Ultimo aggiornamento il 24 marzo 2024

Marielle Franco: “Nera, lesbica e attivista politica, madre a 19 anni e femminista”, così amava definirsi e per questo è stata uccisa

Marielle Franco (foto globalist.it)
_MduL, 18 marzo 2018_
No, non scriviamo questo post perché è morta una donna lesbica, lo scriviamo perché è morta una meravigliosa ed incomparabile donna e basta. Una di quelle donne che, se le avessero dato il tempo, avrebbe potuto cambiare il mondo.
Morta poi perché uccisa, morta perché era donna, perché era attivista dei diritti civili, di tutti i diritti civili e perché non aveva paura di essere donna e di parlare. Morta perché uccisa da questo ingesto sistema misogeno ed omofobo che ha e coltiva interessi loschi di qualsiasi natura. Morta mentre, in quanto membro di commissione appositamente istituita, indagava sulla polizia brasiliana e suoi soprusi e connivenze...

L'esecuzione:
Questo stava coraggiosamente denunciando Marielle Franco e per questo è morta. Uccisa nella sua città, Rio de Janeiro, da una scarica di proiettili nella notte del 14 marzo, alle 21.30 con un agguato mafioso, una vera e propria esecuzione dopo che l'autista, che l'aveva raccolta all'ultimo appuntamento a Lapa, per una riunione con un gruppo di donne di colore, la stava riportando a casa.
(Foto di SkyTg24)
Esecuzione della quale è opportuno trovare quanto prima gli assassini ed i mandanti. Si, mandanti. Ci permettiamo infatti di parlare anche di mandanti perché, a quanto si è appreso da fonti giornalistiche, i proiettili calibro 9 che hanno ucciso l'attivista ed il suo autista, fanno parte di un lotto venduto dall'azienda CBC alla polizia federale di Brasilia il 29 dicembre del 2006 Non solo, secondo il sito Uol, munizioni dello stesso lotto vennero usate anche in una strage, compiuta nell'agosto 2015 nello stato di San Paolo, in cui vennero uccise 23 persone e che in qualche modo riportava alla polizia
Anche la dinamica del brutale omicidio/esecuzione, del resto, fa capire subito che si tratta di un agguato ben pianificato e per niente improvvisato. 
Gli investigatori hanno infatti scoperto attraverso i filmati di alcune telecamere di sicurezza che un'auto ha atteso per due ore davanti alla Casas das Pretas, l'associazione dove l'attivista per i diritti umani uccisa stava partecipando ad un evento contro il razzismo. Quindi, quando Marielle Franco è uscita, i sicari hanno seguito per almeno quattro chilometri la sua auto prima di tendere l'agguato mortale. La vettura dei sicari, infatti, si è affiancata a quella della consigliera comunale ed è partita una raffica di colpi da circa due metri di distanza: quattro proiettili hanno raggiunto la donna, 38 anni, e tre il suo autista, Anderson Gomes, 39, morti all'istante. Illesa, come detto, l'assistente di Marielle Franco, che sta collaborando alle indagini.
Con queste terribili premesse, non resta dunque che sperare e confidare nell'opera del procuratore generale della Repubblica, Raquel Dodge, che ha annunciato l'apertura di un'inchiesta e non ha escluso che la competenza delle indagini possa passare dalla polizia di Rio a quella federale ed in quella del ministro brasiliano della Sicurezza pubblica, Raul Jungmann, che ha assicurato che seguirà personalmente gli sviluppi per individuare i responsabili del "barbaro omicidio".


Ma chi era Marielle Franco?

“Nera, lesbica e attivista politica, madre a 19 anni e femminista”.  Ecco come si definiva la stessa Marielle Franco ed ecco perché anche noi ci teniamo a renderle omaggio.
Marielle Franco (foto sussidiario.net)
Ma vediamo più in dettaglio, chi era questa meravigliosa donna. Apprendiamo dal sito wikipedia, che Marielle Franco, nata a Rio de Janeiro il 27 luglio 1979 (e morta, haimé lo scorso 14 marzo 2018) è stata una politica, sociologa e attivista brasiliana.
Era nata a Maré, una favela di Rio, ed amava definirsi per questo cria da Maré (figlia della Marea). Crescendo, si laurea in scienze sociali presso la Pontifícia Università Cattolica di Rio de Janeiro (PUC-Rio) ed in seguito consegue anche un master in pubblica amministrazione presso l'Università federale Fluminense (UFF) e ciò, pur provenendo da una favelas ed aveva avuto una figlia a soli 19 anni, Luyara (e forse, proprio per questo, iniziò a lottare per il riconoscimento dei diritti delle donne e in particolare ad interessarsi della condizione femminile nelle favelas, divenendo così femminista ed attivista per i diritti umani).
Entrò in politica unendosi alla squadra che sosteneva Marcelo Freixo come candidato all'Assemblea legislativa dello Stato di Rio de Janeiro alle elezioni del 2006 e poi venne nominata consigliere parlamentare del deputato. In seguito assunse il coordinamento della Commissione per la difesa dei diritti umani e della cittadinanza.
Nel 2016, quando si presentò per la prima volta come canditata, venne eletta consigliera nella Câmara Municipal di Rio de Janeiro con la Mudar Coalition, formata dal Partito Socialismo e Libertà (PSOL) e dal Partito Comunista Brasiliano (PCB) ottenendo oltre 46 mila voti
Nel Consiglio municipale ha presieduto la Commissione per la difesa delle donne ed è stata membro di una commissione incaricata di monitorare l'azione della polizia federale a Rio de Janeiro. Si dimostrò critica nei confronti dell'intervento federale e denunciò costantemente gli abusi della polizia e le violazioni dei diritti umani ed ha ricoperto tale incarico sino alla sua morte.
Negli ultimi tempi, infatti, l'attivista era impegnata in indagini sugli omicidi nelle favelas e per questo criticava la polizia federale, e intanto continuava a difendeva con grande forza i diritti delle donne e dei giovani neri emarginati.
Il funerale (Foto: NY Daily News)
Insomma, come detto, una grande donna, una grande persona che stava provando a rendere la sua città, e quindi il mondo intero, un posto migliore e che, per questo motivo, ha trovato la morte.
Resta la (tenue) speranza che il suo nome e la sua azione non vadano dimenticati con il passare del tempo.
Intanto, il giorno successivo alla notizia della morte della Franco migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città del Brasile, la figlia di Marielle, Luyara, ha scritto sui social: "Hanno ucciso mia madre e altri 46 mila elettori! Continueremo la tua lotta! Ti amo" e, ciò che più conta, all'uscita del feretro dalla chiesa, qualcuno ha intonato più volte il nome di Marielle e la folla ha risposto: 'Presente!'.

Marielle Franco, la donna che amava definirsi "Nera, lesbica, attivista politica, madre a 19 anni e femminista" e che è stata uccisa proprio per questo. E' morta perché questo suo modo di essere non le permetteva di avere paura e di piegarsi. E' morta perchè tutte queste altro non sono che definizioni di una grande donna. Ci mancherà, tanto.

'Presente'.
MduL



Fonti:
* Articolo "Marielle Franco, ‘nera, lesbica e attivista politica’ ammazzata a sangue freddo a Rio de Janeiro" per IlFattoQuotidiano.it/Blog di Mauro Villone ed anche per antimafiaduemila.com
* Pagina Wikipedia Marielle Franco

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