Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Due parole sul Film "Pride"

(Locandina film, dal sito indipendent.co.uk)

Delle critiche entusiaste e delle recensioni ottime del film "Pride" si era letto, ma ci è voluta la sollecitazione di un'amica che vive a Londra e che ha già visto il film per convincerci a fare questo Post di segnalazione. Ma andiamo con ordine.
"Pride", in concorso a Cannes 2014 nella Quinzaine des réalisateurs ed in gara per la Queer Palm e diretto da Matthew Warchus, è basato su una storia vera, sviluppatasi in Inghilterra nell'estate del 1984, allorquando vi era come Premier Margaret Thatcher. Della politica della lady di ferro sappiamo un po' tutte. Tra le controversie del suo governo, in atto in quegli anni caldi, vi era anche quella contro il sindacato nazionale dei minatori che in quel periodo portava avanti lo sciopero generale della categoria.
Fin qui, niente di strano, sennonché, nel corso del gay pride di Londra (ebbene si, a Londra il gay pride si teneva fin dagli anni ottanta!), un gruppo di attivisti gay e lesbiche decide di raccogliere fondi per aiutare le famiglie dei minatori impegnati nella protesta, causando non poco imbarazzo nel sindacato stesso, che non vuole accettare il contributo finanziario dato alla loro causa dagli attivisti glbt.
A questo punto, gli attivisti, senza lasciarsi scoraggiare, decidono di ignorare il sindacato e di raggiungere da soli un villaggio di minatori nel profondo Galles per consegnare di persona la donazione. Prende avvio così una storia che porterà due diverse comunità, all'apparenza differenti, a rendersi conto di lottare per la stessa cosa: l'orgoglio [Trama estrapolata dalla scheda del film del sito cinemagay. Link in fondo al post]. 
Questa la trama. Ora i riconoscimenti. Il film si è è aggiudicato ben tre dei prestigiosi premi messi in palio dal  British Independent Film Awards: miglior film e miglior attore ed attrice non protagonisti (Andrew Scott e Imelda Stauton). Il film, dunque, non solo ha avuto un forte riscontro nel pubblico ma ha anche vinto, come detto, questi Oscar del cinema indipendente britannico, creati nel 1998 per 'onorare i nuovi talenti e promuovere la conoscenza dei film britannici presso un pubblico più ampio. Ma non solo. Il film ha anche vinto la Palma Queer al Festival di Cannes e ha appena ricevuto la nomination ai Golden Globe 2015 come migliore commedia. 
Imelda Stauton (da sito picpicx.com)
Ma, dicevamo, premio al British Independent Film Awards come miglior attrice non protagonista ad Imelda Stauton. Bhè, non possiamo certo esimerci dal dedicare due parole a quest'attrice britannica anche perché molte di voi l'avranno certamente riconosciuta.
Imelda Mary Philomena Bernadette Staunton (Londra, 9 gennaio 1956) è, infatti, un'attrice britannica, nata a Londra il 9 gennaio 1956, sposata con l'attore inglese Jim Carter (con il quale ha una figlia, Bessie, nata nel 1983), già premiata nel 2004 con la Coppa Volpi alla 61ª Mostra di Venezia per la sua interpretazione nel film "Il segreto di Vera Drake" (ma per tale ruolo ricevette una nomination per il Golden Globe e per l'Oscar alla migliore attrice, conquistando il BAFTA quale migliore attrice). La Stauton, figlia unica di una parrucchiera e di un operaio stradale, a 18 anni si iscrive alla Royal Academy of Dramatic Art (RADA) e da li inizia la sua lunga e premiata carriera teatrale. Debutta sul grande schermo nel 1986 nel film "Comrades" di Bill Douglas e pochi anni dopo lavora nel film "Gli amici di Peter" di Kenneth Branagh. Lavora ancora con Kenneth Branagh in "Molto rumore per nulla" (1993), poi tanti altri film, tra i quali "Ragione e sentimento" di Ang Lee (1995), "La Dodicesima Notte" di Trevor Nunn (1996), "Shakespeare in Love" (1998) (film per il quale riceve, insieme a tutti gli altri interpreti, il Screen Actors Guild Award per il miglior cast cinematografico) per essere scelta, infine, per interpretare la parte di Dolores Umbridge nel quinto film della saga di Harry Potter, "Harry Potter e l'Ordine della Fenice", nelle sale cinematografiche (2007). Nel 2011 lavora a fianco a Rebecca Hall nella ghost story "1921 - Il mistero di Rookford" di Nick Murphy.
Ma l'interpretazione per la quale tutte noi dovremmo (ri)conoscerla è quella di Mrs. Sucksby in
"Fingersmith" (2005), la Miniserie TV tratta dall'omonimo libro di Sarah Waters, candidata nel 2006 come Best Drama Serial ai BAFTA TV Awards. 
Infine, dopo questa dovuta incursione sulla vita e le opere di Imelda Stauton, non resta che segnalare che "Pride" è nei nostri cinema dallo scorso 11 dicembre, grazie alla Teodora Film. 

