Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Veronica Pivetti: approfittiamo del suo ultimo libro "Per sole donne", con personaggi anche lesbici, per parlarvi ancora un po' di lei

Veronica Pivetti (foto ilsussidiario.net)
 _MduL, 7 dicembre 2019_

Grazie alla rassegna stampa mattutina, lo scorso 1 dicembre, ci siamo imbattute nell'intervista di Giuseppe Fantasia per huffingtonpost.it, dal titolo Veronica Pivetti: "La fluidità è una conquista. La scelta è più vasta di quella che ci hanno fatto credere” (link in calce al post).
Subito incuriosite dal titolo, abbiamo iniziato a leggere l'articolo ed abbiamo scoperto diverse cose delle quali vogliamo rendervi partecipi. Ma, come al solito, andiamo con ordine.

Veronica Pivetti, nata a Milano il 19 febbraio 1965, è un'attrice, regista, doppiatrice e conduttrice televisiva italiana, ma anche scrittrice.
Sorella minore della politica Irene Pivetti (Presidente della Camera dei Deputati durante il governo Berlusconi) e figlia del regista Paolo Pivetti e dell'attrice e doppiatrice Grazia Gabrielli è stata sposata dal 1996 al 2000 con l'attore e doppiatore Giorgio Ginex ed ora vive (pare sembra si dice) con la sua compagna Giordana ed i loro 4 amati cani.
La sua carriera professionale inizia negli anni ottanta, come doppiatrice di cartoni animati, negli anni novanta le prime partecipazioni a programmi tv e quindi la prima grande occasione con una parte nel film di Carlo Verdone Viaggi di nozze. A seguire, sempre negli anni novanta, un film con Lina Wertmüller ed anche la co-presentazione, conduttore Vianello, del Festival di Sanremo del 1998.
Nei primi anni del 2000 il successo con la serie tv Commesse, trasmessa per due stagioni su rai 1, poi alcuni film (tra questi, Le Giraffe con la Ferilli) ed un altra parte in fiction di successo come il Maresciallo Rocca.
Poi, la consacrazione con due fiction che la vedono protagonista assoluta: Ladra e Provaci ancora Prof! che tanto successo hanno avuto, e continuano ad avere.
Oltre a questo, la conduzione dei programmi di rai 3 Per un pugno di libri e dopo Amore criminale, che ancora oggi conduce in prima serata.
Da segnalare, infine, la sua prima opera come regista, dal titolo Né Giulietta, né Romeo, a tematica Lgbtqi e le sue due prime opere come scrittrice Ho smesso di piangere (2012) e Mai all’altezza (2019) che hanno anticipato il suo primo romanzo Per sole donne (2019) di cui vi parleremo in questo post.
Sulla sua vita privata, oltre al fatto di essere stata sposata per 4 anni con Giorgio Ginex, si sa poco o nulla, ma, per fortuna, ogni anno un pochino di più. Nel tempo, infatti, siamo venute a sapere che ama moltissimo gli animali ed ha avuto ed ha diversi cani, molto amati (e questo è un altro dei motivi per i quali ci piace così tanto); sappiamo anche che, haimé, la sua casa, negli anni scorsi, è andata irrimediabilmente perduta a causa di un incendio e che la cosa, come è inevitabile, l'ha molto provata, sappiamo che ha sofferto di depressione e che vive da anni con la sua compagna Giordana ed i loro cani (motivo che da sempre ce l'ha fatta amare). Di queste ultime, per noi meravigliose notizie private, abbiamo saputo solo negli ultimi tempi, prima con un'intervista da Bruno Vespa e poi con altre dichiarazioni sempre più libere ed esplicite della stessa Pivetti (Graziee!!) - cfr. articolo ilsussidiario.net, con link in calce al post-.

La copertina di "Per sole donne"
Ciò posto, torniamo a noi e parliamo ora dell'intervista che Giuseppe Fantasia ha fatto all'attrice per la testata huffingtonpost.it, in occasione della pubblicazione del libro di prossimo uscita Per sole donne, edito da Mondadori, del quale vogliamo parlarvi, visto che tra i personaggi principali vi sono anche delle donne lesbiche.
Qui vi riportiamo alcuni stralci dell'intervista indicata (intervista che vi esortiamo a leggere nella sua versione integrale al link riportato in calce al presente post).

