Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

Il NO dell'Italia alla sottoscrizione della dichiarazione UE per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+. Queste le motivazioni addotte dal Governo, nella persona della Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

Foto tratta da Articolo Ansa del 17.05.2024 

_MduL, 19 maggio 2024_

E ci sembrava strano. Dopo il moto di, relativo, giubilo dovuto all'adesione dell’Italia, lo scorso 7 maggio, alla dichiarazione contro l’Omofobia, Transfobia, Bifobia del Servizio di Azione Esterna Ue e dei 27, ecco che ora viene nuovamente 'fuori' la natura di questo governo per ciò che concerne i nostri diritti Lgbtq+.

Ma, andiamo con ordine. A tal fine, usufruendo dell'articolo di F.Q. su "ilfattoquotidiano.it" del 17/05/2024 (link in calce al post), vi spieghiamo cosa è successo in questi giorni in merito al mancato riconoscimento da parte dell'Italia delle politiche europee per il riconoscimento dei diritti e la tutela della comunità Lgbtq+.

Oggetto:

Stiamo parlando della mancata sottoscrizione da parte dell'Italia della dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+, preparata in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia.

La firma della dichiarazione è avvenuta lo scorso 17 maggio 2024, nel contesto della conferenza ad alto livello organizzata a Bruxelles dalla presidenza di turno belga. L’evento ha riunito la commissaria europea per l’uguaglianza, i ministri e i segretari di Stato competenti di diversi Stati membri dell’Ue, membri del Parlamento europeo, altri esperti e organizzazioni della società civile. 

Con questa dichiarazione, gli stati firmatari si impegnano (non l'Italia!) in, particolare, ad attuare le strategie nazionali Lgbtq+ e a sostenere la nomina di un nuovo Commissario per l’Uguaglianza quando sarà formata la prossima Commissione. Invitano inoltre la Commissione a perseguire e attuare una nuova strategia per migliorare i diritti delle persone Lgbtq+ durante la prossima legislatura, stanziando risorse sufficienti e collaborando con la società civile.
Dunque, nè più nè meno di una dichiarazione di intenti. Eppure, l'Italia si è sentita in dovere di non sottoscriverla, con delle motivazioni che non possono che lasciare esterrefatti e che vedremo in seguito.

La posizione dell'Italia:

Il nostro paese è stato l'unico tra i grandi paesi dell'Unione a non voler firmare la dichiarazione Ue, in compagni di: Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

La dichiarazione è stata, invece, sottoscritta da: Belgio, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Portogallo, Slovenia e Svezia. 

La motivazione del Governo alla mancata sottoscrizione:

Fonti del ministero della Famiglia hanno spiegato all’Ansa che è stato deciso di non aderire alla dichiarazione perché “era in realtà sbilanciata sull’identità di genere, quindi fondamentalmente il contenuto della legge Zan“. 

E non è un errore, tanto che la ministra per la famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha rivendicato la scelta, con queste parole: “Non abbiamo firmato e non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell’identità maschile e femminile, che tante ingiustizie ha già prodotto nel mondo in particolare ai danni delle donne”. 

Queste, nello specifico, le parole della Ministra della Famiglia del Governo Meloni: “Ancora una volta la sinistra non ha il coraggio delle proprie posizioni e preferisce nascondersi dietro le solite bugie. Il governo italiano è in prima linea contro ogni discriminazione mentre la sinistra usa la lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale per nascondere il suo vero obiettivo, il gender“. Quindi, aggiunge ciò che abbiamo già evidenziato nel paragrafo precedente: “Il nostro governo (si ricorda che la sig.ra Roccella è la Ministra della Famiglia_ndr) ha firmato la dichiarazione europea contro omofobia, bifobia e transfobia. Non abbiamo invece firmato e non firmeremo nulla che riguardi la negazione dell’identità maschile e femminile, che tante ingiustizie ha già prodotto nel mondo in particolare ai danni delle donne”. 
Infine, chiosa: “Se la sinistra ed Elly Schlein vogliono riproporre la legge Zan, il gender e la possibilità di dichiararsi maschio o femmina al di là della realtà biologica, abbiano il coraggio di dirlo con chiarezza. Se è il gender che vogliono, lo propongano apertamente e lo facciano in campagna elettorale, così da consentire agli elettori di esprimersi anche su questo”.

A favore della sottoscrizione da parte dell'Italia della dichiarazione, le opposizioni.

Sul punto, queste le dichiarazioni della segretaria del partito democratico, Elly Schlein: “Che rabbia e che vergogna questo governo che nella giornata internazionale contro l’omobilesbotransfobia decide di non firmare la dichiarazione per le politiche europee a favore delle persone Lgbtqia+. Non è accettabile“. E, ancora: “L’Italia è scivolata di una posizione indietro nella classifica annuale di Ilga-Europe, è trentaseiesima su quarantotto paesi. Non è accettabile. Il Partito Democratico continuerà a battersi per una legge contro l’omobilesbotransfobia come il ddl Zan che questa destra che oggi governa aveva vergognosamente affossato con un applauso e con delle risate sguaiate sulla pelle delle persone lgbt, e dall’altra parte continueremo a batterci per assumere i pieni diritti e il pieno riconoscimento dei diritti della comunità lgbtqia+ a partire dai figli e dalle figlie delle coppie omogenitoriali, a partire dalla rafforzamento delle adozioni e dal contrasto alle teorie riparative, così come per un matrimonio egualitario perché l’amore non si può discriminare”.

Queste, invece, le parole del segretario del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, rilasciate sui social: “L’Italia non firmando la dichiarazione Ue che mira a promuovere le politiche europee che combattono le discriminazioni legate all’orientamento sessuale, ha deciso di inseguire il modello culturale orbaniano. Questa è la posizione di chi ci governa. Ma il Paese, ne sono convinto, è più avanti di questa politica reazionaria“. E, ancora, il M5s vuole “realizzare concretamente una società radicata nella tolleranza, nella libertà e nell’uguaglianza, in cui tutti siano davvero liberi di vivere la propria vita senza dover rendere conto a nessuno delle proprie scelte”.

Ecco fatto. 
E, per favore, ricordatevi di andare a votare alle prossime europee. Potete anche scegliere fino a 3 candidati del vostro partito che, secondo voi, sono i più idonei a rivestire tale importante ruolo.

MduL


Fonti ed Approfondimenti:

- Articolo "L’Italia non firma la dichiarazione Ue per i diritti Lgbtq+. Schlein: “Che vergogna”. Conte: “Meloni insegue modello orbaniano”", su ilfattoquotidiano.it del 17/05/2024;

- Articolo "Roccella: “Libertà di essere chi si vuole? No, è una negazione della realtà. Esistono femmine e maschi”" di F.Q. su ilfattoquotidiano.it del 19/05/2024;

- Articolo "Omobilesbotransfobia, l’Italia perde due posizioni nella classifica di Ilga-Europe: sui diritti Lgbtq+ è tra gli ultimi in Ue" di F.Q. su ilfattoquotidiano.it del 16/05/2024.

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