Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Diritti Lgbtq: come va in Italia? - Va male!! La posizione del neo-Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito al Gay Pride, ai diritti Lgbtq ed alle donne...


Anche questa, come la meravigliosa notizia sulla registrazione automatica dei figli delle coppie arcobaleno nell'anagrafe di torino, ad opera della sindaca Appendino, è una notzia del mese scorso, ed anche questa, haimé, va segnalata.
Stiamo parlando della seguente notizia. Il giorno 11 aprile 2018 viene pubblicata sul sito della testata lettera43.it, l'intervista effettuata dal giornalista Samuele Cafasso al neo-eletto Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Prima vediamo chi è Attilio Fontana.

Attilio Fontana (il quotidiano italiano)
Attilio Fontana, nato a Varese nel 1952, avvocato, è un politico italiano in quota Lega. E' stato consigliere regionale prima e sindaco poi. Nel 2018 si è candidato per il centro destra alla guida della regione lombardia per subentrare a Maroni.
Ed è proprio di quel periodo la sua prima uscita pubblica non proprio felice in occasione della campagna elettorale per la presidenza della regione. Nel gennaio 2018, infatti, ai microfoni di Radio Padania Libera, dichiarò: "Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate" (dopo le polemiche scaturite dalla frase, dichiarerà che si è trattato di un lapsus e di un errore espressivo, scusandosi).
Comunque, malgrado questo (enorme!!) scivolone, Fontana riesce lo stesso a vincere le elezioni regionali e diventa così il nuovo Presidente della Regione Lombardia in quota centro-destra e si insedia nella carica alla fine del mese di marzo di quest'anno.
Ecco dunque che, e così torniamo a noi, che Cafasso, in quanto giornalista, propone subito al neo-eletto Presidente, una intervista a tutto campo, per capire quali saranno i suoi primi atti ed i suoi approcci politici alle questioni più rilevanti.

Estratti dell'intervista di Cafasso a Fontana:

Samuele Cafasso, autore dell'intervista a Fontana
In questa intervista, come detto, il Governatore lombardo lancia già i primi segnali del suo agire politico nei vari settori dell'amministrazione e della politica e, tra questi, è spiccato subito, molto chiaro, il suo orientamento sulle tematiche Lgbtq ed anche sulla concezione della donna.
Ma andiamo con ordine.
In merito alla prima questione, quella dei diritti Lgbtq, nell'intervista di Cafasso, il Governatore Fontana ha confermato (lo aveva già negato come sindaco del comune di Varese_cfr infra) il no al patrocinio per il Gay Pride, sostenendo che è «divisivo», ma nel contempo confermando la sua intenzione di illuminare di nuovo il Pirellone (palazzo della Regione Lombardia) con la scritta Family Day!. La Regione Lombardia, dunque, quest'anno non darà il suo patrocinio alla manifestazione del Gay Pride poiché lo ritiene divisivo, ma illuminerà il palazzo del governo regionale in onore del Family day, la manifestazione esattamente opposta al Gay pride ed alle rivendicazioni delle famiglie Lgbtq.
Ricordiamo infatti che le manifestazioni del Family Day furono organizzate in Italia per la prima volta nel 2007 per sostenere la cosiddetta “famiglia tradizionale” e per protestare contro le proposte di legge che prevedevano una qualche forma di riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali. Dal 2016 sono state organizzate anche per protestare contro l’approvazione della legge sulle Unioni civili (cfr articolo sul sito post.it, di cui in calce).

Queste le domande e le risposte specifiche dell'intervista di Cafasso:
D. Mi conferma che non darete il patrocinio al Pride?
R. Non l'ho dato a Varese e non credo lo daremo nemmeno qui. Ma ne dobbiamo parlare con gli alleati.

D. Con che motivazione?
R. Io credo che sia una manifestazione divisiva e che quando le manifestazioni sono divisive non sono mai da sostenere. Io sono eterosessuale, ma non è che faccio una manifestazione per accreditare la mia eterosessualità. Le scelte in questo campo devono rimanere personali, sbandierarle è sbagliato.

D. Illuminare il Pirellone con la scritta Family Day non è divisivo?
R. La famiglia rappresenta uno dei principali punti di riferimento del programma dell'amministrazione precedente e di questa. È una scelta politica quella.

D. Quindi lo rifarete anche se è divisivo?
R. Lo rifaremo e non credo sia una scelta divisiva. Tutti riconoscono il valore della famiglia. È nella Costituzione, è uno dei fondamenti della nostra civiltà.

Ecco, questo il pensiero del nuovo governatore della Regione Lombardia in merito ai diritti Lgbtq. Passiamo ora all'altra questione che ha turbato l'opinione pubblica, tutta questa volta, non solo la parte a favore dei diritti per le persone Lgbtq. Ecco cosa dice il Governatore Fontana a Cafasso a proposito della carente presenza femminile riscontrata nella sua giunta.

D. Non teme che con solo cinque assessori donna possano esserci ricorsi?
R. Tutto giusto quello che viene detto, però forse il primo ricorso andrebbe fatto contro il popolo lombardo. Le donne, che nelle liste erano in numero uguale agli uomini, purtroppo non sono state elette, se non nella misura del 18%.

