Ultimo aggiornamento il 25 maggio 2025...

E' iniziato il Sundance Film Festival 2016 dove possiamo trovare già i primi film lesbici dell'anno


Come apprendiamo dall'inarrivabile sito cinemagay.it (dal quale estrapoliamo pezzi della recensione per potervi introdurre i film di interesse), eccoci già arrivati, anche quest'anno, all'appuntamento con il Sundance Film Festival che, fondato nel 1978 da Robert Redford, oltre ad essere il primo festival al mondo per il cinema indipendente, ci regala anche, e per noi soprattutto, le anteprime di molti nuovi film con riferimenti LGBT. 
Per quel che ci riguarda, ecco alcuni titoli di interesse, presentati nel concorso principale:

1. LOVESONG:
Titolo: "Lovesong"
regia: So Yong Kim
anno: 2016
sezione: U.S. Dramatic
paese: U.S.A.
Durata: 85 min
Recensione di cinemagay.it: "Quarto film della regista So Yong Kim, già premiata al Sundance per il suo film di debutto "In Between Days" e alla Berlinale per "Treeless Mountain". Film diviso in due capitoli, ognuno dei quali ha operatore e costumista differenti, ambientato nei bellissimi paesaggi del Tennessee. Sarah (Riley Keough) è una giovane donna, trascurata dal marito spesso in viaggio per lavoro, che accudisce la piccola figlia quasi sempre sole nella loro casa. Quando arriva a trovarla una sua vecchia amica Mindy (Jena Malone), insieme decidono di concedersi una pausa imbarcandosi in un viaggio con dietro la piccola figlia. Durante il viaggio l'amicizia tra le due donne si trasforma in qualcosa di più intimo e profondo, esplode un'attrazione sentimentale, probabilmente da sempre covata sotto le ceneri. Sarah però rimane confusa e non sa decifrare la differenza tra il suo rapporto col marito e quello con Mindy. Mindy decide quindi d'interrompere il viaggio e tornare a casa. Tre anni dopo le due donne si reincontrano in occasione del matrimonio di Mindy e per Sarah sarà l'occasione di fare chiarezza sui propri sentimenti, ma potrebbe essere troppo tardi... Una poetica, ellittica, storia d'amore agrodolce, minimalista e pittoresca, dove i silenzi e gli sguardi raccontano più dei dialoghi, che ci racconta delle zone grigie che sottendono ad una relazione, fatta spesso di desideri inespressi. Bravissima Riley Keough a trasmetterci i turbamenti interiori di Sarah, una donna soffocata dal suo isolamento. Riley Keough è figlia d'arte, con genitori Lisa Marie Presley e il musicista Danny Keough, e nonni Elvis e Priscilla". 


2. TALLULAH:

Titolo: "Tallulah" 
regia: Sian Heder
anno: 2015
sezione: U.S. Dramatic
paese: U.S.A.
Durata: 111 min
Recensione di cinemagay.it:  Opera prima (che però si avvale di un ottimo cast) di Sian Heder, sceneggiatrice di una delle migliori serie degli ultimi anni, "Orange is the New Black". La storia si basa sulla percezione di Sian riguardo a donne che "probabilmente sanno di non poter aver mai dei figli e che perciò sono disposte a tutto pur di averne uno", ispirandosi anche alla propria personale esperienza di quando lavorava come baby sitter per gli ospiti di un hotel a Los Angeles e le venne chiesto di accudire il bambino di una donna negligente che era venuta in hotel solo per avere una relazione extraconiugale. Sian ha detto che dopo quel fatto fuggi dall'hotel e pianse pensando che avrebbe dovuto salvare quel bambino. La giovane vagabonda Tallulah (l'attrice dichiarata Ellen Page), detta Lu, vive in un furgone ed è fiera della sua indipendenza e del suo vivere alla giornata. Questo tipo di vita è diventato però troppo faticoso per il suo fidanzato, Nico, che una notte, senza tante cerimonie la lascia. Un incontro casuale la porta a badare al bimbo di una madre benesante ma irresponsabile, cosa che la induce a sottrarle il bimbo e a farlo suo. Non sapendo però cosa fare, Lu si rivolge alla madre del suo ex fidanzato, Margo (Allison Janney), facendole credere di essere la nonna del bimbo. Le due donne, nonostante le differenze di età, classe e visione del mondo, formano una amabile e strana coppia, come fossero una nuova famiglia, nonostante i continui scontri sul concetto di maternità e altro. Margo comunque non è a conoscenza del fatto che la polizia è sempre alla ricerca del bimbo rapito. Le cose prenderanno una piega ancora più accattivante dopo che Lu dovrà restituire il bimbo alla madre e le tre donne inizieranno una bella esperienza di unione e comprensione reciproca.... Una deliziosa commedia drammatica, piena di calore e umanità, ricca di umorismo e riflessioni sulla imprevedibilità della vita. Il film è stato acquistato ancora prima della sua anteprima al Sundance 2016, dalla distribuzione Netflix che lo renderà disponibile online al più presto.


