Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Buone notizie: la prima sezione della Corte di Cassazione ha rimesso alla Corte Costituzionale la decisione in merito alla legittimità o meno del divieto di trascrivere, nell'atto anagrafico di un bambino nato all'estero con una pratica di gestazione per altri, il nome del secondo papà (o della seconda mamma)

L'aula dove si tengono le sedute della Corte Costituzionale (foto di repertorio, stampa.it)

_MduL, 2 maggio 2020_

Ci siamo, più su di così, nel nostro sistema giuridico e giudiziario non si può andare: la Corte di Cassazione ha chiesto alla Corte Costituzionale un pronunciamento definitivo, in merito al fatto se sia legittimo o meno il divieto di trascrivere, nell'atto anagrafico di un bambino nato all'estero con una pratica di gestazione per altri, il nome del secondo papà.

La Cassazione, infatti, ha chiesto alla Corte di Cassazione di accertare se la legge sulla fecondazione assistita non violi la Costituzione e le norme internazionali a tutela dei minori, compreso un recente parere della Corte di Strasburgo, laddove nega il riconoscimento anagrafico ai bimbi delle coppie omosessuali nati dalla gestazione per altri, pratica esclusa in Italia e sanzionata penalmente.

Il caso sottoposto al vaglio delle due Supreme Corti riguarda due uomini, cittadini italiani, sposati in Canada e con matrimonio trascritto nel nostro Paese nel registro delle unioni civili, che, all'atto della richiesta di registrazione allo stato civile del proprio figlio, nato con fecondazione assistita eterologa in Canada, come figlio di entrambi i papà, si sono visti opporre un netto rifiuto da parte del Comune di Verona, competente al rilascio di tale certificazione (i due uomini risiedono li).

Da qui, anche per loro, come per tante altre coppie/famiglie arcobaleno, è iniziato l'iter giudiziario e così, dopo che anche la Corte d'Appello di Venezia aveva accolto il loro ricorso, intimando al Comune di provvedere al recepimento dell'atto di nascita stilato all'estero e, dunque, alla registrazione del figlio, con i nominativi di entrambi i padri, si è avuta la reazione dell'allora ministro dell'Interno e del Sindaco di Verona che, a mezzo dell'Avvocatura di Stato, hanno impugnato tale sentenza avanti alla Corte di Cassazione.

Apertosi così il terzo ed ultimo grado di giudizio, avanti alla Cassazione, si arriva a questi ultimi giorni, allorquando, gli Ermellini della prima sezione della Corte, con l'Ordinanza di pochi giorni fa, rimettono la questione alla Corte Costituzionale, supremo organo di legittimità costituzionale. Così facendo, il giudizio in Cassazione è stato interrotto, in attesa di tale - fondamentale - pronunciamento della Corte Costituzionale.

Queste le motivazioni addotte dalla prima sezione civile della Cassazione, nel rimettere la questione alla Corte Costituzionale, così come riportate nella nostra fonte, l'articolo di repubblica.it (link in fondo al post): "rilevante e non manifestamente infondata" la questione di legittimità, relativa alle disposizioni di legge (dalla normativa sulla fecondazione assistita, al dpr sullo stato civile, alla legge sul diritto internazionale privato) "nella parte in cui non consentono, secondo l'interpretazione attuale del diritto vivente, che possa essere riconosciuto e dichiarato esecutivo, per contrasto con l'ordine pubblico, il provvedimento giudiziario straniero relativo all'inserimento nell'atto di stato civile di un minore procreato con le modalità della 'gestazione per altri' del cosiddetto genitore d'intenzione non biologico".

Dunque, questo l'iter giudiziario. Ciò che però ci interessa segnalare è un altro, più importante aspetto e cioè il fatto che la Corte di Cassazione abbia deciso di chiedere un pronunciamento alla Cassazione, nonostante l'intervenuta sentenza delle Sezioni Unite del maggio 2019, con la quale il mondo Lgbtqi aveva avuto una battuta d'arresto. 

Come meglio esplicitato da Alexander Schuster, legale della coppia di papà, "...Quella sentenza (si riferisce alla sentenza delle sezioni unite della Cassazione del maggio 2019_ndr) ignorava la posizione della Corte di Strasburgo. Sono in ballo le sorti non solo delle famiglie arcobaleno, ma di tutte quelle famiglie, soprattutto con genitori eterosessuali, che accolgono bambini nati da gestazione per altri".

E con l'Ordinanza di rimessione della prima sezione della Corte di Cassazione, si evidenzia proprio questo, l'incongruenza della Sentenza delle sezioni unite con il parere emesso dalla Grande Chambre di Strasburgo e la possibile illegittimità degli articoli di legge, ritenuti "in contrasto" con diversi articoli della Costituzione, quali, tra tutti, il principio di uguaglianza ed i principi costituzionali in tema di famiglia, nonché con la Convenzione europea dei diritti umani.

Tutti questi principi, così come sanciti nei superiori atti di legge nazionale ed internazionale, infatti, sarebbero in contrasto "se interpretati come impeditivi, in via generale e senza valutazione concreta dell'interesse superiore del minore, della trascrizione dell'atto di nascita legalmente costituito all'estero, di un bambino nato mediante gestazione per altri, nella parte in cui esso attesta la filiazione dal genitore intenzionale non biologico, specie se coniugato con il genitore biologico".

In sostanza, come ben chiarito dall'articolo di repubblica.it, in base all'orientamento della Cassazione, "l'interesse del minore a mantenere il suo rapporto con il padre intenzionale, riconosciuto oltretutto da un certificato di nascita estero, è prevalente rispetto alla modalità con cui quel bambino è venuto al mondo".

E speriamo che anche la Corte Costituzionale sia d'accordo, consentendo così alle famiglie arcobaleno (e non solo, visto che riguarda anche tante famiglie bigenitoriali) possano registrare nel nostro Stato i loro figli, nati con fecondazione assistita, come figli di ambo i genitori e non più di uno solo!.

Restiamo dunque con le dita incrociate, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale...
MduL



Fonte:
Articolo "Maternità surrogata, la Cassazione: Consulta decida se bambino con due padri è discriminato" su repubblica.it del 29/04/2020

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