Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova (padovaoggi.it) |
Ma è mai possibile che, in questi giorni terribili per il mondo intero, si debba essere costrette a scrivere di queste cose?! E' mai possibile che si debba scrivere dell'ottusità e grettezza intellettuale e morale di alcuni -tanti, troppi- amministratori pubblici??!!...Il mondo va a pezzi e noi stiamo ancora a discutere di cose/diritti che dovrebbero essere ormai acquisiti...ma tant'è...
La notizia è questa, così come riportata dal giornale mattino di padova:
Copertina libro Marzano |
<< PADOVA. Non c’è spazio a Palazzo Moroni per la lezione della filosofa Michela Marzano su «Papà, mamma e gender», libro edito da Utet. Il no è arrivato ieri all’Arcigay, organizzatore dell’incontro previsto per sabato pomeriggio in Sala Paladin. Un diniego firmato dal funzionario amministrativo Leonardo Brocca, ma arrivato direttamente dal sindaco Massimo Bitonci. >>.
Ricordate? Abbiamo scritto di questo libro nell'Articolo "Gender: il pensiero di chiarezza di Michela Marzano" del 25 ottobre scorso. Leggendo questo incipit, quindi, è normale che si sia andate di corsa a leggere il resto dell'articolo, del resto, ci si chiedeva, "come non c'è spazio a Palazzo Moroni per la lezione di Michela Marzano sul suo libro e sulla tematica del "gender"? In che senso?".
Continuando a leggere, ecco, subito, la disarmante motivazione: << la sala comunale è stata negata sulla base della mozione anti-gender
approvata lo scorso 5 ottobre dal consiglio comunale. «La mozione ha
impegnato sindaco e giunta a vigilare affinché non venga introdotta e
promossa la “teoria del gender” e che venga al contempo rispettato il
ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità»,
si legge nel rifiuto. Da qui il no del Gabinetto del sindaco perché «la
richiesta di una sala comunale per la presentazione di un libro che
avvalora la “teoria gender” si pone in antitesi rispetto all’indirizzo
programmatico dell’amministrazione su tale tematica». >>
Sindaco Bitonci (affaritaliani.it) |
Si, si, avete letto bene!! Siamo in Veneto e dopo il caso (i casi in verità, perché le "uscite" del sindaco di Venezia sono state diverse) del Sindaco di centrodestra di Venezia, Luigi Brugnaro, che aveva inteso proebire il gay pride in città e che ha vietato e censurato ben 49 libri per l'infanzia, ritenendoli lesivi per i bambini poiché tendenti ad insegnare il rispetto, la non discriminazione ecc.. eccoci ora all'amministrazione comunale di Padova ed al suo Sindaco leghista, Massimo Bitonci, che ha ritenuto bene, in coerenza con la mozione anti-gender
approvata lo scorso 5 ottobre dal consiglio comunale (ma come si può?!), vietare l'uso della sala comunale all'incontro programmato per poter parlare, appunto, della questione di genere e di tutte le sue implicazioni (su tutte, per esempio, il fatto che il Consiglio Comunale di un Comune Italiano si sia potuto permettere di adottare una mozione anti-gender senza sapere che cosa è e se esiste!). Incontro che prevedeva, per altro, oltre alla presenza della filosofa e deputata Michela Marzano, anche gli interventi del presidente padovano di Arcigay Mattia Galdiolo e del deputato Alessandro Zan, organizzatore del Gay Pride di Padova nel 2002.
E proprio nelle parole di quest'ultimo ci si può riconoscere, allorquando dice: «È l’ennesimo diktat di Bitonci che puzza di fascismo – sottolinea quest’ultimo – Un sindaco non può permettersi di impedire ai padovani di usufruire degli spazi che sono di tutti, e non appartengono né a lui né del suo partito omofobo, retrogrado e razzista. Ciò che sta avvenendo da mesi in città assomiglia sempre più a una dittatura liberticida, un clima politico e morale coscientemente creato con la propaganda che nega la libertà di espressione ai cittadini e soffoca la democrazia».
Certo, l'Arcigay farà ricorso e la società civile, si spera, può indignarsi e mandare a casa detti personaggi, ma resta il fatto che l'incontro che era stato organizzato non ha più potuto aver luogo e che il convegno era stato trasformato in un incontro presso la libreria delle donne «Lìbrati», in via Barbarigo. Sennonché, e per fortuna, è intervenuto il rettore dell'Università, Rosario Rizzuto, che ha offerto una sala dell'ateneo per la presentazione del libro. E tutto, almeno in questo caso, si è risolto: i padovani hanno potuto partecipare.
(bimbolab.it) |
Non è sempre andata così però. Si è costrette a segnalare, infatti, che questo non è il primo - e, haimé, si suppone nemmeno l'ultimo - caso in cui l'amministrazione comunale si è sentita in dovere di vietare dei convegni presso le sale pubbliche comunali che avessero ad oggetto queste cose 'terribili' tipo: diritti/rispetto/empatia/solidarietà/accettazione del diverso ecc... Pensate che hanno vietato l'uso anche ad Amnesty International, per un’iniziativa sull’Islam; alla libreria «Pel di carota» per la lettura delle fiabe gay ed alla scrittrice Paola Tellaroli perché «non padovana».
Ogni altro commento appare inutile.
Con indignazione.
MduL
Articolo utilizzato per scrivere questo Post:
- "«Papà, mamma e gender», sala negata in Comune a Padova" della redazione del mattinopadova.gelocal.it
Articoli utili per approfondire l'argomento oggetto di questo Post:
- << Padova, giunta Bitonci nega sala alla presentazione del libro di Michela Marzano: “Noi contro teoria gender” >> di Davide Turrini per ilfattoquotidiano.it;
- << Libri gender, Bitonci nega lettura pubblica in Comune. Zanonato: “Lo denuncio” >> di F.Q. per ilfattoquotidiano.it;