Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Almeno una buona notizia per noi: impossibile annullare la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie gay!

(Foto da sito radiobussola.it)

In questi tempi che si prospettano sempre più bui per i diritti della comunità Lgbtqi (e per le donne!), ci teniamo a darvi almeno una bella ed inaspettata notizia, nella speranza che possa servire a voi, come a noi, a tirare su il morale.
Stiamo parlando della notizia riportata la settimana scorsa, seppure in sordina, dai maggiori quotidiani online italiani e che è la seguente: un Prefetto non può assolutamente annullare la trascrizione già avvenuta all'anagrafe di un comune di figlio di coppia omosessuale!!. Fantastico!

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono le premesse e gli eventi antefatto di questa splendida notizia.
Tutte Voi forse ricorderete le lotte civili di questi ultimi anni, portate avanti da tutta la comunità Lgbtqi, unita in tutte le sue componenti, per il riconoscimento dei matrimoni gay e delle famiglie arcobaleno da parte del nostro ordinamento.
(Avvocatiepartners)
In merito al riconoscimento dei matrimoni gay, non ci siamo riuscite in toto, ma, grazie alla inaspettata e difficilissima approvazione della legge cd Cirinnà (dal nome della meravigliosa e combattiva senatrice del pd incaricata della redazione della legge), almeno abbiamo ottenuto l'introduzione nel nostro ordinamento delle "Unioni Civili". Unioni che, in effetti, tanto somigliano ai matrimoni, almeno dal punto di vista più importante e voluto, quello del riconoscimento dei diritti del coniuge. 
E' dal giugno 2016 (allorquando è entrata in vigore la legge), infatti, che abbiamo diritto alla pensione di reversibilità, all'assistenza e rappresentanza del coniuge in caso di malattia, alla successione a causa di morte, alla permanenza nella casa comune ecc...
Tanti, meravigliosi ed egualitari diritti, dunque, ma pagati a caro prezzo. Dalla legge, infatti, è stata stralciata la posizione ed il riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali, la cd "stepchild adoption" (che già aveva fatto molto discutere anche il mondo Lgbtqi, visto che era un minus rispetto al normale riconoscimento dei figli in costanza di matrimonio eterosessuale).
Ad oggi, dunque, per il nostro ordinamento, ci possiamo sposare e godere di tutti i diritti connessi al matrimonio, ma non possiamo avere figli, perché questi non verrebbero riconosciuti come membri di una famiglia. 
Esemplificando: un (ipotetico) figlio biologico della mia (ipotetica) compagna (partorito, cioè, da lei e non da me), per l'ordinamento italiano, così come è ancora oggi impostato, pur essendo noi civilmente 'sposate' (=unite civilmente), rimane solo ed esclusivamente il figlio della mia compagna ed io, per lui, pur essendo 'sposata' con sua madre, non rappresento proprio nulla!.
All'atto pratico, oltre che emotivo, questo significa che tutti i documenti relativi al bambino li dovrà firmare solo ed esclusivamente mia moglie, solo lei potrà gestire i rapporti con la scuola e con la sanità, il comune ecc..., mentre a me non resta nulla. E se, malauguratamente, mia moglie dovesse morire, io, per mio figlio, non sono nessuno e non posso tenerlo. Al punto che, per assurdo, il bambino potrebbe essere affidato ad una sorella, una zia, una cugina della moglie defunta, ma non a me...
Ad oggi, dunque, vi è ancora questa grave ed incomprensibile mancanza da parte del nostro ordinamento giuridico che, appunto, non avendo legiferato in merito ha fatto si che si creasse il cd "vuoto normativo" che, di volta in volta, sono costretti a colmare i giudici investiti dalle famiglie arcobaleno per la singola questione e cioè, è bene ripeterlo, per il diritto al riconoscimento dei propri figli, della propria famiglia.
Così a suo tempo hanno voluto le forze in parlamento (e vogliamo ricordare, in questo caso, il comportamento dei 5 stelle che, se avessero voluto, avrebbero potuto far emanare la legge Cirinnà anche con la parte relativa alla "stepchild adoption"...) e così siamo ancora rimasti e cioè senza una normativa italiana che regolamenti e gestica i bambini nati nelle famiglie di coppie omosessuali (le famose e meravigliose famiglie arcobaleno).