3. AUTHOR: THE JT LEROY STORY:

Titolo: "Author: The JT LeRoy Story"
direttore: Jeff Feuerzeig
anno: 2016
sezione: U.S. Doc Comp
paese: U.S.A.
Durata: 110 min

Recensione di cinemagay.it: Nell'ottobre del 2005 un articolo del New York magazine mise in subbuglio il mondo letterario smascherando il "ragazzo prodigio" JT LeRoy, giovanissimo scrittore transgender, troppo timido per parlare in pubblico, la cui dura prosa descriveva la sua sordida infanzia ed il suo passato di droga, prostituzione e vagabondaggio. I suoi primi lavori avevano affascinato noti personaggi ed esperti a livello internazionale. Fu però scoperto che LeRoy in realtà non esisteva. Era stato inventato da Laura Albert, una quarantenne di San Francisco, punk rocker e operatrice telefonica di porno chat. 'Author: The JT LeRoy Story' ci trasporta nell' affascinante e bizzarro mondo di Laura Albert, mostrandoci come lei per un decennio, come una novella Cyrano de Bergerac (che scriveva lettere d'amore all'amata, fingendosi un altro) abbia trasmesso al suo 'avatar' non solo parole, ma la vita stessa, La sua storia, al tempo stesso epica e divertente, ci immerge in un mondo scintillante fatto di concerti rock, di eventi di moda, del red carpet di Cannes, dove JT LeRoy appare come una misteriosa presenza. Mentre ci racconta questa straordinaria avventura, Laura Albert ci rivela anche l'intricata ragnatela tessuta dalle irrefrenabili forze creative presenti dentro di lei. L'invenzione della sua creatura, JT LeRoy, fa arrabbiare ancora molti; ma forse per Laura Albert l'aver incanalato la sua narrativa attraverso un'altra identità, è stato l'unico modo possibile di esprimere se stessa. 
4. FIRST GIRL I LOVED:

Titolo: "First Girl I Loved" 
regia: Kerem Sanga
anno: 2015
sezione: NEXT
paese: U.S.A.
Durata: 91 min

Recensione di cinemagay.it: Anne è una ragazza 17-enne in gamba e decisa, che vive con la mamma single nei sobborghi di Los Angeles. Mentre assiste ad una partita di softball per conto del comitato annuario del liceo, ha un colpo di fulmine per Sasha, la bella stella della squadra. Le due ragazze si piacciono e diventano rapidamente intime. Ma quando Anne emozionata condivide la notizia della sua cotta per Sasha con il suo migliore amico, Cliff, lui rivela i suoi sentimenti per Anne e reagisce in un modo del tutto imprevisto.
Lo scrittore / regista Kerem Sanga ci racconta con freschezza una storia di passaggio all'età adulta utilizzando una struttura narrativa inconsueta: attraverso flashback e la descrizione del punto di vista di ogni personaggio, ci vengono via via rivelati i vari aspetti del triangolo amoroso composto da Anne, Cliff e Sasha. Il personaggio di Anna, perfettamente interpretato da Dylan Gelula, è quello di una adolescente che ispira simpatia, sicura di sé, anche se vulnerabile, per niente turbata dal suo orientamento sessuale. Raccontato con autenticità, umorismo e con un uso creativo dei social media, 'First Girl I Loved' ci offre una deliziosa prospettiva contemporanea sui primi nervosismi di una storia d'amore che nasce e sugli eterni tormenti dell'amore. 

 
5.  THE FITS:

Titolo: "The Fits"
regia: Anna Rose Holmer
anno: 2015
sezione: NEXT
paese: U.S.A./Italy
durata: 72 min