D. C'è una capacità di raccogliere le preferenze che deriva anche dall'esperienza pregressa. È per questo che si mettono le quote.
R. C'è anche la possibilità che le donne si interessino un po' meno, per cui molte che vengono messe in lista non hanno una grande volontà di impegnarsi, di emergere. Io sono un grande sostenitore dell'importanza delle donne, nella mia segreteria sono tutte donne.(!!!) Però ci sono dei casi in cui la donna deve essere scelta perché è un valore aggiunto, non per obbligo.

D. Lei non ne ha trovate più di cinque che potessero dare valore aggiunto alla sua Giunta?
R. Non ne ho trovate, ho trovato tanti uomini che mi davano sicuramente delle garanzie.

Insomma, in Lombardia (la più avanzata ed internazionale delle nostre regioni), per il Governatore Fontana, ci sono soltanto 5 donne degne di poter assolvere al compito di assessore nella sua giunta.

Le reazioni di esponenti delle istituzioni regionali alle parole di Fontana: 

Monica Forte (Ticino Notizie)
Come è di tutta evidenza, parole così forti e posizioni così divisive, hanno trovato (per fortuna) una forte opposizione nel consiglio regionale lombardo. Tra i suoi esponenti, la prima a rispondere è stata la consigliera lombarda dei 5 stelle Monica Forte che, con una nota, ha riportato quanto segue: "Fontana sbatte la porta in faccia ai diritti civili. Il Pride è una manifestazione che accoglie, integra e diffonde la cultura del rispetto per tutte e tutti. Dopo l'orribile sparata sulla razza bianca Fontana nega quello che in una regione all'avanguardia dovrebbe essere un patrocinio dovuto. Fontana, come altri Presidenti, farebbe bene a partecipare alla manifestazione insieme a migliaia di lombardi che chiederanno uguaglianza, diritti e libertà".
E continua: "La sua è una scelta antistorica, che vuole riportarci al medioevo del pregiudizio e della discriminazione. Il gruppo M5S Lombardia è determinato a lavorare per la difesa dei diritti Lgbt. La Lombardia e Milano sono, da sempre, città simbolo della lotta per i diritti umani, e i pride difendono conquiste di parità tutt'altro che scontate".
L'Assessore Majorino (affari italiani)

Questa, invece, la reazione, affidata a facebook, dell'assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino (ricordiamo che il comune di Milano è in quota centro sinistra, essendo il sindaco, per ora, Sala)
"Regione Lombardia nega il proprio patrocinio  al Pride. "Noi, ancora una volta e con orgoglio, faremo il contrario. Ed anzi lì presenteremo ulteriori novità  sulla strada dei diritti".
 
Diana De Marchi (Cremona web)
Infine, un "profondo imbarazzo" anche per Diana De Marchi delegata diritti segreteria regionale Pd che ha liquidato la questione con queste poche parole "esempio lampante di quella mentalità maschilista e retrograda che ancora domina la nostra società".  

Alessandro Alfieri (Varese News)
In merito all'altra questione, invece, quella relativa alla posizione delle donne in politica, la reazione viene affidata al segretario del Pd regionale Alessandro Alfieri il quale così si è espresso: "Che molte candidate' non abbiano una grande volontà di impegnarsi' e che lui sia 'un grande sostenitore dell'importanza delle donne' tanto che nella sua  'segreteria sono tutte donne (sic!)', sono frasi che fanno rabbrividire da quanto sono discriminatorie. Siamo di fronte ad un personaggio che ci vuole riportare indietro nel tempo cancellando in un colpo solo, anni di lotta e di sofferenza, con quell'atteggiamento paternalistico e colpevolizzante che conosciamo fin troppo bene. Un uomo così non può che fare dichiarazioni altrettanto inaccettabili quando parla di Pride, al quale la Regione Lombardia non darà, ovviamente,  il patrocinio", ha concluso Alfieri.
[NB: tutte le reazioni sopra riportate sono state estratte dall'articolo della repubblica.it/milano di cui in calce]

Il primo NO istituzionalizzato dalla regione lombardia agli organizzatori del Gay Pride di Varese:

(foto Varese Polis)
Ecco, questa la situazione fino a qualche giorno fa. Ma la questione si è evoluta e ci sono nuovi risvolti da segnalare, haimè, di nuovo.
E' del 7 maggio scorso la notizia che si è avuto il primo no ufficiale della Regione Lombardia guidata da Attilio Fontana ai Pride che si terranno sul territorio regionale. Gli organizzatori del corteo pride di Varese (città nella quale Fontana è stato sindaco, prima di diventare Presidente della Regione_ndr) hanno, infatti, ricevuto  la lettera di diniego al Gay Pride da parte della Regione Lombardia.  Nella lettera, indirizzata al presidente del circolo Arcigay cittadino, Giovanni Boschini, una dirigente della regione lombardia spiega: «Siamo spiacenti di comunicare che non è possibile accogliere l’istanza in quanto non rientra tra le priorità strategiche della politica regionale». Amen!

Ogni altro commento appare superfluo.
MduL




Fonti:
* Articolo "Regione Lombardia, Fontana sui primi passi da governatore" di Samuele Cafasso per Lettera43.it;
* Articolo "Cosa pensa il nuovo presidente della Lombardia sul Gay Pride" su 'Virgolette' per ilpost.it
* Articolo "Regione Lombardia, M5S e Pd contro il governatore Fontana: "Il no al patrocinio del Gay Pride è antistorico"" della redazione di milano.repubblica.it
* Articolo "Pride in Lombardia, primo no ufficiale a Varese" di Samuele Cafasso per Lettera43.it

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