Ultimo aggiornamento il 10 novembre 2024

I Film Lesbici del 29° 'Teddy Award' della Berlinale


Si apprende dall'inestimabile sito cinemagay.it che si è tenuto nei giorni scorsi il 29mo "Teddy Award della Berlinale" vero e proprio festival del cinema gay, antesignano dei premi LGBT interni ai grandi Festival internazionali, che quest'anno ha avuto come tema la celebrazione delle icone queer, personaggi gay, lesbici , bisessuali, e trans, da Valeska Gert a Divine, da James Dean a Barbara Stanwyck, da Sergei M. Eisenstein a Virginia Woolf, persone che hanno contribuito ad oltrepassare i confini dell'arte, spesso per vivere, o sopravvivere, nella società dei cosiddetti 'normali'. In particolare, il Teddy Award è stato dedicato alla figura Rainer Werner Fassbinder - in foto nella locandina della manifestazione sopra riportata - la cui vita è oggetto del documentario di Christian Braad Thomsen: "Fassbinder – To Love Without Demands". Fassbinder, infatti, morto nel 1982, a soli 37 anni, ha compiuto opere che hanno influenzato davvero molto il cinema delle ultime generazioni.
Tanti i film presentati e tanti quelli interessanti. Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono i Film, tra i tanti presentati che più ci interessano poiché a tematica prettamente saffica [vi segnalo che tutte le foto, i dati e le recensioni sono prese dall'articolo citato del sito cinemagay.it. Potete trovare il link in fondo al Post].

(1) "Der letzte sommer der Reichen" 

Titolo originale: "Der letzte sommer der Reichen"
Titolo Inglese: "The Last Summer of the Rich"
Durata: 91 min.
Anno: 2015
Country: Österreich
Regista: Peter Kern
Sezione Berlinale: Panorama
Trama: La giovane e attraente Hanna von Stezewitz (Amira Casar), dirigente nell'azienda di famiglia, ha tutto, e quello che non ha semplicemente se lo prende. E' una manipolattrice arrogante e senza scrupoli che ha al suo servizio politici e banchieri. Un perfetto esempio di capitalismo predatorio. Per evitare la noia, cerca emozioni sempre più estreme e vede il suo abuso di una giovane ragazza con la speranza di una carriera, semplicemente come un danno collaterale, niente che il denaro non possa risolvere. Circondata da tanti yes-men e adulatori, l'unica persona che potrebbe per lei costituire un pericolo è suo nonno, il patriarca della famiglia, costretto a letto e la sua visione del mondo reazionaria. Nel disperato tentativo di liberarsi di lui, lei assume un killer. Quando Hanna trova inaspettatamente una amante, simile a lei, nella persona di Sarah, una suora, infermiera del nonno, la sua felicità sembra completa. Ma davvero lei può avere tutto sotto controllo? Peter Kern è riuscita nella creazione di un ritratto di costume opulento e rabbioso in cui tutti - ricchi o poveri - sono corruttibili o almeno suscettibili di seduzione, e dove la criminalità e il capitale vanno a braccetto. Una danza allegra di corruzione in cui chiunque non tiene il giusto passo viene semplicemente messo da parte.
 
(2) "Dyke Hard"

