Ma che bello poter dare queste notizie! Che bello l'avanzamento dei nostri diritti Lgbtqi+ o, come in questo caso, almeno una forte difesa degli stessi. Ma andiamo con ordine.
Come sapete, l'Unione Europea è composta da poco meno di trenta paesi/nazioni che hanno origini, lingue, usi e sistemi sociali tra i più diversi. Si va, infatti, dai paesi del Nord, come Danimarca, Norvegia ecc..ai paesi del sud, tra i quali l'Italia ed ai paesi asiatici, su tutti la Turchia.
Compito delle istituzioni europee, dunque, oltre al mercato economico e di servizi unico europeo, è riuscire a tenere unite tutte queste differenti nazioni e società, sancendo, quantomeno, i principi generali di riferimento in materia di convivenza civile e sviluppo sociale, oltre che di identità.
Ciò posto, mentre in alcuni Stati della UE la situazione ed il riconoscimento dei diritti delle persone Lgbtqi+ si può considerare acquisita, ed in altri, tra i quali possiamo collocare l'Italia, almeno si sta cercando di progredire, vi sono Stati dove non solo non vi è un miglioramento ed un progressivo riconsocimento dei nostri diritti, ma vi è addirittura un evidente arretramento degli stessi.
In Polonia, infatti, da marzo 2019, più di 100 regioni,
contee e comuni polacchi hanno adottato delle risoluzioni in cui si
dichiara di essere esenti dall’”ideologia” Lgbtiq. Secondo queste
risoluzioni, i governi locali, in aderenza alle cd "Carte della famiglia" approvate da diverse comunità locali, dovrebbero astenersi dall’incoraggiare la
tolleranza verso di loro e bloccare i finanziamenti alle organizzazioni
che promuovono la non discriminazione e l’uguaglianza.
Da qui e da queste politiche, l'incremento degli attacchi discriminatori
contro le persone Lgbtqi in Polonia, con anche arresti
degli attivisti ed attacchi e divieti alle marce del Pride.
Non meglio, la situazione in Ungheria, dove, nel novembre 2020, la città di Nagykáta ha adottato una risoluzione che vieta la “diffusione e la
promozione della propaganda Lgbtiq” e, un
mese dopo, il Parlamento nazionale ha adottato degli emendamenti
costituzionali che, non solo limitano ulteriormente i diritti delle persone
Lgbtiq, ma non tengono addirittura conto dell’esistenza delle persone transgender e
non binarie, limitando il loro diritto a una vita familiare.
Ebbene, in risposta a tale evidente arretramento dei diritti Lgbtqi+, così come espresso dalla Polonia e dall'Ungheria, si è avuta una risposta corale dell'Unione Europea, la quale, nel suo massimo organo di rappresentanza, il Parlamento Europeo, ha approvato la risoluzione n. 2021/2557 (RSP) che riconosce l'UE come "zona di libertà Lgbtqi".
Ora, premesso che tale risoluzione non ha comunque valore cogente (non obbliga cioè, per se stessa gli Stati ad adempiere alle sue prescrizioni), è evidente il suo forte e significativo valore simbolico, di principio e di indirizzo, oltre che istituzionale, posto che le altre istituzioni operative della UE, prima tra tutte la Commissione europea (presieduta da Ursula von der Leyen), ma anche il Consiglio e la stessa Corte di Giustizia UE, sono chiamate alla sua applicazione.
Ma quali sono i punti della risoluzione UE "zona di libertà Lgbtqi" ? Vediamone alcuni.
