Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

Nel programma "A modo mio", la vita ed il pensiero (innovativo e rivoluzionario) di Suor Teresa Forcades

Suor Teresa Forcades (foto da: la Ventisettesima Ora)

Con questo post Vi segnaliamo il programma "A modo mio", andato in onda venerdi 18 maggio 2018 su Rai Tre, in seconda serata. E ve lo segnaliamo perché in questo documentario si è narrata la vita e le opere (sia di intelletto che materiali) compiute - ed in compimento - dalla monaca benedettina di clausura Teresa Forcades. Una donna che, come cita la presentazione del programma stesso, è davvero una persona ' fuori dall'ordinario' che sta cambiando il mondo.
Ma, come sempre, proviamo ad andare con ordine.

Chi è Teresa Forcades.
Teresa Forcades i Vila nasce nella sua Catalogna, a Barcellona, nel 1966. Figlia di un agente di commercio e di una infermiera, è la prima di tre sorelle.
All'età di 11 anni, nel 1977, il primo grosso cambiamento nella sua vita: i suoi genitori si separano e lei, dopo un anno, nel 1978, con le sorelle e la madre si trasferisce a Parigi dove, con le sue parole "provai una sensazione di libertà e un'emozione per tutto quello che lì percepivo".
Nel proseguo degli anni, torna quindi in spagna, sempre a Barcellona, per studiare medicina e, nel 1992, va negli Stati Uniti dove, dopo tre anni, prende la specializzazione in medicina interna. Quindi, dopo altri due anni, nel 1997, dopo aver ottenuto una borsa di studio, si trasferisce a Cambridge, nel Massachusetts, dove consegue il Master of Divinity presso la Harvard Divinity School.
La 'chiamata' e la vocazione sono arrivate giusto poco prima della accettazione da parte della Harvard, mentre stava preparando un esame di medicina, allorquando, per trovare pace e concentrazione, decise di alloggiare per un mese nella foresteria del monastero. Qui, infatti, alla fine del periodo di studio, come da lei stessa dichiarato, è arrivata la chiamata di Gesù a farsi monaca.
A questa chiamata, Teresa voleva rispondere subito, prendendo i voti da li a breve, sennonché, la madre superiora, per tastare l'autenticità della vocazione, le ha chiesto di posticipare il suo ingresso nell'ordine di due anni, portando a termine prima gli studi. Teresa ha accettato ed ha quindi aspettato i due anni, portando a termine, come visto, tutti i progetti di studio, per tornare poi, nel 1997 al convento benedettino e qui, con l'approvazione ora della stessa madre superiora, si è fatta monaca di clausura dell'ordine.

Suor Teresa Forcades: una suora che sta cambiando il mondo. La discesa in politica.
Una volta diventata suora benedettina, di clausura, però, suor Teresa Forcades, non abbandona tutte le sue conquiste e conoscenze per chiudersi nella meditazione e contemplazione di Dio, ma impara a servirlo 'a modo suo', limitando magari le preghiere e chiedendo svariate dispense dalla clausura (dal Concilio di Trento pare sia possibile farlo per casi e situazioni specifiche. Si può ottenere, infatti, la cd "clausura parziale", applicata e/o revocata dalla comunità del monastero) per poter servire nel mondo.
Un primo eclatante esempio del suo rapporto particolare con Dio e con la sua istituzione religiosa, lo ha dato qualche anno fa, allorquando Suor Teresa ha chiesto, ed ottenuto, di essere dispensata dalla clausura per un anno, prorogabili fino a tre, per potersi lanciare in politica. Era, infatti, il settembre del 2015, quando, in Catalogna, si tenevano le elezioni regionali alle quali Suor Teresa, si è candidata alla Presidenza, formando il partito 'Proces Costituent', alleato di Podemos e di altre formazioni di sinistra. Suor Teresa, infatti, si dichiara non solo indipendentista, ma anche femminista, di sinistra e sostenitrice dei diritti dei poveri e degli esclusi di tutto il mondo. 

Suor Teresa Forcades: una suora che sta cambiando il mondo. Il pensiero Teologico ed il femminismo.
Narra Suor Teresa che, per ciò che riguarda i suoi studi filosofici, il suo pensiero teologico ed il suo rapporto con il mondo, è stata di fondamentale importanza nella sua vita l'incontro con Elisabeth Schüssler Fiorenza, teologa e femminista cattolica romena naturalizzata americana, che l'avvicinò alla teologia ed al femminismo. Da li, iniziò il suo percorso di conoscenza e di rottura degli schemi che la hanno portata, su temi fondamentali, sulle seguenti innovative posizioni:

"La Teologia Queer". Prima di tutto, cerchiamo di capire cosa si intende per Teologia Queer e lo facciamo con le parole di Suor Teresa, così come rilasciate in una delle interviste a repubblica.it di cui in calce al post, "Queer è un termine che cominciò a circolare negli anni Novanta. Può voler dire "attraversamento", "passaggio", "transizione". Poi ha preso il significato di bizzarro, strano, stravagante". E, incalzata dal giornalista che le fa notare come tale termine sia stato ricondotto all'universo transgender, continua "È vero e si tratta di una declinazione possibile (quella transgender_ndr). Quello che intendo è affrontare una teologia fuori dagli schemi precostituiti. La teologia non è la difesa concettuale dell'esistenza di Dio. Il che potrebbe creare parecchi malintesi. No. È una forma di co-creazione". "Penso che Dio non si sia limitato a creare il mondo e noi in sette giorni. Co-creazione significa che noi continuiamo a svolgere il suo lavoro con altri strumenti" "...Dio ha creato dei pezzi unici. Sta a noi continuare a esserlo".

