Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

L'episodio omofobo della 'Locanda Rigatoni' a Roma: sullo scontrino la scritta "...no pecorino...si frocio" - AGGIORNAMENTO

La Locanda Rigatoni (foto estratta da googlemap)
Ancora un episodio increscioso ed omofobo che vede coinvolti due componenti della nostra comunità Lgbtq ed ancora una volta a Roma.
Stiamo parlando di quanto successo nei giorni scorsi alla "Locanda Rigatoni", in via Domenico Fontana, vicino Piazza San Giovanni, dove una giovane coppia gay era andata a cenare.
Tutto bene, locale carino, serata piacevole e buon cibo. I due avventori, infatti, hanno fatto un pasto completo, con anche dei primi chiedendo però di mettere del parmigiano al posto del pecorino. 
La brutta sorpresa al momento del conto. Sullo scontrino, infatti, come si può vedere dalla foto, in fondo alle voci che compongono il conto stesso, la dicitura "...no pecorino...si frocio".

Lo scontrino 'incriminato', dal contenuto omofobo
A questo punto, come ha raccontato Fabrizio Marrazzo responsabile Gay Help Line e portavoce Gay Center, "I ragazzi hanno fanno notare al cameriere che tale scritta non era divertente, ma il cameriere, ridendo, ha riferito che sarebbe stato un errore del computer, continuandoli a prendere in giro. 
In risposta all'atteggiamento del cameriere, poi, il ragazzo ha fatto notare che quello "scherzo" era per loro offensivo, dicendo: “Guarda nessuno sta ridendo, sei una persona infantile, nessuno si è mai permesso di trattarmi in questo modo nella mia vita”.
A questo nuovo alterco, ecco l'intervento della proprietaria, la quale, secondo quanto riferito al Gay Center, dopo aver a sua volta minimizzato l'accaduto parlando di problema del computer, solo dopo 30 minuti di discussione e senza mai chiedere scusa, ha dichiarato che non gli avrebbe fatto pagare il conto.
A tutto ciò, si aggiunga poi che il cameriere è tornato lamentandosi con i ragazzi della brutta figura fatta con gli altri clienti 'per colpa loro'.

I due ragazzi, quindi, seccati per gli atteggiamenti  tenuti dal personale della Locanda, hanno contattato il sito Lgbt "Bitchyf" e chiamato il numero verde del Gay Center che ha offerto il supporto legale, nella persona di Marrazzo, così dichiarando: "Quanto accaduto al ristorante 'Locanda Rigatoni' è un fatto molto grave. Purtroppo ogni anno riceviamo oltre 20.000 contatti al nostro servizio per episodi di omofobia e molti di questi episodi sono visti come divertenti dagli aggressori anche in casi di violenza. Quanto accaduto non ha nulla di divertente. Non è accettabile che una coppia gay non possa andare in un ristorante nel centro della Capitale senza venire offesa e rovinarsi la serata. Richiediamo alla Sindaca Raggi di revocare la licenza al ristorante e valutare anche le sanzioni da adottare. I ristoranti sono dei locali con licenza pubblica e pertanto azioni discriminatorie non possono essere consentite. Inoltre, invitiamo sin da subito tutti i cittadini e turisti a boicottare tale ristorante."