Il giornalista, Fantasia, rivolge alla Pivetti la prima domanda che introduce il libro scritto dall'attrice. Eccola: 
"Cosa fa un gruppo di cinque amiche con un’età che avanza giorno dopo giorno, che spaventa e disorienta?"
Lavorano, si incontrano, stanno con i loro uomini o donne (a seconda dei gusti), si ascoltano e si capiscono, si aiutano e si fanno assistenza tutte insieme – nel loro ristorante cinese preferito o a telefono, poco importa – quando tutto sembra esser perduto o in procinto di perdersi, ma – soprattutto – si raccontano quello che fanno sopra e sotto le lenzuola. 
L’antiquaria Adelaide e le altre “girls” – Benedetta, Tonia, Rosaria e Martina – fanno sesso e ne parlano tantissimo, usando nomi, aggettivi e vocaboli di ogni genere e senza alcuna censura, perché anche se della vita si può avere una visione disincantata, è assolutamente indispensabile viverla appieno. 
...“Sono una donna di 54 anni, mi rivolgo alle donne a cavallo di quell’età – mi sembra fisiologico quel pubblico – anche se ho riscontrato che ci sono molte giovani tra le mie lettrici, ma, tengo a ribadirlo, non ho voluto escludere nessuno, uomini compresi”. 
“Le storie che racconto sono tutte vere, poi, certo, le ho messe in un romanzo e le ho – come si dice – romanzate. Alcuni di quei racconti sono entrati diversi anni fa nella mia testa e poi li ho rielaborati, ma anche i fatti più incredibili sono veri. Volevo un fondamento di verità, impossibile da non avere quando si parla di sesso e di donne”. 
“Ci sono ancora troppe parole da sdoganare – continua l’attrice, la doppiatrice, la conduttrice televisiva e radiofonica amatissima dal grande pubblico - ma ricordiamoci che nella nostra cameretta ci chiudiamo tutti e che tutti facciamo cose spinte”. 

Per sole donne ..."è il suo primo romanzo – esilarante e pieno di vita - quello con cui ha deciso di dar voce a quel malumore che hanno le donne, a un malumore che hanno in comune". 
“Lo definisco erotico/comico – ci dice; c’è molto sesso, perché è il fulcro delle loro storie, è il filo conduttore delle loro vite. “Per una donna dell’età come la mia, la parola magica non è affatto solo e soltanto ‘menopausa’. La vita alla nostra età non è finita, ma può ricominciare anche a cinquant’anni che non sono la fine di nulla, sono piuttosto un giro di boa, per me almeno lo sono stati. Sono un girare l’angolo e scoprire altre cose, sono un dare un nuovo passo alla propria vita”. 

Sul linguaggio 'esplicito' del libro. Per far capire il timbro del libro, Fantasia riporta l'incipit, che è il seguente “Era stata una scopata noiosissima. Adelaide si era addormentata a metà, mentre Andrea gliela leccava.” Un inizio fulminante e senza alcun tabù. Finalmente un libro in cui le donne parlano come sono davvero dimostrando che la parità parte proprio dalla libertà d’espressione.

Del resto, queste le argomentazioni della Pivetti “Si pensa che le donne abbiano riservata “l’ora d’aria”, ma non è così. Devono poter parlare come vogliono, devono avere una libertà d’espressione, come dice giustamente lei. Permettetemi di parlare come parlo io, permettiamo a ciascuna donna di farlo. 
Detesto le convenzioni e i recinti in cui siamo state messe, anche perché le stesse convenzioni sono recinti. 
Scrivendo questo libro sono stata diretta e spudorata. Si parla molto esplicitamente, si usa il turpiloquio, ma questo si può fare e non c’è nulla di male. 
Perché agli uomini è permesso tutto e a noi no? Venite a cena con me o con altre donne e uscirete in mutande, o forse anche senza (ride, ndr). Non possiamo inibirci nel linguaggio. 
La mia è stata un’operazione ardita, uno sdoganamento per tutte. Basta restare nei ranghi! Ci siamo da sempre…”.
 