Titolo: Dyke Hard 
Durata: 94 min.
Anno: 2014
Country: Sweden
Regista: Bitte Andersson
Sezione Berlinale: Panorama
Categoria Berlinale: Feature Film
Trama: Dopo aver ottenuto un grande successo con il loro primo singolo, il gruppo lesbico hip 'Dyke Hard' cade in una crisi di creatività. Quando la loro front woman abbandona il gruppo, sembra proprio che si chiuda il sipario per il resto della band. Ma poi le ragazze vengono a sapere di una battaglia tra band in una grande città tre giorni dopo e decidono di partecipare per dare una spinta alla loro carriera. Accettano un passaggio da un pugile tailandese e partono per un viaggio avventuroso pieno di pericoli, intrighi e ogni tipo di ostacoli. Le ragazze si ritrovano in una casa infestata dagli spiriti e poco dopo sono rinchiuse in prigione, ingiustamente accusate, nel braccio della morte, fino a quando una guardia carceraria gay non le aiuta a fuggire. Trovano poi una breve tregua in casa di una dolce vecchia signora con dei secondi fini, che quasi fa loro dimenticare dove stanno andando. Ma la fortuna gira di nuovo e dopo una battaglia contro un esercito di cyborg ninja diretto da un miliardario che vuole ostacolarle a tutti i costi, finalmente riescono a partecipare al concorso, appena in tempo. 'Trash come il cestino dell'immondizia!' è il motto ambizioso di questo camp e demenziale sexploitation-horror-trash-musical che ci garantisce di essere totalmente privo di qualcosa di simile al buon gusto. Raccontata ad una velocità supersonica, questa è un ironica, perversa, polimorfica cavalcata, che ha le potenzialità di competere con dei cult creati da personaggi quali John Waters e Russ Meyer o con la serie Austin Powers.

(3) "Feelings Are Facts: The Life of Yvonne Rainer"

Titolo: Feelings Are Facts: The Life of Yvonne Rainer
Durata: 80 min.
Anno: 2015
Country: USA
Regista: Jack Walsh
Sezione Berlinale: Panorama
Berlinale: Documentary Film
Trama: Nel 1966, Yvonne Rainer ha cambiato il mondo della danza moderna, con la sua performance 'Trio A' , che analizzava il repertorio del movimento umano in un modo radicalmente non spettacolare. Influenzata da Merce Cunningham e John Cage, la Rainer ha sviluppato coreografie socio-politiche nelle quali ha esplorato sul palcoscenico i movimenti di tutti i giorni in un modo che volutamente contraddiva le aspettative del pubblico. Determinata a proseguire nella sua ricerca, ha iniziato a sperimentare con la pellicola - applicando al nuovo mezzo lo stesso impeto rivoluzionario che già era presente nel suo lavoro sul corpo. All'età di cinquantasei anni si è pubblicamente dichiarata lesbica, e nel 1997 ha vinto il Teddy Award con Murder and murder. Facendo abbondante uso di estratti da film, filmati di repertorio e reinterpretazioni di coreografie della Rainer, il regista Jack Walsh riesce a illustrare il suo percorso artistico dal 1950 ad oggi, caratterizzato da un incrollabile, ma anche piacevole avanguardismo. A completamento dei ricordi personali della Rainer, ci sono contributi di esperti danza e di compagni di viaggio, come Carolee Schneeman e B. Rubino Rich. Oggi, all'età di 80 anni, lei ancora lavora sul palco, dopo che Mikhail Baryshnikov la convinse a tornare come coreografa nel 2000.

(4) "Je suis Aneemarie Schwarzenbach"

Titolo originale:  Je suis Aneemarie Schwarzenbach
Titolo Inglese: My name is Annemarie Schwarzenbach
Durata: 85 min.
Anno: 2015
Country: France
Regista: Véronique Aubouy
Sezione Berlinale: Panorama
Categoria Berlinale: Documentary Film
Trama: Annemarie Schwarzenbach era una figura brillante della società bohemien degli anni '20. Scrittrice di talento, lesbica, tossicodipendente, giramondo, con ammaliante fascino androgino e - con grande disappunto della sua tirannica madre filo-nazista - anche anti-fascista. La fotografa berlinese Marianne Breslauer l'ha descritta come la più bella creatura che avesse mai incontrato. La Schwarzenbach morì giovane, all'età di 34 anni. Rimase dimenticata fino agli anni '80, quando i suoi libri hanno cominciato ad essere ripubblicati e la sua biografia ricostruita. La regista Véronique Aubouy non si limita qui salvare Annemarie Schwarzenbach dall'oblio, ma la trasporta nel presente. Sedici giovani attori di entrambi i sessi interpretano diversi ruoli per rappresentare la Schwarzenbach, i suoi amici e le amanti. La forza e il fascino di questa figura e le sue oscillazioni tra i generi sessuali, diventano qui un progetto collegiale. Un qualcosa che inizia come un provino per il ruolo di protagonista in un film sulla vita della romanziera svizzera, in cui i giovani attori sono invitati ad associare le loro biografie a quella della scrittrice, e che finisce in una danza di relazioni in cui i confini tra realtà e recitazione sono sfocati.

