Ultimo aggiornamento il 6 gennaio 2025

La Circolare del Ministro Alfano contro il riconoscimento dei matrimoni gay contratti all'estero


E siamo arrivate così, pochi giorni dopo le manifestazioni promosse dalle cd "sentinelle in piedi", ad un altro fulgido esempio di italianità: la Circolare emanata dal Ministero degli Interni, a nome del ministro Angelino Alfano, indirizzata a tutti i Prefetti del territorio italico affinché vengano vietate le trascrizioni dei matrimoni gay legittimamente contratti all'estero e vengano immediatamente annullate le trascrizioni che in questo ultimo periodo molti comuni avevano già ufficializzato nei prorpri registri di Stato Civile.
La questione, infatti, è un pochino tecnica, dunque occorre prima spiegarsi.
Premesso che, per la normativa italiana, allorquando dei cittadini italiani si sposano all'estero, essi possono poi far riconoscere il loro vincolo matrimoniale anche in italia (cioè possono dire governo italiano: guarda, noi ci siamo sposati all'estero ma ora viviamo in italia e vogliamo che vengano riconosciuti i nostri diritti/doveri di coniugi nei confronti di noi stessi, della nostra prole, dei parenti, del datore di lavoro e, più in generale della pubblica amministrazione). Per far ciò, occorre che chiedano la registrazione ed il recepimento del matrimonio così contratto all'estero all'Ufficio della anagrafe e stato civile del comune dove hanno spostato o vogliono spostare la propria residenza.
A fronte di tale richiesta, l'ufficiale di stato civile del comune di riferimento, dunque, se non ostano motivi di ordine pubblico e sicurezza, registra l'avvenuto ricepimento del matrimonio sul suolo italico e, da quel momento, la coppia di sposi è riconosciuta a tutti gli effetti di legge dallo Stato Italiano.
Questa la nostra normativa. Sennonchè, tempo addietro (qualche mese fa per l'esattezza), si è assistito ad un evento assolutamente imprevisto quanto dirompente: il Comune di Grosseto ha recepito ed ha provveduto a registrare all'anagrafe del proprio stato civile, il primo matrimoio gay legittimamente contratto in un paese estero (perché, per chi di voi non lo sapesse, ormai ci si può sposare, ma si, proprio sposare!, in tanti Stati esteri!! Nello specifico, a Grosseto, a seguito di un’ordinanza del Tribunale, il Comune ha dichiarato ‘sposo’ e ‘sposo’ Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci, trascrivendo il loro matrimonio avvenuto a New York il 6 dicembre 2012 ).
Apriti cielo, è successo di tutto, ma la correttezza e la legittimità dell'agire del funzionario comunale di Grosseto non è stato possibile metterla in dubbio in alcun modo: il matrimonio tra due uomini o tra due donne, contratto all'estero nel rispetto della normativa del paese dove è stata formalizzata l'unione, può e deve essere recepito nei registri di stato civile dello stato italiano poiché non viola in alcun modo la normativa nazionale e, soprattutto, non incide in alcun modo sulla tutela dell'ordine pubblico (unico motivo ostativo alla registrazione di un matrimonio, riconosciuto dal nostro ordinamento).
Non solo Grosseto però. Vi sono anche altri fulgidi esempi di progresso sociale, Fano, per esempio, è stata la prima città in Italia a trascrivere un matrimonio gay con un atto diretto del sindaco. E a luglio il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha iscritto all’anagrafe i primi due sposi dello stesso sesso, che nel 2008 si sono uniti in matrimonio in Spagna. Sul fronte dei diritti gay, inoltre, a Palermo una coppia omosessuale ha ottenuto il congedo matrimoniale da azienda comunale, mentre ad agosto il tribunale di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive in una coppia omosessuale (lesbiche), estendendo i diritti alla convivente della madre biologica.
Forti di questi magnifici precedenti, molti Comuni si sono quindi mossi subito in tal senso, deliberando la possibilità per i loro uffici di registrare matrimoni anche gay, al punto che, fino a pochi giorni addietro, si poteva essere finalmente orgogliose del nostro paese e si poteva scrivere alle amiche straniere che, ormai, anche da noi i matrimoni gay potevano essere, se non celebrati, almeno riconosciuti, se contratti all'estero.
Dico fino ad un paio di giorni fa perché è notizia di questa settimana l'emanazione da parte del ministro degli interni, Angelino Alfano, di una Circolare ministeriale che esorta ed obbliga tutti i Prefetti sparsi per il territorio italiano ad annullare ogni e qualsiasi riconoscimento dei matrimoni gay che dovesse essere recepito dai singoli comuni italiani.
Anche in questo caso, però, è necessario fare una premessa: il Ministero degli Interni, in quanto rappresentante primo dello Stato Italiano ha la competenza esclusiva in materia di anagrafe e stato civile. Questo significa che il Ministero, emanando appunto anche una semplice circolare, può e deve gestire la pubblica amministrazione ad esso sottoposta e/o con funzioni istituzionalmente concorrenti, emanando ordini e direttive comuni in materia, per quel che ci interessa in questo caso, di "stato civile" (nel senso che il nostro ordinamento sancisce che la competenza in tale materia è dello stato e non delle regioni o comuni).
