Ultimo aggiornamento il 29 luglio 2024

Torniamo per un attimo sulla vicenda riproposta da facebook in questi giorni, relativa al ritiro da una scuola di un bambino per 'colpa' dei libri gender: osservatorio gender contro la scrittrice Bianca Pitzorno

La copertina del libro "Ascolta il mio cuore" di Bianca Pitzorno e l'autrice (YouTG.net)
In questo (triste) caso, la notizia è la seguente: su facebook, in questi giorni, la pagina della "Casa delle donne" condivideva, inorridita, la pagina facebook "Osservatorio gender" che riportava la seguente notizia (notizia che, però, sul sito osservatorio gender è datata giugno 2016 ma, si sa, su facebook le notizie ritornano periodicamente): "Carpi: genitori costretti a cambiare scuola al figlio per i libretti gender" (in calce l'articolo originario, che vi preghiamo di leggere nella sua interezza). 
La storia è presto riassunta: una coppia di genitori cattolici (il sito osservatorio gender, ci tiene molto a specificarlo) ha ritirato il loro figlio di 10 anni dalla Scuola Statale Primaria “Carlo Collodi” di Carpi perché la maestra ha affidato alla classe la lettura del testo “Ascolta il mio cuore” di Bianca Pitzorno
Queste le due posizioni in merito a questo evento. Noi abbiamo deciso di non spendere nemmeno una parola, saranno i testi proposti dalle stesse parti in causa, osservatorio gender da un lato ed autrice del libro dall'altro a parlare per noi/voi. Decidete voi chi ha ragione e chi torto. 

Logo sito Osservatorio Gender
* Posizione Osservatorio Gender (estratti testuali dall'articolo "Carpi: genitori costretti a cambiare scuola al figlio per i libretti gender):

-Omissis-
<< Ma veniamo ora ai fatti che più ci interessano. Stiamo parlando ovviamente di una famiglia cattolica, ben conscia di ciò che accade al di fuori dei recinti delle mura domestiche; cosciente che, volente o nolente, iscrivere un figlio ad una scuola statale comporta enormi rischi, visti i risultati con cui la “cultura” del gender si è rapidamente inserita, ancor più grazie a quell’auto-incensante “legge” cosiddetta “Buona Scuola”.
Avvalendosi di tutte le possibilità di tutela possibili, che si riassumono poi nell’invio del consenso informativo con diffida, spedito tramite raccomandata alla scuola ad inizio anno scolastico, la famiglia carpigiana sperava di poter dormire sonni tranquilli, o meglio, forse non tranquilli… Ma perlomeno certa di essere informata sulle porcherie che un sistema d’istruzione malato vuole propinare ai bambini.
Tutto bene, a parte i soliti scontri con genitori anestetizzati da ciò che accade intorno, insegnanti che non sono a conoscenza di ciò che veramente sta passando per spiragli ideologici sempre più ampi, o se ne sono a conoscenza se ne stra-fregano. Tutto sommato però sembra che al figlioletto non sia stato proposto niente di quanto impone il globale “gender-diktat” che nelle scuole primarie e negli asili fa ormai da padrone.
Proprio negli ultimi giorni però, arriva un’amara ed inaspettata sorpresa: la maestra affida alla classe la lettura di un libro, distribuendo a tutti i bambini il medesimo testo, dal titolo “Ascolta il mio cuore”. Il compito dato per casa è quello di leggere il libretto e capirne i contenuti, senza particolari mansioni.
La madre si presta dunque ad una lettura condivisa con il bambino, ignara di quanto stava per passare sotto i suoi occhi. Riportiamo qualche stralcio qui di seguito per dare un’idea di quello che questi due poveri genitori si sono trovati davanti.
Si sta qui parlando, nel libro, di “toreri” e il discorso è tra un bambino e una bambina:

    “E poi le donne a fare i toreri non ce le vogliono” – aggiungeva Gabriele dispettoso.
    “Bè vuol dire che cambierò sesso” – pensava Prisca.
    Elisa le aveva mostrato, su una rivista medica dello zio Leopoldo, la foto di un camionista svedese che si era fatto fare un’operazione ed era diventato una bellissima ragazza.
    “Se fossi maschio potrei anche fare il mozzo su una nave mercantile e andarmene in giro per il mondo” – pensava Prisca.
    (…) “Va bé, vuol dire che prima mi sposerò e avrò i miei diciassette bambini, e solo dopo cambierò sesso e farò il torero”. Era un pensiero consolante avere quella doppia possibilità grazie al progresso della scienza. >>