(5) "Misfits"

Titolo:  Misfits
Durata: 74 min.
Anno: 2015
Country: Denmark/Sweden
Regista: Jannik Splidsboel
Sezione Berlinale: Panorama
Categoria Berlinale: Documentary Film
Trama: Tulsa, Oklahoma è una città americana nel bel mezzo della cosiddetta Bible Belt, con quasi 400.000 abitanti, oltre 4.000 chiese e un solo centro giovanile per gay e lesbiche. Questo è il luogo di incontro per Larissa, Ben, 'D' e per altri giovani, che a causa della loro decisione di vivere la loro vita da gay, lesbiche e transgender, o non sono accettati, o al contrario, hanno ricevuto un forte sostegno dalle famiglie ed incondizionato amore. Jannik Splidsboel, il cui film 'How Are You' è stato proiettato nella sezione Panorama nel 2011, decide di avere un approccio quasi esclusivamente basato sull'osservazione, nel rappresentare la vita di questi tre ragazzi, il loro primo amore o il loro desiderio di amore, il loro coming out, e i loro sogni per il futuro. In modo quasi casuale, senza fretta, il film mostra come 'D' agisce passo dopo passo per migliorare la sua precaria esistenza e come Ben apprende dal fratello come fare a difendersi. Per gentile concessione di Larissa e della sua fidanzata siamo inoltre ammessi ad una delle scene di bacio lesbico tra le più luminose e colorite della storia del cinema. Misfits ritrae tre giovani, fondamentalmente nella media, che cercano di vivere una vita queer, trovare la loro identità di genere, amare ed essere amati , in un ambiente pervaso dal fondamentalismo religioso.

(6) "Sangaile"

Titolo originale:  Sangaile
Titolo Inglese: The Summer of Sangailé
Durata: 88 min.
Anno: 2015
Country: Lithuania/France/Netherlands
Regista: Alanté Kavaite
Production Company: Fralita Films
Sezione Berlinale: Panorama
Categoria Berlinale: Feature Film
Trama: La diciassettenne Sangaile è affascinata dalle acrobazie aeree e sogna di diventare pilota, ma avendo paura dell'altezza, non ha mai avuto neanche il coraggio di entrare in una cabina di pilotaggio. Durante una manifestazione estiva di aeronautica, vicino alla villa sul lago dei suoi genitori, Sangaile incontra Auste, una ragazza locale che a differenza di Sangaile vive la sua vita al massimo con creatività e coraggio. Quando le due ragazze entrano in sintonia, Sangaile permette a Auste di conoscere il suo più intimo segreto e trova nel suo amore adolescenziale l'unica persona che veramente la incoraggia a volare.
The Summer of Sangaile è un film raro che ci sorprende per l'onestà delle sue interpretazioni, la poesia della sua storia e la freschezza della sua fotografia, che riesce a catturare in egual modo la bellezza delle ragazze e l'unicità dei paesaggi lituani.
La scrittrice e regista lituana, ma residente in Francia, Alante Kavaite usa il suo vivido linguaggio figurativo, insieme ad una squisita scelta degli attori, per dare vita ad una sua storia che parla di un giovane amore, di grandi sogni e della possibilità di realizzare se stessi decidendo di scegliere quello che si vuole essere. Il risultato finale è un esperienza cinematografica emozionante.