Queste, poi, le prime reazioni a tale episodio. Mara Carfagna, ora vice presidente della Camera, commentando l'episodio su Twitter, ha dichiarato: "Con l'intolleranza non si gioca mai". "L'omofobia non è uno scherzo. E con l'intolleranza non si gioca mai".
Per il Campidoglio, invece, si parla di episodio gravissimo che porterà a delle verifiche. Queste le dichiarazioni in una nota congiunta di Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale e Flavia Marzano, assessore alla Roma Semplice: "Gravissimo l'episodio di omofobia denunciato da Gay Center, che ha raccolto la testimonianza di due clienti di un ristorante in zona San Giovanni. Condanniamo apertamente ogni forma di discriminazione e scherno lesive di dignità e libertà personali. Episodi simili offendono tutta la città. Saranno avviate in ogni caso le opportune verifiche, anche a seguito dell'eventuale denuncia".
Si aggiunge poi la dichiarazione di Patrizia Prestipino, deputata del Partito Democratico: "Serve punizione esemplare". Mi auguro che la sindaca Raggi intervenga al più presto con una punizione esemplare nei confronti del ristorante in cui giovedì scorso due ragazzi gay sono stati offesi da un dipendete del locale". "Il comportamento del dipendente della Locanda Rigatoni e quello dei gestori che hanno tentato di minimizzare l'accaduto con delle giustificazioni puerili, sono una vergogna, un'offesa per la Capitale e per tutti i cittadini romani. Quello che stupisce è l'impunità di certi individui nel compiere azioni spregevoli come quella accaduta giovedì scorso e che, senza adeguate attenzioni e sanzioni, rischiano di passare in secondo piano. Per questo, conclude la deputata PD, auspico una punizione severa per i colpevoli di un gesto così disgustoso dalla chiara matrice omofoba, se non altro per le mancate scuse da parte dei protagonisti di questa vicenda indegna".

Gli interni della Locanda Rigatoni
Ed ecco dunque che, dopo cotante e cotali reazioni, alla fine, la proprietaria della Locanda si è sentita in dovere di licenziare il cameriere e di porgere le proprie scuse. Queste le sue parole: "Siamo molto dispiaciuti per quanto è accaduto, questa mattina il cameriere è stato subito licenziato . Non siamo un locale di persone omofobe". A ciò, ha aggiunto una nuova prospettazione dei fatti, fornendo la sua versione, diversa da quella delle due vittime dell'episodio omofobo.
Continua, poi, sempre la proprietaria della Locanda: "Ci spiace che questo episodio debba infangare il nostro nome". 
Ripropongono dunque i fatti a mezzo di una nota diramata direttamente dai proprietari. Secondo anche quanto raccontato dai colleghi, il giovane cameriere, poco più che ventenne, lavorava saltuariamente in quel locale, solo nei giorni con più prenotazioni. 
"Giovedì 19 luglio è accaduto un fatto grave. Nel nostro locale, un cameriere ha compiuto un atto inqualificabile nei confronti di due clienti, stampando sulla comanda un insulto omofobo, da cui tutta la direzione e il personale della Locanda Rigatoni prende le più decise e convinte distanze". 
La direttrice, quindi, assicura di avere immediatamente condannato l'atto e di essersi scusata con i clienti, "inorridita dal fatto incriminato come e se più possiblie più di loro". Il cameriere è stato licenziato" non rappresentando in alcun modo la filosofia e lo stile" dell'esercizio".

Bene, molto bene. Volutamente, però, sorvoliamo sull'osservazione - cattivella - rilasciata al tg1 delle 13.30 del 21/07/2018 da un esponente della comunità Lgbtq, all'uopo intervistato dalla giornalista rai Roberta Badaloni, il quale ha sostenuto che la proprietaria si è decisa a muoversi e ad adottare tali drastiche misure e scuse, solo per interesse 'economico' (era iniziato, infatti, il boicottaggio della Locanda da parte della comunità Lgbtq) - QUI il servizio del Tg1.

