L'On. Giorgia Meloni sul palco di San Giovanni, il 19 ottobre scorso (foto da sito giorgiameloni.it) |
_MduL, 25 ottobre 2019_
In attesa (e nella speranza) che arrivi il giorno in cui non sarà più necessario riportare queste notizie, siamo costrette a dare conto del discorso tenuto dall'onorevole Giorgia Meloni, Presidente del partito Fratelli d'Italia, sul palco della piazza San Giovanni di Roma, in occasione della manifestazione della destra italiana del 19 ottobre scorso.
La leader di Fratelli d'Italia, infatti, in alcuni passaggi del suo discorso ha apertamente 'attaccato' le persone LGBTQI, con particolare riferimento ai figli e, ovviamente, alla famiglia.
Uno dei passaggi contestati - e da
contestare - "No a genitore uno e genitore due, noi difendiamo i nostri
nomi perché non siamo codici" (in merito alla polemica relativa alla giusta dizione da apporre nei documenti di riconoscimento ed anagrafici. Il precedente governo di centrosinistra aveva optato per la dizione generica ed inclusiva di "genitore 1" e "genitore 2". In seguito, divenuto ministro dell'Interno l'on. Matteo Salvini, la dizione venne abolita ed al suo posto tornaro "Padre" e "Madre", con ciò non consentendo più l'inclusione dei genitori delle famiglie arcobaleno) e, ancora, sempre in argomento figli, alla fine del suo intervento, "...io non credo in uno stato che mette il desiderio legittimo di un omosessuale di adottare un bambino di fronte al diritto di quel bambino di avere un padre ed una madre...semplicemente perché l'omosessuale vota ed il bambino no". E, ancora "Uno stato giusto si occupa del più debole, quello che non si può difendere da solo" (riferendosi, ovviamente, al bambino e dando come messaggio implicito il fatto che i bambini si debbano e vadono difesi dalle persone LGBTQI che volessero amarli ed adottarli).
E qui ci piace molto sottolineare, come abbiamo fatto, il termine "legittimo", riferito al desiderio di un omosessuale di adottare un bambino: se è legittimo perché lo contesti? La cosa ci fa sorridere.
Ci da, invece, notevolmente fastidio l'altro passaggio, quello relativo al fatto che, per la Meloni, il riconoscimento alle persone LGBTQI di adottare (e, aggiungiamo noi, di avere) figli, non rappresenta una battaglia politica di civiltà, che, in quanto tale, può e deve essere portata avanti da quei partiti politici che delle libertà ed equità civili si fanno portatori, ma una semplice 'regalia' a fini elettorali. Il solo pensiero ci disgusta!.
Ultima notazione su questo breve - ma intenso - discorso della leader di Fratelli d'Italia è da farsi, infine, sulla sua frase "Sono una donna, sono una cristiana, sono una madre e non me lo toglierete". Ebbene, prima di tutto complimenti per la sottigliezza retorica, stante il fatto che è riuscita a definirsi in modo ineccepibile come donna, cristiana e madre, senza nulla dire in merito all'essere moglie. Ricordiamo, infatti, che Giorgia Meloni, paladina della famiglia tradizionale, così come Salvini (pluri divorziato e con figli) e Berlusconi (inutile anche solo ricapitolare...), ha una famiglia che proprio tradizionale non è, stante il fatto che lei ed il suo compagno non sono sposati ed hanno una figlia.
In questo caso, dunque, pur riconoscendole la correttezza e l'arguzia retorica, che le ha consentito di avere la risposta della piazza alla sua definizione di donna, pur in mancanza di una così importante definizione, quale quella di moglie, propria al centrodestra, non possiamo esimerci dal indicare l'ipocrisia di fondo di tali parole.
Ciò detto, pur premettendo l'ovvio e cioè che
ognuno ed ognuna si ritrova ed identifica con i valori che più
aggradano, ciò che in questa sede fortemente contestiamo e segnaliamo è
la volontà di prevaricazione sui valori e sui principi delle altre
persone. Sei a favore di una famiglia tradizionale? Fattene una. Sei
contro l'aborto? Non abortire. Sei contro la procreazione assistita? Non
la fare. Non ti piaccione le persone LGBTQI? Non le frequentare e, se
vuoi, evita di diventarci amico/a. Non vuoi la famiglie arcobaleno? Non te la creare. Va bene tutto ciò che vuoi, ti
rispetto. Magari non ti frequento, ma ti rispetto e ci tengo a che tu
possa vivere la tua vita secondo i tuoi principi. Ma quello che chiedo è
che tu faccia lo stesso con me. Solo questo.
E
qui si arriva al punto. E' proprio lo Stato, infatti, che deve
prevedere e disciplinare i diritti di tutti e di ognuno in modo che si
possa garantire una serena e pacifica convivenza tra tutti. E' lo Stato
che deve legiferare su tutte queste materie in modo da garantire i
diritti di tutti ed è sempre lo Stato che tali diritti deve proteggere.
Incitare,
dunque, come ha fatto e fa Giorgia Meloni alla denegazione dei diritti
di una grossa parte della società civile, rappresentata da tutte le
persone LGBTQI, secondo noi è profondamente sbagliato, oltre che incostituzionale.
Comunque, inutile continuare a farvi leggere le nostre impressioni, fatevene delle vostre. A tal fine, vi accludiamo il VIDEO del discorso di Giorgia Meloni, così come riportato su youtube dal sito repubblica.it:
Tanto dovevamo.
MduL
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