Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

Ancora un medico, ancora un episodio che va contro ogni evidenza scientifica: l'omosessualità NON è una malattia e Luca è gay. Fatevene una ragione. Punto e basta!!

Parte del manifesto appeso nell'ambulatorio del dott. Vaccaro (fonte: Secolo XIX)

Impossibile per noi non segnalare questa nefasta notizia che, ancora oggi, dopo quasi vent'anni trascorsi nel terzo millennio, turba ed indigna la nostra persona, il nostro essere lesbiche. Stiamo parlando della notizia letta questa mattina sul sito del fattoquotidiano.it; parliamo dell'articolo della F.Q. "Savona, manifesto antigay in uno studio medico: “guarire” dall’omosessualità. L’Arcigay presenta un esposto". 
Subito incuriosite dalle parole "medico", "guarire", "omosessualità", "antigay", andiamo a leggere l'articolo e cosa ci tocca leggere? Leggiamo che certo Fabio Vaccaro, medico di famiglia di 64 anni, in Savona, ha affisso nel suo ambulatorio un cartellone enorme, di almeno un metro per due, con la scritta: "Luca era gay. Ma grazie a un percorso di conversione, su base religiosa e psicologica, si è riappropriato della sua mascolinità ed eterosessualità". Ma non basta, sempre su tale cartellone vi erano pure i consigli su come “guarire” dall’omosessualità, rivolgendosi a una comunità terapeutica di Brescia, il Gruppo Lot. E, ancora, non basta. A fianco il retro-copertina del volume di Luca Di Tolve, “Ero gay”.
Sconvolgente, direte voi. Ma non è ancora finita. Detto medico, Fabio Vaccaro, non pago, in un intervista rilasciata al "Il Secolo XIX", rivendica pure la sua scelta, dichiarando “Omosessuali si diventa per dinamiche familiari ed è giusto aiutare queste persone a diventare uomo e donna” e poi prosegue, “Come affliggo depliant per la cura dell’Alzheimer e del diabete, lo faccio anche per le terapie dedicate a chi soffre di disagio legato all’identità sessuale”...
Si si, avete letto proprio bene: Vaccaro ritiene l'omosessualità una malattia, al pari dell'Alzheimer o del diabete. Lui, medico del terzo millennio, sostiene dunque che l'omosessualità è una malattia e, come tale va curata...
Ma andiamo avanti. Sempre in tale intervista, Vaccaro dichiaraLa crisi della famiglia è il trampolino di lancio per l’omosessualità – ha detto il medico al quotidiano ligure – e il gay è destinato a una insoddisfazione con disagi psichici che vanno curati perché creano dolore”...
Ora, su tali posizioni è di tutta evidenza che si sia mossa l'Arcigay di Savona che, con le parole del suo Presidente, Mirko Principato, ritiene “aberrante che un dottore faccia propaganda a queste realtà e sostenga tali teorie all’interno di uno studio medico, al punto che, come espresso dal segretario nazionale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, ritiene sussistere anche "l’aggravante”, in quanto medico, di associare l’omosessualità a malattie come Alzheimer e diabete. 
Per questi motivi, è stata dunque richiesta un'azione disciplinare esemplare (noi speriamo nella radiazione) all'ordine dei medici di Savona, dove Vaccaro risulta essere iscritto. Sennonché lo stesso Vaccaro, non pago delle 'nefandezze' (per noi, e per la scienza sono tali...) dichiarate fino a quel punto, è riuscito ad alzare ancora l'asticella del buon senso e del buon gusto, dichiarando, in sua difesa cheL’omosessualità era inserita tra le patologie dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità – ha detto sempre a Il Secolo XIX – poi, anche a fronte dell’attività delle lobby gay, rappresentate da personaggi dello spettacolo e del mondo della moda di potere, è stata depennata” [Nota di servizio: in realtà l’Oms ha da tempo tolto l’omosessualità dall’elenco delle malattie dell’uomo perché è stata scientificamente definita una variante naturale del comportamento umano].
Infine, un'ultima notazione sul Gruppo Lot, prima richiamato, e che viene consigliato dal medico savonese per la cura dell'omosessualità. Detto gruppo, infatti, ancora oggi parla esplicitamente di “processo di guarigione” riguardo all’omosessualità ed il suo direttore Di Tolve racconta nel suo libro autobiografico di aver vissuto “ogni esperienza di trasgressione che in quel mondo si possa incontrare, tra sesso, lussuria, potere e gironi infernali”, prima di intraprendere “un percorso di conversione, su base psicologica e religiosa”, che lo ha aiutato “a scoprire e a sanare le ferite di tanti anni prima, fino a riappropriarsi della sua identità sessuale”.
E per chiudere, per le più giovani di voi, "Luca era gay" è una canzone di Povia, arrivata seconda al Festival di Sanremo del 2009, canzone che, da sempre, i gruppi ultra-cattolici della famiglia ecc.. utilizzano come colonna sonora dei loro meeting e riunioni. E', insomma, la bandiera di tali movimenti. Il tutto perché la canzone parla, appunto, di un ragazzo, Luca, che "era gay e adesso sta con lei... Luca parla con il cuore in mano Luca dice sono un altro uomo..."...

Ogni nostro commento appare inutile.
MduL



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