Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Unioni Civili, ecco una delle prime sentenze storiche: sì all'assegno di mantenimento dopo il divorzio tra due donne

(Foto gay.it)
_ MduL, 16 marzo 2019 _ 

Ma che meraviglia, ci siamo. Finalmente la Legge 20 maggio 2016, n. 76 sulle Unioni Civili (e non solo), detta "Legge Cirinnà" (dal cognome della senatrice del pd grazie alla quale è stato possibile portare all'approvazione tale, importantissima, legge), trova una delle sue prime applicazioni pratiche - e, ciò che più conta, giuridiche - in un'aula di Tribunale.
Ma, andiamo con ordine. La storia è questa.
Due donne, come tante di noi, dopo essersi innamorate, già nel 2013, hanno iniziato una convivenza; convivenza che, visto che le due abitavano in città diverse, Venezia e Pordenone, ha comportato da parte di una delle due donne la rinuncia alla vita nella sua città, Venezia, per andare a vivere con la compagna a Pordenone. Qui, infatti, hanno costruito il loro nucleo familiare riconosciuto, anche ai sensi di legge, nel 2016, allorquando le due donne si sono unite civilmente.
(Foto repubblica.it)
Tutto bene per un po' ma, come si sa, l'amore non conosce generi e, anche per loro, vi è stata la fine dell'amore ed il conseguente scioglimento dell'Unione, con contestuale richiesta di divorzio, formalizzatasi avanti ad un Giudice di Pordenone (e già qui, è meraviglioso poterne scrivere, visto che solo fino a tre anni fa, nessuna di noi poteva unirsi civilmente e, tantomeno, divorziare!).
E qui, la notizia nella notizia: il giudice adito, Dott. Gaetano Appierto, nel contesto della causa di divorzio, ha dovuto anche pronunciarsi sulla richiesta di assegno di mantenimento avanzata da parte di una delle due donne, in quanto parte più debole del rapporto.
Ed il Giudice lo ha riconosciuto! Ha riconosciuto, priva volta in Italia, un assegno di mantenimento ad una 'moglie' di un'unione civile, in quanto ritenuta parte “più debole”. Era stata lei, infatti, che aveva deciso di trasferire la propria residenza non solo per la “maggior comodità del posto di lavoro rispetto ai luoghi di convivenza (Pordenone piuttosto che Venezia), ma anche dalla necessità di coltivare al meglio la relazione e trascorrere quanto più tempo possibile con la propria compagna, non comprimendo il tempo libero con le ore necessarie per il lungo trasferimento per almeno due volte al giorno”. 
Da qui, la decisione di riconoscere l’assegno di mantenimento, per un importo di 350 euro al mese, a carico della coniuge economicamente più forte, che occupa ancora l’abitazione condivisa all’epoca della relazione.

Avv. Maria Antonia Pili (IusLaw Web Radio)
Questa, poi, per quante di voi siano interessate, la spiegazione tecnico-giuridica di tale sentenza, data dall'avvocatessa Maria Antonia Pili, presidente di Aiaf (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori), così come riportata dall'Articolo dedicato alla vicenda dal sito ilfattoquotidiano.it (link in calce al post): <<La sentenza, spiega l’avv. Pili “deriva dall’applicazione del cosiddetto divorzio diretto, che invece non è ancora regolamentato in Italia per le coppie eterosessuali”. 
Le due donne, prosegue il legale, vivevano a Pordenone e “già convivevano stabilmente more uxorio dal 2013. Avevano potuto perfezionare la loro unione solo nel 2016, dopo l’intervento della legge Cirinnà – spiega Pili -, la quale equipara pressoché in toto l’unione civile al matrimonio, ma consente di accedere direttamente al divorzio senza passare per la fase propedeutica della separazione e non prevede, per gli uniti civilmente, l’obbligo di fedeltà facendo così venir meno, sul punto, anche l’istituto dell’addebito della separazione“.
La coniuge economicamente più forte chiedeva il divorzio giudiziale, cioè lo scioglimento dell’unione civile in quanto l’altra non intendeva aderire in via consensuale – aggiunge l’avvocata Pili -. La coniuge economicamente più debole ha chiesto e ottenuto invece il riconoscimento di un assegno divorzile periodico che potesse colmare il peggioramento delle proprie condizioni economiche dovuto principalmente al fatto di aver lasciato un lavoro più remunerativo e una situazione economica/abitativa comunque più agiata nella sua città di origine, per trasferirsi a Pordenone e stare insieme alla compagna/moglie, con cui aveva ristrutturato ed arredato un immobile di proprietà di quest’ultima che era stato destinato a residenza familiare”.
Insomma, una nuova ed ulteriore rivoluzione copernicana nella gestione delle nostre famiglie, da pochi anni, riconosciute a tutte gli effetti - o quasi (non dimentichiamo il punto dolente dei figli) - dallo Stato Italiano. 
E mai, come in questo periodo, è bello poterne scrivere...

Ecco dunque che, nel profondo rispetto per un amore finito, chiudiamo con immensa Gioia per tale notizia.
MduL



Fonti ed Approfondimenti:
Qui, gli articoli delle maggiori testate giornalistiche on-line che ne parlano, scegliete voi il preferito:


* Articolo <<Unioni civili, sì all'assegno di divorzio a una coppia di donne>> di Maria Elena Vincenzi per repubblica.it del 15/03/2019;

* Articolo <<Unioni civili: arriva il primo "sì" all'assegno di divorzio per una coppia di donne>>, tratto dalla notizia ANSA, su huffingtonpost.it del 16/03/2019;

* Articolo <<Unioni civili, l’assegno di divorzio a una coppia di donne gay separate>> di Elena Tebano per corriere.it del 16/03/2019;

* Articolo <<Coppia di donne si lascia: “Sì all’assegno di divorzio”>> di Lorenzo Padovan per lastampa.it del 16/03/2019

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