Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

"Mala tempora currunt": da un articolo della giornalista Camilli per Internazionale.it, lo spunto per elencare i (tanti) fatti che testimoniano la paurosa erosione dei diritti civili e dei diritti della donna in particolare

(Foto Voglio Vivere Così Magazine)
Prima una necessaria premessa: gli eventi, i dati e molte delle considerazioni proposte in questo post sono da attribuire alla giornalista dell'internazionale.it, Annalisa Camilli. Noi ci siamo limitate ad approfittare del suo egregio lavoro. Vi esortiamo, dunque, per quante di voi avessero interesse, ad approfondire le questioni qui solo tracciate, nell'articolo della Camilli (ma non solo, come potrete leggere nella premessa del suo articolo, il pezzo è stato scritto a più mani, con le colleghe estere) "L'estrema destra contro le donne in Europa", pubblicato su Internazionale.it del 30/11/2018 (link in calce al post).

Ma che brutti tempi stiamo vivendo! In questo caso, stiamo parlando e ci riferiamo, nello specifico, alla sempre più grande e preoccupante erosione dei diritti civili: aborto, divorzio (!!divorzio??, nel 2018!!), famiglie arcobaleno, diritti Lgbtq, diritti delle donne ecc..anche, haimé, qui da noi in Italia!.
Partiamo con un veloce riepilogo della situazione italiana:
Sen. Pillon (Wikipedia)
Ancora pende l'approvazione del disegno di legge Pillon su divorzio e affidamento dei figli nelle coppie di separati che disegna una famiglia non aderente alla realtà. Una famiglia dove la donna dovrebbe tornare ad essere succube del marito, sia moralmente che materialmente. Una famiglia dove i figli, in caso di separazione, saranno costretti financo a stare, nel caso, con il padre violento che li ha picchiati ed abusati.
Sempre più, poi, sono state (o avrebbero voluto essere presentate) le mozioni antiabortiste, presentate nei consigli comunali di varie città d'Italia. Non più, dunque, nel solo comune di Verona (patria natale, è bene ricordarlo, anche del Ministro della famiglia), fulgido esempio del rinnovato vigore con il quale si vuole tornare al medioevo (vi ricordiamo che in questa città, la mozione antiabortista non solo è stata presentata, ma è stata anche approvata!!). Altri comuni si sono prodotti in simili nefandezze (per noi che scriviamo, lo sono), quali, ad esempio, il comune di Ferrara e lo stesso comune di Roma, capitale d'Italia! (anche se, in questo caso, se non ricordiamo male, la mozione antiabortista, alla fine, è stata ritirata).
Ministro Fontana (corriere.it)
E, a completamento del punto precedente, molte sono, anzi, anche in questo caso, sempre di più, le posizioni e le dichiarazioni contro il riconoscimento del diritto all’aborto ed alla stessa esistenza delle famiglie arcobaleno. Su tutte, per la sua importanza, visto che provengono proprio dal ministro della nostra repubblica che, al contrario, dovrebbe (avrebbe dovuto) tutelare tali diritti, le dichiarazioni e le prese di posizione espresse dal Ministro della famiglia Fontana. Ministro che, in coerenza con la sua totale avversione verso i diritti già acquisiti dalle donne e dalle persone Lgbtq, ha anche annunciato l'adozione di misure atte a favorire la natalità ed a sostenere la cosiddetta "famiglia tradizionale".
E qui, volutamente, evitiamo di riportare le nostre riflessioni sul concetto di "aiuto alla natalità" per le sole famiglie italiane doc...perché è un attimo trascendere ed accusare di fascimo e nazismo coloro che propongono tali aiuti selettivi alla natalità: più figli italiani per contrastare l'invasione dei figli degli straniere e, dunque, l'annacquamento del nostro sangue italico...era quello che sosteneva il duce...ma, lo abbiamo detto: mala tempora currunt...
(Foto da Vesuvio Live)
E, per fortuna, non siamo le sole a pensarlo. Questo il paragrafo estratto dall'articolo della Camilli: "Nei partiti dell’estrema destra europea il tema del sostegno alla natalità è spesso legato alla teoria del complotto nota come “sostituzione etnica”, la tesi simile a quella di matrice neofascista (piano Kalergi) secondo cui l’arrivo di migranti e rifugiati in Europa sarebbe parte di un progetto messo in atto dalle élite liberali per sostituire le popolazioni autoctone “di razza bianca”. “Più bambini invece dell’immigrazione di massa”, è uno degli slogan dell’AfD in Germania (Orrore!).
Del resto, come sempre riportato nell'articolo, "anche il ministro della famiglia italiano, il leghista Lorenzo Fontana, ha suggerito questo collegamento nel suo libro "La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi" (2018), scritto insieme al banchiere vaticano Ettore Gotti Tedeschi e con la prefazione del leader della Lega Matteo Salvini. (Orrore!)
Nessuna meraviglia, dunque, se "nel decreto fiscale per il 2019 il governo italiano ha riconfermato lo stanziamento di fondi in sostegno della natalità, il cosiddetto “bonus bebè”.


