La Contessa Marina Cicogna (1934-2023) [foto repubblica.it] |
_MduL, 5 novembre 2023_
Come sapete, è da un po' di tempo che non scriviamo più, ma questa volta faremo un'eccezione, per parlarvi di Marina Cicogna, morta ieri, 4 novembre 2023, ad 89 anni, nella sua casa di Roma, per un cancro.
I motivi per cui vogliamo parlarvi di lei, in questo giorno di lutto, è per condividere con tutte voi l'affetto per questa donna che, non solo è stata la Prima donna produttrice cinematografica in Europa, ma anche fotografa, sceneggiatrice e attrice italiana; non solo parlava fluentemente inglese, francese e portoghese; non solo il New York Times l'ha descritta come "la prima grande produttrice cinematografica italiana" e "una delle donne più potenti del cinema europeo"; non solo è stata inserita dalla rivista statunitense Vanity Fair nella sua International Best-Dressed Hall of Fame List (la lista delle personalità meglio vestite al mondo) per l'anno 2010; ma anche, con il suo modo di essere e di vivere, ha contribuito non poco all'evoluzione sociale che oggi ci permette, almeno in questa parte del mondo, di parlare di persone e diritti Lgbtqi+.
Già, il suo modo di essere e di vivere che, come potete leggere sulla pagina wikipedia a lei dedicata ed anche nel libro autobiografico "Ancora spero. Una storia di vita e di cinema", uscito nel maggio di quest'anno per Marsilio editore, ci spinge a scrivere questo suo ricordo. Ma, andiamo con ordine.La copertina del libro della Cicogna
La Contessa Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata, nasce a Roma, a Palazzo Volpi di Misurata (in Via del Quirinale), dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata (appartenenti rispettivamente all'antico casato lombardo dei Cicogna Mozzoni e ai veneti Volpi di Misurata) il 29 maggio 1934.
Dai suoi indubbi natali agiati, riceve anche 'in dote' un forte ed indissolubile legame con il cinema. Suo nonno, il conte Giuseppe Volpi, governatore della Tripolitania, infatti, era il presidente della Biennale di Venezia e, come tale, fondatore della Mostra del Cinema di Venezia (1932), tanto che da lui prende nome la Coppa Volpi, mentre il padre co-produsse il film reputato il capolavoro del neorealismo italiano "Ladri di biciclette" nel 1948.
Inevitabili, dunque, appaiono le conoscenze e le strade che la portereanno, dopo la separazione dei genitori, a conseguire la maturità classica ed a frequentare il "Sarah Lawrence College" di New York (dove avrà come insegnante financo Marguerite Yourcenar), corso di arte, cinema e letteratura, dove farà amicizia con Barbara Warner, figlia di Jack, che le schiuderà le porte di Hollywood, facendole conoscere i più grandi attori del tempo, come, ad esempio, Marilyn Monroe e Lauren Bacall, conosciute sul set del film "Come sposare un milionario".
Dopo l'università a New York, torna quindi a Roma, dove, esponente del jet set e della dolce vita romana degli anni sessanta che gravitava attorno a Via Vittorio Veneto, cresce tra Milano, Venezia e Cortina in un ambiente agiato e cosmopolita.
Nel 1967 diventa titolare, assieme al fratello minore Ascanio detto “Bino”, della casa di produzione e distribuzione "Euro International Films", che sua madre aveva rilevato, immettendo nel mercato cinematografico italiano una grande quantità di film prodotti all'estero spesso da case indipendenti, a partire da "L'uomo del banco dei pegni" di Sidney Lumet.
Si afferma in un mondo esclusivamente maschile con intuizioni vincenti, come l'acquisto di "Helga" (primo film sull'educazione sessuale distribuito al cinema) e di "Bella di giorno" di Luis Buñuel, su cui nessuno scommetteva, poi Leone d'oro a Venezia.
La svolta come produttrice arriva con "Metti, una sera a cena" (1969) di Giuseppe Patroni Griffi, da lei fortemente voluto contro lo scetticismo della stessa Euro. Seguono film come "C'era una volta il West" di Sergio Leone, "Teorema" e "Medea" di Pier Paolo Pasolini, "Uomini contro" di Francesco Rosi, "Anonimo veneziano" di Enrico Maria Salerno, "Mimì metallurgico ferito nell'onore" di Lina Wertmüller, "Fratello sole, sorella luna" di Franco Zeffirelli e soprattutto "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri che, al netto di furiose polemiche politiche, vince il Premio Oscar 1971 per il miglior film straniero.
Marina Cicogna (foto da it.italy24.press) |
In seguito, come apprendiamo sempre da wikipedia, dopo il tragico suicidio del fratello Bino a Rio de Janeiro e la crisi finanziaria della "Euro", passa per un breve periodo alla "Paramount" (che le rifiuta "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci e "Il portiere di notte" di Liliana Cavani) prima di cessare del tutto l'attività di produttrice e trasferirsi negli Stati Uniti.
Nel 1976 appare come interprete in una piccola parte di "Il comune senso del pudore". Di ritorno in Italia, le viene offerta la presidenza di Italia Cinema (2002). Era presidente onoraria dell'Accademia Internazionale d'Arte di Ischia.
Nel 2021 è protagonista del documentario "Marina Cicogna - La vita e tutto il resto" di Andrea Bettinetti, in cui ripercorre le tappe della propria vita. Infine, nel 2023 scrive con Sara D'Ascenzo la propria autobiografia intitolata "Ancora spero. Una storia di vita e di cinema", che, come abbiamo visto, è uscito nel mese di maggio e riceve il Premio alla carriera nel corso della 68ª edizione dei David di Donatello.
Ma quali erano questi amori della Contessa Cicogna?
La Bolkan con la Contessa Cicogna (foto corriere.it) |
La Contessa Cicogna con Benedetta Gardona (foto repubblica.it) |
Dove Benedetta è Benedetta Gardona che, sua compagna per circa quarat'anni e diventata poi sua figlia tramite adozione, come da lei dichiarato, per tutelare sia sé stessa che la compagna, e per problemi in famiglia.
Ecco, questa, a grandi linee la sua vita. Impossibile, dunque, non renderle omaggio.
MduL
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