Foto dal film "Pride" (sito urban75.org)
Ecco, ora che abbiamo analizzato la trama, i premi e gli elementi identificativi e qualificanti il film, con un'ampia digressione su Imelda Stauton, siamo più tranquille: potete farvi un'idea del film "Pride". Non resta ora che dare conto, grazie all'articolo di Simona Santoni (link in fondo al post), dei 5 motivi per i quali occorre andare al cinema a vedere questo film. A tal fine, qui di seguito, si ripropone, anche per completezza espositiva, l'articolo  "Pride, minatori e gay in un film squisito: 5 motivi per vederlo" di Simona Santoni per Panorama (e riportato sul sito cinemagay.it/news):
"Trascinante, socialmente impegnata, spassosa e commovente, Pride è la commedia dell'anno. Da una parte alcuni ragazzi gay di Londra, esuberanti e intraprendenti. Dall'altra i minatori delle remote compagne gallesi, in sciopero serrato e duro contro il governo Tatcher. Anno: il 1984, diciassette anni dopo l'abolizione del reato di sodomia in Galles e Inghilterra e cinque anni dopo la medesima decriminalizzazione in Scozia. Cosa può unire queste due compagini apparentemente tanto agli antipodi? Un'insperata, improbabile, rischiosa e bellissima amicizia.
Il britannico Matthew Warchus, alla regia, mescola con intelligenza cronaca, umorismo, valori universali, meritando gli applausi a fine proiezione. 
Ecco 5 motivi per vederlo.

1) Un frammento di storia vera
Nel 1984 i minatori britannici combattevano contro lo smantellamento di diversi siti estrattivi, per il loro diritto di lavorare sotto terra, a condizioni oggi spaventose. Il lungo sciopero che misero in piedi non era solo una questione economica ma era anche una lotta chiave in una guerra ideologica più ampia, che raccolse solidarietà in tutto il mondo. A sostenerli ci fu anche il movimento LGSM, Lesbians and Gays Support the Miners (Lesbiche e Gay supportano i minatori). Tra i due gruppi, nonostante le iniziali e quasi violente diffidenze dei minatori, nacque un'amicizia. Lo scontro di culture divenne un incontro.
La serata londinese "Pits and Perverts" (Minatori e Pervertiti) fu uno dei primi grandi eventi condivisi da gay ed etero. Nel 1985 al Gay Pride di Londra arrivarono pulman di minatori per prenderne parte. Sembra incredibile ma questa cronaca poco nota è verissima, una pietra miliare della storia della nostra società.

2) Tanta cura nella ricostruzione
La sceneggiatura è di Stephen Beresford che ha minuziosamente ricostruito la storia. Inizialmente ha trovato pochi documenti in merito, finché ha letto un libro con un passaggio dedicato a Mark Ashton (interpretato in Pride da Ben Schnetzer), che confermava tutto. Quindi ha scoperto che il movimento LGSM aveva prodotto un video in proprio ed è riuscito a trovarlo: è stato l'inizio di tutto. "C'è stato parecchio lavoro di ricerca da fare, tanto più che le informazioni disponibili erano scarse", racconta Beresford. "Il video che avevo visto era quasi amatoriale e si capiva come i militanti di LGSM fossero giovani e senza esperienza, al punto da non rispettare alcune regole fondamentali del reportage, come quella di indicare i nomi di chi parla. C'erano solo dei ringraziamenti alla fine, così mi sono segnato i nomi che non conoscevo e ho provato a contattare gli interessati via Facebook. Tutti mi dissero che dovevo parlare con Mike Jackson, che all'epoca era il segretario del movimento e aveva archiviato tutto, dai verbali delle assemblee ai ritagli di giornale. Per me fu come scoprire la tomba di Tutankhamon".
Beresford ha così incontrato tutti i membri di LGSM che poteva incontrare ed è stato in Galles per parlare con le comunità di ex minatori. Pride è stato girato in Galles nelle location reali dove tutto è successo davvero.

3) Si ride di gusto
Pride regala due ore scoppiettanti, dove non si perde mai il gusto della visione. È un continuo divertimento e una sorpresa, si ride a volto disteso e ci si commuove. Le battute sono intelligenti, ricche di simpatia e tenerezza. "Non avevo mai conosciuto una lesbica", dice il rappresentate dei minatori Dai Donovan (Paddy Considine) a Steph (Faye Marsay), l'unica lesbica di LGSM. "Io non avevo mai conosciuto uno che si stira i jeans", risponde lei.

4) Una commedia contro i pregiudizi
Nel perfetto equilibrio delle due ore, Pride si muove con intelligenza politica e passione, tra amabile comicità e sottile osservazione sociale, senza risparmiare vibranti tensioni. Warchus tesse una squisita trama contro i pregiudizi di ogni sorta, al ritmo del canto corale - gay e minatori uniti - "Dateci pane, ma dateci anche rose". Margaret Thatcher sosteneva che la società non esiste e che esistono solo gli individui e le famiglie. I protagonisti di Pride credono invece nella forza dell'unione.

5) Generazioni a confronto
In Pride lo scontro-incontro tra culture è anche uno scontro-incontro generazionale, non solo tra personaggi del film ma anche tra attori. Da una parte ci sono i gallesi, campagnoli e attempati. Dall'altra i colorati giovani omosessuali arrivati dalla città. Ecco quindi il timido e dignitoso Cliff interpretato dal veterano Bill Nighy e la tignosa e grintosa Hefina Headon (morta un anno fa) a cui dà risolutezza e ardore una magnifica Imelda Staunton. Tra le nuove leve spicca il leader di LGSM Mark, un vulcano di energia, superbamente interpretato dallo statunitense ventiquattrenne Ben Schnetzer. Ma nel cast ci sono anche il ventiduenne George MacKay, Dominic West, Andrew Scott, Joseph Gilgun... La performance d'insieme è straripante".

Per concludere, ecco il Trailer del film, a questo link:  TRAILER "PRIDE"

Ecco fatto. Ora non potete più dire di non sapere di cosa tratti il film "Pride".
MduL


Articoli dal sito cinemagay.it utilizzati per la redazione del Post:

-  Articolo "Pride, minatori e gay in un film squisito: 5 motivi per vederlo" di Simona Santoni per Panorama (e riportato sul sito cinemagay.it/news)

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