Ma, ancora non è finita qui. Sempre qui da noi, nella nostra civilissima Italia, abbiamo un tasso di obiezione di coscienza negli ospedali (contro l'aborto, dunque) che sfiora il 70 per cento. Si, avete letto bene, 70%, con punte anche molto più alte in molti, moltissimi ospedali italiani. In pratica, una donna che volesse abortire, dovrebbe riuscire a trovare quel medico dei tre, su dieci, che le consente di farlo...
Insomma, una situazione abbastanza preoccupante, soprattutto per ciò che concerne la posizione della donna nel suo insieme, a maggior ragione, poi, come nel nostro caso, se lesbica.

Ma non è solo qui da noi che la situazione sta degenerando in modo così repentino ed inarrestabile, sono tanti, infatti, i paesi dell'Europa che stanno involvendo (perché, per noi, ovviamente, stanno involvendo) allo stesso modo, al punto che il Commissario per i diritti umani al Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks, nel dicembre del 2017, aveva espresso preoccupazione per “le restrizioni” all’aborto in molti paesi europei e quello che ha definito un vero e proprio “backlash” su questi temi. 

(foto FoxLife)
Nei paesi dell’Unione europea, infatti, l’accesso all’interruzione di gravidanza è molto disomogeneo ed ha variegate discipline che vanno da quella più restrittiva, espressa dal governo Maltese, dove una donna che abortisce rischia il carcere fino a tre anni (anche se è rimasta incinta dopo uno stupro o se la gravidanza mette in pericolo la sua salute o la sua vita!!) a quella più blanda, espressa nei Paesi Bassi, dove una donna può abortire, senza problemi, fino alla ventiquattresima settimana.
Situazione particolarmente difficile si ha, poi, in Polonia, dove la legge del 1993 è tra le più restrittive in Europa e dove i populisti del partito Diritto e giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, PiS), al governo, hanno provato diverse volte a limitare ulteriormente l’accesso all’interruzione di gravidanza (ivg), per fortuna, sempre contrastati dalle donne e dalle loro mobilitazioni di piazza. Il Governo polacco, così, non è mai riuscito ad ulteriormente circoscrivere la possibilità di aborto, tuttavia, la Polonia rimane uno dei paesi europei in cui la legge sull’aborto è più restrittiva: si può ricorrere all’interruzione di gravidanza solo in caso di pericolo di vita per la madre, gravissima malformazione del feto o stupro. Ciò porta, come è ovvio, a delle statistiche impressionanti per ciò che riguarda gli aborti clandestini: ogni anno nel paese avvengono tra gli 80mila e i 200mila aborti clandestini e molte donne sono costrette a espatriare in Germania o in Repubblica Ceca per abortire.
Ma non crediate, vi sono paesi - europei!- che hanno leggi ancora più restrittive della Polonia sull’aborto. Sono: Andorra, Liechtenstein, San Marino e nel Regno Unito l’Irlanda del Nord, oltre a Malta e al Vaticano (i due paesi in cui l’aborto è vietato in ogni caso). Pensate che l’Irlanda ha abolito una legge molto restrittiva sull’aborto con un referendum il 25 maggio 2018. Fino a quel momento le donne irlandesi rischiavano il carcere fino a quattordici anni se decidevano di interrompere la gravidanza.
Sul punto, la situazione è grave per ogni paese. Anche nella civilissima Germania, in Austria, in Ungheria i partiti pro-vita e contro l'aborto sono più che mai attivi ed all'attacco...