Ma non solo, ecco altri punti salienti del suo pensiero filosofico, così come riportati in un'altra sua intervista, riportata sul sito quotidiano.net, ed il cui link potete trovare in calce a questo post.

D: Gli studi di genere sono un valido strumento conoscitivo per archiviare gli stereotipi sul femminile e sul maschile, nella società come nella Chiesa?
"Dipende da quali studi. Esistono molte versioni di cosa sia il genere. Alcune mi sembrano molto valide e altre mi sembrano false. 
Mi pare altrettanto falso considerare che la femminilità e la mascolinità possano definirsi in modo essenzialista (come nella teologia del corpo di Giovanni Paolo II) quanto pensare che siano delle pure categorie culturali".
D: Oggi l’attualizzazione della Teologia della liberazione coincide con la liberazione della donna dai luoghi comuni sul suo genere?
"Le diverse lotte di liberazione non si possono opporre tra di loro: oppressione economica, razzismo, sessimo, omofobia... Ogni persona deve affrontare lʼingiustizia che si trova davanti e ricordare, col Vangelo alla mano, che Dio non giustifica nessuna discriminazione e ci dà il coraggio per affrontarle".

D: Nella Chiesa vanno liberate anche le persone e, forse ancora di più, le coppie omosessuali: non basta dire «Chi sono io per giudicare?». Non trova?
"Non basta, ma è un primo passo. Da quando è stato eletto papa Francesco, i teologi, che come me sostengono che lʼamore omosessuale è benedetto da Dio, non hanno più avuto problemi. 
Prima sì, cʼerano denunce e si viveva nella paura di essere censurati. Ora no. 
I cambiamenti più significativi arriveranno quando la maggior parte dei fedeli cattolici sarà pronta. Non desidero che vengano imposti dallʼalto, tramite il Papa".


Ed ora arriviamo a noi: le posizioni di Suor Teresa Forcades sul mondo Lgbtq.
Da un'intervista di Geraldine Schwarz per repubblica.it (anche questa con link in calce al post) ecco il suo pensiero sul mondo Lgbtq neii suoi rapporti con la Chiesa cattolica.

Suor Teresa (thewildreed.blogspot.com)
Le parole di Suor Teresa sulle Unioni Civili: "Se si è contro le unioni civili perché queste permettono l'unione tra persone dello stesso sesso, mi sembra che questo sia in fondo solo paura delle differenze. Il valore fondamentale del matrimonio è che rappresenta un impegno per sempre. 
Credo che sia importante sottolineare questo in una società che tende alla superficialità e alla strumentalizzazione delle persone: sto con te perché mi servi, o mi sei utile, o mi dai piacere, o mi diverti o quello che sia. Sono contro questo atteggiamento chiaramente e l'unione civile può essere seria come una religiosa, dipende dal grado di impegno che ci si mette."
D.: Cosa pensa delle unioni civili e dei matrimoni omosex, possono essere considerati come un sacramento, possono funzionare agli occhi di Dio e della società?
"Un sacramento è la manifestazione dell'amore di Dio nello spazio e nel tempo. L'amore è sempre sacramento di Dio se rispetta la libertà dell'altro. L'amore possessivo, al contrario, anche se è tra un uomo e una donna, può non essere sacramentale nel significato profondo del termine".
D: Bambini "adottati" da una famiglia omosex, con due padri o con due madri, crede che possano crescere in modo sano?
"Sí, assolutamente. Quello di cui i bambini hanno bisogno è di un amore adulto, maturo e responsabile da genitori che antepongano le loro necessità alle proprie e che sappiano nello stesso tempo porre loro dei giusti limiti e aiutarli a crescere. Il fatto di crescere con due donne o con due uomini non rappresenta nessun problema. Nel medioevo molti bambini crescevano in Monastero solo con donne o solo con uomini e molti di essi sono diventati santi".