a) Vietare le cure riparative in tutti i paesi dell’UE (punto K);
b) vincolare il rispetto di tutti i “diritti Lgbt” al rispetto dei diritti fondamentali (come annunciato dalla Presidente della Commisione, Ursula von der Leyen lo scorso settembre) (punto L);
c) i paesi che non perseguiranno il rispetto dei diritti Lgbt, potranno perdere i finanziamenti della UE (punto N);
c) i paesi che non perseguiranno il rispetto dei diritti Lgbt, potranno perdere i finanziamenti della UE (punto N);
d) promuovere attenzione speciale per le persone transgender (punto P);
e) approvare la Direttiva orizzontale sull’antidiscriminazione, che interesserà ogni aspetto delle competenze europee (punto Q);
f) concedere pieni diritti e totale equivalenza per le persone Lgbt, riguardo al riconoscimento dei figli per entrambi i membri di una coppia omogenitoriale, in tutto il territorio europeo e da parte di tutti gli Stati membri (punto V) [e questo punto interessa molto anche al nostro paese, posto che ancora non abbiamo una legge che tuteli i figli delle famiglie arcobaleno, sollecitata più volte, l'ultima solo pochi giorni addietro, dalla Corte Costituzionale!];
f) concedere pieni diritti e totale equivalenza per le persone Lgbt, riguardo al riconoscimento dei figli per entrambi i membri di una coppia omogenitoriale, in tutto il territorio europeo e da parte di tutti gli Stati membri (punto V) [e questo punto interessa molto anche al nostro paese, posto che ancora non abbiamo una legge che tuteli i figli delle famiglie arcobaleno, sollecitata più volte, l'ultima solo pochi giorni addietro, dalla Corte Costituzionale!];
g) autonomie locali, regioni e governi dovranno/saranno tenuti a sostenere, valorizzare, promuovere i diritti Lgbt senza eccezioni;
h) la Commissione dovrebbe usare tutti gli strumenti, comprese le procedure
di infrazione, l’articolo 7 del trattato sull’Ue, così come il
regolamento adottato recentemente sulla protezione del bilancio Ue e il
rispetto dello Stato di diritto, al fine di porre rimedio alle
violazioni dei diritti fondamentali degli Lgbtiq.
In ogni caso, potete approfondire e controllare i punti da noi inseriti (estrapolati dall'unica fonte disponibile, contraria alla risoluzione stessa) andando al link relativo al comunicato stampa UE inserito in calce, dove vi è il continuo aggiornamento dei dati e tutte le notizie utili sulla UE zona di libertà per le persone Lgbtqi (la risoluzione, mentre scriviamo, infatti, è solo in francese. A breve dovrebbe essere disponibile nelle altre lingue della UE).
Così facendo, si dichiara l’“Unione Europea una zona di libertà per le persone LGBTI”, incaricando il Presidente del Parlamento di informare della decisione i governi dei paesi membri e gli altri organi europei.
Prossimo passo, il 23 marzo, allorquando la Commissione per le Libertà organizzerà una tavola rotonda con esperti e rappresentanti delle massime istituzioni europee per discutere proprio dei diritti Lgbtqi+.
Che altro dire? Ah, si, ci teniamo a riportarvi le modalità e le posizioni dei vari partiti nella votazione di questa importante risoluzione.
La risoluzione, infattim, è bene saperlo, è stata adottata con 492 voti favorevoli, 141 contrari e 46 astensioni.
Per quanto riguarda i nostri partiti, così come rappresentati nel parlamento europeo, vi segnaliamo che: Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro.
Forza Italia si è astenuta, tranne un eurodeputato azzurro che ha votato contro.
Pd, M5s ed Italia Viva hanno votato a favore.
E, per concludere, il meraviglioso principio ed auspicio dei deputati europei, “le persone Lgbtiq ovunque nell’Ue dovrebbero godere della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza temere intolleranza, discriminazione o persecuzione, e le autorità a tutti i livelli di governo in tutta l’Ue dovrebbero proteggere e promuovere l’uguaglianza e i diritti fondamentali di tutti, comprese le persone Lgbtiq”.
E sia!.
Auguri a tutte/tutti noi Lgbtqi+.
MduL
Fonti:
Articolo "“L’Unione europea è zona di libertà per le persone Lgbtqi”. Il Parlamento Ue approva, Lega e Fdi votano contro" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it dell'11/03/2021;
Comunicato stampa UE su "zona di libertà Lgbtiq"
Testo della risoluzione europea n. 2021/2557 (RSP) - in francese -;
Contra: Articolo "“Zona di libertà Lgbtqi”, l’UE verso il dogma arcobaleno" su La nuova bussola quotidiana del 12/03/2021.
Contra: Articolo "“Zona di libertà Lgbtqi”, l’UE verso il dogma arcobaleno" su La nuova bussola quotidiana del 12/03/2021.
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