(marcomarini.com) |
Mi è capitato di leggere l'articolo "La Rai protegge i bambini dai gay, proteggiamo i bambini dalla Rai" di Beatrice Dondi per huffingtonpost.it (che troverete nella versione integrale ed originale al link in fondo al Post), con il quale pienamente concordo pur ponendo delle riserve che vorrei condividere con voi.
(buzznews.it) |
Mi spiego subito meglio. Prima il fatto. La Rai, in occasione della diretta del Concerto del Primo Maggio, non ha permesso a sei coppie: due gay, due lesbiche e due eterosessuali di salire sul palco di San Giovanni per potersi baciare (per dare l'evidente messaggio di amore e di contestuale lotta all'omofobia ed alla chiusura mentale) poiché la trasmissione era ancora nella fascia cd "protetta", cioè prima della mezzanotte.
Da questo dato di fatto le più che corrette e condivisibili rimostranze di Beatrice Dondi, la quale testualmente riporta che: <<...Meraviglioso. Quindi il concerto è dei diritti ma è meglio riservarlo ai diritti etero. Almeno fino a mezzanotte, che i minorenni si sa come sono fatti, vedono due persone dello stesso sesso, magari mano nella mano ed è un attimo che gli si altera il Dna. E' servizio pubblico, mica noccioline. Magari aveva paura, nostra signora di viale Mazzini, che visto il pomeriggio agitato i gay potessero sfasciare qualche vetrina? O magari due lesbiche che so, alterare l'Inno di Mameli? Non si scherza sulla tutela dei più piccoli. Poi gli avevamo appena snocciolato quindici ore di diretta con Bonolis e Clerici che invece fanno cultura e mica si poteva tornare senza preavviso nel mondo reale giusto? >>. E continua poi, giustamente, ricordando << così, per correttezza dell'informazione, che ci sono i bambini non solo davanti a programmi indegni di essere chiamati tali, ma anche dentro gli stessi, costretti a cantare scimmiottando gli adulti, imbrattati di fard e rossetti scadenti, con microfoni giganti sbattuti davanti alle faccine spaurite per amor di genitori scriteriati che li gettano in a pasto al televoto per pura devozione del gettone di presenza. >>. Conclude, infine, con una costatazione semplice quanto inappuntabile << Ora, la domanda sorge spontanea: di fronte alle mostruosità che ogni giorno la nostra adorata tv compie nei confronti dei minori, quanto avrebbe pesato nella costruzione di una solida psiche degli adulti di domani la visione seppur fugace di tre coppie di sessi vari? Alzi la mano chi ha la risposta pronta. Che tanto è facile.>>
(rumors.blog.rai.it) |
Ebbene, come detto, le parole di Beatrice Dondi mi trovano assolutamente concorde, ma vorrei provare a spezzare una lancia (magari è un po' troppo, diciamo una freccina) a favore di 'mamma' Rai. Penso infatti sia indubbio che, almeno la buona volontà, sia fuori questione. Non dico i vari immarcescibili programmi di prima serata su rai uno, ma è ormai da qualche anno che non vi è fiction di successo che non abbia tra i suoi personaggi, anche principali, gay e/o lesbiche. Iniziò timidamente il meraviglioso "Tutti pazzi per amore" che, oltre ad affrontare, tra le prime in assoluto, il problema dell'Aids con tatto e competenza, nelle ultime stagioni propose, per la gioia di tutte noi, il personaggio lesbico di Eva (Anita Caprioli) e la sua storia con Roberta.
Il cast di Una Grande Famiglia: cfr terzultima da ds (it-it.facebook.com) |
A seguire, per quanto posso ricordare, i recenti "Ragion di Stato" con Luca Argentero ed Anna Foglietta che interpretava il maggiore Stella, anche lei lesbica; "Una grande famiglia", dove, oltre al personaggio di un nipote gay, già presente dalla prima serie, vi è ora anche un'altro personaggio glbt: la figlia di Leonardo, marito di una delle protagoniste principali, che è un'adolescente lesbica e felice! e "Fuori classe", dove fin dall'inizio abbiamo addirittura una coppia di genitori gay (sereni, equilibrati e tranquilli. Tra i migliori nuclei familiari della serie) per uno dei personaggi principali della fiction.
Anna Foglietta in Ragion di Stato (filmtv.it) |
Direte voi, che è troppo poco. Del resto, tranne che in "Tutti pazzi per amore", vi sono personaggi che, seppur lesbici, vengono affrontati solo con riferimento all'intreccio principale e per loro non vi è una storia e neanche un bacio, un approccio saffico o altro. E senza considerare il fatto che, semmai tali accenni erano anche presenti, sono stati poi omessi nella messa in onda (questo è il caso, secondo me, della fiction "Ragion di stato", dove hanno mandato la pubblicità proprio mentre Anna Foglietta stava per baciare la sua compagna sul loro divano di casa!). Ma tant'è.
Certo è che rispetto a solo qualche anno addietro le cose vanno un pochino meglio.
Fotogramma di uno degli spot Findus (spetteguless.it) |
Basti pensare anche solo alle varie pubblicità di "quattro salti in padella" della Findus che finalmente è riuscita a sfondare il muro dell'omertà negli spot, presentando spot su spot con protagonisti il ragazzo gay, il suo compagno, suo padre e sua madre. Ed anche in questo caso sarà vero, come è stato scritto, che i vari personaggi dello spot non si vedono in viso ma questo per me non è un "minus", anzi. In fondo, che importanza può avere vedere i visi dei protagonisti? Ciò che conta è il messaggio. Messaggio che, in questo caso, arriva bello, forte e chiaro!. Ma vi ricordate solo l'anno scorso la pubblicità di una marca di divani, ora non ricordo quale, dove, tra i vari mini spot vi era quello con due ragazze (lesbiche) a letto con sotto la voce di Giancarlo Giannini ? Ricordate che è andato in onda pochissime volte eppoi lo hanno tolto? Sono rimasti soltanto gli altri mini-spot con personaggi tutti etero?
Viva la Findus, quindi, che grazie al suo strapotere ed ai suoi soldi è riuscita a far passare il messaggio che voleva. I soldi possono tutto, anche alla Rai. In questo caso ben venga, sono anche questi i modi per far crescere e migliorare la mente delle persone. Ripetere il messaggio più e più volte poi non può far altro che aiutare sempre più e meglio al perseguimento del fine.
Certo è che ora io stessa, a parità di utilità e voglia, compro i prodotti Findus...
Insomma, dai, piano piano anche alla Rai stanno cambiando le cose: concentriamoci sulle piccole ma costanti conquiste e vedrete che prima o poi arriveremo alla vittoria finale e cioè al nostro riconoscimento e, soprattutto, al riconoscimento del nostro amore.
MduL
Qui di seguito il link all'articolo di Beatrice Dondi per huffingtonpost.it:
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