(Foto da sito repubblica/torino)
E qui arriviamo alla seconda premessa alla notizia in commento in questo post, che riguarda lo sviluppo parallelo della vicenda relativa al riconoscimento dei figli di coppie omosessuali, per via amministrativa. Ma, anche in questo caso, proviamo ad andare con ordine.
Come tutte noi sappiamo, i figli, una volta nati, per essere considerati viventi e portatori dei diritti ad essi riconosciuti dal nostro Stato, devono essere registrati nei registri dello stato civile italiano.


Quando nasce un bambino ci sono una serie di pratiche burocratiche da assolvere, tra cui la dichiarazione di nascita e l’iscrizione all’Anagrafe e all’agenzia delle entrate, per garantire al piccolo i suoi diritti di nuovo cittadino. La legge italiana, infatti, prevede l’obbligo di denunciare la nascita dei neonati (nella denuncia di nascita vengono riportate le generalità del neonato: nome, cognome e sesso, il luogo e la data di nascita) per dare loro identità e stato giuridico.

(Foto Lentepubblica)
Questa, la Procedura d'iscrizione anagrafica per la nascita di un bambino, così come riportata nell'ottimo articolo di Monica De Chirico per pianetamamma.it, di cui in calce al post.
<<Ci sono due opzioni per registrare un nuovo nato all'Anagrafe:
    Se avete già scelto il nome del bambino l’iscrizione all’Anagrafe può essere effettuata entro tre giorni dalla nascita direttamente presso la struttura sanitaria pubblica o privata dove è avvenuto il parto. Sarà la Direzione Sanitaria dell’ospedale o della clinica a comunicarla all’Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita del bambino. Voi non dovete far nulla, in quanto avviene tutto automaticamente.
    In caso di ritardo o se invece non avete ancora scelto il nome da dare a vostro figlio la registrazione può avvenire entro dieci giorni dal giorno successivo al parto:
    Presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di nascita del piccolo
    Presso quello di residenza dei genitori se è diverso rispetto a quello di nascita
    Presso quello di residenza della mamma, se è diverso da quello del papà
Infine la dichiarazione di nascita può essere effettuata anche presso il Comune di residenza del papà, se diverso da quello della mamma, ma il neonato comunque verrà iscritto all’Anagrafe del Comune di residenza della madre. >>
<< Il bambino o la bambina da questo momento porterà il vostro cognome a prescindere dal fatto che siate sposati o meno. La legge italiana non permette alle coppie coniugate di dare al neonato il solo cognome della madre (eterosessuali aggiungiamo noi. Perché, nel caso delle coppie sposate omosessuali, invece, è proprio solo il cognome della madre biologica a risultare..._ndr).
 Se non siete sposati e desiderate che vostro figlio abbia entrambi i cognomi, la mamma deve dichiarare la nascita in ospedale mentre il papà lo riconosce quattro giorni dopo (e, anche in questo caso, ciò vale solo per le coppie di fatto eterosessuali, visto che per le coppie sposate o conviventi omosessuali, nel nostro ordinamento nulla è previsto..._ndr).

Ma, andiamo avanti. <<Chi deve effettuare la denuncia?
Può essere effettuata da uno dei due genitori indifferentemente, se sono sposati e riconoscono entrambi il bambino (ma solo se eterosessuali, per le famiglie arcobaleno nulla è previsto.._ndr). Il dichiarante (la dichiarazione di nascita del bambino può essere effettuato da un delegato dai genitori, munito di documento di identità e delega scritta e firmata) deve presentare la carta di identità e se la denuncia viene effettuata presso l’Ufficio di Stato Civile, occorre il certificato di assistenza al parto rilasciato dal medico o dall’ostetrica.

Registrazione alla nascita per un figlio di genitori non sposati
Come si fa l'iscrizione all'Anagrafe dei nuovi nati se i genitori non sono sposati? Per la registrazione della nascita è necessaria la presenza di entrambi i genitori.
Se è solo la mamma a riconoscere il bambino, deve essere lei a denunciarne la nascita. Il padre naturale non può riconoscerlo da solo.
E se la mamma non ha intenzione di riconoscere il bambino, sarà il Direttore Sanitario dell’ospedale a dichiarare la nascita del piccolo e alla mamma verrà garantito l’anonimato.

