Ultimo aggiornamento il 6 gennaio 2025

Presentato un film lesbico anche al Film Festival di Torino (TFF)

Come tutte ormai sappiamo, la città di Torino è tra quelle più dinamiche e culturalmente attive nel nostro paese. In particolare, per ciò che qui interessa, tra le iniziative di pregio della città, i suoi due Festival del Cinema: il "Torino Film Festival" (TFF) ed il "Torino Gay & Lesbian Film Festival" (TGLFF).
Il primo, il TFF, la cui 32^ edizione si è tenuta giusto in questi giorni, tra il 21 ed il 29 novembre scorsi, mette in concorso film di vario genere (mi si passi il termine), mentre il secondo, il TGLFF, come è facilmente intuibile del nome, è un festival cinematografico con una selezione di film dall'orientamento e dalle tematiche gay e lesbiche. Il primo si tiene nel mese di novembre, il secondo nel mese di aprile.
Locandina del Film, dal sito twitchfilm.com
Due distinti Festival del Cinema, dunque, sennonché, proprio nel "Torino Film Festival" (TFF), grazie anche alla Direttrice Emanuela Martini, quest'anno si è potuto assistere ad una più incisiva contaminazione tra "i generi", essendo presente, tra i titoli del concorso principale, anche un film a tema "THE DUKE OF BURGUNDY" del britannico Peter Strickland, che si è guadagnato anche il premio per la miglior attrice protagonista (le due attrici protagoniste sono: Sidse Babett Knudsen e Chiara d'Anna).
Questo lungometraggio lesbico, dalle atmosfere cupe al limite del thriller e con precisi riferimenti per costumi, trucco e fotografia ai B-movie italiani di inizio anni '70, narra la vicenda di due donne, la ricca Cintya, collezionista di farfalle e la sua cameriera Evelyn che, non più giovanissime, vivono nella villa della ricca Cintya, in mezzo ad un bosco, ed hanno un rapporto saffico.
Ma per una critica seria e ragionata sul film, vi riporto l'estratto della recensione al film effettuata da Sandro Avanzo per il sito cinemagay.it: "....Tra loro intercorre un rapporto saffico di Master & Slave. Ma chi è Master e chi Slave? Se è la seconda a dettare le regole dei giochi di sottomissione, la vera vittima è lei o lei è il carnefice primo? E come varia la dinamica se è l'Amore con la maiuscola a circostanziare gli eventi? Come si inserisce nella dinamica il terzo elemento della gelosia? E' una fase della vita, una dimensione stabile o una stagione di giochi che si rinnova anno dopo anno? 
Sidse Babett Knudsen e Chiara d'Anna (telegraph.co.uk)
Sono domande che in primo luogo sottostanno al fatto di trovarsi nel buio di una sala cinematografica dove bisogna decidere chi è davvero a 'fare il film': lo spettatore o il regista con gli attori? Chi e cosa determina quel che deve essere visto/mostrato sullo schermo: il desiderio di assistere allo svolgimento di una storia o il bisogno di raccontare fatti e sentimenti? Il bisogno di riconoscersi e confrontarsi con elementi esterni o l'intento di comunicare intuizioni e sogni personali? Giustamente si è fatto il nome di Bunuel per le atmosfere che si respirano nel corso della proiezione, ma personalmente preferisco citare Roland Barthes e la sua ricerca del senso dietro e dentro ciò che si mostra e ciò che appare. Oltre alle belle riprese in stile vintage (contorni sfocati del quadro, raddoppi dell'immagine...) dell'erotismo tra donne, il film si segnala per la scelta di un cast tutto al femminile, un po' sfottò e un po' omaggio alla seconda metà del cielo".
Ciò detto, in mancanza di un trailer ufficiale, non resta che riportarvi il link ad una clip del film, in modo da potervi consentire di avere un'idea di che cosa si tratti. Ecco il link: "The Duke of Burgundy clip"
Ecco, ora sapete che esiste anche questo film a tematica lesbica. Funzione assolta.
MduL

Link al materiale utilizzato per la redazione del Post:
> Il sito del Torino Film Festival (TFF);
> Il sito del Torino Gay & Lesbian Film Festival (TGLFF)
> La locandina della 32^ edizione del TFF è stata presa dal sito quotidianopiemontese.it