandata in Perù. Espulsione irragionevole”" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 3/01/2019
 
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4.  Leonardo, 53enne residente a Torino con il suo compagno, lo scorso 2 gennaio è stato picchiato a sangue da un gruppo di balordi solo perché non aveva una sigaretta da offrire loro
 
Il sig. Leonardo (Foto Repubblica Tv)
I fatti. Leonardo, 53, gay, vive con il suo compagno in un appartamento di un condominio Atc, come tanti, in Torino, da ben 9 anni. Non ci sono mai stati problemi con il vicinato, sennoché, lo scorso 2 gennaio, nel pomeriggio, l'evento: Leonardo è stato preso a calci e pugni e gli hanno rubato il borsello e le chiavi di casa, solo perché avrebbe risposto di non avere una sigaretta.
"Brutto ricchione ti ammazziamo" gli hanno urlato un gruppo di 10 condomini, mentre era nel cortile del condominio dove abita con il compagno e lo hanno mandato in ospedale con una prognosi di ben 30 giorni.
Anche in questo caso, però, non è solo la notizia in sé ad essere sconvolgente, quanto ciò che segue ed accompagna tale notizia. In questo caso, infatti, si è assistito al totale disinteresse ed indifferenza di tutti gli altri condomini non coinvolti!.  Non ci resta, dunque, che associarci alle parole del Torino Pride "Assume i contorni di un autentico linciaggio e di un pessimo inizio d'anno per la città. I rapporti con il vicinato non sono mai stati semplici ma il due gennaio scorso sono arrivati a un punto di non ritorno. È folle, ingiustificabile e gravissimo essere aggrediti in casa propria, non è concepibile che varie persone del condominio tra cui ragazzi e madri di famiglia arrivino a gridare a Leonardo "ricchione di merda scendi che ti ammazziamo, le persone come te vanno bruciate"".

Fonte ed Approfondimenti:
Articolo "Torino, branco aggredisce gay nel cortile di casa: "Brutto r..., ti ammazziamo"" di Cristina Palazzo per repubblica.it del 4/01/2019

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Infine, questa notizia che a noi, davvero, ci ha sconvolte, anche solo in quanto donne. 

5. A Bari, hanno trasmesso e fatto vedere agli studenti di un liceo, scene di aborti nell'ora di religione.

(Foto Today)
Basterebbe solo il titolo, evitando ogni altro commento od approfondimento, ma, per dovere di 'cronaca' vi riportiamo anche questa terribile ed inconcepibile notizia.
Questo evento è successo verso il 13 dicembre scorso. Stiamo parlando di una cruenta lezione pro vita, tenuta in un liceo di Monopoli, con la proiezione, durante l'ora di religione, di un video antiabortista vietato ai minori. 
A denunciarlo sono stati due deputati M5S, Veronica Giannone e Luigi Gallo, che hanno presentato un'interrogazione al ministro Bussetti. 
"'La pratica dell'aborto prevede che si estraggano pezzi di gambe e braccia di bambini già formatì" sarebbe una delle frasi con cui, denunciano i deputati, "l'associazione Movimento per la vita si sarebbe rivolta agli studenti delle prime classi del polo liceale Galileo Galilei di Monopoli", dopo essere stata invitata a parlare di interruzione di gravidanza, lo scorso 4 dicembre.
Ma non basta, sempre secondo quanto riportato dai due deputati, "pochi giorni dopo il docente di religione cattolica ha proiettato, sempre alle prime classi, un documentario dal titolo "L'urlo silenzioso", del 1984, vietato ai minori, in cui si vedono scene esplicite di aborti, accompagnate da termini come 'bambino dilaniatò o 'bambino smembrato'. 
E non aggiungiamo altro, non è il caso.

Fonte ed Approfondimenti:
Articolo "Bari, scene di aborti nell'ora di religione in un liceo. La denuncia M5S: "Studenti sconvolti"" della redazione di repubblica.it del 14/12/2018


Ecco fatto. Non volevamo che, come è successo già con tante altre notizie, questi fatti passassero inosservati.
Resistere!!

MduL

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