Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

A Reggio Emilia arrivano le toilette "gender free", ma è solo una delle misure prese dalla città emiliana in attuazione del "Protocollo d'Intesa per il contrasto all'omotransnegatività e per l'inclusione delle persone Lgbtqi".

Gli esponenti delle istituzioni e degli enti coinvolti nella sottoscrizione del "Protocollo di intesa per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone lgbt". La foto è del 2017 ed è postata sul sito della rete civica del Comune di RE. In fondo, dietro il sindaco, la sottosegretaria Maria Elena Boschi
_MduL, 4 maggio 2019_

Prima una premessa importante: i maggiori quotidiani online, su tutti, la repubblica.it, hanno riportato questa notizia come se fosse una novità di questi giorni ma, nel controllo delle fonti da noi fatto, si è potuto constatare che l'importante sottoscrizione del Protocollo oggetto del presente post, è stata effettuata non il mese scorso, bensì due anni fa e più precisamente, il 17 maggio 2017, allorquando vi era al Governo Renzi ed il sottosegretario era Maria Elena Boschi che, stando sempre alle fonti da noi trovate, era presente alla sottoscrizione del Protocollo di intesa per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione delle persone lgbt.
Forti di questa premessa e della sua importanza (è bene segnalare correttamente i meriti e le responsabilità di ognuno dei nostri politici e, soprattutto, è bene porre temporalmente in modo corretto le notizie) e dando per scontato che, magari, pur esprimendosi male, i quotidiani di oggi intendono riferirsi alle prime applicazioni pratiche del Protocollo già a suo tempo siglato, vi riportiamo la notizia così come l'abbiamo letta dal sito repubblica.it dello scorso 23/04/2019 (link all'articolo in calce al post. Sempre in calce al post, i link agli articoli che parlano della sottoscrizione del protocollo in oggetto, avvenuta nel 2017).

Questa la notizia: il Comune di Reggio Emilia, seguendo le orme della Germania dove le toilette per il 'terzo sesso', ovvero 'gender free', sono già realtà da tempo, ha adottato un protocollo, il primo a livello nazionale, per contrastare le discriminazione verso tutti gli orientamenti sessuali

La città di Reggio Emilia, dunque, dopo la prima celebrazione in Italia, nel 2016, di un'unione civile, ai sensi della legge Cirinnà (quella tra due uomini: lo scrittore Piergiorgio Paterlini ed il giornalista Marco Sotgiu) ed il Gay Pride regionale organizzato l'anno scorso, ha adottato un protocollo, il primo del genere a livello nazionale, per contrastare le discriminazione verso tutti gli orientamenti sessuali, a tutela dei diritti Lgbti.
Questi alcuni degli impegni più rilevanti assunti nel documento, di validità quinquennale, siglato alla presenza dell'assessore regionale dell'Emilia-Romagna alle pari opportunità Emma Petitti, da diversi enti reggiani, istituzionali e non (Comune, Provincia, Tribunale, Ausl, Istituti Penali, l'ateneo Unimore, l'ufficio scolastico territoriale, l'istituto scuole e nidi d'infanzia che comprende anche Reggio Children, Fondazione per lo Sport e Fondazione Mondinsieme):
a) via libera quindi ai bagni 'neutrali' in municipio
b) aggiunta dell'identità di genere sui questionari grazie alla casella 'altro' oltre all'opzione maschio/femmina, 
c) adozione di un linguaggio inclusivo
d) possibilità per i lavoratori degli enti aderenti di utilizzare l'alias in caso di fase di transizione sessuale

Nello specifico, poi, per ognuna delle istituzioni ed enti coivolti, sono state sancite e previste della funzioni specifiche. Il Comune, ad esempio, nei suoi locali predisporrà le toilette 'gender free' dando la possibilità anche ai dipendenti in transizione di accedere al bagno del proprio genere elettivo. 
Il palazzo di giustizia comunicherà annualmente il numero di procedure in corso aventi come oggetto discriminazioni in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere. 
L'Ausl e l'università daranno la possibilità a dipendenti e studenti di avere sul cartellino di lavoro o sulla student card l'alias scelto per il cambio sesso. 
E le scuole promuoveranno incontri e corsi di formazione per insegnati e genitori al fine di sensibilizzare sulla teoria gender e come affrontarla in maniera educativa.

Entusiasta e grata la reazione di Alberto Nicolini, Presidente dell'Arcigay Gioconda, il quale ha dichiarato: "Siamo grati alle istituzioni e gli enti che hanno capito l'importanza dell'inclusione concreta delle persone Lgbti, per inviare segnali positivi che incoraggino il coming out tra gli utenti e prima ancora tra i propri lavoratori e lavoratrici. I diritti devono essere uguali per tutte le persone senza distinzione di orientamento sessuale". Anche se poi aggiunge, con forte rammarico che ciò, cioè questo nuovo ed inclusivo afflato delle istituzioni per il mondo Lgbtqi, dovrebbe valere "dappertutto. Ecco perché con questa firma ci ricordiamo ancora una volta di quanto ci serva la legge regionale contro le discriminazioni Lgbti scandalosamente arenata per giochi ideologici fatti sulla nostra pelle". 
La legge in questione, cui si riferisce Nicolini, infatti, è al momento ferma ed arenata nelle sedi istituzionali, dopo aver spaccato il Pd regionale per un emendamento che definisce la maternità surrogata come "forma di sfruttamento della donna" al pari di violenze, abusi e maltrattamenti in famiglia.
 
Peccato, dunque, per la mancata adozione di una normativa regionale, ma EVVIVA per l'attuazione del Protocollo adottato dalla città di Reggio Emilia (in qualunque data esso sia avvenuto)!!

Con moderata Gioia.
MduL



Fonte:
Articolo <<A Reggio Emilia arrivano le toilette "gender free">> su repubblica.it del 23/04/2019
Notizia del 2017 su rete civica comune RE:  <<Firmato nella Sala del Tricolore il protocollo d'intesa per il contrasto all'omotransnegatività e per l'inclusione delle persone LGBT>> sulla retecivica del comune di Reggio Emilia

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