A seguire, nell'intervista le motivazioni e l'inquadramento sociologico di tale scrittura dell'attrice che vi esortiamo a leggere nell'articolo originale...Passiamo, invece, ad un altro pezzo dell'intervista, sempre circostanziato al libro.
Pezzo che parla delle differenze tra la visibilità dell'omosessualità maschile e femminile.
Questa la domanda di Fantasia: "Di queste cinque donne, due sono omosessuali: quella femminile non ha la stessa visibilità di quella maschile. Perché secondo lei?"
Questa la risposta della Pivetti: “Ne parlo perché anche nell’ambito dell’omosessualità, le donne sono svantaggiate. Rispetto a quella maschile, quella femminile è ignorata che è una cosa ancora più grave dell’essere ostacolata. 
Non se ne parla, perché il nostro è un popolo pieno di tabù e quello dell’omosessualità femminile è gigantesco. Le donne lesbiche hanno ancora meno voce delle donne etero. Tutto questo è assurdo”. 


A seguire, ancora alcuni pezzi di intervista molto interessanti sul concetto di maternità e sulle sue implicazioni sociologiche e sul ruolo degli uomini, oltre che nel libro, nei rapporti con le donne e nella società che, anche in questo caso, vi invitiamo a leggere nell'articolo originale.

Veronica Pivetti in Victor Victoria (foto blogteatroescuola.it)
Noi, passiamo invece alla domanda del giornalista Fantasia, relativa allo spettacolo teatrale, Viktor und Viktoria, che la Pivetti sta portando da tre anni in giro per l’Italia con grande successo di pubblico e critica e che è stato uno dei film di maggior successo dell'attrice Julie Andrews. Alla domanda "di cosa parla?", la Pivetti risponde:
“È una commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film del 1933 di Reinhold Schünzel, non a quello di Blake Edwards. La versione originale è di Giovanna Gra, la regia di Emanuele Gamba. In una Berlino degli anni Trenta, Susanne Weber, talentuosa cantante disoccupata, si finge Viktor e conquista le platee, ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. Tra battute di spirito ed equivoci si legge la critica ad una società bigotta e superficiale, sempre pronta a giudicare dalle apparenze. In scena c’è un continuo entrare ed uscire da qualsiasi identità sessuale”. 

Infine, vi segnaliamo un'altra domanda dell'intervista nella quale la Pivetti viene chiesta in merito al concetto di fluidità. Questa la domanda: "La giornalista Natalia Aspesi e lo scrittore André Aciman ci hanno detto che oggi siamo tutti fluidi: è così?"

E questa la risposta della Pivetti: “Ne sono convita anche io. Anche questa è una conquista. Prima eravamo tutti messi in una specie di alveare, al chiuso della nostra celletta. 
Oggi no: ci possono essere anche più cellette e se si ha voglia si può finalmente uscire anche da quell’alveare. 
C’è un mondo là fuori. La scelta è molto più vasta di quella che ci hanno fatto credere. 
Una raccomandazione? Prendere a pedate il senso di colpa, perché se c’è, fa male e inibisce. 
Una realizzazione sessuale è la prima forma di libertà che dobbiamo assecondare. Ci renderà felici e pronti ad andare nel mondo”.

E con questo, vogliamo chiudere il presente post. Grande Veronica Pivetti. Non vediamo l'ora di leggere il suo libro.
MduL



Fonte:
Articolo/Intervista Veronica Pivetti: "La fluidità è una conquista. La scelta è più vasta di quella che ci hanno fatto credere” di Giuseppe Fantasia per huffingtonpost.it del 1/12/2019;
Articolo GIORDANA, L’AMICA DI VERONICA PIVETTI/ “Ha capito subito che stavo male e…” di Emanuele Ambrosio per ilsussidiario.net del 16/03/2019

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