(7) "Stories of our Lives"

Titolo:  Stories of our Lives
Durata: 60 min.
Anno: 2014
Country: Kenya
Regista: Jim Chuchu
Sezione Berlinale: Panorama
Categoria Berlinale: Feature Film
Trama: I membri del collettivo di arte multidisciplinare NEST hanno trascorso diversi mesi in viaggio attraverso il Kenya per raccogliere storie di giovani LGBTI - storie sulle loro esperienze e sulle loro vite in un paese che è ancora estremamente omofobo. Basandosi su innumerevoli interviste anonime, hanno sviluppato cinque sceneggiature per cortometraggi, che forniscono una panoramica sulla situazione attuale e sui problemi di questi giovani sessualmente emarginati. Queste brevi, e disadorne storie sono presentate dal regista Jim Chuchu in nitide e poetiche immagini in bianco e nero accompagnate da una misurata colonna sonora. Gli episodi, che affrontano temi come la ricerca di identità, l'autodeterminazione, l'eterosessualizzazione forzata e la lotta per l'accettazione, hanno una cosa in comune: tutti descrivono il bisogno di amore e la paura di vivere questo amore apertamente. Di volta in volta, le loro paure pongono la stessa domanda: è meglio nascondersi, rassegnarsi alla situazione e lasciare il paese, o rimanere e lottare apertamente per l'accettazione della diversità sessuale? Nonostante siano state vietate le proiezioni pubbliche del film in Kenya, i membri del NEST hanno optato per questa la seconda ipotesi e sono determinati a continuare la loro lotta per il riconoscimento.

(8) "Vergine giurata" 

Titolo originale: Vergine giurata
Titolo Inglese: Sworn Virgin
Durata: 90 min.
Anno: 2015
Country: Italy/Switzerland/Germany/Albania/Republic Kosovo
Regista: Laura Bispuri
Sezione Berlinale: Competition
Categoria Berlinale: Feature Film
Trama: Hana sta crescendo in un arcaico paesaggio alpino in Albania, dove i vecchi codici e la tradizione prevalgono sui ruoli di genere. Poiché vuole sfuggire al destino di moglie e di serva, in osservanza al Kanun, la legge tradizionale albanese, lei si impegna alla verginità per tutta la vita, sacrificando così la sua femminilità per la libertà. D'ora in poi, sarà trattata come un uomo. Le viene dato un pugnale e il nome di Mark. Ma dopo dieci anni di isolamento, lei si decide a cambiare vita e prende il treno per Milano, dove vive sua sorella con la sua famiglia. La quale non si può dire che aspetti Hana a braccia aperte ... Nel suo lungometraggio d'esordio, Laura Bispuri accompagna una giovane donna in una difficile e dolorosa odissea, dal mondo troppo vecchio delle montagne alla vita moderna della città. Il film ci racconta la storia di una donna che riscopre la sua sessualità, affrontando le proprie incoerenze. Con pochi dialoghi, affidandosi invece a sguardi e gesti, il film si basa su immagini all'egoriche che alludono alle ambivalenze nella vita emotiva di Hana.
> Se vi ricorda qualche cosa è perché questo film lo abbiamo già segnalato lo scorso 9 novembre 2014, parlando del libro di Elvira Dones dal quale è tratto il film <

(9) "Wonderful World End"

Titolo:  Wonderful World End
Durata: 82 min.
Anno: 2015
Country: Japan
Regista: Daigo Matsui
Sezione Berlinale: Generation
Categoria Berlinale: Feature Film
Trama: Come Gothic Lolita, la diciassettenne Shiori ha un sacco di fan iscritti al suo blog video dal vivo. Ogni volta che può parla di se stessa, offre consigli per il trucco ed è lieta per il crescente numero di visitatori per il suo sito. Dopo delle riprese per un video musicale, la sicura di sé Shiori incontra una strana e timida ragazza di nome Ayumi. Questa ragazza è una grande fan di Shiori e cerca di copiare il suo stile. Sembra anche essere piuttosto distratta e parla a monosillabi, come se non avesse proprio nulla da dire, ma lei è scappata di casa per stare con Shiori. Titubante, ma anche lusingata, Shiori si lascia coinvolgere da questa ragazza. Questa storia della strana amicizia tra queste due ragazze è anche un divertente e multicolore viaggio attraverso il mondo artificiale degli adolescenti giapponesi. Fanno cose folli e sognano di fare le cose in grande. I loro pensieri privati sono condivisi solo nei blog. Il film inoltre riflette, con un approccio estetico, sulla disintegrazione delle forme tradizionali di comunicazione: chat online che spuntano regolarmente lungo il percorso, come se il display dello smartphone fosse stato portato sul grande schermo. Basata su due video musicali di Seiko Oomori - la musicista preferita di Shiori nel film, la storia si conclude come un libro dei sogni a fumetti.

