Ultimo aggiornamento il 29 luglio 2024

Unioni civili ora approvate anche dal Vietnam (ma dove sei Italia?!)

Con questo Post preme segnalare quanto nel titolo e cioè che perfino un paese come il Vietnam, con il suo retaggio storico, è riuscito ad innovarsi approvando almeno le unioni civili. 
Da noi, come sempre (e forse per sempre!) se ne parla e basta. Ultima è stata l'uscita di Ignazio Marino, sindaco di Roma, il quale semplicemente propone l'istituzione di un registro per le unioni civili nel Comune. Apriti cielo!! Il Vicariato di Roma si scaglia contro Marino sostenendo che "L'iter della proposta per un registro delle unioni civili in Campidoglio è la cronaca di uno sbandamento annunciato. Un deragliamento dai principi costituzionali e dalle normative nazionali preparato con cura, nella piena consapevolezza dell'inutilità di un eventuale varo del registro e della sua irrilevanza giuridica" (parole di Angelo Zema, direttore di www.romasette. it, nell'editoriale pubblicato sul sito d'informazione della diocesi di Roma).
Ecco, da noi ancora oggi, anche solo manifestare l'intenzione di istituire un registro per le unioni civili, che magari contempli anche la possibilità di adozione, è impossibile; nel resto del mondo si lotta per ottenere la possiblità del matrimonio e noi siamo ancora qui a non poter nemmeno discutere di inserire un banalissimo registro delle unioni civili e di fatto che, per inciso, tutelerebbero in primis tante, ma tante, coppie eterosessuali che hanno deciso di convivere senza sposarsi. 
Qui, ora parliamo allora del Vietnam. Infatti, serve a capire di che cosa stiamo parlando. A tal fine, qui di seguito riporto alcune notazioni redatte integrando con il mio testo anche, e soprattutto, il testo di due diversi post scritti sull'argomento: il primo post, letto nel bel blog gayburg (http://gayburg.blogspot.it/) si intitola "Il Vietnam ha approvato le unioni civili", pubblicato lo scorso 15 nov; il secondo post . invece, è stato scritto da nel suo blog (http://aftersantana.altervista.org) e si intitola "Vietnam, approvate le unioni civili (in attesa delle nozze)", pubblicato lo scorso 13 novembre
A poco più di un anno di distanza dalla celebrazione del primo Gay Pride del Paese, il Vietnam ha approvato una legge che introduce delle partnership civili aperte anche alle coppie gay.
Il parlamento del Paese asiatico stava discutendo da mesi la norma,
infatti, il tema dei diritti LGBTQ pur essendo in esame da diverso tempo in seno al Parlamento, solo di recentemente aveva subito una forte accellerazione, dovuta principalmente al fatto che si erano verificati alcuni episodi che hanno visto una coppia gay ed una coppia lesbica essere multate per la celebrazione simbolica del loro matrimonio. Nello specifico, venne loro inflitta una multa dalle autorità locali, per atti «contraria agli usi e ai costumi del Vietnam»; questo soltanto perchè avevano organizzato una cerimonia simbolica che potesse sancire la loro unione dinnanzi ad amici e parenti.
Da qui, cioè dopo questi incresciosi eventi, l’iter legislativo ha subìto una spinta notevole, per evitare ulteriori controversie simili che, infatti, oggi, con l'approvazione delle unioni civili, non potranno più ripetersi.
Allo stesso tempo non passa certo inosservato come la cultura politica della regione si stia gradualmente trasformando dal totalitarismo al pluralismo, il tutto grazie all'azione di una società civile emergente pronta a sfidare le regole del partito comunista (al potere dal 1976 sino a poco tempo fa). Giusto all'inizio dell'anno sono stati molti i personaggi, gli intellettuali e gli ufficiali pubblici vietnamiti che hanno scelto di firmare una petizione per chiedere una carta costituzionale di tipo occidentale e la trasformazione del Vietnam da uno stato a partito unico in una democrazia."
Insomma, con l’approvazione della nuova norma, le coppie omosessuali potranno ora unirsi civilmente accompagnando l’evento con un rito simbolico – e senza ritrovarsi con multe da pagare.
Si tratta un grande passo in avanti per il paese del sud-est asiatico, che tuttavia prevede un cammino progressivo verso il riconoscimento del matrimonio egualitario. A dichiararlo sono gli stessi ministri del governo in carica, che inoltre mirano ad eliminare le differenze tra uomo e donna in ambito di diritto matrimoniale.
Ciò detto, mi appare inutile commentare oltre.
MduL