Recensione di cinemagay.it: Toni, una ragazzina di 13 anni, cresciuta dai due fratelli maggiori. È una tomboy, un maschiaccio. Tutti i giorni si allena con suo fratello a pugilato in un centro ricreativo di Cincinnati. In quello stesso luogo si allena anche una squadra di ragazze nella drill dance (cheerleaders). Toni, osservando quelle coreografie di gruppo ne rimane inaspettatamente affascinata. Attratta dalla loro forza e grazia, decide di unirsi al gruppo. Toni si impegna instancabilmente negli allenamenti, fa amicizia con alcune delle ragazze, e si fa anche bucare le orecchie per adeguarsi alle altre. Ma fare parte di una squadra non significa essere pienamente accettati dal gruppo. Ad un certo punto le altre componenti di quel gruppo cosi affiatato, iniziano a sperimentare, una dopo l'altra, misteriosi attacchi nevrotici e svenimenti. L'unica a non esserne coinvolta è proprio Toni.
In 'The Fits' c'è molto talento, compreso quello della protagonista Royalty Hightower nella parte della simpatica Toni. Ma alla regista Anna Rose Holmer, al suo primo lungometraggio, interessa soprattutto sviluppare una personale meditazione cinematografica sul movimento, il corpo, l'adolescenza e l'identità. Lavorando su storie reali di isteria di massa, la Holmer crea una sottile grammatica visiva per illustrare una storia di passaggio all'età adulta in termini di movimento e coreografia, invece di utilizzare strumenti drammaturgici convenzionali. Le atmosfere estetiche e il paesaggio acustico stabiliscono uno spazio psicologico ambiguo attraverso il quale Toni si muove, come se il suo viaggio attraverso il film fosse di per sé un danza.
Il progetto del film è stato premiato dalla Biennale College - Cinema (2014-2015) con un contributo di 150.000 euro. 

6. AGNUS DEI:

Titolo: "Agnus Dei"
regia: Anne Fontaine
anno: 2016
sezione: Premieres
paese: France/Poland
durata: 115 min

Recensione di cinemagay.it: E' dicembre del 1945 e la seconda guerra mondiale è finalmente finita. Matilde, un giovane medico francese della Croce Rossa, si ritrova a Varsavia per curare gli ultimi soldati francesi di ritorno dal fronte. Una notte, arriva nella clinica una suora, che prega Mathilde di seguirla al suo convento per una questione urgente. Quello che Mathilde vi trova è scioccante: una suora è in procinto di partorire e altre sono in attesa. Più Mathilde entra nel mondo terribilmente chiuso delle suore, più i segreti di quella comunità salgono in superficie. La vita moderna e la scienza si scontrano con la fede e la tradizione. Accettare le responsabilità della maternità o abbandonare i figli del peccato?. Le suore perseverano nei loro rigorosi rituali quotidiani, ma dentro le spesse pareti del convento, che ancora riecheggiando dei loro canti malinconici, una rivoluzione pericolosa è in agguato. Basato su eventi realmente accaduti, questo dramma emozionante vi farà stare seduti sul bordo della sedia per la curiosità di sapere come andrà a finire. La regista Anne Fontaine, già autrice di 'Adore' e 'Coco avant Chanel', da il meglio di sè quando ci trasporta in mondi intimi di donne che coraggiosamente attraversano dei confini invalicabili.


7. LOVE & FRIENDSHIP:

Titolo: "Love & Friendship"
regia: Whit Stillman
anno: 2016
sezione: Premieres
paese: Ireland/France/Netherlands
durata: 94 min
 
Recensione di cinemagay.it: Ambientato nel 1790, nei salotti opulenti dell'alta società inglese, 'Love & Friendship' si concentra sulle macchinazioni di una bellissima vedova, Lady Susan Vernon (Kate Beckinsale), che si trasferisce temporaneamente nella residenza in campagna dei suoi suoceri in attesa che cessino i pettegolezzi sulla sua vita personale circolati in società. Mentre è lì, l'intelligente, brillante e anche un po' egoista Lady Vernon pianifica come trovare un marito adeguato per sua figlia Federica e anche naturalmente per sè stessa. Le viene in aiuto la sua vecchia amica Alicia (Chloë Sevigny), ma due giovani pretendenti, il bellissimo Reginald DeCourcy e il ricco Sir James Martin (Xavier Samuel e Tom Bennett) complicano di molto i suoi piani.
Adattando un racconto giovanile inedito di Jane Austen 'Lady Susan' (1871), Whit Stillman torna al Sundance Film Festival (dove era stata la prima volta nel 1990 con 'Metropolitan') al top della forma con la sua ultima commedia di costume. Kate Beckinsale eccelle nel suo ruolo deliziosamente ambiguo di Lady Vernon. Con i suoi squisiti dettagli d'epoca e una sceneggiatura piena di bei modi e dialoghi brillanti, 'Love & Friendship' è una rara e raffinata delizia..


 8. PARTNERS:

Titolo: "Partners"
regia: Joey Ally
paese: U.S.A
Sezione: International Narrative Short Films
Recensione di cinemagay.it: Partners nella vita e nel lavoro Kate e Leigh condividono tutto, dal loro appartamento al bar che possiedono in comune. Quando un calo della loro vita sessuale li costringe a riconsiderare il loro rapporto, devono confrontarsi con quanto siano diventate intrecciate loro vite, con conclusioni divertenti.
Ma per avere una visione completa e dettagliata del Festival vi rinvio alla scheda news di cinemagay da cui ho tratto la notizia.
Qui, invece, potete trovare il link diretto al sito del Sundance Film Festival
Ecco fatto.
MduL