Si si, avete letto bene...la regione Lombardia, per conto e nome del suo Governatore, il leghista Roberto Maroni, giorni addietro ha approvato una delibera per la creazione di uno "sportello Famiglia" con un call center, con tanto di numero verde, per poter segnalare, oltre ad eventuali casi di bullismo e di problemi di accesso al diritto scolastico, anche i “casi di indottrinamento gender nelle scuole”!!!.
Non è la prima volta che tale Giunta regionale ci delizia con queste iniziative platealmente omofobe, soprattutto in pendenza di queste elezioni amministrative, ma questa volta appare aver superato davvero il segno!. La rabbia è tanta, la possibilità di parlare a sproposito anche, dunque, per completare questo post riportiamo qui di seguito le testuali parole dell'articolo del fattoquotidiano.it fonte di questa notizia...
L'articolo di F.Q. di cui trattasi, si intitola: <<Lombardia, nasce il call center per segnalare “dottrine gender a scuola”: “Non è anti-gay, è solo pro famiglia”>> e lo potete trovare il versione originale QUI, sul sito del fattoquotidiano.it. Ecco il testo:
Uno “sportello Famiglia” con un numero verde da chiamare per segnalare “casi di indottrinamento gender nelle scuole”. L’idea della Regione Lombardia, guidata dal leghista Roberto Maroni, che nelle scorse ore ha approvato una delibera per creare il call center: il progetto sarà testato per 12 mesi, avrà un costo di 30mila euro e servirà anche per dare sostegno in casi di bullismo o altri problemi di accesso al diritto scolastico. La notizia è stata anticipata da Repubblica Milano e ha creato numerose polemiche.
“Nessuno sportello ‘anti-gay‘”, ha replicato l’assessore alle Culture, identità e autonomie della Regione Cristina Cappellini, “ma uno strumento di ascolto e di informazione pro famiglia. Detto, fatto. Ancora una volta la giunta lombarda dimostra di mantenere le promesse fatte, adottando una misura significativa e concreta a sostegno della famiglia, soprattutto quella con figli minorenni. Come istituzioni ci sentiamo in dovere di difendere la libertà educativa in capo alla famiglia e arginare quei fenomeni di indottrinamento ideologico, altrimenti noti come ‘ideologia gender’, che in molti casi sono già stati sperimentati sulla pelle dei bambini”.
Insomma, non si tratta di una misura contro gli omosessuali, si giustificano dalla regione, ma si può comunque parlare di sportello antigender. La Cappellini, che assieme al capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo porta avanti una sua personale crociata in difesa della famiglia tradizionale, già l’anno scorso aveva provato a presentare un emendamento che prevedeva un servizio analogo, ma era stata costretta a ritirarlo.
Intanto sui social network è partita la campagna “Bacini per Cappellini”: il 3 giugno dalle 10 alle 22 gli utenti contrari all’iniziativa sono invitati a pubblicare sulla pagina Facebook dell’assessore decine di foto di baci.
Con disgusto.
MduL