- Omissis - [tutta la parte contro la scrittrice]

<< Cosa rimane da fare a questa povera famiglia disperata, se non ritirare il figlio da una scuola che ha tutti gli scopi possibili ed immaginabili fuorché quello fondamentale da cui dovrebbe dipendere, ovvero l’educazione e la formazione di bambini/ragazzi moralmente saldi?
Queste scelte però, comportano conseguenze, danni, dolori e lesioni a bambini che ancora così piccoli sono costretti a dover cambiare – ovviamente per il loro bene – a causa di un mostruoso insegnamento che avanza sempre più fra le mura della scuola pubblica? La superficialità e l’incompetenza del personale scolastico, come in questo caso, meriterebbe un po’ più di attenzione, ma non vogliamo avvelenare ulteriormente il sangue ai lettori. 
Per concludere, e riassumere: se a tuo figlio vogliamo insegnare il gender a scuola tu devi tacere. O se anche hai intenzione di parlare devi sapere che non ti ascolterà nessuno, che del tuo consenso informativo con diffida non ce ne frega nulla, e che sei l’unico pazzo fermo alla concezione di maschio e femmina come unica cosa possibile salvo denaturalizzare la società. >>


Bianca Pitzorno (Edizioni EL)
* Posizione dell'autrice del Libro, Bianca Pitzorno (estratti dall'articolo "Bianca Pitzorno, c’è chi chiede la censura dei suoi libri in nome del “gender”. La scrittrice: “Sono esterrefatta” di F.Q. per ilfattoquotidiano.it):

Ecco la dichiarazione, in risposta a quanto sopra, di Bianca Pitzorno.
<<Posso dirvi che sono esterrefatta? Scopro solo oggi che una famigliola di Carpi, dopo aver ritirato il figlio da una scuola perché vi si insegnava, a loro dire, la cosiddetta ‘teoria gender‘, ha scoperto con orrore che nella nuova scuola si faceva leggere ai bambini Ascolta il mio cuore, e ha chiesto che il libro fosse ritirato dalla biblioteca e MAI PIÙ LETTO”. 
La scrittrice di libri per bambini Bianca Pitzorno ha raccontato su Facebook come, per caso, mentre faceva una ricerca sul web si sia imbattuta in un articolo che la riguardava e che l’accusava di essere “pericolosa” per i bambini.
“Troverete tutte le accuse al libro nell’articolo (pubblicato da Osservatoriogender.it) – prosegue nel post -. E le accuse a me, ‘questa personaggia’, tanto pericolosa da far sì che i genitori non mandino più i figli alla scuola pubblica ma li tengano in casa e formino, come nell’America più retriva, ‘scuole paterne’, per evitare loro di imbattersi in uno dei miei libri. 
Ora, poiché so che molti dei visitatori di questa pagina mi hanno letto quando erano piccoli, vi chiederei una testimonianza personale. Vi ho spinto a diventare omosessuali? O vi ho semplicemente ‘spinto’ a rispettare tutti gli altri anche se non la pensano come voi e non hanno fatto le vostre stesse scelte?”.
Molte le esperienze riportate dai suoi follower nei commenti, Bianca Pitzorno ha risposto con un altro post: “Grazie dei vostri molti commenti. Vorrei aggiungere due cose: la prima, che ringrazio il Direttore, gli insegnanti e i bibliotecari della scuola primaria di Carpi (sì, perché va aggiunto che il preside ha risposto di no alla richiesta di censurare il libro, ndr); la seconda è che comincio ad avere paura. Non per me, che ormai la mia vita l’ho vissuta, ma per chi è bambino oggi (…)”. 
Aggiungendo poi: “E poi, comunque, tutti i bambini, a prescindere di chi ameranno da adulti, che mondaccio li aspetta? Questo è solo un segnale. Staranno tornando i roghi?“. L’episodio da lei riferito risale al giugno 2016, ma non è il primo caso di polemiche sul gender nei confronti dei suoi libri.>>

Queste le posizioni e le reazioni dei soggetti in 'causa'. A noi non resta che farvi solo una domanda: quale delle due posizioni esprime il maggior decoro, considerazione e rispetto del prossimo? Perché, in effetti, è questa la linea di discrimine tra chi ha ragione e chi torto...

MduL



Articoli:
* Osservatorio Gender: "Carpi: genitori costretti a cambiare scuola al figlio per i libretti gender";
* "Bianca Pitzorno, c’è chi chiede la censura dei suoi libri in nome del “gender”. La scrittrice: “Sono esterrefatta” di F.Q. per ilfattoquotidiano.it

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