Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Diritti Lgbtq: come va in Italia? - Va male!! Ecco altri brutti episodi, dei quali non vorremmo parlarvi, da Trento a Sorrento, passando per Verona e Genova...

(Foto da sito Radio Babboleo)
Ancora brutte notizie, ancora episodi di rifiuto del mondo Lgbtqi e rigetto delle istanze per il riconoscimento dei diritti della comunità.
Vi abbiamo già raccontato, haimè, delle posizioni del neo-Governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana in merito alle istanze della comunità Lgbtq nella regione da lui amministrata. Da Governatore, così come a suo tempo da Sindaco, ha negato l'avallo istituzionale da parte della Regione al Gay Pride della Città di Varese, definendo l'eventuale patrocinio regionale 'divisivo', ma considerando, invece, l'illuminazione del palazzo del Governo cd "Pirellone", in occasione del 'family day' inclusivo poiché "...non credo sia una scelta divisiva. Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà." 
[Ma su questo punto, si rinvia al nostro post della scorsa settimana: "Diritti Lgbtq: come va in Italia? - Va male!! La posizione del neo-Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito al Gay Pride, ai diritti Lgbtq ed alle donne..."]

Ma, haimé, non è solo il Presidente della Regione Lombardia ad aver sdoganato il ritorno 'al medioevo' dei diritti Lgbtq. Il vento è cambiato in tutto il Nord d'Italia e, purtroppo, non solo. Ecco un po' di notizie sparse sull'argomento, pubblicate questa settimana.


Sorrento: questa Unione Civile non sa da fare...nel Chiostro di San Francesco.

Cerimonia nel Chiostro di San Francesco (Di Fiore Fotografi)
E' di questi giorni (esattamente dell'11 maggio scorso) la notizia, riportata da Carmen Davolo per napoli.repubblica.it (così come ripresa dall'articolo di Luciana Matarese per l'Huffington Post) del diniego da parte del Sindaco di Sorrento alla celebrazione dell'Unione Civile tra Vincenzo D’Andrea, ventisettenne napoletano e Heriberto Vasquez Ciro detto Beto, presso il Chiostro di San Francesco, dove, ad oggi, già molti matrimoni, civili e non religiosi, sono stati celebrati!.
Queste, nello specifico, le parole dell'una e dell'altra parte. 
* Il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo: "Abbiamo detto no perché, anche se il chiostro di San Francesco è di  proprietà del comune, è attiguo al monastero francescano e non mi è sembrato opportuno celebrare questo tipo di unione. Siamo disponibili negli altri luoghi da noi utilizzati come il Museo Correale, Villa Fiorentino e il comune stesso".
* Vincenzo D'Andrea, il promesso 'sposo': "Il comune di Sorrento fa parte dello Stato italiano e non del Vaticano. C'eravamo informati prima, lì si celebrano tantissimi matrimoni civili e non religiosi, perché a noi è stato vietato? Rivendichiamo gli stessi diritti degli altri cittadini. Ci sono state battaglie e fortunatamente grazie alla legge Cirinnà è stato stabilito un diritto di uguaglianza. Rispondere così esprime un basso profilo. Chiediamo uguaglianza. Voglio portare avanti questa battaglia per gli altri. Noi siamo stati accolti con grande simpatia e disponibilità dal comune di Piano di Sorrento. Celebreremo il nostro matrimonio a Villa Fondi . Ma la battaglia sarà per gli altri cittadini italiani che esprimeranno il desiderio sposarsi a Sorrento presso il chiostro di San Francesco. Per questo motivo abbiamo denunciato l’accaduto all’Arcigay di Napoli”.
Quindi, a due anni dall'approvazione della Legge Cirinnà sulle unioni civili (etero e non, ricordiamolo) a Sorrento, celebrazione sì, ma non in tutti i luoghi in cui è possibile per una coppia eterosessuale...
[Fonte: Articolo "Sorrento, il sindaco dice no alle unioni gay nel chiostro di San Francesco" di Carmen Davolo per napoli.repubblica.it]
 
Ma questo è niente, torniamo ora al Nord.