(Foto di LAB Donne IDV)
Ma, come dicevamo, "la guerra contro la donna" non è circoscritta solo al diritto all'aborto, è proprio la sua posizione nella società che viene nuovamente messa in discussione, al punto che si è passati dalla ricerca della effettiva parità di diritti, alla fine dei diritti. La donna, ora, la vorrebbero come genitrice e balia del marito, nel ruolo così delineato e disegnato all'interno della famiglia tradizionale.

Esemplificativa del clima, è la notizia che nella capitale ungherese, Budapest, è stato eretto un monumento che esprime le posizioni del partito di Orbán, Fidesz, sul ruolo della donna nella famiglia: una statua di bronzo che rappresenta una madre con i suoi due bambini, con la scritta: “Dedicato a chi educa i piccoli” (Orrore!).
Paesi come l'Ungheria e la Polonia, infatti, hanno approvato normative atte ad incentivare, anche in questo caso, la natalità e la famiglia, ovviamente solo ed esclusivamente quella "tradizionale".
Il ministro della giustizia polacco, ad esempio, è stato accusato di voler rendere più difficile il divorzio, imponendo alle coppie che vogliono divorziare l’obbligo di ricorrere alla mediazione. Infatti, secondo molti esperti, l’obbligo di mediazione potrebbe peggiorare la situazione delle donne vittime di violenza domestica, rendendo il percorso del divorzio più difficile e costoso. 
Vi ricorda qualche cosa? Ma certo, è la stessa proposta portata avanti dal senatore Pillon nel suo disegno di legge sulla famiglia, con l'unica differenza che, nel nostro caso, la mediazione obbligatoria per le coppie che volessero divorziare sarebbe anche a pagamento!!.

E così scrivendo, potremmo andare avanti, haimé, ancora per molto. Potremmo, infatti, scrivere della scandalosa e vergognosa gestione dei reati di violenza contro le donne. Non si contano più i femminicidi e gli stupri alle donne. Stupri che, anche quando portano alla morte delle donne violate, sono considerati come dei semplici incidenti di percorso per i maschi coinvolti.
Lucia Perez (Buenos Aires Times)
Sono di questi giorni le notizie, sconvolgenti, dell'assoluzione dei violentatori irlandesi perché la vittima portava un tanga, con ciò dando un chiaro segnale che "ci stava" ed era disponibile (si, avete letto bene. Come se, se una si mette un tanga come biancheria intima, volesse lanciare il segnale che non vede l'ora di essere stuprata con violenza) o, ancora più tragica, la notizia della ragazza argentina di 16 anni morta a causa della terribile violenza sessuale subita, con anche l'impalazione. Ebbene, anche in questo sconvolgente caso, i giudici hanno avuto da ridire ed hanno giudicato non gli esecutori di tale efferato delitto ma la vittima stessa: era una poco di buono e se l'è cercata (non ci credete? Leggete QUI l'articolo "Lucia Perez. Assolti i 3 uomini accusati di aver stuprato, torturato e ucciso 16enne argentina. Ni Una Menos: ‘Morta 2 volte’" di F.Q. per il fattoquotidiano.it del 29/11/2018)

Non ci sono parole.MduL



Fonte:
Articolo "L’estrema destra contro le donne in Europa" di Annalisa Camilli per internazionale.it del 30/11/2018

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