Liceo Artistico Ripetta di Roma, rione Campo Marzio (foto wikipedia) |
_MduL, 27 febbraio 2021_
Ma che bella storia che abbiamo letto in questi ultimi giorni sulla repubblica.it, uno dei maggiori quotidiani online italiani. Notizia, certo, messa prima solo nelle edizioni locali e poi data comunque un po' in sordina, ma davvero bella, potente e rivoluzionaria. Eccola.
La notizia: la "carriera alias".
La notizia riguarda dei giovanissimi e precisamente gli studenti del liceo artistico "Ripetta" di Roma, i quali sono riusciti ad attivare nel loro liceo la "carriera alias" che consente a tutte le studentesse (ed agli studenti) transgender di poter scegliere, nella loro scuola, un nome diverso da quello anagrafico.
Quindi, se, ad esempio, la studentessa Anna (nome di fantasia) sente di essere e voler vivere come Dario, nel suo liceo può farlo: verrà chiamata da tutti con l'alias da lei scelto, cioè Dario...
D'ora in avanti, dunque, gli studenti e le studentesse transgender di questo liceo artistico romano potranno
scegliere, nella propria scuola, un nome diverso da quello anagrafico.
Una cosa che accade, ad oggi, solo in altri quattro istituti in Italia.
Ma, attenzione, la scelta di cambiare il proprio nome all'interno della scuola non ha riflessi esclusivamente relazionali, ma ha forti implicazioni anche burocratiche, a riprova che si tratta di una cosa seria e che i ragazzi l'hanno pensata nel migliore dei modi.
Gli studenti e le studentesse del Ripetta transgender che vorranno ricorrere a tale opportunità, potranno
infatti essere chiamati con il proprio nome di elezione ed essere inseriti col
nome scelto, anche se diverso da quello anagrafico, nel registro
elettronico, nel libretto e nei quadri fino al diploma. E c'è chi pensa
anche a percorsi con psicologi interni all'istituto e a bagni dedicati
alle persone transgender.
Ma non è fantastico?! Una cosa davvero bella ed importante che sono riusciti a fare questi ragazzi.
Ed a riprova di quanto sia bella ed importante, le parole della presidente del Movimento d'identità trans (MIT) Porpora
Marcasciano, per la quale l'iniziativa del liceo Ripetta e della Rete degli studenti
medi è encomiabile.
La Rete degli studenti medi.
A sottolineare l'importanza e il valore di questa iniziativa, del resto,
è la Rete degli studenti medi del Lazio che ha invitato tutte le altre
scuole del territorio ad adottare questa soluzione.
Ciò, in quanto, come dichiarato alla repubblica dal portavoce Michele Sicca, "Ogni persona in
transizione di genere deve sentirsi libera di esprimere sé stessa, essere riconosciuta per la
propria identità e con il nome che ha scelto, soprattutto all'interno
dell'ambiente scolastico". E, ancora,"Siamo ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni. Abbiamo raccolto le testimonianze di ragazze e ragazzi che avevano avuto difficoltà con i propri docenti che, pur riconoscendo il loro percorso di transizione e le difficoltà che questo comporta, si rifiutavano di riconoscerli col nome che avevano scelto. Queste difficoltà, se non risolte, possono portare anche all'abbandono scolastico".
Ma chi sono e che cosa portano avanti i ragazzi della Rete degli studenti medi?
E' presto detto. La Rete è nata nel 2007 ed ha tra i suoi valori fondanti il supporto alla comunità lgbtq+, "contro ogni discriminazione per orientamento sessuale, nazionalità, religione, appartenenza ideologica e di partito" si legge sul loro sito.
Inoltre, a quanto è dato apprendere dalle dichiarazioni di Sicca, da più di un anno hanno avviato "avviato il progetto 'Free to love' (@free_to_love su Instagram) per parlare di educazione sessuale all'interno delle scuole con l'aiuto di Arcigay, dei consultori e dei collettivi femministi".
Ma non finisce qui. La Rete, al momento è molto attiva per riuscire a portare l'iniziativa che qui ci occupa, oltre i confini delle classi del liceo, per arrivare a tutte le scuole laziali ed oltre. Queste le parole di Sicca nella sua intervista alla repubblica "Ora abbiamo creato un documento che si ispira a quello del Ripetta e lo abbiamo proposto ai nostri rappresentanti d'istituto nelle scuole laziali per farlo adottare. Facciamo appello ai presidi, ai professori e ai genitori affinché siano sensibilizzati sulla carriera alias. Purtroppo, fin quando non cambia il nome all'anagrafe non cambierà il nome sul documento. Ma quando vieni chiamato in classe, le comunicazioni sul registro elettronico e l'appello possono creare disagio alle persone. È una cosa che si può evitare e possiamo fare, basta volerlo".
