(ihr.asu.edu) |
Allora, l'argomento non è semplice, quindi cerchiamo subito di fare chiarezza.
Prima di tutto definiamo, in parole povere, l'oggetto. La cosidetta "Ideologia del Gender"
fa riferimento al presunto "indottrinamento" che, secondo le istituzioni
ecclesiastiche e la parte della società che in tali principi si
riconosce, riceverebbero i bambini nella scuola italiana, al fine di
comprendere e conoscere la diversità di genere e cioè la dimensione
anche LGBT della vita.
(notizieprovita.it) |
Per la
Chiesa (non tutta però), infatti, questa forma di conoscenza è sbagliata
e controproducente poiché minerebbe alle fondamenta la "famiglia". Per
la Chiesa, non esistono "Generi", niente gay/lesbiche/trans
ecc...Esistono solo uomo e donna (ragazze che vi sentite uomini e
viceversa fatevene una ragione, per la Chiesa non esistete proprio!) e
ognuno di questi due generi per natura può innamorarsi soltanto del
genere opposto (lesbiche/gay/bisex ecc..fatevene una ragione anche voi e
non abbiate paura. Per la Chiesa potete essere curati!). Ciò che conta
sono solo ed esclusivamente un uomo, una donna e la relativa prole per
dare vita alla cd "famiglia naturale". A questo, dunque, deve tendere ed
insegnare la scuola: deve rimarcare le differenze tra uomini e donne e
deve continuare ad assegnare ad ognuno di loro il ruolo sociale previsto
per la famiglia naturale (con il ruolo della donna che, come è di tutta
evidenza, sarà quello di genitrice, madre, moglie, angelo del focolare
domestico, figlia che accudisce i genitori e mai "donna/persona").
Tutte le persone Lgbt, infatti, altro non sono che il frutto dell'indottrinamento e del condizionamento sociale che, con i suoi empi principi, ha convinto molte persone di amare persone del proprio stesso sesso o essere e sentirsi del sesso 'opposto'.
In altre parole, e cioè con le parole dell'Associazione degli psicologi (API), oggi "si assiste all’organizzazione di iniziative e mobilitazioni
che, su scala locale e nazionale, tendono a etichettare gli interventi
di educazione alle differenze di genere e di orientamento sessuale nelle
scuole italiane come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta
“ideologia del gender”.
Mon. Giampaolo Crepaldi (ilpiccolo.gelocal.it) |
Fulgidi esempi di tale - insostenibile - posizione vengono offerti, oltre che dalle più volte citate "sentinelle in piedi" e dai cd "quattro moschettieri", dai massimi esponenti della Chiesa. Infatti, dopo l'esternazione della settimana
scorsa del segretario di stato Vaticano, Mon. Pietro Parolin, in merito
all'esito del referendum irlandese sui matrimoni gay, il quale ha
definito l’esito del referendum come «una sconfitta per l’umanità», siamo costrette questa settimana a dare conto anche della dichiarazione
dell'arcivescovo di Trieste, Mon. Giampaolo Crepaldi, il quale, nel
contesto dell'omelia pronunciata durante la messa domenicale, a
conclusione della "peregrinatio Mariae" presso il santuario Monte Grisa,
ha così esordito: «Gli attacchi al matrimonio come unione di un uomo e una donna
rappresentano una sorta di suicidio dell'umanità stessa, soprattutto nei
nostri paesi occidentali». Di più, l'arcivescovo Crepaldi, probabilmente sconvolto dal fatto che pochi giorni addietro fossero stati registrate ben due unioni omosessuali all'anagrafe cittadina, ha continuato asserendo che «Dal punto di vista cristiano è erroneo
affermare che la relazione fondamentale tra uomo e donna sia soltanto un
prodotto culturale o sociale, un 'donò di un governo o la costruzione
dell'uomo. I governi non possono soppiantare la primordiale
responsabilità dei genitori per i loro figli, né possono negare ai
bambini il diritto di crescere con una mamma e un papà».
Mon. Bagnasco (ilsole24ore.com) |
A seguire, sempre questa settimana,
la dichiarazione del Presidente della Conferenza Episcopale, cardinale
Angelo Bagnasco, il quale, ingerendosi ancora una volta in modo palese e
spudorato nelle questioni dello Stato Italiano, in merito
all'insegnamento dell'educazione sessuale nelle scuole, si è epresso con
queste precise parole: «Non fare educazione sessuale e
surrettiziamente diffusione della teoria del genere nelle scuola durante
l'orario curricolare ma casomai fare educazione alla sessualità se, e
solo se, lo chiedono i genitori come servizio aggiuntivo al di fuori del
monte ore scolastico».