E più in generale, su altri problemi etici connessi anche alle questioni Lgbtqi:

D: Cosa pensa della maternità surrogata?
"Il graduale accumulo di ricchezza nelle mani di pochi è lo scandalo del nostro secolo. La maternità surrogata è un abuso di potere in un mondo economicamente sbilanciato come quello attuale nel quale viviamo. Mette sempre più spesso donne povere nelle condizioni di scegliere se commercializzare e vendere la propria maternità o condannare se stesse e i loro figli alla miseria. ...Omissis.... "A parte lo sfruttamento economico, rifiuto la maternità surrogata per ragioni etiche: la psiche di una persona comincia costituirsi durante la gravidanza attraverso la percezione della voce e gli effetti degli ormoni materni che circolano nei tessuti fetali e che si accordano alla  voce e dallo stato d'animo della madre. Quindi, la separazione dalla madre biologica è sempre traumatica per il bambino e deve evitarsi per quanto possibile".
D: Cosa pensa della posizione del Vaticano sui temi dei diritti civili e temi bioetici?
"La dottrina della Chiesa difende la dignità della persona e rifiuta la sua strumentalizzazione però in alcuni casi come nell'aborto, o per l'eutanasia, il principio di autodeterminazione della persona che è un principio riconosciuto e difeso dalla Chiesa, si scontra con la difesa della vita e con il riconoscimento della vita come dono di Dio
Io credo che la chiesa debba continuare a difendere la vita come un dono del quale non si può disporre a proprio piacimento. Ma credo che la maniera migliore di farlo non sia promuovere leggi che criminalizzano le donne che interrompono la gravidanza. Non si può salvare la vita del feto senza mettere sotto accusa i diritti della madre. Allora è necessario chiedersi se vogliamo che uno Stato forzi una donna a scegliere per il bambino. In questo caso, solo in questo caso, io propendo per la madre
Io credo che non si possano strumentalizzare le persone: non si può fare della madre uno strumento per la vita del bambino ma allo stesso tempo, e questo vale per la pratica della surrogazione, non si può neanche fare del bambino uno strumento del desiderio".

Infine, in merito al suo modo di essere e sul suo rapporto con le istituzioni ecclesiastiche:

D: Si sente rivoluzionaria e femminista come la definiscono alcuni? in che senso?
"Mi sento una rivoluzionaria pacifica. Mi sento femminista perché voglio riconoscere il lavoro delle prime donne, pioniere del femminismo che si chiamarono così mentre lottavano per il diritto a entrare all'università, al voto, a essere governanti nella società o a detenere i massimi incarichi nella chiesa o nella religione.
Sono contro la violenza e non la considero utile a cambiare la società però sono rivoluzionaria perché credo che la nostra società non si debba riformare ma debba proprio cambiare radicalmente. Per esempio difendo il diritto alla proprietà ma non sono d'accordo quando vuole essere un valore assoluto. In questo sono contro i principi capitalistici".
D: Ha intrapreso molte battaglie, c'è qualcuno che ha cercato di farla restare in silenzio? Quali sono le critiche che le vengono rivolte e se ha subito resistenze, da parte di quali ambienti?
"Mi hanno censurato, cancellato conferenze sia in ambito medico che politico che religioso. 
Per la medicina, per le mie critiche contro le industrie farmaceutiche. 
Per la politica, per le mie critiche alla politica del governo israeliano nei confronti della popolazione palestinese. 
In ambito religioso, perché difendo le unioni omosessuali e per il mio femminismo. 

D: Quali sono oggi per lei gli ostacoli sul cammino delle donne nella Chiesa?
"L'ostacolo maggiore è l'interiorizzazione di una coscienza che dice che le donne devono avere un ruolo secondario rispetto a quello degli uomini e che Dio desidera così".

Ecco, dunque, il pensiero teologico e filosofico di Suor Teresa Forcades. Si può essere più o meno d'accordo con lei, si può essere cattoliche o meno, ma, secondo noi, è importante conoscere questa donna e sapere che esiste perché, volenti o nolenti, sta effettivamente cambiando il mondo!.

Per quante di voi volessero saperne di più, questi sono i suoi libri più famosi (trovate il link alla pagina ibs.it con i suoi libri in calce al post):
'Nazione e compassione' (Castelvecchi, 2018)
"Fede e libertà" (Castelvecchi, 2017)
'Siamo tutti diversi!' (sempre per Castelvecchi, 2016) 

Infine, sempre in calce al post, per quante di voi fossero interessate, anche il link alla puntata di "A modo mio" su Suor Teresa Forcades, trasmessa ieri, venerdi 18 maggio 2018 su Rai Tre.

E con questo, è tutto.
MduL



Fonti:
* Articolo "La storia di Teresa, la suora spagnola che ha lasciato la clausura per la politica", del 16/06/2015, ad opera della redazione de lastampa.it;
* Articolo "Teresa Forcades: "Ho lasciato l'università di Harvard per il convento"" di Antonio Gnoli per repubblica.it;
* Articolo "Suor Forcades, la storia. Una femminista in clausura. L'intervista" - BLOG Pacem in Terris - di Giovanni Panettiere su quotidiano.net;
* Pagina ibs.it relativa ai libri di Suor Teresa Forcades
* Pagina di raiplay sulla puntata di "A modo mio" su Suor Teresa, andata in onda venerdi 18 maggio, in seconda serata, su Rai Tre

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