(10) "Blood Below the Skin"

Titolo:  Blood Below the Skin
Durata: 32 min.
Anno: 2015
Country: USA
Regista: Jennifer Reeder
Sezione Berlinale: Shorts
Categoria Berlinale: Short Film
Trama: Blood Below the Skin racconta una settimana nella vita di tre ragazze adolescenti che frequentano la stessa classe di scuola superiore. Provenienti da diversi ambienti sociali, le ragazze si preparano per quella che ritengono essere la più importante serata della loro vita - Il ballo scolastico annuale, per il quale hanno formato un gruppo di danza e si esercitano per provare la coreografia. Due delle ragazze sono attratte una dell'altra e si innamorano. Ia terza è costretta a prendersi cura di sua madre sconvolta a seguito della scomparsa del padre. Ogni ragazza si rifugia nella sua camera e nel suo letto, dove trova comfort e un luogo per esplorare nuove sensazioni. La musica proveniente dal giradischi fornisce una magica sincronicità fra tutte e tre - l'unità di tempo e di luogo è ampliata con la dimensione della musica. Jennifer Reeder racconta queste storie di vita quotidiana con elementi stilistici che richiamano il realismo magico del cinema latino americano. Tutto ciò che serve è la forza del pensiero, per esprimere il proprio amore a un altro. Il titolo del film non fa riferimento come si potrebbe pensare a qualcosa di horror, bensì ai segreti che le ragazze e le donne custodiscono appena sotto la pelle.

(11) "Kumu Hina"


Titolo originale:  Kumu Hina
Titolo Inglese: A Place in the Middle
Durata: 25 min.
Anno: 2014
Country: USA
Regista: Dean Hammer
Sezione Berlinale: Generation
Categoria Berlinale: Short Film
Trama: Lei si sente un ragazzo anche più della maggior parte dei ragazzi. Questo documentario segue l' undicenne hawaiana Ho'onani, che sogna di diventare la leader del gruppo di hula tradizionale della sua scuola. Hula è una miscela di danza e performance teatrale , centrale nella la cultura del popolo hawaiano, che richiede molta pratica. Anche in questo caso, Ho'onani vorrebbe ballare dalla parte dei ragazzi. Normalmente non sarebbe stato permesso farlo, ma Ho'onani ha la fortuna di avere come suo insegnante il carismatico Kumu Hina, che assegna ad Ho'onani un posto speciale nel mezzo. Nell'antica Hawaii c'era sempre vita tra i due generi, e un posto per coloro che sono sia uomini che donne. Kumu Hina sa quello di cui sta parlando, circa venti anni fa era un uomo. Kumu Hina usa la sua profonda conoscenza per trasmettere ai suoi alunni la cultura dei loro antenati - una cultura che non è stata dimenticata, nonostante i molti anni di influenza dai missionari cristiani. La parola magica è 'aloha', che significa una vita in armonia con la natura. Significa anche che ogni uomo e ogni donna dovrebbero essere amati, rispettati e valorizzati.

Ecco, ora conoscete i titoli e potete prendere nota.
MduL


Articolo utilizzato per il Post:
"OLTRE 40 FILM AL 29MO TEDDY AWARD DELLA BERLINALE" della redazione del sito cinemagay.it

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