Niente male per l'istituzione ecclesiastica, posto che solo poco tempo addietro, in merito alla posizione della Chiesa sulla famiglia, vi è stato l'auspicio, emerso della 5ª Sessione del Sinodo, svoltasi a Pietralba, di una apertura e rinnovata collaborazione tra le istituzioni ecclesiastiche affinché si addivenga finalmente ad una nuova adesione dei principi con la società civile.
Riporta infatti il documento conclusivo del Sinodo sul punto: "Nelle questioni essenziali
sul matrimonio e la famiglia molte delle persone che si sentono vicine
alla Chiesa preferiscono oggi orientarsi alla propria coscienza
piuttosto che ad una dottrina. E il divario tra magistero della Chiesa,
gerarchia ecclesiale e realtà delle persone diventa sempre più profondo.
Questa mancata apertura ha causato molta sofferenza alle madri non
sposate, ai figli nati fuori dal matrimonio, alle coppie di fatto, ai
separati, agli omosessuali e alle vittime di abusi sessuali. Una realtà
di fronte alla quale c’è da scusarsi e chiedere perdono, ha sostenuto
l’assemblea sinodale, orientata a intraprendere nuove iniziative per
rispondere alle esigenze delle persone per rendere nuovamente
visibile il valore del matrimonio e rendere possibile un nuovo inizio".
(universita.it) |
Ma le divisioni interne alla stessa Chiesa, in questa sede, seppur importanti e da rimarcare, poco rilevano. Ciò che conta è chiarire subito e definitivamente che tale posizione dottrinale e di principio, quella cioè che vede in atto una fantomatica operazione finalizzata all'affermazione di una "ideologia gender" non è corretta e non esiste!.
E questo non lo dico io che non sono nessuno, ma l’Associazione Italiana di Psicologia (AIP) che, approvando il documento
"Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento
sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani”, ha chiarito che il concetto di “IDEOLOGIA DEL GENDER” non ha alcuna consistenza scientifica!.
Infatti, "Favorire l’educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti
didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e l’orientamento
sessuale non significa promuovere un’inesistente “ideologia del gender”,
ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e
dell’affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto
della persona umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto
strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni
come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il
cyberbullismo".
A sua volta, l'Associazione degli Psicologi, non parla a nome proprio, ma "riconosce la portata scientifica dei "Gender Studies" che, insieme ai "Gay and Lesbian Studies" ed ai "Women Studies", hanno
contribuito in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande
rilievo per molti campi disciplinari (dalla medicina alla psicologia,
all’economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla
riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle
discriminazioni basati sul genere e l’orientamento sessuale".
Ma non basta, "Il contributo scientifico di questi studi si affianca a quanto già
riconosciuto, da ormai più di quarant’anni, da tutte le associazioni
internazionali, scientifiche e professionali, che promuovono la salute
mentale (tra queste, l’American Psychological Association, l’American
Psychiatric Association, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc.),
le quali, derubricando l’omosessualità dal novero delle malattie, hanno
ribadito una concezione dell’omosessualità come variante normale non
patologica della sessualità umana".
(hal.arts.unsw.edu.au) |
Insomma, le evidenze empiriche raggiunte da questi studi mostrano che il
sessismo, l’omofobia, il pregiudizio e gli stereotipi di genere sono
appresi sin dai primi anni di vita e sono trasmessi attraverso la
socializzazione, le pratiche educative, il linguaggio, la comunicazione
mediatica e le norme sociali.
Dunque, una eventuale, quanto auspicabile, seria ed appropriata diffusione di tali studi attraverso corrette
metodologie didattico-educative può offrire occasioni di crescita
personale e culturale ad allievi e personale scolastico e può contrastare
le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale nei
contesti scolastici, valorizzando una cultura dello scambio, della
relazione, dell’amicizia e della nonviolenza.
Del resto, perfino l’Unicef, nel Position Statement del novembre 2014, ha rimarcato la
necessità di intervenire contro ogni forma di discriminazione nei
confronti dei bambini e dei loro genitori basata sull’orientamento
sessuale e/o l’identità di genere. Ed un’analoga policy è da tempo seguita
anche dall’Unesco.
MduL
Articoli utilizzati per la redazione del Post:
- Articolo "Il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi: "Attacchi alla famiglia sono un suicidio dell'umanità"" della redazione di
ilpiccolo.gelocal.it/trieste;
- Articolo "Angelo Bagnasco: "L'educazione sessuale in classe solo fuori dall'orario, se richiesto dai genitori"" della redazione di
huffingtonpost.it;- Articolo "Divorziati o omosessuali il Sinodo chiede scusa" della redazione di cinemagay.it;
- Articolo "La 'ideologia del Gender' non ha alcuna consistenza scientifica" della redazione di Rete Lenford;
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