Ultimo aggiornamento il 7 ottobre 2024

Omofobia: la cd "Ideologia del Gender"

(ihr.asu.edu)
Allora, l'argomento non è semplice, quindi cerchiamo subito di fare chiarezza. Prima di tutto definiamo, in parole povere, l'oggetto. La cosidetta "Ideologia del Gender" fa riferimento al presunto "indottrinamento" che, secondo le istituzioni ecclesiastiche e la parte della società che in tali principi si riconosce, riceverebbero i bambini nella scuola italiana, al fine di comprendere e conoscere la diversità di genere e cioè la dimensione anche LGBT della vita. 

(notizieprovita.it)
Per la Chiesa (non tutta però), infatti, questa forma di conoscenza è sbagliata e controproducente poiché minerebbe alle fondamenta la "famiglia". Per la Chiesa, non esistono "Generi", niente gay/lesbiche/trans ecc...Esistono solo uomo e donna (ragazze che vi sentite uomini e viceversa fatevene una ragione, per la Chiesa non esistete proprio!) e ognuno di questi due generi per natura può innamorarsi soltanto del genere opposto (lesbiche/gay/bisex ecc..fatevene una ragione anche voi e non abbiate paura. Per la Chiesa potete essere curati!). Ciò che conta sono solo ed esclusivamente un uomo, una donna e la relativa prole per dare vita alla cd "famiglia naturale". A questo, dunque, deve tendere ed insegnare la scuola: deve rimarcare le differenze tra uomini e donne e deve continuare ad assegnare ad ognuno di loro il ruolo sociale previsto per la famiglia naturale (con il ruolo della donna che, come è di tutta evidenza, sarà quello di genitrice, madre, moglie, angelo del focolare domestico, figlia che accudisce i genitori e mai "donna/persona").
Tutte le persone Lgbt, infatti, altro non sono che il frutto dell'indottrinamento e del condizionamento sociale che, con i suoi empi principi, ha convinto molte persone di amare persone del proprio stesso sesso o essere e sentirsi del sesso 'opposto'.
In altre parole, e cioè con le parole dell'Associazione degli psicologi (API), oggi "si assiste all’organizzazione di iniziative e mobilitazioni che, su scala locale e nazionale, tendono a etichettare gli interventi di educazione alle differenze di genere e di orientamento sessuale nelle scuole italiane come pretesti per la divulgazione di una cosiddetta “ideologia del gender”.

Mon. Giampaolo Crepaldi (ilpiccolo.gelocal.it)
Fulgidi esempi di tale - insostenibile - posizione vengono offerti, oltre che dalle più volte citate "sentinelle in piedi" e dai cd "quattro moschettieri", dai massimi esponenti della Chiesa. Infatti, dopo l'esternazione della settimana scorsa del segretario di stato Vaticano, Mon. Pietro Parolin, in merito all'esito del referendum irlandese sui matrimoni gay, il quale ha definito l’esito del referendum come «una sconfitta per l’umanità», siamo costrette questa settimana a dare conto anche della dichiarazione dell'arcivescovo di Trieste, Mon. Giampaolo Crepaldi, il quale, nel contesto dell'omelia pronunciata durante la messa domenicale, a conclusione della "peregrinatio Mariae" presso il santuario Monte Grisa, ha così esordito: «Gli attacchi al matrimonio come unione di un uomo e una donna rappresentano una sorta di suicidio dell'umanità stessa, soprattutto nei nostri paesi occidentali». Di più, l'arcivescovo Crepaldi, probabilmente sconvolto dal fatto che pochi giorni addietro fossero stati registrate ben due unioni omosessuali all'anagrafe cittadina, ha continuato asserendo che «Dal punto di vista cristiano è erroneo affermare che la relazione fondamentale tra uomo e donna sia soltanto un prodotto culturale o sociale, un 'donò di un governo o la costruzione dell'uomo. I governi non possono soppiantare la primordiale responsabilità dei genitori per i loro figli, né possono negare ai bambini il diritto di crescere con una mamma e un papà».
Mon. Bagnasco (ilsole24ore.com)
A seguire, sempre questa settimana, la dichiarazione del Presidente della Conferenza Episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, il quale, ingerendosi ancora una volta in modo palese e spudorato nelle questioni dello Stato Italiano, in merito all'insegnamento dell'educazione sessuale nelle scuole, si è epresso con queste precise parole: «Non fare educazione sessuale e surrettiziamente diffusione della teoria del genere nelle scuola durante l'orario curricolare ma casomai fare educazione alla sessualità se, e solo se, lo chiedono i genitori come servizio aggiuntivo al di fuori del monte ore scolastico».
Niente male per l'istituzione ecclesiastica, posto che solo poco tempo addietro, in merito alla posizione della Chiesa sulla famiglia, vi è stato l'auspicio, emerso della 5ª Sessione del Sinodo, svoltasi a Pietralba, di una apertura e rinnovata collaborazione tra le istituzioni ecclesiastiche affinché si addivenga finalmente ad una nuova adesione dei principi con la società civile. 
Riporta infatti il documento conclusivo del Sinodo sul punto: "Nelle questioni essenziali sul matrimonio e la famiglia molte delle persone che si sentono vicine alla Chiesa preferiscono oggi orientarsi alla propria coscienza piuttosto che ad una dottrina. E il divario tra magistero della Chiesa, gerarchia ecclesiale e realtà delle persone diventa sempre più profondo. Questa mancata apertura ha causato molta sofferenza alle madri non sposate, ai figli nati fuori dal matrimonio, alle coppie di fatto, ai separati, agli omosessuali e alle vittime di abusi sessuali. Una realtà di fronte alla quale c’è da scusarsi e chiedere perdono, ha sostenuto l’assemblea sinodale, orientata a intraprendere nuove iniziative per rispondere alle esigenze delle persone per rendere nuovamente visibile il valore del matrimonio e rendere possibile un nuovo inizio".

