Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

In onore della 'Giornata della Memoria', la storia di Eva Kotchever, morta ad Aushwitz nel dicembre del 1943. Donna, lesbica, ebrea...tre 'colpe' inemendabili negli anni della II guerra mondiale.

Eva è la donna sulla destra; non si conosce l’identità della sua compagna (foto da wikipedia.it)
_MduL, 1 febbraio 2020_ 
 
Anche se in ritardo di qualche giorno, ci tenevamo ad onorare la "Giornata della Memoria", tenutasi lunedì scorso, 27 gennaio, scrivendovi di una donna lesbica vissuta negli anni della 2a guerra mondiale e morta, per il solo fatto di essere donna ebrea e lesbica, nel campo di concentramento di Auschwitz.

Vi stiamo parlando della storia di Eva Kotchever, così come scritta da Elena Rossi Linguanti, della redazione di Immaginaria (QUI il link al suo post pubblicato su facebook) e postata da Loretta Meluzzi nella pagina facebook "La Biblioteca femminista" (QUI il link alla pagina "La Biblioteca Femminista") del 31 gennaio scorso. Questa la storia.

<<Sempre a proposito della giornata della memoria: una storia lesbica.
Eva Kotchever (vero nome Chawe Zlocsewer), ebrea polacca nata nel 1891, emigrata a New York negli anni Venti, nel 1925 apre nel Greenwich Village un locale chiamato “Eve’s Hangout” o “Eve Addams’ Tearoom” e all’ingresso appone un cartello con scritto "Gli uomini sono ammessi ma non benvenuti”. 
Nel 1926 viene ritenuta colpevole di oscenità a causa della sua raccolta di racconti Lesbian Love e di disturbo della quiete pubblica per aver mostrato il libro a una poliziotta in incognito che era entrata nel suo locale e a cui aveva anche fatto delle avances. 
Il club viene chiuso dalle autorità e nel 1926 Eva viene espulsa dal paese. 
Si trasferisce a Parigi, dove gestisce un locale e una libreria vicino a Montmartre. 
Negli anni Trenta combatte a fianco dei repubblicani nella Guerra Civile Spagnola contro il generale Francisco Franco. 
Dopo la guerra torna in Francia. 
Arrestata nel 1943, viene deportata ad Auschwitz, dove muore il 17 dicembre 1943.
Dall’anno scorso a lei è intitolata una strada nel 18° arrondissement a Parigi, come pure una scuola del quartiere.
Dalla redazione di Immaginaria Elena Rossi Linguanti>> 
[NB: Vi parleremo di Immaginaria Film Festival nei prossimi mesi. A marzo, a Roma, il loro/nostro Festival]

Morire perché sei donna, perché sei lesbica, perché sei ebrea...
Non ci sono parole.
MduL

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