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Verona: il Rettore dell'Università annulla un Convegno su tematiche Lgbtq perché inviso ai gruppi di estrema destra ed alla Lega
 
Il Dipartimento Scienze Girudiche Università di Verona (univr)
La prima, sconvolgente notizia che siamo costrette a segnalarvi questa settimana riguarda la città di Romeo e Giulietta, Verona. Qui, il rettore dell'Università, Nicola Sartor, ha annullato il Convegno che avrebbe dovuto tenersi presso il dipartimento di Scienze Giuridiche, dal titolo "Lgbt: richiedenti asilo, orientamento sessuale e identità di genere" in quanto soggetto, a parer suo, a "Troppe strumentalizzazioni".
Questi i fatti. Il Convegno era stato organizzato dall'università di Verona per il prossimo 25 maggio, sennonché, visto il titolo della giornata di studio, sono iniziate le preventive proteste dei gruppi di estrema destra, da Forza Nuova a CasaPound, e della Lega (si, di uno dei due partiti che andrà al governo a giorni), i quali, dopo aver giudicato l'università «ostaggio di potenti lobby lgbt», accusandola di fatto di essere collusa con i trafficanti di esseri umani,  hanno distribuito volantini con la scritta  "No rifugiati gay a Verona, stop ditattura gender". E così via per giorni, con toni sempre più accesi ed acrimoniosi, fino alla capitolazione del Rettore: il Convegno non si terrà più.
Il Rettore, Nicola Sartor (VeronaSera)
Le motivazioni sono spiegate in una nota ufficiale. «Ho dovuto disporre la sospensione della giornata, rinviando l’approfondimento dei suoi contenuti scientifici a data da destinarsi. L’evento è uscito dall’ambito scientifico per diventare terreno di contrasto e soprattutto di ricerca di visibilità per diversi attivisti di varia estrazione. L’Università non può prestarsi a strumentalizzazioni da parte di soggetti estranei al mondo scientifico». 
Queste le parole nella nota del Rettore. Ma, a risposta di tali parole e di tali posizioni, facciamo nostre le parole del giornalista Paolo Berizzi, il quale così si esprime: "Già, strumentalizzazioni, dice il responsabile dell'ateneo. Di fatto, congelando l'iniziativa, l'università ha ceduto alle pressioni dell'ultradestra veronese, storicamente molto attiva in città." 
Così agendo, infatti, il Rettore si è fatto sì mezzo di strumentalizzazione e di solo una parte: l'estrema destra che tale giornata di studio non voleva. In questo caso, concordiamo con Pippo Civati, di Possibile "In un Paese civile un rettore così si dimette".
E, su questo punto, haimé non l'ultimo, vi riportiamo le parole dell'Arcigay Verona "....L’istituzione accademica che dovrebbe diffondere oltre alla conoscenza i valori universali della democrazia e dell’accoglienza, è stata invece piegata dall’oscurantismo da tempo imperante in questa città".
[Fonte: Articolo "Verona, annullato all'università il convegno sui gay sgradito ai fascisti" di Paolo Berizzi per repubblica.it]

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Trento: Il Presidente della Provincia Autonoma ha negato il patrocinio al "Dolomiti Pride".

Qui siamo proprio al Nord che più Nord non si può, e cioè nella Provincia Autonoma di Trento. In questo caso, abbiamo nuovamente, come nel caso della Regione Lombardia con il Governatore Fontana, il diniego alla sponsorizzazione istituzionale della manifestazione di orgoglio Lgbtq che gli organizzatori stavono organizzando nella Provincia. Artefice di tale diniego il Presidente della Provincia, Ugo Rossi, eletto nel centrosinistra (sigh!), il quale ha sostenuto che "...la parata è un evento di “folklore e di esibizionismo che sicuramente non apporta alcun contributo alla crescita e valorizzazione della società trentina e della sua immagine”.
Il Presidente Ugo Rossi
Ed anche in questo caso, in risposta a tali posizioni, facciamo nostre le parole del giornalista Daniele Erler, il quale scrive "Lo ha detto a Trento, la stessa città che ha appena ospitato – ovviamente con tutti i patrocini del caso – l’Adunata degli alpini. Con tanto di episodi di sessismo e piccole molestie (etero), denunciati dal comitato “Non una di meno” (anche se, per noi, viva sempre gli Alpini e ciò che, da sempre hanno rappresentato per il nostro paese con il loro pesante contributo di morti nelle guerre che ci hanno visti coinvolti. Anche per questo, speriamo che le mele marce di tale glorioso corpo, vengano al più presto estirpate).
Infine, le parole di Paolo Zanella, coordinatore del Dolomiti pride: "...in Trentino la giunta è di centrosinistra. Ma qui alle elezioni nazionali ha vinto per la prima volta la Lega e in ottobre ci sono le provinciali: “Forse l’omofobia istituzionale di Rossi è un calcolo politico, ma non si dovrebbero fare calcoli politici sui diritti delle persone”.

