Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Una storia saffica per il Film vincitore della Palma d'oro a Cannes nel 2013

Ebbene si, avete letto bene: il film che quest'anno ha vinto la palma d'oro al Festival del Cinema di Cannes è il film "La vie d'Aèle", che racconta la storia d'amore e passione tra e di due donne: la loro totale passione ma anche i loro normalissimi problemi di coppia: la gelosia, i contrasti e le differenze sociali e culturali ecc...Insomma, una storia lesbica a tutti gli effetti, con due donne che si amano per un lungo periodo della loro vita.
La loro storia, infatti, inizierà quando le due donne sono poco più che adolescenti e si snoderà per un lungo e fondamentale tratto della loro vita.....La storia, infatti, inizia quando Adele, liceale di 15 anni, intraprende una storia con il bel Thomas, ma lo stesso giorno incontra una ragazza dai capelli blu che diventerà il soggetto dei suoi sogni più veri e proebiti...(ma non è il caso qui di scrivere tutta la trama, altrimenti che gusto c'è ad andare poi al Cinema).
Le due giovani e belle protagoniste sono interpretate dalle attrici Léa Seydoux (27 anni) e Adèle Exarchopoulos (di soli 19 anni).
Il regista del film, il franco-tunisino Abdellatif Kechiche, ha dedicato la vittoria allo spirito di libertà del suo paese, la Tunisia che vede ancora oggi, di nuovo oggi forse è meglio dire, una lotta per la libertà in ogni sua forma e quindi anche, e soprattutto, per la donna.
Il film pare sia molto bello ed ha avuto un consenso e dei riconoscimenti unanimi, di critica e pubblico. Per fortuna in Italia pare si sia trovato il distributore per le sale cinematografiche, che dovrebbe essere la Lucky Red....occhi aperti, dunque, per non farsi sfuggire il Film al Cinema.
Ultima, importante, notazione. Questo film è l'adattamento cinematografico del fumetto francese "La Blue est une couleur chaude" (Il blu è un colore caldo) di Julie Maroch, che racconta appunto la storia di amore assoluto tra due donne, una con la passione per la pittura e l'altra per l'insegnamento, e la storia di una ragazza che poi diventerà insegnante. Ed è proprio questa sottotraccia del fumetto che il regista Abdellatif Kechiche ha tradotto prima nel film del 2003 intitolato "La schivata" ed ora, dieci anni dopo, nel bellisimo (dicono) film vincitore a Cannes "La vie d'Aèle".
MduL