Ultimo aggiornamento il 29 luglio 2024

Il nuovo Film di Daniele Luchetti: Anni Felici

Questo Post per una necessaria segnalazione al nuovo film di Daniele Luchetti: "Anni Felici", con la bellissima Micaela Ramazzotti e l'ormai non più solo belloccio ma anche bravo Kim Rossi Stuart, presentato con successo all'ultimo Festival di Toronto e nelle sale italiane dallo scorso 3 ottobre.
Segnalazione necessaria perchè, incredibilmente!, per la seconda volta in poco tempo ad un Festival del Cinema è stato presentato un Film italiano che vede come protagoniste comunque delle donne lesbiche o che hanno avuto un approccio lesbico all'esistenza. Prima ed oltre al Film di cui si tratta in questo post, infatti, è stato segnalato il Film di Emma Dante "Via Castellana Bandiera", presentato all'ultimo Festival di Venezia e che ha visto premiata con la Coppa Volpi la co-protagonista, la bravissima Elena Cotta. Anche in questo film le altre due protagoniste principali, interpretate dalla stessa Emma Dante e da Alba Rohrwacher, sono lesbiche (e formano una coppia, per quanto in crisi...).
Insomma, un piccolo miracolo, visto che viviamo in Italia...Ma bando alle rivendicazioni sociali e politiche e parliamo di "Anni Felici".
Il Film è ambientato negli anni '70, nello specifico, nell'estate del 1974, e racconta il momento di crisi ma anche di maturazione cui vanno incontro Guido (Kim Rossi Stuart) e Serena (Micaela Ramazzotti). Lui e' un artista legato al mondo dell'avanguardia, che trasforma in lampade i corpi nudi delle modelle e immagina performance che dovrebbero mettere in discussione i valori della borghesia; lei e' la figlia di una tradizionale famiglia di commercianti, convinta che la propria felicita' passi attraverso quella del marito e dei figli (con Paolo c'e' anche Dario di cinque anni, a cui tocca la battuta piu' divertente del film) e quindi soffre di gelosia per le troppe modelle (nude) che frequentano il marito e perche' lui non la coinvolge nel proprio lavoro... 
A rompere questa quotidianita' fatta di rabbie, litigi e riconciliazioni arriva Helke (Martina Gedeck), la gallerista di Guido, che invita Serena e i bambini a seguirla in una vacanza "femminista" in Camargue: Dario dara' il suo primo bacio ma Serena scoprira' l'amore lesbico, proprio con Helke.
Da questo momento in poi, ovviamente, le cose in famiglia per Serena e Guido non andranno più nello stesso modo e tutto è destinato a cambiare.. [tratto dalla scheda del Film predisposta del sito cinemagay.it]
Questo per quanto riguarda la trama del film. Passiamo ora alla bellissima quanto completa recensione pubblicata sempre sul sito cinemagay.it (non ci fosse stato avrebbero dovuto inventarlo!!) dalla redazione. Ve la riporto integralmente perchè, quando le cose sono scritte in modo così completo e chiaro è un dovere morale e civico rispettare l'autore. Eccola:
" "Anni felici" e' sicuramente uno dei migliori film di Daniele Luchetti, che chiude una trilogia sulla famiglia iniziata con 'Mio fratello e' figlio unico' e proseguita con 'La nostra vita'. Questa volta l'autore ammette di essersi rifatto, almeno per meta' degli eventi raccontati ma al 100% per i sentimenti che esprimono i personaggi, alla storia della sua famiglia. Gli anni felici del titolo sarebbero quelli successivi al '68, i '70, dove molti cercavano di mettere in pratica le 'scoperte' del femminismo, della liberta' sessuale, dell'emancipazione dai valori tradizionali, della liberta' d'espressione, dell'arte anticonvenzionale, ecc. Soprattutto negli ambienti della piccola borghesia intellettuale, in lotta con le precedenti generazioni.