(universita.it)
Ma le divisioni interne alla stessa Chiesa, in questa sede, seppur importanti e da rimarcare, poco rilevano. Ciò che conta è chiarire subito e definitivamente che tale posizione dottrinale e di principio, quella cioè che vede in atto una fantomatica operazione finalizzata all'affermazione di una "ideologia gender" non è corretta e non esiste!.
E questo non lo dico io che non sono nessuno, ma lAssociazione Italiana di Psicologia (AIP) che, approvando il documento "Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani”, ha chiarito che il concetto di “IDEOLOGIA DEL GENDER” non ha alcuna consistenza scientifica!.
Infatti, "Favorire l’educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico-formativi contenuti riguardanti il genere e l’orientamento sessuale non significa promuovere un’inesistente “ideologia del gender”, ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell’affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il cyberbullismo". 
A sua volta, l'Associazione degli Psicologi, non parla a nome proprio, ma "riconosce la portata scientifica dei "Gender Studies" che, insieme ai "Gay and Lesbian Studies" ed ai "Women Studies", hanno contribuito in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla medicina alla psicologia, all’economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati sul genere e l’orientamento sessuale".
Ma non basta, "Il contributo scientifico di questi studi si affianca a quanto già riconosciuto, da ormai più di quarant’anni, da tutte le associazioni internazionali, scientifiche e professionali, che promuovono la salute mentale (tra queste, l’American Psychological Association, l’American Psychiatric Association, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ecc.), le quali, derubricando l’omosessualità dal novero delle malattie, hanno ribadito una concezione dell’omosessualità come variante normale non patologica della sessualità umana".

(hal.arts.unsw.edu.au)
Insomma,  le evidenze empiriche raggiunte da questi studi mostrano che il sessismo, l’omofobia, il pregiudizio e gli stereotipi di genere sono appresi sin dai primi anni di vita e sono trasmessi attraverso la socializzazione, le pratiche educative, il linguaggio, la comunicazione mediatica e le norme sociali. 
Dunque, una eventuale, quanto auspicabile, seria ed appropriata diffusione di tali studi attraverso corrette metodologie didattico-educative può offrire occasioni di crescita personale e culturale ad allievi e personale scolastico e può contrastare le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale nei contesti scolastici, valorizzando una cultura dello scambio, della relazione, dell’amicizia e della nonviolenza. 
Del resto, perfino l’Unicef, nel Position Statement del novembre 2014, ha rimarcato la necessità di intervenire contro ogni forma di discriminazione nei confronti dei bambini e dei loro genitori basata sull’orientamento sessuale e/o l’identità di genere. Ed un’analoga policy è da tempo seguita anche dall’Unesco.
 
MduL


Articoli utilizzati per la redazione del Post:
- Articolo "La 'ideologia del Gender' non ha alcuna consistenza scientifica" della redazione di Rete Lenford;

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