Ma come funziona la "carriera alias" e come si aziona?
L'opzione per lo studente della "carriera alias" è stata inserita nel regolamento del liceo (e al vittoria degli studenti del Ripetta sta proprio nell'essere riusciti a farla inserire nel regolamento scolastico), il quale reca "L'attivazione della carriera alias può essere richiesta dalla famiglia di un alunno minorenne o dall'alunno maggiorenne che dimostri di aver intrapreso un percorso psicologico e/o medico teso a consentire l'eventuale rettificazione di attribuzione di sesso e desideri utilizzare un nome diverso da quello anagrafico".
Per poter usufruire di tale prerogativa, dunque, la studentessa/lo studente transgender minorenne necessita dell'attivazione da parte dei propri genitori, mentre lo studente maggiorenne deve dimostrare di aver quantomeno intrapreso il percorso medico e/o psicologico per il cambio sesso.
L'opzione "carriera alias" è attiva anche nelle Università.
Come detto in precedenza, le scuole che adottano la carriera alias sono ancora poche, mentre sono diverse le Università che hanno approvato il regolamento, a partire dalla Cà Foscari a Venezia, poi vi sono le università di Padova, sempre in Veneto, di Roma Tre nel Lazio e l'Università di Sassari in Sardegna e svariate altre.
"La carriera alias - si legge sul sito Universitrans.it - comprende un badge e un indirizzo email con il nome adottato ed è valido esclusivamente all'interno dell'ateneo, realizzato attraverso la stipula di un accordo confidenziale tra ateneo e studente/ssa, e non estendibile a documenti ufficiali, come l'attestato di laurea, l'iscrizione a tirocini".
Inoltre, come riportato dalla presidente del MIT, Porpora
Marcasciano, di cui abbiamo detto sopra, "In alcune università italiane l'alias è proposto
non solo agli studenti e alle studentesse ma anche al tutto il personale
docente e amministrativo".
Ma vediamo la giurisprudenza e la normativa su tale punto.
Come spiegato sempre al quotidiano online la Repubblica, dall'avvocato esperto in questioni lgbtq+ Antonio Rotelli, "La Cassazione e poi anche la Corte costituzionale nel 2016 hanno chiarito che per ottenere la rettificazione anagrafica del sesso la legge non obbliga la persona a sottoporsi all'intervento chirurgico, che rimane un'opzione se la persona lo ritiene necessario per il raggiungimento del proprio benessere. Con la rettificazione la persona ottiene legalmente il cambio del nome e anche sul certificato di nascita o la carta d'identità comparirà soltanto il nome di elezione".
La questione dell'alias, però, riguarda un altro tema che è quello di consentire alle persone trans di utilizzare il nome di elezione prima che il processo legale di rettificazione, che può durare anni, sia concluso oppure di utilizzarlo in assenza di esso.
"Dal punto di vista amministrativo - continua Rotelli - questo non pone problemi perché si tratta unicamente di permettere alle persone di avere un libretto o un badge sul quale compare il nome di elezione che la persona usa durante il percorso universitario o scuola o anche nel luogo di lavoro, nei rapporti con i professori e con i colleghi. Invece, sui documenti ufficiali, quelli legali, che sono conservati o utilizzati dagli uffici dell'università o del luogo dove si lavora (si pensi per esempio alle comunicazioni fatte all'INPS o al rilascio di titoli di studio) continua a essere utilizzato il nome assegnato alla nascita".
Per concludere.
E per concludere, basta riportare le parole rilasciate alla repubblica da Marcasciano "Il punto è che molti di noi, che non possono o non vogliono fare la riassegnazione chirurgica del sesso, o in attesa di completare l'iter di rettificazione che può durare anni, devono avere comunque il diritto di essere chiamati con il nome che hanno scelto. Spero davvero che l'appello della Rete degli studenti medi venga accolto non solo nel Lazio ma in tutta Italia".
Speranza che facciamo nostra.
MduL
Fonti:
Articolo "Roma, studenti transgender del Ripetta potranno scegliere il proprio nome: "Ora nelle altre scuole"" di Francesco Giovannetti per repubblica.it;
Articolo "Gli studenti transgender potranno scegliere il loro nome: la piccola rivoluzione del liceo Ripetta di Roma" di Pasquale Quaranta per repubblica.it del 24/02/2021.
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