Una lotta piu' apparente che reale, sembra dirci il regista, perche' in realta', in quegli anni, tutti si portavano addosso il pesante fardello di un'epoca, definita del boom economico, dove la famiglia, il successo e i soldi erano stati l'unico metro giudicante. Adesso Guido (Kim Rossi Stuart), figlio di un'austera madre, e' un artista che cerca con tutta l'anima di non essere convenzionale, mentre la moglie Serena (Micaela Ramazzotti), figlia di una benestante famiglia di commercianti, si sente insoddisfatta, quasi castigata, nel ruolo di semplice casalinga. La storia centrale del film e' tutta incentrata su questo personaggio femminile, meravigliosamente interpretato, l'unico che riuscira' a mettere in pratica lo spirito rivoluzionario post '68, attraverso la conquista di una reale indipendenza e liberazione sessuale e sentimentale. Noi abbiamo dato al film solo due L, ma avremmo benissimo potuto dargliene tre, in quanto il film ? tutto centrato sulla scoperta dell'amore omosessuale della protagonista e sulle reazioni dell'ambiente circostante.
Come spesso accade quando sono autori eterosessuali a raccontare l'omosessualita', succede, allo stesso modo accaduto a loro di scoprire all'improvviso l'esistenza di questa tendenza, cosi' anche ai loro personaggi gay (o lesbo), accade di trovarsi d'un tratto sulla via di Damasco, e scoprirsi perdutamente innamorati di una persona dello stesso sesso. Cosi' avviene per Serena, che all'inizio del film vediamo innamoratissima del marito, supergelosa e condizionata da tutto quello che il marito fa o dice. Ma noi sappiamo che omosessuali si nasce e non si diventa, che nonostante tutti i tentativi di nasconderci a noi stessi, la nostra natura e' insopprimibile. Cosi' noi possiamo intuire che dietro alle ansie e alle paure di Serena, all'apparenza madre e moglie devota, si nasconde una forte insoddisfazione, una mancanza, l'assenza di una vera realizzazione. Peccato che tutto questo non abbia trovato posto nella mente degli autori e quindi nella sceneggiatura. Sarebbe bastato qualche piccolo cenno, sin dall'inizio del film, per rendere assai piu' autentica e vera la storia di Serena. 
Molto ben disegnato e' invece il personaggio di Helke (Martina Gedeck), la gallerista di Guido, una lesbica solare, la cui passione per Serena appare sin dai primi momenti, anche se contenuta e molto delicata. Il suo sguardo fisso su Serena, le sue mani che cercano sempre un contatto fisico, le sue parole di comprensione e giustificazione, vengono sapientemente sottolineate in ogni inquadratura. Serena sembra non accorgersene, ma stranamente e contro tutti i suoi principi (la devozione al marito anzitutto) decide improvvisamente di seguirla per una vancanza in Camargue, gestita da un gruppo di femministe, abbandonando il marito solo a casa. Un gesto inatteso, soprattutto da Guido, che pure cercava sempre di tenerla lontana dal suo lavoro (e dalle sue avventure). In Francia si arrivera' ai primi appassionati baci tra le due donne, che segnano l'esplosione sentimentale e sessuale di Serena, finalmente entrata nel suo vero mondo. Una passione che viene involontariamente registrata dalla cinepresa in super8 del figlio (che sarebbe il regista Luchetti da ragazzo) e sulla quale si concentra la parte centrale e finale del film, con le reazioni dei vari protagonisti...
Un film girato benissimo, con una fotografia che, con intensi primissimi piani, raccoglie il massimo dalle espressioni dei bravissimi interpreti; un montaggio incalzante, che rivela solo qualche scordatura (dovuta principalmente alla sceneggiatura) nell'intervento poco lineare dei due piccoli protagonisti (ci saremmo aspettati, vista l'impronta iniziale, una loro presenza piu' costante). Una bellissima storia d'amore lesbico che sconvolge la routine di una famiglia etero negli anni '70, il prezioso affresco di un'epoca che sara' levatrice dell'emancipazione sociale ancora in corso nel nostro Paese."
Ecco, questo è quanto. Di seguito i link utili:
Buona Visione.
MduL