Ultimo aggiornamento il 4 maggio 2024

Storica sentenza della Corte Suprema USA: nel mondo del lavoro nessuno può più essere discriminato in quanto persona Lgbtqi - Notevole l'impatto, seppur indiretto, sull'amministrazione Trump e sulle sue ultime decisioni contro le persone transgender

I Giudici della Corte Suprema USA (foto Wikipedia.org)

_MduL, 21 giugno 2020_

Questa settimana anche, per fortuna, una notizia bellissima, più che mai in questo periodo: la Corte Suprema USA ha stabilito, con una netta maggioranza di 6 voti contro 3 che nessuna persona può essere licenziata perché gay o transgender.
Questo miracolo è stato reso possibile grazie alla 'defezione' di due dei giudici conservatori presenti nella corte, il presidente della Corte John Roberts ed il giudice conservatore Neil Gorsuch che hanno votato con i giudici di nomina democratica. 
I giudici Samuel Alito, Brett Kavanaugh e Clarence Thomas, invece, hanno votato contro.

Ma cosa dice questa storica sentenza della Corte Suprema USA? La sentenza, affermando che il titolo VII del Civil Rights Act del 1964 protegge non solo dalle discriminazioni basate sulla razza o la religione ma anche da quelle basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, ha di fatto sancito la protezione di tale normativa anche per i lavoratori Lgbt.
Quindi, dove la legge parla genericamente di 'sesso', con l'interpretazione estensiva data dalla Corte non ci si può più riferire 'solo' alla discriminazione di genere tra uomo e donna, ma anche tutte le persone Lgbtqi.
In altri termini, da oggi in poi, in America, con le parole riportate in sentenza, un "datore di lavoro che licenzia un individuo per il fatto di essere omosessuale o transgender, licenzia quella persona per caratteristiche o azioni che non avrebbe messo in discussione nei membri di un sesso diverso. Il sesso svolge un ruolo necessario e indiscutibile nella decisione, esattamente ciò che il Titolo VII vieta".

Come è evidente, la portata di tale nuova interpretazione e disciplina dettate dalla Corte avrà un impatto innovativo e senza precedenti nel mondo del lavoro americano e non solo (in america, si stimano essere oltre 8 milioni i lavoratori Lgbt, la maggior parte dei quali, fino ad oggi, venivano discriminati sul lavoro in quasi tutti gli stati usa).

Il Presidente Trump (foto corriere.it)
L'importanza di questa sentenza va, poi, ben oltre la disciplina di legge, visto che appare essere anche una risposta implicita alle ultime azioni dell'amministrazione Trump che, inopinatamente, in materia di diritti Lgbtqi e sulle persone transgender in particolare, aveva cambiato linea rispetto al predecessore Barack Obama. Se, infatti durante la presidenza di Barack Obama, la commissione federale Equal Employment Opportunity aveva modificato la sua interpretazione della legislazione sui diritti umani per includere la discriminazione contro le persone Lgbt, l'amministrazione Trump, per tutta risposta, sostenendo che "il genere è maschio o femmina ed è determinato dalla biologia", la settimana scorsa, aveva cancellato la norma contro la discriminazione delle persone transgender nel settore della sanità, introdotta grazie all’Obamacare, ridefinendo così il genere come condizione biologica immutabile e determinata alla nascita...

Ci piace leggere tale sentenza della Corte Suprema, dunque, come un monito a Trump a ché non tiri troppo la corda in materia di diritti civili e delle persone Lgbtqi.

MduL


Fonti:
Articolo "Usa, la Corte suprema: "Vietato licenziare qualcuno perché gay o trans"" su repubblica.it del 15/06/2020;
Articolo "Usa, Trump cancella la legge contro la discriminazione transgender nella sanità. Era stata introdotta nell’epoca Obama" di F.Q. per ilfattoquotidiano.it del 13/06/2020

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