Ora, su questo, "nulla quaestio" . E' vero, lo Stato ha la competenza esclusiva in tale materia di stato civile. Ciò che però lo Stato non ha e non potrà mai avere è invece la competenza esclusiva sulla gestione dei diritti fondamentali delle persone e dei suoi cittadini.
Nello specifico, Angelino Alfano, non avrebbe potuto in alcun modo emanare una Circolare Ministeriale (atto normativo non approvato dal Parlamento italiano nè discusso almeno in Consiglio dei Ministri) con l'intento di limitare uno o più diritti costituzionali espressamente garantiti dalla nostra Costituzione. Tale retriva ed eventuale limitazione può e deve essere sancito solo ed esclusivamente dal Parlamento Italiano, unico depositario costituzionale della gestione dei diritto fondamentali.
In altri termini. In alcun modo, mai, una circolare ministeriale può inibire il riconoscimento dei matrimoni gay contratti all'estero, ciò, in quanto, nel vuoto terrificante della nostra normativa sul punto, non esiste alcuna norma del nostro ordinamento che lo vieti, anzi.
L'Ufficiale di Stato Civile di un Comune è tenuto, per legge, a recepire un matrimonio contratto all'estero, siano i coniugi fucsia, verdi, arancioni, etero o gay!!. Ciò che deve controllare e che può spingerlo a non accettare la richiesta di riconoscimento del matrinio anche sul suolo italiano è solo la tutela dell'ordine pubblico.
Ora, come è di tutta evidenza, il recepimento di un matrimonio gay in alcun modo può ledere l'ordine pubblico e le trascrizioni sono più che legittime!.
Fatta dunque tutta questa necessaria ed indefettibile premessa, arriviamo al punto principale di questo Post: come può un politico qualsiasi (perchè Angelino Alfano in questo frangente non ha in alcun modo agito in qualità di ministro degli interni ma in qualità di politico che si è avvalso della propria investitura a ministro degli interni!), poter anche solo tentare di piegare le istituzioni italiane, tutte, ai suoi più biechi interessi di bottega politica? Come può permettersi che resti indisturbato al suo posto?
Per Angelino Alfano, infatti, i matrimoni di persone dello stesso sesso non sono conformi alle nostre leggi. Pertanto non si possono registrare in Italia e per quelli già trascritti si procederà all’annullamento. Questo, in sostanza, è il contenuto della Circolare di cui stiamo parlando e che il ministro ha annunciato di inviare ai prefetti !!!.
Ma così facendo, egli ha "semplicemente" abusato, per altro in modo scorretto, come abbiamo visto, del suo potere istituzionale per dare un segnale ai suoi possibili elettori di destra, rispondendo così all'appello portato avanti dalle cd "sentinelle in piedi" che tanto hanno fatto parlare di loro nei giorni scorsi (omofobia, discriminazione, questi i principi su cui poggiano le rivendicazioni delle "sentinelle in piedi": no alla legge sull'omofobia, no ai matrimoni gay, no alla fecondazione eterologa ma tutela della "famiglia naturale" intesa solo ed esclusivamente nel loro modo di sentire....).
Nonostante, infatti, l’esecutivo a cui Alfano appartiene ha annunciato prima dell’estate un ddl, da presentare in Parlamento in autunno, in cui le unioni civili tra persone dello stesso sesso potranno godere di tutti i diritti previsti dal matrimonio tranne uno, quello di adottare (modello che ricalca quello tedesco delle civil partnership), l’opposizione del ministro dell’Interno alle unioni gay era sempre stata netta e su quella, eventualmente, si sarebbe anche giocata la tenuta del governo. “Se propongono il matrimonio gay - aveva detto a gennaio quando Letta era ancora a Palazzo Chigi - ce ne andiamo a gambe levate denunciandolo all’opinione pubblica”. E ancor prima aveva già frenato il segretario del Pd Matteo Renzi sull’ipotesi di inserire le unioni civili nel patto di coalizione.
Per fortuna, ormai il "dado è tratto" e molti, tanti, sindaci si stanno opponendo, anche di fatto, all'assurda circolare ministeriale, tra essi, il sindaco di Bologna ed i Comuni di Udine, Milano, Roma e Napoli che stanno continuando tranquillamente a registrare tali matrimoni. E meno male, Bravi, Grazie!!
Ma non è nemmeno questo il punto, il punto è invece, si vuole ribadirlo con forza, che se ALfano avesse fatto un accorato appello o proclama in Parlamento o in un'intervista, in qualità di segretario del nuovo centro destra, non si sarebbe obiettato nulla: è un politico, vuole attirare i voti del suo possibile elettorato conservatore e di destra, massimo rispetto per questo. Quello che non puoi fare è agire come ministro degli interni della repubblica italiana per tutelare solo ed esclusivamente il tuo elettorato!!.
VERGOGNA!.
MduL

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