Registrazione Anagrafe di un neonato nato all'estero
I bambini figli di cittadini italiani, anche se nati all'estero ed eventualmente in possesso di un'altra cittadinanza, sono cittadini italiani e la loro nascita deve essere trascritta in Italia (ma, anche in questo caso, ciò vale solo per le coppie eterosessuali, visto che per quelle omosessuali la normativa nulla dice..._ndr).
Come leggiamo sul sito della Farnesina, il connazionale può richiedere la trascrizione di una nascita rivolgendosi all'Ambasciata o al Consolato competente, munito di questi documenti: atto di nascita emesso dall'Ufficio di Stato Civile del Paese estero, debitamente legalizzato e tradotto e dichiarazione sostitutiva comprovante la cittadinanza italiana di almeno uno dei genitori.
In alternativa il connazionale (eterosessuale) potrà presentare l'atto, debitamente legalizzato e tradotto, direttamente al Comune italiano di appartenenza.

(Foto da sito torinoggi.it)
Insomma, come vedete, la normativa sulla registrazione anagrafica dei nuovi nati è molto precisa ed attenta alle esigenze del piccolo nato e dei suoi genitori, purché eterosessuali.
Per le coppie omosessuali e le famiglie arcobaleno, invece, non essendo prevista alcuna normativa, si naviga, anche in questo caso a vista.
Ciò significa che, come è successo in tutti questi anni, una coppia omosessuale italiana che fosse sposata all'estero, in spagna/francia ecc..., e che volesse registrare il o i figli nati dalla loro unione anche in Italia non potrebbe farlo perché nulla è previsto: non vi è una legge che dica ai funzionari dell'ufficio anagrafe di ogni comune come debbano regolarsi e che procedure e norme applicare.
Da qui, il caos. Ricorderete tutte, ad esempio, il clamore della lotta senza quartiere avutasi tra la comunità Lgbtqi e l'allora ministro degli interni, Angelino Alfano, in merito al riconoscimento ed alla conseguente iscrizione all'anagrafe dei figli nati da italiani omosessuali sposatisi all'estero.
Ogni volta che una coppia sposata omosessuale voleva registrare i propri figli anche all'anagrafe italiana, doveva rivolgersi al giudice competente e sperare in una sentenza favorevole (è storia, infatti, di sentenze di ambo i tipi e cioè pro-iscrizione e contro-iscrizione. Ciò è stato possibile proprio perché, mancando la normativa di riferimento, ogni giudice, doveva procedere all'interpretazione delle solo norme in suo possesso, applicando quelle che riteneva più opportune e pertinenti al caso specifico).

Dunque, confusione ed incoerenza. Una coppia gay riusciva ad ottenere il riconoscimento dei figli anche in italia ed un'altra no, senza alcun distinguo possibile.
La cosa grave è che tale situazione, come detto, è andata e sta andando avanti così, anche dopo il giugno 2016 dopo, cioè, l'entrata in vigore della legge Cirinnà sulle unioni civili.
Poco importa, infatti, che oggi una coppia di sposi omosessuali venga riconosciuta dal nostro ordinamento, la registrazione anagrafica dei figli nati dalla famiglia così creata, lo stesso, è soggetta alla discrezionalità delle istituzioni competenti, creando così un 'vulnus' al nostro intero sistema giuridico assolutamente inaccettabile.

A questo scempio ed a questa sistuazione di stallo ha fatto fare un enorme passo avanti la splendida Sindaca di Torino, Chiara Appendino, la quale, con meraviglioso coraggio e senso civico, ha proceduto alla registrazione dei figli nati da coppie omosessuali unite civilmente e/o sposate all'estero.
A Torino, oggi, se ti vuoi 'sposare' (unire civilmente) con la tua compagna e creare una famiglia, puoi, perché i figli partoriti da una di voi due saranno considerati come figli di entrambe!!!, senza più la terribile distinzione tra madre biologica e sociale o simili.
Ma lo puoi fare anche a Milano, dove la giunta Sala ha seguito l'esempio coraggioso dell'Appendino, oppure a Napoli, con De Magistris e via elencando....

