Ultimo aggiornamento il 29 luglio 2024

Parliamo dell'infame aggressione alla 'nostra' scrittrice Linda Pines ed a sua moglie Emanuela

Linda ed Emanuela Pines (foto repubblica.it)

Ma che brutta storia che siamo costrette a raccontarvi. Questa mattina abbiamo letto la notizia sul sito della Repubblica.it, nella cronaca di Torino, e siamo rimaste incredule, oltre che indignate ed arrabbiate.
Recava il titolo dell'articolo di Carlotta Rocci "Lesbiche e sposate, i vicini le aggrediscono in un paesino dell'Astigiano". Come è di tutta evidenza, con tale titolo, ci precipitiamo a leggere la notizia e scopriamo che le donne coinvolte sono Linda ed Emanuela Pines
Pines...Pines...eppure questo nome ricorda qualcosa, rimanda a qualcosa...continuiamo a leggere l'articolo e zach!...scopriamo cos'è questo 'qualcosa'. 
Copertina "La verità di Esther"
Linda Pines è l'autrice del libro lesbico "La verità di Esther", da noi segnalato nel 2015 su questo sito (e che potete trovare anche QUI, sul sito ibs.it) e la rabbia e lo sgomento, dunque, sono anche aumentati, se possibile. Questa la storia.
Antefatto. Linda ed Emanuela Pines, si sono conosciute nel 2005 e, dopo una lunga e faticosa battaglia per l'emancipazione emotiva dalle rispettive famiglie (per Linda, in particolare, che racconta che per la sua famiglia l’omosessualità è considerata ancora oggi una malattia e lei, per sentirsi normale e accettata era quasi arrivata a sposare un uomo) e la dichiarazione d'amore di Emanuela, sono scappate insieme per formare la loro famiglia. 
Famiglia che ha trovato finalmente l'ufficialità il 10 dicembre 2016, allorquando le due compagne, in quei di Baldicheri, un piccolo paesino in provincia di Asti, hanno potuto sposarsi celebrando l'unione civile (introdotta nel nostro ordinamento, è bene ricordarlo, solo pochi mesi prima dalla legge Cirinnà e che ha consentito ad Emanuela anche di prendere il cognome di sua moglie, Pines).
Fino a qui, dunque, una storia bellissima che ci rende orgogliose, oltre che felici. Ma la storia, haimé, non è finita.
Succede infatti che, in data 25 febbraio 2018 Emanuela prima e Linda poi, sono state aggredite e malmenate da un vicino di casa e dai suoi familiari tutti per un banale screzio nei rapporti condominiali.
Più in dettaglio, così come raccontato dalla Rocci nel suo articolo, succede questo: la sera del 25 febbraio Linda ed Emanuela sono in casa quasi pronte per andare a dormire sennonché, provenendo dall'appartamento loro adiacente un forte trambusto, Emanuela è andata a bussare al vicino per chiedere che abbassassero la voce e, con l'occasione, ha anche chiesto lui se poteva preoccuparsi di buttare un po’ di sale sulle scale in vista della nevicata prevista. 
E qui arriva l'assurdo: a questo punto infatti, per tutta risposta, Emanuela è stata trascinata in casa ed aggredita. Linda, che ha sentito la moglie urlare dal bagno di casa sua, confinante con l’altro appartamento, si è subito precipitata fuori e ha trovato Emanuela bloccata mentre veniva colpita al volto e alla testa, quindi, nel darle aiuto è stata picchiata a sua volta, al punto da essere costretta poi a portare un collare ortopedico.
Ora, è di tutta evidenza il motivo scatenante di tanta violenza, non può essere stata una richiesta, per altro gentile, di moderazione dei toni in tarda serata, ma una pregressa forma, confermata da Emanuela e Linda, di omofobia ed ignoranza. Evidenziano infatti le donne che i loro vicini non avevano mai accettato la loro unione ed il fatto che fossero omosessuali ed a sostegno di ciò, citano alcuni episodi antecedenti al fattaccio, riportati così da Linda stessa: "Li ho sentiti una volta mentre dicevano: 'quelle due lesbiche rompono il c...'". E aggiunge: "Un’altra volta - uno di loro - mi ha fermato in cortile chiedendomi chi delle due facesse il marito".
Insomma, siamo in presenza dell'ennesimo inqualificabile episodio di omofobia ed ignoranza. Episodio che, seppur stigmatizzato da alcune delle associazioni territoriali, non ha trovato, come avrebbe dovuto, il giusto sostegno e supporto da parte delle amministrazioni statali tutte, sia quelle locali che nazionali e men che meno dagli abitanti del piccolo paesino (e non venite a dirci che, trattandosi di un paesino piccolo come Baldicheri, di circa 1300 anime, i loro abitanti si possano sentire esentati dall'entrare nel nuovo millennio. Ormai ci sono la tv, internet ecc e non esistono più posti isolati dove la cultura e la civiltà non possa arrivare...).
Ancora più amara la conclusione della vicenda. Dichiarano infatti le due donne "Molte persone ci vogliono bene, tanti sono venuti a trovarci dopo l’aggressione ma c’è ancora chi non capisce. Se andiamo in giro per strada mano nella mano molti ci guardano, le malelingue parlano e più di una volta abbiamo dovuto chiedere che la smettessero" e, ancora più grave, "Qui non possiamo più vivere. Abbiamo paura anche a portare fuori il cane".
Ecco perché, dopo la denuncia presentata ai carabinieri, Linda ed Emanuela hanno deciso di andarsene. Dichiara Linda: "Preferiamo mettere un po’ di chilometri tra noi e loro. Io da quella notte non dormo. Continuo a rivedere la scena di quella sera e a sentire le grida di mia moglie. Dopo quell’aggressione sono stata anche minacciata. Mi hanno detto che non dovevamo raccontare quello che era successo".
Dunque le signore Pines se ne vanno, lasciano il paesino. Scelta più che condivisibile, l'avremmo fatto anche noi, ma è proprio questo che fa ancora più arrabbiare: avrebbero dovuto andare via i vicini di casa violenti ed omofobi e non loro. Italia, 2018, terzo millennio...
#forzaPines. Siamo tutte con Voi.
MduL

Fonte:
Articolo "Lesbiche e sposate, i vicini le aggrediscono in un paesino dell'Astigiano" di Carlotta Rocci sul sito Repubblica.it/Torino


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25/03/2018:
Per un AGGIORNAMENTO di questa vicenda, si rinvia al seguente articolo:
<<Asti, lasciano Baldichieri le due lesbiche aggredite: "Addio alle malelingue">> di Carlotta Rocci per torino.repubblica.it

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