Ecco, questi i fatti, così come narrati dall'articolo di repubblica di F.Angeli e V.Lupia fonte del post, sennonché, per completezza di informazione, e solo per quello, vi riportiamo qui di seguito anche un articolo che affronta la questione in modo decisamente diverso.
Stiamo parlando dell'articolo del sito corrierequotidiano.it (della cui attendibilità non possiamo dirvi niente perché non lo conosciamo in alcun modo), il quale, dopo il titolo ad effetto che ci ha colpite "La vera discriminazione: sostituire il pecorino con il parmigiano in una ricetta romanesca", così riporta: <<Premessa: ci inchiniamo a tutto il lessico "politicamente corretto" sulle discriminazioni sessuali, soprattutto per non essere additati al pubblico ludibrio. Ma i due ragazzi, che evidentemente ritengono la parola "frocio" un'offesa gravissima, non capiscono niente né della tradizione romanesca, né di cucina. Dire "frocio" a Roma non è mai stato offensivo né discriminatorio: lo si dice comunemente degli avversari sportivi, del vicino di casa molesto, di chi va troppo piano in macchina...E' sempre esistita ai Parioli un'eccellente gelateria che tutti chiamavano "dai tre froci", e nessuno s'è mai offeso, tanto meno i gelatai dai quali c'era sempre la fila.
Molto più offensivo e discriminante, a nostro avviso, è il termine "gay", che incasella subito l'individuo in una categoria, impedendo la libertà suprema: quella di essere quel che si è senza rinchiudersi in un ghetto sociale, sia pure tutelato e protetto da norme. La quintessenza, insomma, di quella che Pier Paolo Pasolini chiamava la "finta tolleranza", imposta a suon di pseudo-diritti e di retorica egualitaria, e fintamente accettata da tutti. Questa necessità di riconoscimento sociale, compresi i matrimoni con banchetto, decine di invitati, mamme nonne e zie commosse, ci sfugge completamente, a parte il riconoscimento sacrosanto di diritti fondamentali della persona sanciti dalle unioni civili. Detto ciò, spezziamo una lancia per il cameriere o per il cuoco che avrebbero scritto sullo scontrino "No pecorino, sì frocio": la cucina tipica non si tocca. "Carbonara vegana" o "matriciana vegetariana" gridano vendetta al cospetto del dio del gusto. Sostituire a Roma il pecorino con il parmigiano merita ben altri insulti che l'innocuo "frocio".

Lasciamo a voi ogni altra considerazione, noi l'abbiamo già fatta.
MduL


AGGIORNAMENTO (23/07/2018):

I pezzi dello striscione di FN (Foto repubblica.it)
Nostro malgrado, siamo costrette a dare conto anche della reazione della destra estrema italiana, ed in particolare della formazione Forza Nuova, all'episodio. La destra estrema, infatti, ha ritenuto opportuno prontamente prendere le parti del cameriere licenziato per l'evento omofobo. E fin qui, come avete visto, per noi ogni idea, anche la più distante dalle nostre posizioni merita comunque, nei limiti del possibile, rispetto, seppur senza accondiscendenza. Ciò che proprio non riusciamo a tollerare sono i modi con i quali tali idee vengono espresse e portate avanti. In questo caso Forza Nuova, dopo che il locale è stato costretto a chiudere nella giornata di oggi, a causa delle svariate minacce, anche di morte, e degli insulti portati avanti da vari membri e componenti sempre di estrema destra sui social ai danni del personale della Locanda, ha pensato bene di attaccare uno  striscione sul fronte della Locanda stessa con scritto "Licenziato dalla vostra omofollia". Non ci sono commenti.

Queste, poi, le ulteriori dichiarazioni della proprietà e direzione della Locanda: "La vicenda dello scontrino ci offende come imprenditori, come lavoratori e come cittadini. Le conseguenze di un atto inqualificabile di una persona che è stata prontamente allontanata, stanno coinvolgendo le famiglie nostre e dei nostri lavoratori. Rinnoviamo la nostre scuse alla coppia coinvolta in questa spiacevolissima vicenda e la richiesta di un confronto e di un percorso condiviso con la comunità LGBT, in modo tale che episodi vergognosi come quello capitato non possano e non debbano più ripetersi".

Intransigente, comunque, la posizione del Gay center che insiste: "Ringraziamo le migliaia di persone che civilmente hanno esposto la propria protesta sul web e se ci sono state delle minacce di morte fatte al ristorante, invitiamo i proprietari a fare le denunce del caso. Ma attendiamo comunque sanzioni nei confronti del locale".


Fonti:

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