Ed eccoci arrivati così ad oggi, alla bella notizia della settimana scorsa.
Questa, la situazione. Visto che il nuovo governo, come detto, tutto appare tranne che a favore delle coppie omosessuali e delle famiglie arcobaleno (basta citare la creazione del ministero della famiglia - non delle famiglie - e della disabilità, affidato a Lorenzo Fontana-cfr nostro post), è apparso, haimé, ovvio e scontato che la formazione politica "Fratelli d'Italia" si sentisse in diritto ed in dovere di proporre in parlamento, durante il cd 'question time', un'interrogazione con la quale si chiedeva al Governo se intendesse "assumere ogni iniziativa di competenza volta ad annullare tutti i provvedimenti di registrazione di nascita in Italia di bambino quale figlio di coppia dello stesso sesso".
Per il Governo ha risposto il minstro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro (intervenuto a nome del ministero dell'Interno che, sul tema, ha consultato l'avvocatura di Stato), il quale ha dichiarato "Il prefetto non può annullare la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie gay".
Dunque, non si torna indietro: le iscrizioni all'anagrafe di bambini nati in famiglie omogenitoriali rimarrano valide!!.

Il Ministro Riccardo Fraccaro
Come detto in precedenza, la presa di posizione di Fratelli d'Italia è scattata allorquando la meravigliosa (non smetteremo mai di scriverlo!) Sindaca Appendino, il 23 aprile 2018, ha trascritto all'anagrafe l'atto di nascita di un bambino nato in Italia come figlio di due donne, ma concepito all'estero con procreazione assistita.
Secondo Fratelli d'Italia, che nell'interrogazione cita il precedente torinese, Appendino e "i primi cittadini che successivamente hanno assunto la stessa iniziativa sono intervenuti su una materia che è competenza esclusiva dello Stato".
Una materia di competenza dello Stato su cui da anni persiste un enorme vuoto normativo.
Sulla questione si è espressa più volte la Corte di Cassazione, pronunciandosi a favore della registrazione privilegiando l'interesse del minore senza distinguere tra coppie etero e omogenitoriali. Secondo il partito di Giorgia Meloni, in casi come quello torinese, i genitori si dichiarano "falsamente, genitore naturale del bambino, esercitando un'opzione non prevista dall'ordinamento".

E qui, la risposta del ministro per i rapporti con il parlamento e, per lui, del Governo: "Va osservato che secondo un recente orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato il Prefetto, pur dotato di poteri di vigilanza, non può annullare l'atto dell'ufficiale di stato civile in assenza di una espressa previsione di legge che conferisca tale potere".

Come potete vedere, questa volta la mancanza di disciplina normativa è andata a nostro vantaggio, ma, stante il fatto che il governo ha risposto citando l'impedimento come elemento prettamente burocatico e non anche politico e sociale, non c'è da stare tanto tranquille per il futuro.

Certo, intanto abbiamo incassato anche questa nuova vittoria e, dunque, oltre alla possibilità che in alcuni grandi centri come Torino, Milano e Napoli ci si può sposare ed avere figli, vediamo riconosciuto il nostro diritto ad esistere, ma per il futuro occorre stare all'erta ed attente. E' un attimo che ci vengano tolti tali sudatissimi diritti e riconoscimenti.

Speriamo bene. Con momentanea Gioia.
MduL



Fonti:
* Articolo <<Famiglie arcobaleno, Fraccaro: "Non è possibile annullare la registrazione all'anagrafe dei figli coppie gay">> di Serena Riformato per repubblica.it del 20/06/2018;
* Articolo <<Gay, Fraccaro: “Prefetto non può annullare la trascrizione degli atti di nascita dei figli di coppie omosessuali”>> di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 20/06/2018
* Articolo <<Come si fa l'iscrizione all'Anagrafe dei nuovi nati, la guida completa>> di Monica De Chirico per pianetamamma.it del 29/07/2016;
* Testo di legge cirinnà n. 76/2016 da normattiva.it con anche le note

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