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Genova: qui è stato negato il patrocinio sia al Gay Pride Ligure che alla Cena organizzata dalle organizzazioni Pride contro l'omofobia.

Il Sindaco di Genova, Marco Bucci (wikipedia)
Scendiamo di nuovo, un pochino, per andare in Liguria. Qui, come avete potuto leggere nel titolo del paragrafo, il sindaco di Genova, di centrodestra, Marco Bucci, nel negare, come gli altri, il patrocinio alla manifestazione, ha definito il Pride una “manifestazione divisiva” (ci avete fatto caso? Le parole utlizzate sono sempre le stesse: il Gay Pride è una manifestazione divisiva....).

Sul punto, in replica a questo pensiero dominante dei vari amministratori pubblici, usiamo le parole rilasciate nell'intervista sempre di Daniele Erler, da Claudio Tosi, presidente di Arcigay a Genova: “Negli ultimi tre anni nella sola Genova ci sono stati quattro ragazzi che sono rimasti senza casa, cacciati dalle loro famiglie solo perché hanno fatto coming out e ammesso la loro omosessualità”. 
Il Presidente Arcigay GE, Claudio Tosi
Ma cosa c’entra questo con i Gay pride? 
“Sono manifestazioni che aiutano chi si sente solo: così capiscono che ci sono associazioni pronte ad aiutarli. E chi è stato cacciato da casa con la sola colpa di essere gay, grazie al Pride capisce che in realtà non è colpevole”.

Comunque, stessa cosa, cioè diniego alla sponsorizzazione ufficiale da parte delle istituzioni pubbliche, anche per la Cena organizzata sempre dal comitato ligure per il Pride per manifestare contro l'omofobia (argomento divisivo anche questo??!!). 
l'Avv. Ilaria Gibelli
Racconta infatti  Ilaria Gibelli, che fa parte del comitato organizzatore del Pride ligure, che ieri (17 maggio ndr_) era in Regione per cercare di spiegare i motivi dell’orgoglio arcobaleno: “Sabato faremo a Genova una grande cena colorata per manifestare contro l’omofobia” (sul punto, ricordiamo che in Italia oltre 50 persone sono vittime di omofobia ogni giorno, secondo i dati diffusi ieri da Gay Help Line per la giornata contro l’omofobia_ndr).
Con il patrocinio, questa volta? 
“No, lo hanno negato”.

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L'Italia nella classifica, pubblicata solo pochi giorni fa, che valuta le politiche e le leggi a favore degli omosessuali in Europa.

Il Logo dell'istituzione. Qui il sito: www.ilga-europe.org
E via discorrendo. Di episodi incresciosi potremmo, haimé, riportarne tanti altri ma ciò che conta è sapere, capire, che il vento è cambiato. Fino a che punto, come dice il poeta..."lo scopriremo solo vivendo..."
Fatto è che l’Italia è alla posizione 32 su 42 nella classifica che valuta le politiche e le leggi a favore degli omosessuali. 
La graduatoria, diffusa ieri, è compilata da Ilga-Europe, l’organizzazione che riunisce le associazioni pro gay di tutta Europa. 
Il nostro Paese ha un punteggio del 27%.
Nella classifica generale arriva dopo Albania, Kosovo, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Repubblica Ceca, Cipro e Slovacchia. I primi sono Malta, Belgio e Norvegia.





Senza altre parole.
MduL

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